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venerdì 22 giugno 2007

Io, il greco e Ciro

No, in questo post non si parla di malavita; non ho mai fatto parte di una banda. Il greco era quell’orribile strumento di tortura tipico del liceo classico. Ciro era un mio compagno di classe. Io sono io; almeno credo.
Ricordo che a 15 anni andavo a casa di Ciro per cercare di tradurre Omero, Senofonte ecc. A volte mi guardo allo specchio e mi dico: “Riccardo, 30 anni fa ne avevi 15.” Lo specchio, grande diplomatico, tace. Forse mi compatisce.
Cyrus abitava in un palazzo del Largo Carlo Felice, a Cagliari. Alle 15.30 scendevo dal bus, il n°1 e mi arrampicavo su per casa sua. Il palazzo, molto bello ma antico come Noè, non aveva ascensore. L’amico abitava al 6° piano. I gradini erano ripidissimi e le pareti delle scale tanto strette da ricordare una prigione medievale. Più che studiare greco, parlavamo di calcio e di ragazze. I commenti sulle ragazze oscillavano tra il poetico ed il morboso-desiderante.
Ogni 10 minuti, dopo aver finto di tradurre una o perfino 2 righe di Tucidide, correvamo alla finestra sperando di veder passare qualche nostra compagna, o una ragazza qualsiasi. Qualche volta avevamo fortuna. Una sera, mentre sempre alla finestra simulavo di ripassare qualche verbo assurdo (in realtà perlustravo l’orizzonte femminile) mi cadde giù la Sintassi greca. Il libro rimbalzò sulla testa di un vigile urbano; quello guardò su imprecando a tutto volume. Non mi vide perché mi ero ritirato verso il centro del salotto, però da allora capì che la cultura ha un suo peso.
Di quei giorni ricordo le risate, le chiacchierate senza fine e forse anche senza senso, le ore di sentinella alla finestra e qualche pedinamento… alla ricerca delle ragazze perdute. Odiavo il greco, ma a forza di “portarlo” a settembre sono riuscito ad impararne un po’.
Comunque, quando tutt’ora in qualche Autore greco trovo immagini di primavera, penso al periodo compreso tra fine marzo e la 1/a metà di maggio: quando da quella famosa finestra vedevo gli alberi, il sole che invadeva il Largo, le ragazze… E perfino l’adolescenza sembrava sopportabile.
Bè, Ciro, se mi hai letto batti un colpo.

3 commenti:

  1. Buon risveglio R.U., in tutti i sensi!Buon risveglio anche a tutto lo staff tecnico...Leggere questa nuova pagina tra le note di J.Lennon, ricordando "Ciro ed il greco" , è come aprire una finestra tutta nuova dove s'intravede l' anima dello scrittore e soprattutto la voglia di far "camminare le ruote " del blog e dei sentimenti!
    Una bella e sana boccata di ossigeno....
    Sono d' accordo con Lucignolo(che saluto affettuosamente........)"non è mai tempo perso" quando si leggono le parole di qualcuno, non è mai tempo perso se riusciamo a togliere dagli occhi i paraventi che offuscano la realtà e buttiamo i vari e vecchi modi di dire e pensare di altri,seppure di autorevoli studiosi e storici del tempo e invece scaviamo con le unghie dentro il nostro deserto per attingere quella linfa vitale che ci rende si vulnerabili ma splendide creature umane!
    Sono anche d' accordo con "Abbraccio forte" quando parla del "processo evolutivo" e R. U. sta crescendo davanti anche ai miei occhi mentre leggo le sue tante e perchè no, contradditorie parole!
    Chi può dire in senso assoluto di conoscere la"verità" su questo o quello?
    Chi può essere così stolto e presuntuoso da affermare di sapere realmente cos'è "l'Amore" tanto da dare insregnamenti rigidi e preconfezionati?
    Io probabilmente mi sento e sono(senza falsa modestia....)molto Lucignolo e per molti ancora faccio e dico un sacco di fesserie....
    Mi piace,perciò, trovare uno spirito nuovo nelle persone e nello specifico tra le parole di R.U. e tuffarmi anch' io nei ricordi spensierati ma ribelli dell' adolescenza dove trovo ancora la voglia di emozionarmi , sognare....e perdonatemi, commuovermi!
    Ti auguro R.U. di ritrovare Ciro....e non solo!!!
    é così bello togliersi la corazza, non senti che ora si può anche tentare qualche piccolo ed entusiasmante volo?

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  2. Hei Riccardo, allora non sei un marziano travestito da umanoide! Se continui a scrivere così, dovremo invitarti presto nel nostro Clan per tenere una conferenza!
    Troppo forte il nuovo post...chissà che non impari a volare un po' come noi ! Ora canti anche ("quasi")come noi..... sei un po' più simpatico e...ma basta diversamente ti monti la testa!
    Penso che se continui così dovremo riunire il consiglio degli uccellini e riammetterti tra i nostri scrittori umanoidi, che seguiamo con affetto e sano spirito critico.
    Ciao, ci vediamo in volo, non mancare all'appuntamento...

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  3. Rif. Clan degli uccellini

    Spett.le Clan degli uccellini, vi scuso di pregarmi… pardon, vi prego di scusarmi. Di che cosa? Delle belle parole da voi inviatemi a proposito del post sull’amico Ciro.
    Purtroppo, la vita di un bluesman con ambizioni letterarie è talvolta alienante, così nel rispondere alla corrispondenza (sia pure e-mailistica) si accumulano ritardi vergognosi dei quali io, appunto, mi vergogno.
    Sono lieto d’apprendere d’essere entrato o rientrato nelle vostre grazie. Tra l’altro, sapevate che forse siamo “mezzo parenti”? Infatti, mi pare che nel sardo del Sulcis il cognome Uccheddu significhi “uccello”. Ma ora basta così, o questa risposta rischia d’assumere (per i maliziosi, beninteso) contorni porno.
    Un solo dubbio: mi garantite di non aver niente a che fare con “Gli uccelli” di Hitchcok? Non vorrei, in futuro, scrivere qualcosa che possa irritare di nuovo voi, o loro…

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