sabato 17 agosto 2013
La pancetta ed altre strane delizie
Chi legga questo blog o
anche chi abbia letto qualcuno dei miei libri, avrà capito che non
sono molto razionale. Certo, non entro dalla finestra quando posso
entrare dalla porta né mi faccio il caffè con chiodi ed acido
muriatico.
Eccetera nonché
eccetera.
Però perfino a me, che
adotto il motto di Dylan: “Accetto il caos, non so se il caos
accetti me”, bene, perfino a me capitano delle cose che trovo
strane.
Adesso mi spiego.
A me piacciono molto i
salumi o affettati che dir si
voglia.
Direte:
e che cosa c'è di male, sono buonissimi!
Verissimo.
Ma
da un po' di tempo, diciamo pure da qualche anno, ho scoperto la
pancetta magra; ma mi
piace anche quella grassa.
Seguitemi perché non si tratta di una distinzione da poco.
Insomma,
non dico che Kant ed Aristotele si sarebbero mai presi a mattarellate
in testa per una distinzione come questa, ma sta di fatto che un tipo
di pancetta è magro;
l'altro, invece, è grasso.
Che cosa volete farci, viviamo in un universo imperfetto... per non
parlare della galassia!
Bene,
un giorno vado (come diceva scherzosamente mio padre) al markèt.
Punto, come un'aquila che cerchi d'artigliarsi un agnello, verso il
reparto salumeria. Fisso il salumiere ed omaggiando Clint Eastwood
mormoro: “Due etti di pancetta magra, gringo...”
“No, i Ringo sono
di là, dove ci sono i dolciumi.”
Buonanotte!
Rovinato l'effetto cinematografico! Ci saranno mai giustizia e
bellezza, per me, a questo mondo? Ma quel benedetto salumiere,
intendo il signor Basilio Crobeddu, non sa che sto pensando da 2 anni
di scrivere per il cinema? Per carità: una bravissima persona, il
buon Crobeddu; ma non può frustrare le mie ambizioni artistiche,
nonché hollywoodiane.
“Qui
non ne vendiamo, di fruste.
Però se va all'ippodromo magari una gliela prestano. Solo che deve
riportarla prima che inizino le corse: ai fantini, la frusta, serve.”
“E
gli speroni no?”
“Gli
spiedoni? Forse lei
sta cercando gli spiedini,
quelli alla carne ed
ai peperoni... Comunque le serve anche qualcos'altro, signor
Occheddu?”
“Uccheddu.
Mi chiamo Uccheddu.”
Che
mi storpino il cognome “in continente” (come diciamo noi sardi)
passi; ma che lo rovinino nella mia città...
“Va
bene, signor Uccheddu. Desiderava?”
“Due
etti di pancetta magra.”
“Benissimo”, disse lui armeggiando con qualcosa, “però non gliela consiglio
perché questa pancetta magra è grassa.”
Sì,
avete letto bene: quel tipo si era contraddetto totalmente nel giro
di 3 secondi e nello spazio di 1-2 parole.
Io:
“Scusi, ma la pancetta magra è magra; altrimenti sarebbe grassa.”
“E'
quello che ho detto, no?”
Io:
“No. Lei ha detto che quella pancetta magra è grassa. Insomma, non
è magra: è grassa.”
Lui:
“Appunto, è grassa.”
Io:
“Ma allora perché non dice direttamente che ha solo della pancetta
grassa?”
Il
signor Basilio mi guardò in uno strano modo: un modo superiore,
distaccato, arcangelico. Poi l'arcangelo dal grembiule unto d'olio,
spezie, vino e salumi vari iniziò a parlare... e col suo magico
eloquio, magicamente mi fece scivolare in mano 2 etti di quella
pancetta... che si rivelò ottima.
Solo
che secondo me, il signor Basilio mi aveva venduto della pancetta
grassa che però era magra.
Insomma: io (pur essendomi fatto fregare) avevo fregato lui. Almeno
questo me lo concederete!
sabato 10 agosto 2013
La chiamano crisi (4/a ed ultima parte)
D'altronde, già nel
gennaio 2013 il Fmi aveva candidamente fatto, per bocca del capo
economista” appunto del Fondo
Monetario Internazionale “, quello che il Washington Post
aveva definito “uno
stupefacente mea
culpa.”1
Eccolo,
il mea culpa: uno studio “appena pubblicato dal Fmi riconosce che i
piani di austerità proposti, o meglio imposti, a mezza Europa negli
ultimi anni sono un danno per l'economia e l'occupazione.
Peggio ancora, non funzioneranno nemmeno
per rimettere a posto i conti pubblici, ovvero per diminuire
il famigerato rapporto tra debito pubblico e
Pil, vero e proprio faro che guida le scelte politiche di tutti i
Paesi occidentali.”2
A
quel punto che cosa dovrebbe fare la famosa trojka? Il buon senso
consiglia questo: chi capisce d'aver sbagliato per anni,
chiede scusa ed annulla certe misure. E magari (perché no?) sborsa
anche qualcosa...
Insomma:
anziché continuare a tagliare, rilancia una politica di investimenti
ed assunzioni, favorisce l'innovazione tecnologica, potenzia sanità,
scuola ed università, vara il rilancio di infrastrutture ed il
recupero o la valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed
architettonico, riqualifica i lavoratori, si occupa di bonifica di
aree industriali dismesse e/o inquinanti ecc.
O
almeno, la famosa trojka (che insieme alle non meno famose agenzie di
rating) tratta i vari governi come altrettanti burattini, non
dovrebbe impedire tutto questo.
Invece
va avanti come prima. Ci dice che ci sta strappando la pelle e
bevendo il sangue e che tutto questo comunque non servirà
a niente, ma si deve continuare
a farlo. Non ci sarebbe nessuna alternativa, insomma.
Il
che, come teme la Ilo (International
labour organisation, organizzazione industriale del lavoro) potrà
condurre ad “atti di violenza.”3
Ciò è in fondo abbastanza chiaro e rischia anzi di diventare
inevitabile, benché non possa essere considerata la strada giusta.
Così, Antonio Gramsci aveva detto davvero bene quando già nell'aprile del
1917, in una situazione quindi certo molto lontana nel tempo ma per
drammaticità molto simile all'attuale, scriveva che per provvedere
“adeguatamente” ai bisogni di una nazione, è necessario potersi
rappresentare concretamente gli uomini “in quanto vivono, in
quanto operano quotidianamente, rappresentarsi le loro sofferenze, i
loro dolori, le tristezze della vita che sono costretti a vivere.”4
Aggiungeva
Gramsci che in caso contrario “non si possono intuire i
provvedimenti generali e particolari che armonizzino le necessità
della vita con le disponibilità dello Stato. Si
scaglia
un'azione nella vita: bisogna saper prevedere la reazione
che
essa sveglierà, i contraccolpi
che
essa avrà.”5
Superfluo dire che anche oggi, chi prende o dovrebbe prendere certi
“provvedimenti” non sa nulla della durezza della vita che tocca
alla gente comune, ai malati, agli anziani, ai precari, ai
disoccupati, agli immigrati ecc.
Sempre
più abbiamo la percezione, a dir poco inquietante, che certe “autorità”
non abbiano proprio niente di autorevole e che anzi scimmiottino la maggior
parte dei signori e dei teologi del Medioevo, tutti persi come erano
in una loro idea di
ordine,
di perfezione
e di bene...
Ordine, perfezione e bene che non costavano loro nulla, vuote o comode astrazioni
sulle quali potevano tranquillamente meditare all'ombra dei chiostri
e dei castelli, peraltro custoditi da un sistema religioso, sociale,
legale e militare che faceva della loro vita un Paradiso e della vita
di tutti gli altri un vero Inferno.
Del
resto, come scriveva S. Agostino: “Senza giustizia che cosa sono
gli Stati se non grandi associazioni
di
delinquenti?”6
Note
1
Andrea Baranes, Il Fmi: Sorry, abbiamo sbagliato,
ne Il manifesto, 10/01/2013, p.4.
Il corsivo è mio.
2
A. Baranes, Il Fmi: Sorry, abbiamo sbagliato, art. cit. I
corsivi sono miei.
3 Cfr. http://italiadallestero.info/archives/15388
Questo è del resto il parere anche del presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi; cfr. Il manifesto, 11/04/2013, pp.
1 e 6.
Appare in effetti evidente come l'escalation di
suicidi e/o omicidi rischi decisamente di non poter esser bloccata
quando non si intervenga seriamente sulle cause degli
atti in questione.
Per
i drammatici dati relativi ai suicidi nel nostro Paese cfr. g. m., Il prezzo della crisi: 8 suicidi al mese, in http://www.controlacrisi.org/notizia/Conflitti/2013/8/9/36071-il-prezzo-della-crisi-8-suicidi-al-mese-il-63-per-motivi/, 9/08/2013.
4
Antonio Gramsci, Politici inetti (Una verità che sembra un
paradosso), in A. Gramsci, Odio
gli indifferenti, Chiarelettere, 2011, p.7.
5
A. Gramsci, Politici inetti, art. cit., p.7.
I corsivi sono miei.
S.
Agostino, La città di Dio, Edizioni Paoline, Roma, 1979,
4,IV, p.215.
Il corsivo è mio.
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