venerdì 1 novembre 2019
Diario di alcune ore di una domenica sera
Settembre sta per finire i suoi
giorni, ma leggerete queste righe molto tardi.
Come sto?
Bene, soprattutto perché ho
ricevuto un incarico anche questo anno, e nella stessa scuola e città
dell'anno scorso: il liceo delle scienze umane “Lussu” di S.
Antioco.
E' il 3° anno consecutivo che
ottengo una cattedra, il che significa che lavorerò fino al 30
giugno; dalle mie parti, nella pur bellissima Sardegna, è quasi un
record.
Se poi pensiamo che da noi la
disoccupazione giovanile si
aggira come una schifosa iena attorno al 40%, mi vien quasi da
pensare che sono fortunato, a non essere più giovane.
Ovviamente,
auguro ai giovani di trovare immediatamente un lavoro stabile, ben
pagato e che dia loro tante soddisfazioni, ma la situazione che
vivono o meglio che subiscono,
è quella. E purtroppo (scelta questa quasi obbligata), molti di loro
hanno ripreso ad emigrare.
L'avrò
già detto ma è così.
Mah,
passiamo a qualcosa di meno deprimente.
In
questo momento mi trovo alla stazione di Carbonia, una città a 17 km
da S. Antioco... in attesa della corriera delle 20.34. Sono le 18.35.
Non è il massimo lasciare la propria famiglia la domenica sera, ma
domattina, a Cagliari, non troverei un treno che mi porti a scuola in
tempo utile.
Del
resto, 'sta faccenda dei treni mi fa pensare parecchio: fino al 1974,
a S. Antioco il simpatico giocattolo di ferro, arrivava
tranquillamente; poi è stato eliminato.
Ora,
i binari su cui the train correva felice, sono stati trasformati in
una pista ciclabile che a sua volta corre in mezzo alla laguna, ma
non si poteva lasciare binari e treni ed a chi l'avesse voluta,
regalare una pista ciclabile? Come diciamo sempre io e Keith Richards
(il grande chitarrista dei Rolling Stones), se puoi avere il rock
puoi avere anche il roll.
Del
resto questa dei treni non è solo una faccenda, ma per i
viaggiatori un vero problema.
E pare che non riguardi solo S. Antioco: come leggevo in un testo di
geostoria, ha funestato anche l'Argentina.
Al riguardo, nella terra di Astor Piazzolla, di Messi e di Maradona,
è stato coniato il termine ferrocidio...
come dire assassinio
delle ferrovie.
Pensate:
decine e decine di km di binari soppressi, decine e decine di treni
messi in qualche scatolone per vecchi arnesi. Ed ora la gente come
fa? Ah sì, prende l'auto...
E
gli anziani o anche chi sta male e non può più
guidare?
Ed
i minorenni e le minorenni che non possono ancora guidare?
C'è
anche gente che ha l'auto guasta, o a cui costa troppo.
Ci
sono poi persone come me (poche, ma ci sono) che hanno scelto di non
guidare.
Inoltre,
il treno favorisce la socializzazione tra le persone, la lettura, la
scrittura, un ascolto della musica che non causa pericolosi incidenti
ed anche il sonno, perché no?
Beh,
per oggi basta così: tra bus cagliaritani, treni e corriere del
Sulcis, sono in movimento dalle 17 ed ora si sono fatte le 20.03; ora
vado a prendere la corriera per S. Antioco, che dovrei raggiungere
verso le 21.15.
A
presto!
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