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martedì 30 settembre 2008

Spazio ai Lettori - n° 6 del 2008

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Brani tratti da commenti particolarmente significativi o che si prestano ad ulteriori interventi da parte di coloro i quali vorranno interagire e approfondire i temi trattati. Un click sul titolo dell’articolo Vi condurrà ai testi integrali e Vi consentirà di inserire il Vostro pensiero.

Grazie a tutti Voi


lunedì 22 settembre 2008
John Lennon e Yoko Ono contro il bagismo (parte seconda)

daemonia ha detto...
…. se una persona ha ispirato un'altra a fare una cosa, vuol dire ke questa persona è veramente importante per l’altra. L'amore fa sempre grandi cose e coinvolge in ogni ambito.

Fac ha detto...
…. non ho mai digerito il fatto che John Lennon sia diventato un'icona su cui Yoko Ono si aggrappa di continuo…

Elle ha detto...
… "cherchez la femme"...forse è vero che accanto ad ogni grande uomo c'è una grande donna. Una coppia di artisti Yoko e John che formano quasi un'entità a sè stante, ovvero c'è l'uomo e artista John Lennon, c'è la donna e artista Yoko Ono e poi c'è una terza identità Yoko e John insieme, miscela esplosiva…

martedì 9 settembre 2008
Pericolose confusioni

Emma ha detto...
…non credo che gli ultimi saranno i primi e non prego.Credo che ci siano altri modi per avvedersi degli scempi fatti e di quelli che si compiono tutti i giorni.

Melania
ha detto...
…. Mantenere la memoria di ciò che è stato. Sempre.

Chiara ha detto...
… QUESTA Italia, di questo momento, non si rialzerà per molto tempo, perchè qui nessuno a voglia di pensare, ragionare, sacrificarsi.. Si ha solo voglia di trovare (creare!) un nemico e combatterlo, scaricando tutte le colpe su questo nemico, che assume diverse forme.. basta che sia "diverso".

Tic ha detto...
… cosa significa visione 'condivisa' della storia o, peggio, 'memoria condivisa'?

francesca ha detto...
… Credo che una delle cose più terrificanti sia il revisionismo storico.

mercoledì 27 agosto 2008
In diretta dal mio castello al mare

Isabella ha detto...
… se si va in un luogo con lo spirito di adattare se stessi a tutto ciò che lì si trova come modo d'essere e si abbandona la velleità di imporsi, credo che si possano scoprire ed imparare molte cose...

domenica 17 agosto 2008
John Lennon e Yoko Ono contro il bagismo (parte prima)

luciano ha detto...
Confesso che non ho ben capito cosa volesse dire Lennon con questo bagism. Forse che non dovremmo fossilizzarci in un solo interesse e in un'unica specializzazione?

lunedì 22 settembre 2008

John Lennon e Yoko Ono contro il bagismo (parte seconda)



John & Yoko parteciparono anche al Rock ‘n roll Circus Show dei Rolling Stones; con loro c’erano Eric Clapton alla chitarra, Keith Richards al basso e “qualche violinista pazzo.”
Ma come, il leader dei Beatles che partecipava ad una (sia pur prestigiosa) iniziativa degli Stones, ma tra i due gruppi non divampava odio eterno? Un altro “borsismo.”
Più o meno in quel periodo i coniugi Lennon suonarono a Londra con altri grandi musicisti (tra questi Billy Preston e Keith Moon, l’immenso batterista degli Who).
Circa il concerto in questione sappiamo che si trattava di un concerto per l’Unicef. Inoltre alcuni brani eseguiti da Lennon and company avevano qualcosa che poi, come dichiarò sia lui sia musicisti della generazione successiva, anticipava qualcosa del punk e della new-wave. Forse il tutto ispirò chi avrebbe poi fondato gruppi come B 52’s, Dead Kennedy’s…
Inoltre, John & Yoko composero brani in stile reggae come Sisters oh sisters quando a New York il reggae era ancora sconosciuto; peraltro, trovo che la stessa Give peace a chance richiami un po’ il tempo del reggae; collaborarono con Frank Zappa; in Mind games (1973) John suona anche la slide guitar; ancora, talvolta mr. Lennon fa con la chitarra elettrica cose un po’ d’avanguardia o comunque “acide” (forse non le sue migliori, d’accordo); nel marzo del ’75 collaborò a Fame di David Bowie.
Yoko, che molti considerano (secondo me del tutto a torto) “la strega”, scrisse il libro Grapefruit che come riconobbe Lennon, insieme al suo amore ed alla sua vicinanza lo ispirò moltissimo per la composizione di Imagine. Del resto, io penso che a sua volta la stessa Imagine possa aver ricevuto ispirazione dalla lettura (fatta dai Lennon o anche dalla sola Yoko) di alcuni passi del Tao- teh-ching di Lao Tzu.
Insomma, John & Yoko non hanno mai coltivato il bagismo.
Nello stesso tempo penso che ogni artista, sebbene debba cercare di ampliare i propri orizzonti mentali e culturali, debba essere consapevole (è anche una questione di realismo e di umiltà) di quale sia la sua principale, autentica dimensione. Al riguardo, Lennon dichiarò: “So bene d’essere un musicista di rock ‘n roll, se è questo che intendi.”

sabato 13 settembre 2008

I libri: dove, come trovarli e vivere felici


Decine, forse centinaia di migliaia di persone (per non dire due o tre fans) mi hanno chiesto dove beccare i miei libri , così ecco l'informazione richiestami. Ma prima di tutto, ditemi: siete dotati di becco? Ok.
Allora, per beccare i libri, ancora freschi (quasi macchiati) di stampa, vi rimando alla relativa pagina web curata dall'editore, in cui troverete l'elenco dei punti vendita:
Mi direte: ma non potevi dircelo subito, prima e direttamente? Certo che potevo: ma non sono mica un istruttore dei marines!
Comunque, i libri sono disponibili presso parecchie librerie: anche sulla penisola ed all'estero. Sì, non si trovano solo in Sardynia, questa terra circondata da un meraviglioso mare e piena di felici (felici?) disoccupati.
Tra l'altro, non molti sanno che in qualsiasi rispettabile libreria è possibile esercitare i diritti riservati ai 'consumatori' di libri e un serio libraio dovrebbe essere tenuto a ordinare il libro richiesto a fronte dei dati essenziali: titolo-autore-editore o anche del solo codice ISBN ovvero per i testi in questione:
Titolo :Dante avrebbe lasciato perdere
Autore :Riccardo Uccheddu
Editore:La Riflessione
ISBN :978-88-95164-56-4
Titolo :Lune a Scoppio
Autore :Riccardo Uccheddu
Editore:La Riflessione
ISBN : 978-88-62110-75-4
Titolo: Il gioioso tormento
Autore: Riccardo Uccheddu
Editore: La Riflessione
ISBN: 978-88-62112-58-1
Terminando con lo stress informativo, vi faccio sapere che i libri possono essere acquistati anche sul web:
direttamente sul sito dell'editore:
oppure presso alcuni dei maggiori siti dedicati alla vendita di libri on-line.Ecco alcuni indirizzi:
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Sito : http://www.webster.it/
pagina : Dante avrebbe lasciato perdere
pagina : Lune a Scoppio
pagina : Il gioioso tormento

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Sito : http://www.unilibro.com/
pagina : Dante avrebbe lasciato perdere
pagina : Lune a Scoppio
pagina : Il gioioso tormento

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Sito : http://www.internetbookshop.it/
pagina : Dante avrebbe lasciato perdere
pagina : lune a scoppio
pagina : Il gioioso tormento
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e altri prossimamente.
Le pagine di riferimento sui siti web sono spesso gestite in modo dinamico quindi se la pagina indicata non punta al libro in questione o risulta inesistente si può accedere alla home page del sito e utilizzare il campo 'ricerca libro'.

Forse i navigatori esperti ringhieranno come Gattuso leggendo le indicazioni per loro scontate ma spero che queste possano essere d'aiuto a quanti come me arrancano anche con la jurassic technology.

martedì 9 settembre 2008

Pericolose confusioni



Per il ministro La Russa “anche i militari della Rsi combatterono per la difesa della Patria.” Affermazione lontanissima dal vero.
Come ha infatti replicato l’Anpi Nazionale (associazione nazionale partigiani italiani) è una “verità storica inoppugnabile” il fatto che “c’è chi si è battuto per ridare libertà e dignità alla nazione, i partigiani, i 600mila militari deportati nei campi di concentramento nazisti e le truppe angloamericane.”
Vi fu poi chi si batté “per riaffermare un dominio assoluto e criminale, ricorrendo anche a stragi di civili innocenti e deportazioni, cui parteciparono attivamente i militari della repubblica di Salò già considerati dall’allora legittimo governo italiano collaborazionisti dei nazisti e quindi perseguibili penalmente.”
Il discrimine dunque sul piano storico-morale è nettissimo. Ed il fatto che i repubblichini ritenessero “soggettivamente”, come dice il ministro di combattere per la Patria non cambia nulla poiché “oggettivamente”, come dico io, combatterono coi nazisti contro chi voleva la democrazia. Il fascismo condivise sempre la politica di potenza scatenata da Hitler.
E già prima che l’Italia seguisse Hitler nella II guerra mondiale, il fascismo aveva manifestato tutta la violenza della sua natura: dalla marcia su Roma fino a schierarsi coi nazisti e con Franco (’36-’39) contro il legittimo governo spagnolo, causando 1 milione e mezzo di morti. Dall’attacco alla Libia alle guerre coloniali, con l’uso massiccio di gas, ricorso sistematico a torture, fucilazioni di civili, decapitazioni, stupri… Ci sarebbero i libri dello storico Del Boca.
I beni prodotti nella Rsi prendevano la strada della Germania, insieme ad impianti industriali e migliaia di italiani che deportati nel Reich per sostenere il suo sforzo bellico, là lavorarono come schiavi per morirvi in massa. Kesserling, comandante in capo delle forze armate tedesche di occupazione in Italia, in un’ordinanza dichiarò “il territorio dell’Italia a me sottoposto territorio di guerra” e subordinò a sé “le autorità e le organizzazioni civili italiane.” Furono poi affidate ad autorità tedesche le province di Udine, Gorizia, Trieste, Bolzano Trento e Belluno: tutte zone sottratte all’autorità di Salò che mancava quindi d’autonomia sul piano politico-amministrativo ed aveva ceduto al tedesco ampie zone di territorio italiano.
L’esercito Rsi fu quasi tutto assorbito dai nazisti e si trovò al comando di Kesserling; idem per gli altri uomini… che dipendevano dall’aviazione tedesca. Addestramento, armamento ed azioni armate erano anch’esse in quelle mani; Salò mancava d’autonomia anche sul piano militare.
Ma la Rsi gareggiò in ferocia col suo padrone: nacquero delle SS italiane di cui riporto il giuramento: “Davanti a Dio presto questo sacro giuramento: che nella lotta per la mia patria italiana contro i suoi nemici, sarò in maniera assoluta obbediente ad Adolf Hitler, supremo comandante dell’esercito tedesco, e quale soldato valoroso sarò pronto in ogni momento a dare la mia vita per questo giuramento.” Tremenda, la serie di violenze, torture e stupri commessa da costoro e dai repubblichini.
Così, come disse Don Milani: “Rispettiamo la sofferenza e la morte, ma davanti ai giovani che ci guardano non facciamo pericolose confusioni fra il bene e il male, fra la verità e l’errore, fra la morte di un aggressore e quella della sua vittima. Se volete diciamo: preghiamo per quegli infelici che, avvelenati senza loro colpa da una propaganda d’odio, si son sacrificati per il loro malinteso ideale di Patria calpestando senza avvedersene ogni altro nobile ideale umano.”

mercoledì 3 settembre 2008

I “Colloqui invisibili” di Carmen Salis



Protagoniste del romanzo “Colloqui invisibili” (Davide Zedda Editore) di C. Salis sono Silvia, sua figlia Bibi (Roberta) e la madre e nonna delle due, Anna.
Silvia è una tossicodipendente. Ma diversamente da tanti romanzi che parlano di “tossici” (termine che molti usano in senso dispregiativo) l’opera di Carmen non ruota attorno alla droga. E questa è la sua originalità e la sua forza.
Rispetto per es. a “Christiane F.: noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”, “Colloqui” si situa altrove. Infatti, benché la vita di Silvia sia condizionata dalla dipendenza, la chiave scelta da Carmen non è “tossicologica” ma psicologica.
Silvia compare innanzi tutto come figlia da sempre in crisi con la madre e come donna che a sua volta sente inadeguata sé stessa, come madre ed appunto anche come donna.
Perciò, di fronte al suo disagio, il fatto che sia una tossicodipendente non è determinante. Lei poteva anche non incontrare mai la droga, ma questo non l’avrebbe aiutata a risolvere le sue difficoltà; gliele avrebbe al massimo rese più sopportabili.
Lo stile scarno del romanzo che spesso suggerisce, più che dire esplicitamente, rende al meglio questa difficoltà ad accettarsi sofferta dalle protagoniste.
La stessa Bibi, pur col candore dei suoi 9 anni, comincia ad intuire qualcosa del dolore di Silvia ed inizia ad interrogarsi sul senso delle liti tra sua madre e sua nonna. Anche lei inizia a soffrire e vede come spesso l’amore consoli ma non salvi.
Forse, Silvia ed Anna sono più vicine di quanto non sembri. Per procurarsi la dose, Silvia è costretta a prostituirsi; Anna si guadagna da vivere con lavori pesanti, anche umilianti: il “migliore” dei quali è quello di donna delle pulizie nelle case dei ricchi. In fondo, entrambe alienano sé stesse: Anna attraverso lo sfruttamento lavorativo, Silvia attraverso la dipendenza.
Ma tra loro non c’è mai un confronto franco, aperto: ci sono scontri, recriminazioni, invettive reciproche. Un dolore che però non esplode in modo che chiarisca le cose definitivamente, ma che anzi lascia strascichi di ulteriore dolore e rancore.
Eppure, il romanzo ha una sua poesia, è pervaso da una malinconia talvolta struggente per ciò che poteva essere e non è stato, per quelle parole e quei gesti che si volevano dire e fare… per tutto ciò per cui è mancato il “coraggio.”A modo loro, Anna e Silvia si vogliono bene; ma non amano sé stesse. Rimane però la loro volontà di capire ed i loro colloqui… invisibili ma pieni per così dire di urgenza e di bisogno d’amore. Rimangono il candore di Bibi e la sua paura, rimane il senso di liberazione di Silvia.