martedì 31 luglio 2018
Un discreto 31 luglio
Luglio è quasi finito, ma
ovviamente, questa non è colpa mia.
Sono qui, nel mio regno (la
cucina) con un programmino niente male: scrivere qualcosa per
alimentare il mio blog denutrito con in sottofondo Tracy Chapman,
B.B. King, Corelli, Vivaldi e Telemann.
Purtroppo, Tracy mi ricorda il
periodo del militare, in cui conobbi il grande sergente Pilia (non lo
dico ironicamente) ed alcuni cari amici, però si concluse con la
morte di mio padre.
Vabbe', lasciamo perdere.
Con Fast car la
Chapman scrisse una canzone che prima o poi commenterò su questi
telematici schermi.
Sorseggio
il caffè. Sono in piedi dalle 7.45.Chi me lo fa fare? Perché non
dormo, dato che sono in vacanza?
Semplice: ho bisogno di
impiastrare i fogli. E la bile va espulsa sotto forma di aggettivi,
punti esclamativi, interrogativi, dialoghi, riflessioni... Sotto
forma di scrittura,
insomma.
Ma
ecco che riappare I.I., il mio interlocutore immaginario. Spero che
non abbia la luna storta... né altre parti del firmamento.
“Ciao,
Riccardo. Che cosa fai, come al solito perdi tempo scrivendo le tue
scemenze?”
Aveva la
luna storta. E magari anche qualche asteroide.
“Ciao,
Interlocutore. Beh, non posso certo scrivere le scemenze di un
altro.”
“Dovresti
cercarti un editore in grazia di Dio e piantarla di rompere le
scatole a tutti quanti.”
“Non
sopporto più editori che non rispondono mai.”
Andai
al lavandino e lavai un bicchiere, la tazzina del caffè, il
cucchiaino ed il piano cottura. Sono sempre stato uno dei tipi +
disordinati di tutti i tempi, ma quando scrivo, odio essere
circondato dal disordine.
“Ecco,
bravo... lava, lava... Vuoi un suggerimento? Cercati un lavoro come
lavapiatti.”
“Già
fatto. Non mi hanno neanche risposto. Comunque, a settembre spero di
riprendere ad insegnare: andrei (come sempre) ovunque. Se ricordi,
ero disposto a trasferirmi perfino a S. Antioco, che si trova a 90 km
da Cagliari.”
“Sì,
in effetti non ti ho mai considerato un poltrone. Però non ti sai...
accidenti, non ti sai vendere! Se
sul mercato uno non sa
fare una cosa come quella, è finito. Finito, bello mio. Kaputt.”
“Io
sono sempre stato finito: però anche in questo, I.I., consiste la
mia gloria o almeno, la mia fama.”
“Gloria,
fama? Ma se non ti conoscono neanche i tuoi parenti! Ieri sera ti ha
incontrato zio Gino e ha pensato che fossi il suo idraulico.”
Risi,
ma con notevole agilità finsi di aumentare il volume della radio. In
realtà scivolai alle spalle di I.I. e ringhiai: “Non muoverti o ti
pianto un aggettivo nella schiena.”
“Ma
Ric...”
“Zitto! Un'altra
parola e ti taglio la gola con un superlativo. Ora sparisci. In
questa casa nessuno può venire a disturbare il sottoscritto,
soprattutto quando scrive ed ascolta della musica!”
Sparì.
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