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sabato 25 febbraio 2017

Sul fatto di scrivere


Intendo lo scrivere come un percorso, un percorso che riguarda il nostro passato, il nostro presente e ciò che tramite il passato ed il presente, ci collega al futuro.
E' qualcosa di pratico ed anche di teorico: attraverso la scrittura scaviamo in noi stessi e troviamo le possibili soluzioni a ciò che viviamo e che vivremo. L'Inchiostrante Signora ci fornisce delle risposte anche per il nostro passato.
Certo, tutto dipende dalla nostra sincerità, oltre che dalla nostra intelligenza (se non genio); la penna è come la bacchetta del rabdomante... se non possiedi il dono, non troverai l'acqua.
Ma secondo me, quando scrivi, la prima dote che devi possedere è proprio la sincerità: senza, non farai che ingannare gli altri e te stesso. Chi è sincero, può anche non essere un Dante o un Joyce: però non mentirà. Ed in un mondo di insopportabili imbroglioni, non è poco...
Sì, chi scrive può anche inventare: il che non equivale a mentire; mente chi voglia imbrogliare qualcuno, non chi intenda raccontare qualcosa col fine dichiarato di divertirlo, incuriosirlo e così via.
Bene, secondo Hubert Selby Jr., in un romanzo è fondamentale l'incipit o ouverture (rispettivamente “inizio” e “apertura”).
Devo dire che personalmente, non riesco ad appassionarmi alla questione... un romanzo può avere un ottimo incipit, e per il resto, essere mortalmente noioso.
Secondo me, l'incipit è molto importante in campo musicale: un rock che inizi con un bel riff di chitarra ritmica, qui penso per es. a quello di Satisfaction dei Rolling Stones, dà il tono a tutto il pezzo.
Stesso effetto produce la chitarra solista in Adam raised a Cain di Springsteen e della “E” Street Band.
A questa regola (che potete chiamare uccheddiana) non sfuggono i violini della Primavera di Vivaldi.
Ma in campo letterario, la... musica cambia. Un romanzo è composto di tanti elementi, la sua è un'architettura complessa, durante la costruzione appunto di un romanzo, che ricorda parecchio quella di un amore (grazie, Fossati), anche il costruttore cambia. E parecchio.
Così, quell'incipit che magari allo scrittore sembrava meraviglioso, qualche mese dopo gli causa attacchi di panico o addirittura conati di vomito... perché mentre continuava a scrivere la sua opera, la sua vita prendeva un'altra direzione. Una direzione che ha portato vita e scrittura a divergere.
Mentre la musica è per sua stessa natura più istintiva, al romanzo (ed alla letteratura) spetta il compito più ingrato: togliere il morso e le briglie alle emozioni, ma cercare nello stesso tempo di cavalcarle in modo non solo libero e selvaggio.
Però, pensate un po': volevo scrivere un pezzo magari amaro che doveva essere anche un inno al conforto che ci dà la scrittura; ne ho scritto uno sul professorale andante!
Mentre finivo di scrivere, sentivo che dalla penna mi stavano spuntando delle battute. Bene, sono rimaste perlopiù nella penna, come fanno i soldi... che rimangono in banca, quando a chiederli sono i poveracci...
Ora che il pezzo è finito ho iniziato a scherzare.
Voi ci capite qualcosa?