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martedì 19 agosto 2014

Gli uomini del rock di fronte alla donna


Di solito nel rock non si ha verso la donna un atteggiamento molto rispettoso... essa vien vista spesso come preda sessuale o comunque come bomba sexy: tutto ciò è stato ben sintetizzato da Rod Stewart in Hot legs, gambe calde.
I Rolling Stones non si discostano più di tanto da questo modello, se una canzone come Some girls classifica le donne per nazionalità e difetti: le italiane? Vogliono solo auto. Le francesi? Vogliono gioielli. Le inglesi? Sono lamentose, quasi insopportabili. Le nere vogliono fare (come dire?) bum-bum tutta la notte. Ecc. ecc.
Potremmo moltiplicare gli esempi: non credo (tanto per dirne una) che il punk o l'heavy metal manifestino molto rispetto per la donna e forse, non se ne trova tantissimo neanche nel rap.
Ma attenzione... il mondo del rock, inteso in tutte le sue diramazioni, non è necessariamente sessista o maschilista. I suoi “eroi”, infatti, provengono perlopiù da ambienti degradati, ambienti comunque in cui si ragiona e si sente in modo piuttosto sanguigno. Come disse una volta Roger Daltrey, il grande cantante degli Who: “Nel mio quartiere potevi fare solo il calciatore, il pugile o il delinquente.”
Il rock rappresentava quindi un'alternativa a tutto ciò; un'alternativa in fondo artistica.
Ovviamente, chi viene da ambienti come quello descritto da Daltrey “deve” fare il duro, almeno in pubblico.
Del resto, nel rock troviamo anche molte ballate romantiche o anzi struggenti: penso per esempio ad Angie o a Ruby Tuesday dei già citati Stones; in questi brani non c'è ombra di maschilismo.
Potrei continuare con Rosalita, Sandy (four of July), Candy's room di Springsteen, Tom Traubert's blues, Rosie e Downtown girl di Tom Waits, Eileen di Keith Richards, Michelle e All my loving dei Beatles, Sweet Mary Ann dei Quireboys, I can't tell you why degli Eagles, Like a hurricane di Neil Young, Princess of Little Italy di Little Steven, Sarah e Lady of the lowlands di Dylan ecc.
L'elenco potrebbe essere infinito, o quasi.
Ma c'è un problema: sono tutte canzoni d'amore. Certo, rispetto al classico: “Ehi, baby, sdraiati qui che ti voglio...”, emh, avete capito... l'amore segna un netto miglioramento.
Ma come sappiamo, quando amiamo una persona finiamo per non notare troppo i suoi difetti... che ha, o non sarebbe un essere umano. Ora, idealizzare la donna amata significa certo cantare il nostro amore per lei... ma sembra che molti rockers non vadano oltre questo. E' come se dicessero: tu, donna, esisti finché io ti amo.
Ma come vedremo nei prossimi post, questa non è una regola fissa, indiscutibile; la considerazione presenta alcune eccezioni.
Certo, come diceva (forse esagerando un po') Elliott Murphy, nel rock tutta una tradizione che va dalla Pretty woman di Roy Orbison a Fire di Springsteen presenta la donna non solo come angelo, dea ecc. ma anche come essere di ghiaccio, spezzacuori e così via... Un tema interessante, anche questo.
Ma nei prossimi post “musicali” ci occuperemo non di come i rockers vedano nella donna la dea o la heartbreakers, la spezzacuori. Non ci occuperemo della donna da loro intesa come essere solo volubile, avido, sexy ecc. ecc.
Parleremo della donna intesa dai rockers come essere loro pari, come tale degna di rispetto e di un amore disinteressato. Degna di rispetto come persona a prescindere dal fatto che debba esserlo in quanto amata da un uomo.