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lunedì 21 dicembre 2009

BUON NATALE A TUTTE E A TUTTI!!!


Carissimi e carissime, naturalmente in occasione del Natale ho pensato di farvi i miei auguri.
Voi direte: all’anima dell’originalità!
Lo so. E dico anch’io lo stesso…
Ma adesso non fatevi travolgere dalla gratitudine e dalla commozione perché...
Perché…. Perché…
Ho deciso, come mio personalissimo regalo di Natale, di donarvi (o di “infliggervi”) anche un brano dal mio ultimo romanzo, “Il gioioso tormento.”
Se poi volete sostenere un “giovane” scrittore acquistando il suo libro, penso che Babbo Natale vi sommergerà d’amore, lavoro, soldi, gioie varie e vi salverà da qualsiasi tormento!!!
Bene, nel piccolo estratto che leggerete, vedrete che il mio alter-ego Giacomo Porcheddu, per sfuggire alla persecuzione della strega Lina nonché all’accusa di “fantasmicidio”, dalla Cagliari del nostro tempo finisce per un po’ nell’Olbia del 1600.
Ma invano.
In questo nuovo (in realtà vecchio) spazio-tempo, Giacomo sarà (forse) aiutato dallo scrittore Giuseppe Dessì…. Ancora vivo a 20 anni dalla sua morte.
Ma le avventure di Giacomo non finiranno certo qui… e neanche nella Praga d’inizio ‘900, o nella Parigi dell’800…
Ed ora:
buon Natale, buon anno e buona lettura!

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Va bene, chicchinu, ho giocato sporco. E allora? E’ il nostro stile, lo stile-Inferno. Ma per caso voialtri del Cielo giocate più pulito, con trucchetti come la Provvidenza, i miracoli eccetera?”
Per la prima volta vidi Dessì in difficoltà, infatti guardava Lina torvo e non rispondeva. Lei fece spallucce in modo femminilmente delizioso ed assaggiò la cena; subito dopo esclamò: “Ah, ma è ghiacciato!”
Avete notato che le donne, nel riferirsi ad un cibo che al massimo è stato servito tiepido lo definiscono così, “ghiacciato”? E’ tipico del loro modo di essere e di esprimersi; tendono ad esagerare: come quando, se per es. pensano d’essere sovrappeso dicono: “Sono una balena!” Anche Tania aveva questa storia del ghiacciato e della balena, più altre esagerazioni; però a me le esagerazioni piacevano. Naturalmente, mi piaceva molto di più lei. Ecco, magari le donne (Tania compresa) quando un uomo comincia a metter su pancia mica gli dicono: sembri un capodoglio. No, gli dicono: “Hai una pancia da maiale!“ E questo mi urta molto, con tutto il rispetto per i suini, benché in effetti i maiali siano più snelli dei capodogli ed a pensarci bene, anche dei rinoceronti.
Di colpo, dal piatto di Lina si levò una fiammata gigantesca. Urlai: “Ma che cavolo stai facendo?!”
Lei, ridendo: “Questa roba è congelata, Giacomo! Potrò scaldarla sì o no?!”
Avrei voluto abbracciarla.
Dessì: “Chicchina, guarda che anche se l’Inquisizione ha smesso di bruciare la gente, il Sant’Uffizio esiste ancora. E ci sono ancora tanti di quei fanatici, in giro…”

“Tranquillo, chicchinu." Intanto mormorava qualcosa in greco trasformando così il tavolo in un forno. Dopo aver riscaldato a dovere seppie e piselli, attaccò a mangiare con gusto. Spazzò via tutto in pochi secondi ma bevve il vino con calma, centellinandolo. Poi, prendendomi una mano: “Come va, chicchineddu?”

lunedì 14 dicembre 2009

Tra me, voi e Babbo Natale


Per Natale vorrei per me e per tutti 4 cose, che cito solo in ordine alfabetico perché penso che siano collegate tra loro; nessuna di queste, quindi, è più importante delle altre.
Sono: amore, giustizia, lavoro e pace. Spesso, quando manca anche solo una di queste mancano anche molte delle altre.
Per es., come possono trovare pace i familiari e gli amici delle vittime di piazza Fontana quando dopo 40 anni non si sono ancora trovati i mandanti? Se manca la giustizia può esserci la pace pubblica (benchè a stento) ma come minimo manca quella interiore.
Mancando il lavoro manca anche la giustizia; è ingiusto che gli esseri umani non abbiano il lavoro… che significa pane… per loro questa è una condanna a morte, anche se indiretta.
Quando non c’è pace non c’è neanche amore, benché esso possa esistere nel rapporto di coppia.
Ma perfino quell’amore finisce per essere vissuto male, quando manchi la pace sociale… che deriva dalla giustizia e dal lavoro.
E così via.
Ma oggi voglio parlarvi di cose terra-terra; intendo parlarvi dei pacchetti che mi piacerebbe trovare sotto l’albero.
Dunque… Streets of New York di Willie Nile. Il buon Guglielmino fa dell’ottimo rock e sempre di Willie apprezzerei anche Live form the streets of New York.
Poi, Come azzeccare i cavalli giusti di Charles Bukowski, un libro che raccoglie degli interventi anche saggistici (naturalmente nel particolarissimo stile del Nostro).
Una bottiglia di wiskey scozzese o irlandese, di quello conservato in botti di torba.
In un altro pacchetto vorrei trovare, ovviamente defunti, i dolorini che mi stanno perseguitando il piede da una ventina di giorni.
Sarebbe un bel colpo se trovassi anche il film Cinque pezzi facili, con Jack Nicholson, una pompetta per il pallone da calcio, la 30/a canzone del re dei bluesmen Robert Johnson ed un disco dei Blasters.
Infine le Retractationes di S. Agostino. Poco prima della morte, Agostino si volse indietro a ritrattare quelli che considerava gli errori contenuti nelle sue precedenti opere. Una grande dimostrazione di umiltà ed anche di metodo filosofico.
Ma ora basta così altrimenti, come direbbe mia moglie riattacco con la filosofia e faccio crescere la barba a tutti quanti!
In ogni caso, i miei desideri per Natale dovranno rimanere tra me, voi e Babbo Natale: il Santa Klaus più grande del mondo.
E voi che cosa chiedete, a Babbo Natale?



venerdì 4 dicembre 2009

Ricordate Viareggio?


Il titolo di questo post non allude alla dimensione balneare; non cito Viareggio in riferimento alla Versilia ed alle ferie agostane.
Ora, in questo periodo l’informazione (in generale) si occupa ovviamente non di mare né d’agosto, ma di alberi di Natale, regali e strenne appunto natalizie.
Ogni tanto dai tg rimbalza qualche accenno alla tredicesima… il che sembra quasi una beffa, con tutti i disoccupati e la gente sui tetti che si danna l’anima per non perdere o per ottenere lavoro, ma tant’è…
Naturalmente massimo rispetto per il Natale: ricorrenza in cui ricordiamo la nascita di Cristo, che apparteneva ad una categoria oggi non apprezzatissima come quella dei migranti. E benissimo ha fatto il Papa a definirLo “anch’Egli un migrante.”
Ma Natale a parte, non sembra che neanche in altri periodi dell’anno l’informazione si occupi della strage di Viareggio…
Sono infatti passati 5(!) mesi quando nella stazione della città toscana si verificò l’esplosione che provocò la morte di una trentina di persone ed il ferimento di decine di altre…
Ma a parte qualche trafiletto sui giornali e qualcosa su internet, sembra che quella tragedia sia successa cent’anni fa o la ricordino in pochi.
Io la ricordo. E mi chiedo come sia potuta avvenire.
Vorrei poi sapere di chi sia stata la responsabilità di quella strage e vorrei saperlo da vari punti di vista: giuridico, penale, tecnico, sociale ed economico.
E’ possibile che le responsabilità siano solo della Gatx Rail Austria, che comunque si è detta pronta ad offrire un risarcimento “ai parenti delle vittime e alle persone più duramente colpite dall’incidente”? (Corriere della Sera.it, 24 novembre 2009).
Del resto, la Gatx mette subito in chiaro che l’iniziativa “non costituisce per Gatx Rail Austria in alcun modo una ammissione di responsabilità” (Corriere della Sera.it, 24 novembre 2009).
Allora chi è responsabile?
Vorrei inoltre sapere a che punto siano le indagini, affidate al procuratore Beniamino Deidda e perché di esse i media non parlino.
Sarò un vecchio ragazzo sardo e testardo, ma io voglio sapere e chiedo che sia fatta giustizia.
E’ diritto di ogni cittadino di uno Stato democratico.