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martedì 25 aprile 2017

Arrivarono ma non torneranno


Arrivarono
coi loro visi di ferro, di lupo e di serpente
nel caldo bollente del giorno, nel gelo della notte.
Arrivarono e con scientifico impegno
le loro mani manovrarono
bombe, mitra, lanciafiamme, mitragliatrici, gas e pistole
falciando ogni giorno migliaia e migliaia di vite.

Con una croce uncinata nel cuore
ed un'altra nella mente...
insomma, con la loro maledetta svastica,
con l'odio ed il cinismo che guidava le loro azioni,
loro che si definivano Herrenvolk, popolo di signori,
fecero dell'Europa un solo, grande cimitero.

L'industriosa città di Rotterdam si arrese,
ma l'aviazione degli uomini-serpente
la rase al suolo comunque:
morti e feriti furono ovunque,
gli edifici, fatti a pezzi dalle bombe...
la città rovinò su sé stessa.
Eppure, nel loro regolamento, l'esercito degli Herrenvolk
era tenuto ad un comportamento “cavalleresco.”

Chelmno, Sobibor, Dachau, Treblinka,
Mathausen, Buchenwald, Auschwitz, Terezin...
i lager sono stati tanti, innumerevoli le vittime
i cui cadaveri si raccolsero con le ruspe.
Ma certo,
il popolo dei signori
aveva solo obbedito a degli ordini.

Renata Viganò, partigiana dell'Emilia,
narra che per Natale
gli uomini devoti alla tortura ed al massacro cantavano come angeli.

Ma ovunque fossero uomini e donne davvero umani
ci furono battaglie e resistenza,
sacrifici di uomini, donne e bambini innocenti
così che l'alleanza di svastica, fascio e sole nascente
fu distrutta per sempre.

Diavoli in forma umana
dai visi di ferro, di lupo e di serpente
arrivarono sulla Terra dal loro Inferno di odio e di ignoranza,
ma sconfitti, furono ricacciati indietro...
all'Inferno cioè da cui i Diavoli del vero Inferno
non dovranno farli tornare... mai più!
Essere degni dell'eroismo dei nostri padri e delle nostre madri
sia sempre la nostra missione,
la nostra sola ragione di vita.
Ora e sempre... Resistenza!

venerdì 14 aprile 2017

Pensieri sparsi


A volte ci si può imbattere in scrittori che purtroppo sono stati sottovalutati, come per esempio, Pier Francesco Paolini.
Pare che P.F. Paolini sia stato un grande traduttore dall'inglese.
Su quel punto non posso pronunciarmi, ma forse posso tentare di dire qualcosa sul P.F. Paolini scrittore e be', secondo me è stato uno scrittore coi fiocchi: di lui vi consiglio I sette peccati mortali a cavallo ed anche Il gatto guercio, romanzo che ho letto in questi giorni.
Scrittore coi fiocchi, perché secondo me, P.F. ha saputo fondere con grande maestria umorismo, virtuosismo linguistico ed analisi psicologica... inoltre, anche quando parlava di sexus, egli aveva un tocco sanamente malizioso e molto arguto.
Ancora: in P.F. troviamo alcune perle filosofiche, come quando (ne Il gatto guercio) un giudice riflette sulla contrapposizione tra giustizia e verità. Ma la filosofia di P.F. non è mai pesante, accademica, astratta.
Vabbe', di lui parlerò in prossimi post.
Andiamo avanti.
Spesso, in questi giorni, nella scrittura e nella lettura mi sto facendo accompagnare dai Concerti brandeburghesi di Bach.
Ora, io, del grande Johann Sebastian conoscevo solo: un brano che anni fa era la sigla di Quark; Jesus bleibet meine Freude; infine, un pezzo molto famoso ed anche inquietante, che fa pensare alla colonna sonora di un film horror.
Invece, dei Brandenburgische Konzerte non conoscevo neanche l'esistenza. Ma in un negozio della mia Cagliari, una volta che avessi fatto tot acquisti, avevi diritto ad una musicassetta in omaggio. Il commesso mi consigliò appunto i Konzerte; in effetti, non mi sono mai pentito d'aver accettato quel consiglio.
In generale, le composizioni di Bach mi fanno pensare ad un grande albero i cui rami salgano e si intreccino sempre più verso il cielo, schermando ed anche amplificando la luce del sole e quella delle stelle. Così, Bach mi comunica una grande sensazione di pace.
Mozart e Vivaldi mi danno gioia; Beethoven, energia, Paganini vivifica la mia vena ironico-scherzosa.
Mi capita lo stesso con scrittori e scrittrici, attori ed attrici: io sono sempre la stessa persona, ma chi possiede particolari doti artistiche, sa far emergere lati della mia personalità che magari, per un po' erano rimasti in ombra... e che mi fa bene rispolverare.
Così, alla fine vediamo che i pensieri sparsi che avete letto, non lo sono poi tanto: tutto ciò, infatti che ci rianima ha a che fare col centro del nostro io. Solo che molte volte, quel centro è confuso o distratto da tante cose. Purtroppo, spesso capita che oltre alla confusione ed alla distrazione, ci sia anche parecchio dolore.
Ma oltre all'amore ed all'amicizia può dare una mano anche l'arte.
Se poi uno ha le sue soddisfazioni anche sul lavoro, beh, allora quello è proprio il massimo. Il che non è però molto frequente, su questa Terra che spesso, ci atterra.
Ma come dico io, mai perdere la speranza; o mai sperare nella perdita.