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lunedì 2 luglio 2007

Le maschere degli scrittori

2 sere fa ho rivisto il film Uno scrittore particolare, con Kelsey Grammer. Grammer è un grosso bambolotto dalla mimica comica e nervosa. Un tipo come ne incontri tanti, al mercato, allo stadio o alle poste. Nel film è Howard Spitz, scrittore di improbabili gialli. Vive in 1 tugurio che lui, con la tipica creatività degli scrittori è riuscito a trasformare in una stalla. La moglie l’ha mollato ed il suo agente è un genio che a suo tempo cacciò Hemingway e consigliò a Fitzgerald di smettere di scrivere.
1 giorno Howard scopre il mercato dei libri per bambini, così comincia a battere le biblioteche per capire come funzionino gli uni e gli altri. Si imbatte in un mostriciattolo perfettino (Stuart) che rivela a tutti che in biblioteca mangia cibo per cani! Oltre ad Odiosetto Stuart compare una bibliotecaria isterica che tratta H. da ignorante e da pericolo pubblico, tra l’orrore e l’ilarità dei bambini.
Durante questa scena ridevo molto, ma mi sono accorto che mio figlio Andrea, di 5 anni mi guardava perplesso. Suo padre rideva perché un tizio mangiava cibo per cani? Rideva perché quel matto viveva in 1 letamaio? Eppure lo stressa sempre con ordine, cibo sano, pulizia. Bè, come potrebbe confermare la madre del pupo, il pater familias seguì per molto tempo simile “stile” di vita; meglio non approfondire questo ed altri lati... In seguito Howard indossa (a fini pubblicitari) un costume da mucca. Altre mie risate e nuova perplessità del pupo. Ma papà non odia il Carnevale?
Ora, ogni scrittore ha bisogno di una maschera. Dostoevskij in Delitto e castigo fa assassinare un’usuraia (con “l’aggiunta” della sorella) da Raskolnikov. L’A. sapeva che il rimedio cioè un vero omicidio sarebbe stato peggiore del male; perciò si è nascosto dietro il personaggio di un romanzo. Pensaci tu, Rodion: e dopo mi raccomando, pulisci bene la scure. Non lasciarmela sporca di sangue, eh? In effetti, quale scrittore vorrebbe essere assassino, pazzo, alcolizzato, erotomane, drogato ecc.? Eppure il Male esercita un fascino pazzesco, su chi scrive; forse è per questo, che molti impazziscono. Prendono le loro creazioni tanto sul serio, che non vogliono più solo scriverle: vogliono viverle.
Io penso che scriviamo per nascondere il nostro vero io. Ma il fine non è ingannare gli altri o noi stessi; di sicuro non è il mio. Il fine è raccontare, inventare e non si può inventare niente stilando rapporti su noi stessi: si deve creare un altro io. Così ci nascondiamo per farci scoprire in una luce che speriamo risulti + interessante.
Presso i Latini c’era una maschera chiamata persona. Tutt’ora, il verbo impersonare è quasi sinonimo se non di fingere, di recitare. Ma per me, quando uno scrittore poggia la penna deve deporre la persona intesa come maschera e tornare persona vera. A me aiuta a non confondermi tra persona-maschera e persona-Riccardo il dover cambiare i pannolini alla mia bambina.

10 commenti:

  1. é curioso come per tanto tempo ci portiamo dietro una o tante maschere.....e non ci rendiamo conto!
    Parli delle maschere dello scrittore, ma in fondo, anche tu hai un cuore che pulsa e una "corteccia" che lo riveste e lo racchiude che si chiama corpo umano, capace di sentire-ricevere dall' esterno miliardi di sensazioni ed informazioni.
    é curioso percepire, nel tuo racontarti, lo stupore per le reazioni del tuo piccolo di 5 anni, mentre finalmente butti la maschera....
    Non sarai mica uno di quelli che pensa che i bambini vanno educati con severità e che per ridere c' è sempre tempo......?
    Mi piacerebbe sapere come giochi col tuo bambino e con la piccolina!
    I bambini spesso respirano l' aria che i genitori propongono e finiscono per "copiare" i loro gusti anche se, istintivamente sono portati a decidere(quasi sempre) il contrario .
    Ai "miei tempi" per esempio non era pensabile che decidessi qualcosa di diverso dal parere dei miei genitori, ma per fortuna era un' altra generazione....
    Tu com' eri da bambino, allegro, spensierato, affettuoso,comunicativo o invece introverso e riflessivo e un po' musone?
    Io lavoro come educatrice e spesso mi scontro con molte realtà familiari....Alcuni genitori mi confidano che non "giocano molto" con i loro bambini perchè spesso si stancano o non seguono il gioco proposto o non hanno tempo da dedicare....
    Cosa diresti a quei genitori?
    Io spesso mi trovo spiazzata, trovo strano che ci sia questa "difficoltà" da parte di qualcuno di loro, ma forse hai ragione tu, come per gli scrittori(per fortuna non tutti) molti genitori non riescono a togliersi la maschera e scendere al livello dei loro piccoli e ricordarsi di essere stati loro stessi "bambini", non molto tempo fa!
    Peccato, giocare con i bambini,inventare personaggi buffi e irreali, fare voci strane, dipingersi la faccia con i colori di carnevale, magari con la faccia da pagliaccio, ma soprattutto buttare da parte per un po' la maschera dell' "adulto" e diventare con loro , magicamente bambini, è un divertmento assoluto, altro che film....!
    Fammi sapere!

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  2. Ciao sono un sostenitore delle maschere, si hai capito benissimo!
    Nella vita non tutto può essere raccontato senza un briciolo di "finzione" e fantasia , se così si può dire...
    Sono a favore delle maschere"buone" quelle che noi adulti usiamo per fare del bene, per raccontare ed esorcizzare piccoli o grandi problemi, mascherando il disagio di chi soffre, spesso di piccole creature che sono i nostri bambini e regalando loro amicizia , sorrisi, gioia.
    Al contrario di te , non posso dire di avere l'esperienza della paternità, peccato , dev' essere una felicità indescrivibile anche solo sentirli pronunciare la parola "papà"....
    Tuttavia mi occupo di bambini, sono un fans di P. Adams(l'ho incontrato-conosciuto a Cagliari diversi anni fa, al Palazzetto dello Sport),sono un volontario come tanti...offro il mio contributo presso un Reparto Pediatrico .
    Visito ma soprattutto offro la mia compagnia ai "miei" piccoli ricoverati ,trascinandomi dietro ogni volta , un gran borsone da viaggio, logoro per gli spostamenti, dove conservo di tutto: giochini, sciarpe multicolori, parrucche strane, trombette , palloncini, scarpe da clown ed un naso rosso-lacca per divertire e distrarre i piccoli.
    Prima di entrare in reparto, mi concentro e comicio a pensare a "Paolo", Francesca", "Giulia"e subito metto in azione la fantasia ed il buonumore, sistemo i vestiti rattoppati ad arte, il fiocco al collo , la parrucca con i colori dell' arcobaleno(anche se questi giorni fa un po' di caldo ma pazienza), il mio immancabile naso rosso-lacca e via: la mia maschera è pronta per andare incontro ai bimbi e vivere attimi di gioia e allegria, regalare sorrisi-coccole-abbracci e portare via dai loro cuoricini il peso del ricovero e allontanare la paura del Dottore e della malattia!
    Caro scrittore questa è l'unica maschera che accetto dalle persone e quella che tollero e porto volentieri!
    Tutte le altre sono forse scudi che ci siamo costruiti nel tempo e che usiamo per "proteggerci"(illusi) da chissà cosa nel folle tentativo di rimandare le nostre responsabilità quotidiane e inseguire effimeri miraggi.
    Un sorriso d' amicizia anche per te!!!

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  3. Anch'io penso che nella vita sia necessario,se non indispensabile, indossare una maschera sopratutto in alcuni momenti...quella da p.Adams che indossi tu per aiutare i bimbi che soffrono, almeno per me, è quella più difficile da portare..Leggendo il tuo post infatti, nonostante io sia una mamma e,da sei splendidi mesi, una nonna...mi sono sentita "una donna piccina,piccina"e non alludo al mio peso o alla mia statura...il mio carattere ANSIOSO mi ha sempre impedito di fare quello che fai tu..riuscire ad aiutare gli altri superando il mio disagio. Quando i miei banbini erano piccoli, riuscivo con la mia "parlantina" a supplire ad una maschera che non riusciva a "mascherare" completamente..per fortuna loro sono cresciuti bene...non sono stati contagiati..sono stata fortunata...per questa tua capacità di indossare la maschera da CLOWN per aiutare i bimbi sofferenti, hai tutta la mia ammirazione...per quello che può valere...e vorrei dirti che pur non avendo avuto l'esperienza della paternità...tu ne hai colto e interpreti la parte più difficile..proprio perchè non sei "PADRE"..per questo vorrei aggiungere il mio GRAZIE ai tanti che avrai ricevuti per quello che fai, e, vorrei dirti ..indossa quella maschera ogni volta che puoi e, sorridi anche per chi vorrebbe ma, non riesce a farlo...ciao.

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  4. Rif. Educatrice
    Come ho detto nel post, le “maschere” degli scrittori sono l’inventiva che sta alla base della letteratura: da non confondersi né con la menzogna né con la confessione; come in arte non si mente, così non ci si confessa. Non ho parlato di mio “stupore” per le reazioni di Andrea, ho solo registrato le sue perplessità. Né ho “finalmente” buttato la “maschera”, ma solo riso per delle scene che ho trovato divertenti. Coi bambini, non sono certo un sergente. Com’ero io, da bambino? Un po’ riflessivo, per il resto come tutti gli altri.
    I genitori che “non giocano molto” coi loro bambini, forse hanno problemi a trovare e/o mantenere un lavoro: senza il quale ai bambini mancherebbe o manca anche il pane, oltre al gioco. Forse quei genitori non hanno mai tempo per parlare tra loro, leggere un giornale, curare i loro interessi personali, stare 5 minuti al telefono con 1 amico o un parente, magari hanno problemi economici o di salute, forse i loro figli non dormono da mesi o da anni ecc. Perciò, hanno poco tempo o modo per giocare. Bastano 1 o 2 di questi problemi (che spesso sono intrecciati tra loro)… C’è chi riesce a trovare il tempo ed il modo, rinunciando di fatto ad ogni suo spazio; io tento d’essere uno di questi.
    Ma non saprei che cosa dire a quei genitori: ognuno di noi ama e conosce la sua famiglia meglio di chiunque altro, perciò non tollera intrusioni. Chi sarei io per dare consigli, magari non richiesti? Ciao e non vedermi così “mascherato”!

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  5. Rif. Fans di P.Adams
    Condivido pressoché ogni tua parola. Inoltre, penso che i bambini siano straordinari ma trovo molto facile offenderli o deluderli: da questo punto di vista, credo che sia dura sia per chi ha dei figli che per chi non ne ha. Vabbè, questo è 1 pensiero banale, oltretutto espresso banalmente. Aaargh! Ma al momento non so dire di meglio…
    Gli “scudi”, che dire?, ci sono. Ma la scrittura (e “maschera” sta per “fantasia”) può servire a buttarli via. L’importante è non mascherarsi quando si smette di scrivere ed essere pronti all’ascolto anche quando si scrive.
    Solo, non chiamarmi “caro scrittore”: non sono 1 barbagianni! Scherzo, è chiaro. Ricambio il sorriso.

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  6. Anche i bambini hanno le loro "maschere" ed il mio lavoro mi porta quotidianamente a conoscere le varie sfumature di ognuno!
    Sono una Terapista, ma non voglio parlare dei vari bambini che si rivolgono nella Struttura dove lavoro, non la finirei più...
    Lavoro anche a domicilio e vi assicuro che incontro realtà di vario tipo, tuttavia adoro incontrare/scontrarmi con un' infinita varietà di situazioni umane anche se, purtroppo, sono accompagnate da grandi problemi e sofferenze.
    Anche se non "indosso" un naso rosso-lacca ho sempre o almeno mi sforzo di avere un sorriso per ciascuno, dimenticando(spesso) di guardare l' orologio per ascoltare e accogliere qualche loro sfogo.
    Tocco con mano che spesso, più di tante metodiche, valgono i sorrisi, magari un paio di orecchie che sanno ascoltare e una mano che stringe la loro!
    Ma tornando alle maschere dei bambini, UNA, più di tutte sta accompagnando i miei pensieri in questi giorni di Luglio.
    Si tratta di una bimba dolcissima di soli 7 anni , carnagione chiara, capelli a boccoli biondo-cenere, occhi profondi e penetranti...rari da riscontrarsi in visino così giovane!
    Da quando le scuole hanno chiuso i battenti è ormai ospite fissa nella famiglia dove tutti i giorni mi reco per la terapia domiciliare del fratellino della sua amichetta del cuore; più di una volta sua madre ha chiesto la cortesia di ospitare la bambina anche per la notte.
    Inutile dire che le due bambine insieme giocano e si divertono da matte e fin qui niente di straordinario, tutti i bambini del mondo lo fanno, se non fosse che sono venuta a conoscenza della drammattica storia della bambina che chiamerò Anna.
    Sua madre è disoccupata , suo padre è un uomo violento che picchia la madre, alcolizzato, scansafatiche...Spesso sono dovuti intervenire i vicini di casa per sedare le liti furibonde , mentre nel frattempo volavano bottiglie e sedie...
    Questi giorni suo padre ha anche tentato il suicidio tagliandosi le vene, e la bambina sa e probabilmente ha visto quello che nessun bambino dovrebbe mai vedere!
    Due giorni fa, mentre lavoravo è venuta vicino a me e mi ha abbracciato forte forte, senza che io le avessi detto o chiesto niente, sono rimasta senza parole. Dopo un po' è tornata con un braccialetto di filo e perline colorate.....mi ha detto delicatamente e sottovoce :"Questo é per te!"
    è stato il regalo più bello che potessi ricevere e quando lo guardo mi brillano gli occhi...
    Penso spesso alla sua giovane vita, a lei così piccola e fragile , che porta la maschera della spensieratezza e dell' incoscienza per nascondere la sua infanzia mutilata e privata della gioia di essere una bambina come tante altre, mentre a me resta il senso d' impotenza e rabbia per non poterle regalare una vita diversa....

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  7. Ho letto il tuo commento al mio....non so ma ho la sensazione che le mie parole sono state mal interpretate e la frase"nessuno ammette intrusioni all' interno della propria famiglia" , mi fa precipitare nella situazione che spesso incontro con genitori che non amano mettersi in discussione e non amano vedere il proprio ruolo in modo critico e costruttivo!
    Non credo che sia un modo per iniziare a dialogare, non trovi?
    Svolgo il mio lavoro con passione e professionalità (scusa se ti sembrerò una presuntuosa),molti sacrifici e tanto amore.
    Non potrei fare questo lavoro se l' approccio agli utenti si riducesse ad uno sterile "giudicare" e trarre conclusioni sulle famiglie ed in particolar modo sul già difficile ma affascinante ruolo dei genitori e sul loro modo di vivere.
    Negli anni ho accumulato tanti ricordi ed esperienza che capisco e comprendo che qualcuno potrebbe risentirsi del nostro intervento e del nostro "parlare".....
    Io so bene di commettere ancora tanti errori , soprattutto quando mi lascio travolgere dall' entusiasmo e butto da parte la maschera dell' ipocrisia esponendomi,( purtroppo) e dicendo quello che penso e che vedo, per il bene dei bambini che mi sono stati affidati.
    Penso che una certa "neutralità" non serva a migliorare e modificare lo stato delle cose in generale....
    Ma forse credo ancora nelle favole....... I bambini crescono in fretta e quando qualche genitore trova il tempo per giocare con loro, è troppo tardi, perchè nel frattempo sono diventati adulti!
    Ciao.

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  8. Dal momento che tu parlato di bambini ed il discorso mi sta particolarmente a cuore ho deciso di scriverti ancora!
    Non credo che hai citato i tuoi figlioletti solo per affiancarli al discorso delle "maschere dello scrittore", sarebbe un po' vano, non credi?
    Francamente speravo di leggere un tuo parere sul modo di concepire l' idea di P. Adams....dal momento che dici di non amare il carnevale e forse i travestimenti.
    Quanto al tuo commento , parlando sempre di bambini(scusa ma è il mio chiodo fisso), se "al momento non sai dire di meglio....", potevi lasciar perdere , magari per te è stato tempo perso.
    Spero comunque di non perderti, prima che diventi davvero un barbagianni...Scherzo anch' io!

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  9. Rif. Educatrice
    Non penso d’aver mal interpretato il tuo pensiero: se mi chiedi “che cosa” direi a genitori che giocano poco coi loro figli, ad una domanda precisa rispondo in modo preciso: cioè che ognuno di noi “ama e conosce la sua famiglia meglio di chiunque altro. ” Perciò non credo d’essere nessuno per dare consigli ecc. Non posso, quindi, occuparmi di ciò che non mi compete. Non ho quel diritto.
    Ma circa i genitori che “non amano mettersi in discussione”, loro potrebbero chiederti: tu ti metti in discussione come educatrice? Accetti che il tuo ruolo sia discusso anche da noi? Che cosa risponderesti a dei genitori che ti chiedessero: sui tuoi figli accetteresti consigli da altri? E se per ipotesi non ne hai, perché dai consigli a chi ne ha? Insomma, il discorso sul “mettersi in discussione” non è così semplice. Io quando lavoro come insegnante cerco di dare tutto quel che posso in ambito scolastico; oltre ci sono i genitori. Così, mi limito a quel poco che so fare: finora il mio autolimitarmi è stato apprezzato.
    Ok su passione e professionalità, ma vedo che sui problemi dei genitori glissi tranquillamente. Questo non è molto bello, in un commento in cui, peraltro, l’amore per i bambini è tanto presente. Ciao.

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  10. Rif. Fans di P. Adams
    Mi piace l’idea di P. Adams: per dei bambini che soffrono, il clown, i suoi scherzi, le sue risate devono essere il massimo. Certo ci vuole uno che sappia farlo e tu ed altri sarete senz’altro tra questi; il successo di un metodo dipende molto da chi sa applicarlo.
    Però su carnevale e travestimenti mi hai preso troppo sul serio: nel mio post scherzavo. E facevo altrettanto quando affermavo d’aver vissuto come H. Spitz. Sono un po’ clown anch’io!
    Sul fatto che parlando di bambini abbia detto che “al momento” non sapevo dire “di meglio”, bè, forse è proprio così. Ma penso davvero che sia molto facile offenderli o deluderli: questo anche a prescindere dall’esser padri o meno. Ho espresso il mio sentimento di inadeguatezza di fronte ad un problema così grave, ma per me non era “tempo perso”.
    Infine, i miei tigrotti (E. Salgari, ora pro nobis) hanno sempre la precedenza sulle mie emh… “creazioni.” E l’avranno sempre. 1 sorriso smileggiante.

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