Certo, uno può scrivere come vuole ed ottenere grandi risultati anche col saggio in maschera; del resto io ho letto il Nome almeno 4 volte ed ognuna con rinnovato entusiasmo. Ma questo è dipeso dal mio “amore” storico-filosofico per il Medioevo. Sul piano narrativo (sebbene il Nome abbia anche 1 impianto “giallistico”) l’opera di Eco non mi ha entusiasmato.
Come sarà nata la letteratura? Io immagino qualcuno, uomo o donna che in epoca preistorica mentre la tribù si scalda attorno al fuoco, racconta qualcosa. Lui o lei comincia a parlare di “quella volta” che si fece dare “1 passaggio da un dinosauro.”
E tutti: “Ma che dici? I dinosauri sono estinti da milioni di anni! Poi, anche se ce ne fosse ancora uno, vivo, t’avrebbe sbranato. Infine, potranno dare dei passaggi soltanto le automobili.”
Il povero narratore o la narratrice (comunque povera): “Dovevo capirlo subito che eravate degli assistenti universitari.”
“Ah, sei sempre il solito polemico.”
“Che cosa c’entra la polemica? Il fatto è che stavo raccontando d’1 Tyrannosaurus rex…”
“Non puoi dire “T. Rex”? Non puoi abbreviare?”
“Starete scherzando! Tyrannosaurus rex ha 1 bel suono… perché siete così fissati con abbreviazioni, sigle, numeretti ecc.? A che cosa servono?”
“A risparmiare del tempo.”
“Ma siamo preistorici! Abbiamo tutto il tempo che vogliamo! Sentite, magari non mi crederete, ma ieri sera 1 pterodattilo mi ha confidato che stava pensando d’inventare la clessidra, poi ha pensato che riesce a misurare il tempo con le ali. Così ha deciso di lasciar stare. Ma secondo il fantasma di Jean Marc, voi lo conoscete, no, il mammuth canterino…”
A questo punto avrete capito che per me, la letteratura tende ad identificarsi con quello che certi considerano “delirio.”
Tuttavia, sottolineo il “tende.”
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