Benché la mia vita non sia stata delle + tranquille, a Cagliari per non inguaiarti davvero devi solo evitare certi quartieri e la loro lussureggiante vegetazione di coltelli, siringhe e pistole. Ciò contraddice la tesi sostenuta da qualche mio amico, secondo il quale non capirei niente di botanica.
Comunque, il 1° capodanno che ricordo è quello del ’67: mi vedo ancora davanti alla finestra della mia camera, rivedo il bambino che ero osservare stupito il vetro appannato… o si trattava di brina? Ricordo (ma in modo un po’ confuso) i fuochi d’artificio, i rituali botti che in fondo, mi spaventavano.
Rimembro, in occasione del capodanno ’68, forse anche in occasione di quello del ’69, le visite alle zie nella casa di viale S. Avendrace, il ptang! dei petardi per strada, l’aspro aroma delle loro tabacchiere (quello delle tabacchiere ziesche).
I capodanni degli anni ’70 erano affollati di sogni di varia natura: tutti comunque segnati da molta malinconia e da tanta speranza.
Quelli degli anni ’80, ’82 ed ’89 esclusi, sono stati dei bravi ragazzi; non male neanche quelli degli anni ’90.
L’attuale Cap d’any, come mi pare si dica ad Alghero ed a Barcellona, si presenta bene: tra qualche mese pubblicherò il mio 2° libro; benché non manchino problemi lavorativi e legati alla mia famiglia d’origine, forse si comincia a vedere 1 po’ di luce.
Già, la luce: che auguro a tutti (se non addirittura a tutti quanti) e già che ci sono, auguro anche a me. Buon anno!
P.S.: ma non chiedetemi che cosa sia esattamente la luce...
Nel marasma dei tanti auguri ecco qualcuno che si pone interrogativi.
RispondiEliminaEbbene la luce è esattamente il contrario del buio!
Auguri al Blog
P.S. ...ma non chiedetemi cosa sia esattamente il buio.
Salutoni, Spiegel