Grazie a tutti Voi.
Il mio libro
Francesca P. ha detto...
Appartengo alla scuola di Wolfang Isar che attribuisce alla critica il compito non di spiegare il testo come 'oggetto' ma gli effetti che esso provoca nel lettore in quanto è nella natura del testo sottintendere una serie di letture possibili. Se hai operato un'autoanalisi della narrazione potresti descrivermi la figura del tuo lettore implicito(quello sulla base del quale si costruisce la narrazione) e sarebbe più semplice valutarne le interazioni o distonie con il lettore effettivo.
Su Bob Dylan e la sua "Tangled up in blue"
Gianni Zanata ha detto...
“Tangled Up In Blue”, insomma, potrebbe essere una storia d’amore. Ma è anche una storia che mantiene ben visibili sullo sfondo i sogni infranti di un’intera generazione nell’America di Woodstock e della controcultura, la generazione degli anni sessanta e settanta. Anzi, se volessimo leggerla come un’unica grande metafora, la canzone potrebbe proprio essere La storia di quei mitici anni, di ciò che significarono per milioni di giovani e anche per lo stesso Dylan, spesso e inutilmente sollecitato a ricoprire il ruolo di Profeta, veste che lui – con giusta e comprensibile irritazione – ha sempre rifiutato. Spingendoci ancora oltre, la canzone potrebbe descrivere i motivi della rottura, in quegli anni, tra lo stesso Dylan e i Movimenti Politici e Pacifisti che avevano chiesto all’artista di impegnarsi per la causa, per la pace e contro la guerra nel Vietnam. Motivi che, se dessimo per buona questa versione, Dylan sintetizza negli ultimi versi del brano : “…abbiamo sempre provato le stesse cose, solo che le vedevamo da un punto di vista differente, aggrovigliati nella tristezza”.
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