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venerdì 21 settembre 2007

Ricordi di Is Bingias, il vecchio quartiere

Quando avevo 10 anni coi miei amici ci arrampicavamo sull’asilo allora in costruzione di fronte a casa mia, ad Is Bingias (in italiano, Le Vigne), Cagliari, Sardegna, Disoccupationland.
Eravamo amici solo di calcio e sassaiole, anche se con Aldo e Carlo, oltre che scagliare sassi e palloni c’era tempo e modo anche di ragionare, scambiare opinioni e ridere senza raccontare per forza barzellette sceme.
Dalla cima (non ancora tetto) dell’asilo si vedeva la campagna che oltre la ferrovia, resisteva all’assalto cementizio. Da lì vedevamo anche la Sella del Diavolo: un promontorio che sorge nei pressi della spiaggia del Poetto. Mio cugino Fabio, all’epoca 6 o 7enne, mi raccontò quel che gli aveva narrato la nonna materna Fisina (una donna la cui vita è stata un grande romanzo): Lucifero, dopo aver suscitato l’ira di Dio, fuggì dal Paradiso col suo cavallo di fuoco… che però perse la sella, diventata poi quel promontorio.
Soprattutto in maggio, giugno e (inizio) luglio, con gli amici attraversavamo la ferrovia. Avevamo tra gli 11 ed i 13 anni. A scuola finita, scoprivamo un mondo di alberi, erba, erbacce, spine, pecore, cani, fiori, pastori, cicale, vespe: che non so perché, a Cagliari molti chiamano “api”. Comunque, sembrava che la natura pulsasse. Sembrava di sentire un silenzio assurdo, presto rotto da un costante ronzio prodotto da tanti strani esseri alati e volanti.
Facemmo poi la piacevole conoscenza di un campo di calcio, dalle misure quasi regolamentari. Deserto, tutto per noi. Ricordo che pensai: come mai non riesco a dribblarlo, Aldo? E’ grasso! (Scusa, Aldo, ma tanto sono passati 35 anni).
Prima e dopo la ferrovia scoprivamo delle conchiglie. Com’era possibile, col mare tanto lontano? Forse, anticamente il mare arrivava fino ad Is Bingias. Forse, secoli fa Is Bingias era sommersa dalle acque. Non si poteva escludere che quel misterioso rione-campagna facesse parte di… Atlantide!
Ripenso spesso a tutte queste cose. Mi capita anche quando ascolto Astral weeks di Van Morrison.
Ma nell’ascoltare quel brano mi ricordo anche le prime delusioni con le rose umane: sì, insomma, le ragazze. Ma questi sono altri ricordi. O vecchie malinconie.

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