Ma come, il leader dei Beatles che partecipava ad una (sia pur prestigiosa) iniziativa degli Stones, ma tra i due gruppi non divampava odio eterno? Un altro “borsismo.”
Più o meno in quel periodo i coniugi Lennon suonarono a Londra con altri grandi musicisti (tra questi Billy Preston e Keith Moon, l’immenso batterista degli Who).
Circa il concerto in questione sappiamo che si trattava di un concerto per l’Unicef. Inoltre alcuni brani eseguiti da Lennon and company avevano qualcosa che poi, come dichiarò sia lui sia musicisti della generazione successiva, anticipava qualcosa del punk e della new-wave. Forse il tutto ispirò chi avrebbe poi fondato gruppi come B 52’s, Dead Kennedy’s…
Inoltre, John & Yoko composero brani in stile reggae come Sisters oh sisters quando a New York il reggae era ancora sconosciuto; peraltro, trovo che la stessa Give peace a chance richiami un po’ il tempo del reggae; collaborarono con Frank Zappa; in Mind games (1973) John suona anche la slide guitar; ancora, talvolta mr. Lennon fa con la chitarra elettrica cose un po’ d’avanguardia o comunque “acide” (forse non le sue migliori, d’accordo); nel marzo del ’75 collaborò a Fame di David Bowie.
Yoko, che molti considerano (secondo me del tutto a torto) “la strega”, scrisse il libro Grapefruit che come riconobbe Lennon, insieme al suo amore ed alla sua vicinanza lo ispirò moltissimo per la composizione di Imagine. Del resto, io penso che a sua volta la stessa Imagine possa aver ricevuto ispirazione dalla lettura (fatta dai Lennon o anche dalla sola Yoko) di alcuni passi del Tao- teh-ching di Lao Tzu.
Insomma, John & Yoko non hanno mai coltivato il bagismo.
Nello stesso tempo penso che ogni artista, sebbene debba cercare di ampliare i propri orizzonti mentali e culturali, debba essere consapevole (è anche una questione di realismo e di umiltà) di quale sia la sua principale, autentica dimensione. Al riguardo, Lennon dichiarò: “So bene d’essere un musicista di rock ‘n roll, se è questo che intendi.”
interessanti queste ricerche di ispirazioni e di motivazioni
RispondiElimina(ma yoko non riesce a starmi più simpatica, così, sai?)
la cosa della definizione della propria dimensione, che si chiama talento, dalla moneta, dal peso della moneta, mi piace, riccardo, come mi piace anche quando mi fai riflettere su cose tipo queste.
il peso delle proprie passioni.
il talento.
Rif. emma
RispondiEliminaTi ringrazio per questo tuo apprezzare le considerazioni che ho svolto in questo post; alcune, forse, un po' confuse.
Su Yoko, che dire? Certo la donna risulta (e magari lo è davvero) emh... asprigna e magari anche un po' antipatica.
Ma da quel che ho letto e trovato, posso assicurarti che è stata fondamentale per la crescita umana ed artistica di Lennon, davvero.
Inoltre, la questione delle passioni e del rapporto col proprio talento, con la nostra autentica dimensione ecc. è qualcosa che riguarda tutti noi... anche se non siamo geni come i sig.ri Lennon-Ono.
Ciao!
Di yoko non so niente, a parte ke è stata moglie di john e ha molti anni meno di lui (non so quanti). Non so niente del suo carattere, a momenti non so come è fatta in faccia... insomma, nn so proprio niente di lei!
RispondiEliminaUna cosa la so: se una persona ha ispirato un'altra a fare una cosa, vuol dire ke questa persona è veramente importante per l'altra.
L'amore fa sempre grandi cose e coinvolge in ogni ambito.
Yoko sarà un tantino acida e antipatica, ma a questo punto... W YOKO
caro Riccardo,
RispondiEliminapurtroppo non ho mai digerito John Lennon e Yoko Ono.
e non ho mai digerito il fatto che John Lennon sia diventato un'icona su cui Yoko Ono si aggrappa di continuo.
detto questo, continuerò a leggerti :-)
Fac
Rif. daemonia.
RispondiEliminaD'accordissimo con te.
Infatti, penso che già la particolare alchimia che si crea tra uomo e donna sia in sè stessa una grande fonte di ispirazione.
Quando poi quell'uomo e quella donna sono anche dei grandi artisti, be', a quel punto credo che quell'alchimia porti a notevoli risultati.
Del resto, J. Lennon riconobbe sempre che Yoko lo condusse ad una visione dell'arte e della DONNA più vasta e matura. Fu merito di Yoko se Lennon superò un certo maschilismo, di cui forse non aveva piena consapevolezza e l'idea di sè stesso come "leader di un vecchio gruppo."
Ciao!
Rif. fac
RispondiEliminaBenchè io speri (in prossimi post) di farti vedere Lennon ed Ono in modo meno negativo, sono tuttavia cosciente del fatto che "de gustibus non disputandum".
In effetti, nei confronti di altri artisti nutro anch'io forti, forse insuperabili antipatie.
Comunque quel che conta è la stima che mi manifesti e che ricambio senz'altro. Continuerò a leggerti anch'io: mi interessano certe battaglie civili (vedi il caso del bambino autistico) che conduci sul tuo blog.
Benvenuto sulle ruote.
non ho una vera opinione su jhon e yoko,perch[,sinceramente,non li ho mai seguiti. conosco pi\ la loro storia che il loro talento.
RispondiEliminaRif. tania_01
RispondiEliminaLa coppia sviluppò con forza ed ironia temi come quelli della pace e della... giustizia, di un'effettiva sincerità (non solo formale uguaglianza) nel rapporto uomo-donna, criticarono l'ironia sociale e... personale. Tutto questo in canzoni, dichiarazioni, interviste ecc.
Ben oltre mode e idealismi che per molti furono forse di scarso respiro, loro ribadirono con grande lucidità una certa visione del mondo e dell'arte in "John Lennon. Testamento", Gammalibri, Milano, 1983. Il libro raccoglie un'intervista fatta ai 2 dal giornalista Andy Peebles 48 ore prima dell'assassinio di Lennon...
Notevole anche il disco di Lennon "Sometimes in New York City" (1972) che contiene molte canzoni di Yoko ed altre scritte insieme dalla coppia. Yoko scrisse poi il libro "Grapefruit" (che però non conosco ancora). C'è anche la lunga intervista che rilasciarono poco prima dell'uscita dell'ultimo disco "Double fantasy" a Playboy. Ma c'è molto altro, in effetti; comunque, scusa la lunghezza.
Ciao.
Sulla figura controversa di Yoko Ono è stato scritto tanto, tuttora si scrive tanto...
RispondiEliminaInsomma "cherchez la femme"...forse è vero che accanto ad ogni grande uomo c'è una grande donna.
Una coppia di artisti Yoko e John che formano quasi un'entità a sè stante, ovvero c'è l'uomo e artista John Lennon, c'è la donna e artista Yoko Ono e poi c'è una terza identità Yoko e John insieme, miscela esplosiva!
Con le loro idee sono spesso andati contro corrente, cantando e proponendo slogan in un'epoca non facile, un periodo di transizione, di passaggio, di rottura tra un vecchio ed un nuovo, cui i più guardavano con occhio ostile.
E non parlo solo di innovazione in campo musicale, le canzoni erano (sono tuttora per certi autori) solo un pretesto per parlare d'altro, per sviscerare un problema, per catalizzare l'attenzione generale su una questione...
Di certo a loro non piaceva la "casta chiusa", per quel che ne so si rapportavano molto serenamente e normalmente con la loro popolarità e col loro essere artisti, un atteggiamento da anti-divi direi quasi...
Non si sentivano al di sopra di niente e di nessuno, eppure erano talmente osannati...tuttavia hanno sempre continuato a camminare normalmente per la strada...tanto che poi John Lennon ci ha perso la vita, proprio lungo quella strada...
da che mondo e mondo all'uomo è sempre piaciuto parlare (o sparlare) di più degli altri che di se stesso
RispondiEliminaLennon è stato amato dal mondo, questo è un dato di fatto, Yoko non l'ho mai vista come una strega, non sapevo di questa associazione, l'ho sempre vista come la donna-guida
ho sbagliato? non so, sicuro le cose non mi cambiano la vita
e tutto il dire non è altro che il lungo ricordo che cè e ci sarà sempre per un grande, ma veramente grande, della musica
buon week carissimo :)
rif. elle
RispondiEliminaCondivisione su tutta la linea!
E dico questo, Elle, perchè hai centrato il problema, cogliendo il proprium di esso. Infatti, lo spirito Lennon-Ono fu sempre quello dell'essere (come scrivi) contro le "caste."
Per es., loro denunciarono il fatto che un certo bagismo/casta esistesse anche in chi, ritenendosi in buona fede, non vedeva che trattava la partner da essere inferiore, comunque subordinato. "Ma è MIA moglie..."
In "Power to the people" si chiede (tra le altre cose) a uomini pur impegnati socialmente, dove siano le loro donne e come essi le trattino. In "Woman is the nigger of the world" si utilizzava deliberatamente il dispregiativo "nigger" (negro/a) per condannare la tendenza a fare della donna la "negra" o la "schiava degli schiavi." E sono solo pochi esempi...
Dei 2 è senz'altro da ammirare la tendenza non solo a criticare gli altri, ma anche l'attitudine all'autocritica. Potevano essere taglienti con gli altri, perchè prima di tutto criticavano sè stessi.
Molto stimolante, poi, la tripartizione che tu vedi appunto in Lennon e Ono: secondo me una dialettica complessa e... feconda. Per questo considero Lennon-Ono (certo fatte le debite proporzioni) la versione pop-rock di Abelardo ed Eloisa.
Sia come sia, hai ragione: cherchez la femme! Senza Yoko, difficilmente Lennon sarebbe pervenuto all'autoconsapevolezza che raggiunse su di sè come artista e come uomo.
Grazie ed alla prossima!
Rif. irish coffee
RispondiEliminaLa tendenza alla maldicenza ed anche all'invidia è purtroppo molto diffusa. Forse in campo artistico tale tendenza è ancora più accentuata e VELENOSA...
Per quanto riguarda Yoko, penso che la fama di "strega" dipenda dal fatto che i fans dei Beatles l'hanno sempre considerata responsabile dello scioglimento del gruppo; il che è totalmente falso.
Certo, all'occorrenza la signora aveva ed ha tuttora una lingua... taglientina, ma chissà perchè questo lo si fa pesare sempre alle donne...
In realtà dici bene tu: Yoko è stata la "donna-guida" e questo, John l'ha pubblicamente riconosciuto più e più volte. E non era certo un tipo "svenevole"!
Carissima, buon week end anche a te.
Riccardo...sono io che ringrazio te perchè, neanche con tutta la buona volontà o la fantasia possibile, sarei mai arrivata al parallelo che hai proposto tu Lennon-Ono/Abelardo-Eloisa seppur con le "debite proporzioni".
RispondiEliminaMa lo scrittore-filosofo sei tu...quindi non poteva essere altrimenti :-)
Buona serata!
Rif. elle
RispondiEliminaRingrazio per le belle parole... "scrittore- filosofo" compreso. Davvero troppo buona!
Il parallelo, comunque, può darsi che sia un po' troppo fantasioso; o no?
Bonne nuit
Beh fantasioso senz'altro, ma non per questo poco pertinente!
RispondiEliminaNon conosco benissimo la storia di Abelardo ed Eloisa, ricordo di aver letto qualcuna delle loro lettere...grande fascino e raffinatezza letteraria.
E' nell'unicità del loro legame che vedo il parallelo con Lennon-Ono...quell'essere due fusi in uno, tanto da costituire quasi un'entità a se stante, senza tuttavia voler essere o diventare "casta chiusa" (come ipotizzavo appunto nel precedente commento).
Buona domenica.
Rif. elle
RispondiEliminaIn effetti, sia il legame tra John Lennon e Yoko sia quello tra Abelardo ed Eloisa si caratterizzò per unicità di interessi, passione, originalità e drammaticità. Entrambe le coppie si trovarono in due epoche che pur tra loro molto diverse, avevano fondamentali punti in comune.
La fine degli anni ’60 per Lennon ed Ono, con cambiamenti che non è retorico definire rivoluzionari: per es. sul piano del costume, della “contaminazione” tra arti e culture, della contestazione operaia e studentesca nonché quella generazionale ed al principio di autorità.
Il sec. XII per Abelardo ed Eloisa con la nascita di tutto un mondo che si opponeva a quello (non privo comunque di punti di interesse o almeno di discussione) delle abbazie, dei castelli e della vita intesa come una sorta di lunga, anzi interminabile espiazione.
Penso che di rado degli amanti artisti ed intellettuali si siano trovati al centro di tali cambiamenti; cambiamenti che inoltre, essi riuscirono anche a determinare ed a dirigere, peraltro con notevole intensità.
Potenza dell’amore e del genio!
Ciao!
Buonasera Riccardo,
RispondiEliminaCredo che, come qualcuno già ha ipotizzato, il duo Ono-Lennon sia tristemente conosciuto dai tanti, unicamente per i cosiddetti "rumours" che da sempre li hanno avvolti senza tregua.
Tuttavia, ritengo Yoko Ono una gran donna, seppure i media godano nel farla apparire sotto tutt'altra luce. Sai che da molti viene adesso paragonata alla sig.ra Mantovani, da poco vedova del tenore Pavarotti, per il suo attaccamento al denaro e alla scia di "gloria" lasciata dal marito defunto?
Esagerazione mediatica. Un classico.
Il duo simpaticamente definito "anglo-nipponico" ha fatto la storia. Punto.
Nb: mi sono permessa di premiarti (una sciocchezza virtuale di noi giovani bloggers) sul mio blog. Lo trovi al post del 25-09
Buona serata,
Elena
Ciao Riccardo!
RispondiEliminaPrima di tutto, grazie per essere passato dal mio Blog e per quello che hai scritto. Davvero, mi ha fatto molto piacere!!!
Ora faccio anche io un giretto nel tuo! ^_^
...Intanto ho visto che sei di Cagliari!
RispondiEliminaBellissima.Sono stata li un mesetto fa'.
Poi ho visto parecchi post sulla Letteratura e cinema!!Interessantissimi!
Nel mio blog mi parlavi di CHIEDI ALLA POLVERE. E' uno dei miei libri preferiti.Adoro Fante!...Poi dai..era anche un po' abruzzese come me!!
Rif. elena
RispondiEliminaMolti hanno difficoltà ad accettare il fatto che siano esistiti dei grandi artisti come J. Lennon e Y. Ono, perciò non sanno fare altro che diffamarli.
Tempo fa ho letto un libro di Albert Goldman su Elvis Presley che secondo me mirava non a far luce sulla figura appunto di The King, ma solo ad ispirare disgusto.
Nessuno è perfetto, certo: ma penso che tra santificare degli artisti, quel che Lennon ed Ono non fecero mai nè per sè nè per gli altri, e demonizzarli, ci sia sempre la possibilità della via di mezzo del vederli come esseri umani. Ma perchè negare che alcuni siano stati grandi artisti?
Ed ovviamente concordo con te: Yoko è stata una gran donna, tra l'altro dotata di forte senso dell'ironia: pensa che uno dei suoi ultimi dischi si intitola "Yes, I'm a witch" (sì, sono una strega)!
Benchè non conosca la pratica che citi, ti ringrazio per il premio. Sto pensando da un po' di scrivere un post sull'"oggetto-blog" e credo proprio che in esso inserirò anche l'"Elena blog." Ci sto lavorando ma è una cosa un po' sociologica e... ho tempi lunghi.
Buona mattinata.
Rif. guernica
RispondiEliminaGrazie a te per la visita e benvenuta a bordo del blog e delle sue ruote. Inoltre mi fa piacere leggere che sei stata "in Kasteddu" (a Cagliari) e che abbia apprezzato la città; il problema sono i cagliaritani!
Scherzi a parte, sono felice di sapere che ti siano piaciute tanto città e... mie righe (un po' contorte, forse).
Quanto a Fante, lo adoro anch'io. E' stato, penso, uno degli scrittori che ha influenzato maggiormente la letteratura americana, e non solo quella. Riusciva a descrivere con grande naturalezza situazioni molto complesse: quel che forse non si vedeva più a partire da Hemingway.
Fante era, come dire?, "denverino-abruzzese" e fai bene ad essere fiera della vicinanza regionale.
Del resto, John Fante è universale: certi dialoghi, certi dubbi, alcune liti in famiglia ecc. appartengono a tutti gli italiani e penso, a tutto il mondo.
A presto!