Benché solo per il 46° consecutivo, neanche quest’anno ho potuto visitare la Costa Smeralda. Ma poiché posseggo un castello, da quello vi comunico le mie impressioni balneari.
Bene, si sa che in estate la Sardegna subisce delle irresistibili invasioni: dal mare e dal cielo; irresistibili perché pacifiche.
Negli ultimi 3mila anni abbiamo subito parecchie invasioni con contorno di guerre, sfruttamenti ed umiliazioni varie. Ecco perché il sardo tende ad essere diffidente verso il “kontinentale.” Ma di fronte a chi ci visita con canotto e secchielli e non con spade e fucili, tanto di cappello.
Purtroppo, spesso molti miei conterranei sono così gentili verso i non sardi da risultare quasi servili. Sì, quell’assurda mania di magnificare ed insistere su: bellezze del nostro mare, bontà di nostri vini, formaggi, arrosti ecc., quell’assillare con continui inviti a casa propria, quella maggiordomesca propensione ad offrirsi come guide marine e/o montane… Disgustoso!
Ma c’è anche il classico rovescio della medaglia: il sardo-cinghiale che non parla, grugnisce; is sardus (i sardi) che non sorridono, fanno ghigni da becchini. Il sardo che vorrebbe scaraventare in mare tottus is kontinentalis, socievole quanto un latitante.
Così, mentre dagli spalti del mio castello osservo la fauna balneare, arrivo alla conclusione che siamo esagerati in tutto, nella gentilezza come nella riservatezza; o sdolcinati come gli hawaiani di qualche film con Elvis Presley, o scontrosi come una congrega di vecchi eremiti.
Comunque, mentre l’estate sarda va mi piace molto “spiare” le varie parlate regionali. Vediamo… avevo sempre trovato aspro il suono del toscano ma ora (sarà che perché ho visto per il 2° anno consecutivo una coppia d’amici) lo trovo piuttosto armonioso, “c” aspirate comprese. Inoltre, l’ex-compagna (originaria di Lucca) del mio amico Carlo ha una musicalità vocale forse superiore a quella di altre parlate toscane.
Trovo ancora simpatico e rilassante l’emiliano che inoltre, a parte questo, mi pare stia prendendo qualcosa del lombardo.
Il veneto mi colpisce per toni che ricordano lo spagnolo e per la velocità… 200 parole al secondo, un vero record olimpico.
Per oggi è quasi tutto, qui, dal mio castello.
Alla prossima puntata, amigus.
Buongiorno Riccardo e grazie per il tuo resoconto.
RispondiEliminaConcordo su alcune cose che dici: la sardità (se non andasse bene il termine dimmelo subito) è qualcosa di complesso, lo so per via di un uomo che conosco ormai da credo 28 anni (il compagno di mia madre)e comunque la parte servile mi è sfuggita, ho conosciuto bene l'altra.
Quanto agli accenti, dissento sull'asprezza del toscano... ehehe caro, ma non credo proprio lo sia...
(ma il sardo è dolce?)
Il tuo castello pare protetto dal resto delle brutture che ti si muovono intorno.
La costa smeralda non l'ho mai vista nemmeno io, ma il resto vale la pena, quindi ci s'accontenta.
Un abbraccio e al prossimo bollettino.
Rif. emma
RispondiEliminaCiao, Emma.
Il termine sardità va benissimo ed in effetti si tratta davvero di una condizione complessa.
Forse la parte "servile" di tale condizione è meno evidente dell'altra, ma penso che esista. Magari, poichè (come sardo) non sono molto semplice neanch'io, forse la vedo più accentuata o diffusa di quanto non sia.
Ovviamente, spero che la parte cinghialesca (!) non ti abbia creato dei problemi.
Il sardo è molto aspro anche come accento, ma in quella "puntata" mi sono concentrato di proposito su accenti forestieri.
Il resto dell'Isola regge senz'altro il confronto con la Costa Smeralda, perciò in Costa lasciamoci Briatore & relative ochette, giusto?
Besos y saludos.
il rovescio della medaglia,ciò che salva sempre il contesto
RispondiEliminatania_01
vero forse non ho avuto sufficiente occhio e spirito per notare la parte servile, ma sai, ne ho notate tante altre!
RispondiEliminadunque s'attende un altro racconto dal castello...
Rif. emma
RispondiEliminaNon è che ti siano mancati occhio e spirito, Em': per tua fortuna ti sono mancati 3mila anni di paranoie!
Comunque, presto avremo un nuovo resoconto.
Rif. tania _o1
RispondiEliminaDel resto, come ha detto qualcuno non può esserci luce senza ombra.
Niente vie di mezzo dunque! L'eremitaggio, come dici tu, è dovuto a qualcosa che non molti popoli possiedono: la fierezza per le proprie origini, il rispetto delle proprie tradizioni, l'appartenenza forte e radicata alla propria terra. Sotto alcuni punti di vista per un Kontinentale (!!!) questo potrebbe spaventare. Ma se si va in un luogo con lo spirito di adattare se stessi a tutto ciò che lì si trova come modo d'essere e si abbandona la velleità di imporsi, credo che si possano scoprire ed imparare molte cose...
RispondiEliminaSpettacolare il tuo resoconto sui dialetti!
Isabella
Un castello??? ma è fatto di sabbia ed è sulla spiaggia della foto?
RispondiEliminaA proposito della sardità di cui parli, io ho conosciuto sempre e soltanto sardi gentili ospitali e disponibili.
ah, io ci sono stata in costa smeralda...cicca cicca
Rif. isabella
RispondiEliminaL'attaccamento alle radici è molto importante, davvero; le radici definiscono ciò che ognuno di noi è.
Nello stesso tempo, è necessario che molti miei conterranei abbiano con esse un rapporto direi... più sano.
Condivido senz'altro la tua convinzione sulla necessità d'abbandonare "la velleità di imporsi", quel che può diventare uno schermo, una barriera tra sardo e non-sardo.
Spesso, purtroppo, noialtri tendiamo ad essere un po' troppo chiusi... il che non aiuta il non-sardo a capirci.
Ti ringrazio per l'elogio sui dialetti!
A presto e bentornata su queste ruote.
Rif. euclide
RispondiEliminaEsatto, Euc.: non si tratta di un vero castello; è un castello "ludico-virtuale."
Sono contento di leggere che il tuo "impatto" coi miei conterranei sia stato così positivo... forse dovrei rottamare le mie paranoie, o comunque mandarle in officina!
Però sei stata in Costa Smeralda e così "cicca cicca", eh? Non si dice agli amici!
Scherzi a parte, salludus.
Da vera emiliana doc spero dunque di risultarti simpatica e pure rilassante. Ovviamente io non mi sento di avere intonazioni particolari, nè molto accentuate se non fosse per quei "vee" lanciati qua e là nella conversazione. Me lo ha fatto notare un bergamasco che, quanto a parlata strana, dovrebbe proprio tacere! :lol:
RispondiEliminaCmq, un abbraccio dalla pianura, vee!! :D
Rif. burberry
RispondiEliminaTi trovo, burb, simpaticissima e davvero rilassante!
Non conosco bene le intonazioni invece dei bergamaschi (se non grazie a radio e tv) ma mi sembrano un po'... gutturali. Però, forse questa mia impressione dipenderà dal mezzo radio o tv, non so.
Certo che io, come sardo e cagliaritano dovrei stare zitto, veeeeero, è?
Un abbraccio dal mare, mì!
Allora ti divertiresti ad ascoltare l'abruzzese!;) E' come un misto fritto!!!
RispondiEliminaLe tipolegie di sardi descritte direi che ...si si ci sono tutte!
Rif. guernica
RispondiEliminaPenso che per chi scrive, i dialetti (che spesso sono quasi delle lingue) siano una grande risorsa di ispirazione di creatività.
Quanto ai sardi, se ne hai conosciuto qualcuno, forse sono anche peggio!
Scherzi a parte, buon fine settimana.
(Che pasticcio doveva essere la John Fante's house, tra inglese ed abruzzese?!)