tag:blogger.com,1999:blog-39182365790469342792024-02-19T04:12:09.380+01:00Riccardo UcchedduGuardando le ruoteRiccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.comBlogger432125tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-78101838321012938192023-08-03T12:55:00.002+01:002023-08-03T12:55:45.400+01:00Quello che sappiamo e quello che non sappiamo<p> </p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Partito da una città del
Sud o delle Isole</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">luoghi quelli in cui il
lavoro</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">quasi mai è diritto,
troppo spesso è regalo o privilegio</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">e dove per essere onesto
devi esserlo molto di più
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">e per restarlo devi
essere duro</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">molto più dei duri.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Partito con un sogno di
rock appena addolcito dal roll,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">ma quello che non sai è
che andava a Bologna</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">e che lei andava nella
stessa città,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">lei che aveva conosciuto
su una spiaggia</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">vicina ad una mare su cui
il sole splende come il sorriso di Dio,
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">ma vicina quella spiaggia
anche ad una terra</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">rovinata dal ghigno del
Diavolo.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Quello che non sai, amico
mio, è che lei</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">era partita da un paesino
del Nord</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">per andare a studiare
arte a Bologna.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Quello che non sai, amico
mio, è che quasi tutti</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">le dicevano che era pazza
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">quando parlava di alberi
che di notte camminavano,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">di stelle che piangevano
di nascosto</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">e quando dava un nome
sempre diverso</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">a tutte le radici a tutti
i sassi e ad ogni filo d'erba</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">che calpestava scusandosi
con un triste sorriso.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Lei partì all'alba del
primo giorno d'agosto</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">ed il treno correva,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">ma non veloce quanto i
pensieri della nuova vita</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">che certo avrebbe gustato
in quell'antica e grande città,
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">non veloce quel treno
quanto le sue speranze di giovane donna</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">solo un po' venate di
paura.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Quello che non sai, amico
mio, è che</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">si videro alla breve e
struggente distanza
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">che separava lui e lei
dalla corsa
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">verso un bacio ed un
abbraccio di fuoco che</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">non poterono darsi,
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">perché la bomba fascista
esplose</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">trasformando la stazione
della città</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">in terribile carnaio,
orribile Inferno e mattatoio</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">che ancora uccide e
strazia.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Quello che non sappiamo è
chi ordinò la strage</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">e finché non avremo nomi
e motivi
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">quei morti vagheranno per
la stazione</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">continueranno a morire
ogni giorno ed ogni giorno ancora</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">chiedendo una giustizia
non fatta di cordoglio dal taglio di impeccabile sartoria</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">mentre continua la moria
degli innocenti fatti a pezzi a Bologna, quel 2 agosto del 1980.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Quello che sappiamo è
che lui e lei si sono ritrovati</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">perché certo, c'è vita
oltre questa,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">quello che sappiamo è
che ora sono tristemente felici</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">perché cari amici e care
amiche,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">l'amore diventa aspro e
quasi una falsa gioia
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">quando vite innocenti
siano state offese</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">come in quella stazione
di un agosto ormai lontano,</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">ma che continua, continua
e non smette ancora ed ancora di bruciare.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-83388962997078727192023-04-25T14:26:00.000+01:002023-04-25T14:26:49.472+01:00Su via Rasella e sulle Fosse Ardeatine<p> </p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Il 23 marzo del 1944 la
Resistenza romana attaccò ed uccise 33 membri del 3° battaglione di
polizia <i>SS </i><span style="font-style: normal;">Bozen.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">In
seguito a questo attacco i nazisti stabilirono, contro qualsiasi
legge di guerra, di uccidere 10 italiani per ognuno di loro. Arrivati
però a 330, decisero di ucciderne anche altri 5. </span><i>Nota
bene</i><span style="font-style: normal;">: una rappresaglia è sempre
e comunque, quindi </span><i>in sé stessa</i><span style="font-style: normal;">:
1) azione moralmente vile; 2) atto giuridicamente ingiustificabile:
Questo perché appunto la rappresaglia viene scatenata contro delle
persone disarmate e che comunque, non possiedono alcuna esperienza né
preparazione di tipo militare, né pratica né teorica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">Ma
quell'azione non trova nessuna giustificazione morale o giuridica
neanche sul piano del diritto di guerra. Ipotizziamo, infatti, che i
335 martiri delle Ardeatine fossero stati militari o poliziotti
(anche se sappiamo che non lo erano). Bene, il soldato o l'agente di
polizia che sia stato fatto prigioniero ha diritto di non subire
alcun tipo di violenza, di pressione, ricatto ecc. ecc.: né sul
piano fisico né su quello psicologico, morale e così via.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Del
resto, il </span><i>rispetto </i><span style="font-style: normal;">sia
per i civili sia per il personale militare o di polizia che si
trovasse in stato di detenzione o di prigionia, era prescritto dalle
stesse leggi a cui doveva attenersi l'esercito di Hitler. Riporto,
infatti, da </span><i>I dieci comandamenti del soldato tedesco </i><span style="font-style: normal;">almeno
questi articoli: “Combattendo per la vittoria, il soldato tedesco
osserverà le regole della </span><i>guerra cavalleresca</i><span style="font-style: normal;">.
Le crudeltà e le distruzioni insensate sono </span><i>indegne </i><span style="font-style: normal;">di
lui.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Il
nemico che si è arreso, anche se è partigiano o spia, </span><i>non
deve </i><span style="font-style: normal;">essere ucciso. Sarà
debitamente punito dai tribunali. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">I
prigionieri di guerra non devono essere </span><i>maltrattati o
offesi</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">La
popolazione civile è </span><i>sacrosanta</i><span style="font-style: normal;">.”1
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">Sappiamo
bene come non solo le S.S., ma anche la Gestapo, la Luftwaffe
(l'aviazione militare) e la Wehrmacht (le truppe di terra) ignorarono
questi pur nobili articoli.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">Si
dirà: ma i soldati tedeschi temevano, non eseguendo gli ordini
crudeli ed insensati dei loro comandanti, di essere anche loro
torturati ed uccisi. In effetti, l'ultimo art. di questi
“comandamenti” recita: “Solo dietro ordine del comando
superiore sono permesse azioni di rappresaglia.”2
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Dunque
si dice in modo abbastanza chiaro che la </span><i>Vergeltung </i><span style="font-style: normal;">appunto
in tedesco la rappresaglia era ammessa: e non si dice fino a che
punto di inumanità essa potesse o dovesse spingersi, né si
specifica se di fronte a quella il soldato avesse un qualche margine
di discrezionalità o perfino di insubordinazione. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Da
quel punto di vista, si potrebbe pensare che il soldato del Terzo
Reich (per il momento lasciamo stare il suo </span><i>senso morale </i><span style="font-style: normal;">e
la sua </span><i>umanità</i><span style="font-style: normal;">),
fosse portato ad eseguire certi ordini per </span><i>paura</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><a name="title"></a><a name="productTitle"></a>
<span style="font-style: normal;">Ma in realtà la paura non
c'entrava. Nel caso, infatti, della reazione nazista a via Rasella,
sappiamo che Hitler aveva chiesto di far saltare una parte di Roma e
di uccidere </span><i>più di mille </i><span style="font-style: normal;">italiani.
Ma attenzione: “Il capo di stato maggiore di Kesserling, Siegfried
Westphal”, fu informato dal: “Colonnello Baelitz”, dell'attacco
di via Rasella e di una disputa tra altri due grandi alti ufficiali,
cioè </span><span style="color: #202122;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Möllhausen</span></span></span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
e </span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Mälzer,
“della selvaggia richiesta di Hitler.” Comunque: “I due uomini
concordarono nell'opinione che sarebbe stata un'azione irragionevole,
benché ambedue fossero persuasi che gli italiani dovevano essere
puniti.”3</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Bene,
a nessuno degli ufficiali poc'anzi nominati accadde qualcosa.
Addirittura, rifiutò di prestarsi a quell'infamia perfino il
maggiore Dobbrick, benché toccasse: “A lui, quale comandante del
3° battaglione, vendicare i suoi uomini”, e come se non bastasse:
“Il colonnello Hauser, che ben presto sarebbe stato promosso
generale, oppose anche lui un rifiuto.”4 </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Tutto
ciò prova che chi voleva, poteva rifiutarsi di eseguire ordini
barbari, o a dir poco inumani. Insomma, chi certi ordini impartiva ed
eseguiva, lo faceva con assoluta cognizione di causa, senza alcuna
remora di tipo morale, conscio che volendo avrebbe potuto rifiutarsi
e probabilmente, obbediva anche con un certo entusiasmo.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Torniamo
ora al punto da cui siamo partiti, cioè alla composizione degli
uomini della </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Bozen</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
E' stato sostenuto perfino da massime autorità della Repubblica, che
quegli uomini fossero: “Una banda musicale di semi-pensionati, e
non nazisti delle SS.”5</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Lo
storico tedesco Lutz Klinkhammer, infatti, afferma afferma che quei
battaglioni di polizia furono creati </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">da
Himmler</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
il capo delle SS e che quei reparti: “Parteciparono allo </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">sterminio
</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">degli
ebrei dell'Est Europa. E il quindicesimo reggimento di polizia, che
precedette a Roma i soldati della Bozen, prese parte al
</span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">rastrellamento
</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">degli
ebrei il 16 ottobre del 1943.”</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Klinkhammer,
per fugare poi ogni dubbio su compiti e funzioni di queste che non
erano semplici squadre di polizia, aggiunge che anche i soldati della
Bozen: “Portavano la </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">stessa
</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">divisa
della polizia d'ordine </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">nazista
</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
era quella indossata dai rastrellatori. Formalmente erano tutti
inquadrati </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">nell'impero
delle SS</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
sotto Himmler, che infatti il 24 febbraio – un mese </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">prima
</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">dell'attentato
di via Rasella – emanò un decreto per il quale i reggimenti di
polizia dovevano prendere il nome di: 'Reggimenti di polizia </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">SS</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.'”6
</span></span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Affermare
poi che quelli della </span></span></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Bozen
</span></i></span></span></span><span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">fossero
“semi-pensionati”, risulta quantomai falso. Il più “anziano”,
infatti, era un certo Jakob Erlacher, classe 1901; egli aveva dunque
43 anni.”7</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Davvero
risulta quantomai falso affermare che si trattasse di
“semi-pensionati,” membri di una banda militare ecc. ecc. In quei
casi si potrebbe pensare che fossero poco addestrati, mal armati e
magari anche privi della necessaria copertura da parte di mezzi
militari pesanti: una sorta insomma di versione tedesca dell'armata
Brancaleone. </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Come
afferma, infatti, lo stoico americano Robert Katz, la colonna di
soldati che al momento dell'attacco partigiano si apprestava ad
imboccare via Rasella: “Era scortata da una mezza dozzina di uomini
con fucili mitragliatori mitragliatori allineati in testa. Un
autocarro armato con una mitragliatrice montata su una piattaforma
chiudeva la colonna. La formazione si snodava per una lunghezza di
circa cento metri: più di centocinquanta uomini, che portavano a
tracolla i nastri delle munizioni. Ognuno era armato di un fucile e
di una pistola.”8</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Altra
falsità sul piano storico consiste nell'affermare che i partigiani
fossero al corrente, anzi dire con una certa decisione che “sapevano”
che compiere atti di ostilità contro i nazisti, avrebbe causato
delle rappresaglie. Dopo l'attacco, infatti, compiuto dai Gap di
Roma, l'autorità militare che in quel momento era seconda solo al
feldmaresciallo Kesserling, cioè Mackensen: “Fissò la proporzione
dei fucilati nella misura di 10 italiani per ogni tedesco ucciso in
via Rasella.”9</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ora,
se Mackensen ebbe bisogno di “fissare” quella terribile
proporzione, risulta evidente che prima non era ancora stato fissato
proprio nulla. Dunque i partigiani non potevano “sapere”
assolutamente niente.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">A
chi poi obietta che i nazisti avrebbero voluto giustiziare solo chi
li aveva attaccati, va ricordato che durante il processo tenutosi in
Italia nel 1948, chi organizzò e diresse il massacro delle Ardeatine
cioè il maggiore Herbert Kappler, affermò che si era deciso di
mantenerlo: “Segreto per ragioni di sicurezza, cioè per paura di
un tentativo da parte dei partigiani di impedire ai tedeschi di
portar a termine le rappresaglie.”10</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Comunque,
dal dopoguerra ad oggi, a riprova del persistere di una mentalità
che simpatizzava e forse simpatizza tuttora col nazifascismo, si è
parlato di: “Pubblici proclami affissi alle vie di Roma all'inizio
dell'occupazione e che avvertivano la popolazione che rappresaglie di
dieci uomini contro uno sarebbero state all'ordine del giorno. <i>Nessun
</i>annuncio del genere fu <i>mai </i>esposto al pubblico sotto
<i>nessuna forma</i>, e la verità è che prima di quella delle
Ardeatine in Italia i tedeschi non attuarono alcuna rappresaglia.”11</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Del
resto, e questa è la classica prova del nove, quando furono
processati sia Kappler sia Kesserling, alla domanda se rivolsero ai
gappisti un qualche appello perché si costituissero, o anche uno in
cui si informasse la “cittadinanza romana” di una rappresaglia:
“Il cui rapporto sarebbe stato di dieci italiani per ogni
tedesco”12 sia Kappler sia Kesserling risposero negativamente.
Kesserling fece questo anche quando la Corte gli chiese: “Ma
potrebbe aver detto: 'Se la cittadinanza non denuncerà i
responsabili entro una certa data, ordinerò di uccidere dieci
italiani per ogni tedesco?”13</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Forse
alla questione ho dato anche troppo spazio. Comunque che cosa
pretende, chi parla di fantomatici “appelli”, del fatto che i
partigiani “sapevano” del rapporto di 10 italiani per 1 tedesco
ecc. ecc.? Solo una cosa: scaricare su chi combatteva per liberare
l'Italia dal nazifascismo la responsabilità delle stragi appunto
nazifasciste. “Solo” che l'Italia si arrendesse senza combattere.
Nient'altro.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Comunque,
quando si trattava di massacrare barbaramente dei civili e tra questi
anche donne, vecchi e bambini, i nazisti non avevano certo bisogno di
nascondersi dietro l'alibi di attacchi da parte dei partigiani. Come
prova lo storico tedesco Lutz Klinkhammer: “In effetti, le stragi
di Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Padule di Fucecchio,
Pietransieri o Vallucciole, nelle quali furono trucidate in modo
bestiale prevalentemente donne e bambini, <i>senza che vi fosse stato
precedentemente </i>un attentato come a via Rasella, sono esempi
ancora più eclatanti del terrore tedesco in Italia.”14 </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Di
più: la città olandese di Rotterdam, che pure decise di arrendersi
all'aggressore nazista, fu comunque bombardata e rasa al suolo dalla
Luftwaffe, tanto che alla fine della 2/a guerra mondiale dovette
essere in buona parte ricostruita. Dunque per i nazisti il fatto che
ci si potesse arrendere e consegnare nelle loro mani non contava
proprio niente: quel che contava era colpire nel modo più duro sia
chi combatteva sia chi non lo faceva. In questo modo essi puntavano
ad ottenere dei (peraltro discutibili) successi sul piano militare,
ma l'obiettivo era soprattutto un altro: il terrore, col quale
credevano di poter fiaccare il morale della popolazione, in modo
anche che appunto la popolazione facesse mancare il suo appoggio
tanto al movimento partigiano quanto all'avanzata degli Alleati. </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Inoltre,
della guerra aerea contro le città e contro i civili, non solo
contro eventuali infrastrutture militari o anche industriali adibite
a fini militari, uno dei maggiori artefici fu proprio Kesserling...15
egli, infatti, fu responsabile di varie stragi, in Italia e non solo.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Inoltre,
quando si parla di stragi compiute dai nazisti in Italia, non bisogna
dimenticare la fattiva collaborazione o per meglio dire <i>complicità
</i>che in esse ebbero le autorità fasciste <i>italiane</i>: senza
quella complicità, ben difficilmente i nazisti avrebbero potuto
accedere ai nominativi di ebrei, oppositori politici e partigiani.16
Chi dimentica o non conosce questo vergognoso fatto, farebbe meglio a
documentarsi e se proprio non ci riesce, non sbaglierebbe se
decidesse di occuparsi di altro, invece che della parte più tragica
della storia d'Italia del XX secolo.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Vorrei
concludere ribadendo come il concetto di “obbedienza” non abbia
alcun valore di fronte allo sterminio di persone innocenti o perfino
di prigionieri che pure siano ritenuti dei pericolosi nemici. I
membri della Wehrmacht, delle SS, della Luftwaffe e della Gestapo che
durante i processi dichiaravano di esser stati costretti ad eseguire
certi ordini perché in caso contrario sarebbero stati giustiziati,
come abbiamo visto, in realtà mentivano. E questo lo sapevano
benissimo. </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Come
ricorda al riguardo il Klinkhammer: “Per far valere tale meccanismo
di discolpa si inventò allora una parola nuova 'Befehlsnotstand'
(impossibilità di disubbidire). Ormai sappiamo da diverso tempo che
tale 'Befehlsnotstand' non è mai esistito.”17 </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Personalmente,
aggiungo che anche quando tale “impossibilità” fosse esistita,
ci sarebbe però stata almeno <i>una </i>possibilità: quella di
comportarsi da esseri umani. Sempre. Comunque.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Inoltre,
dobbiamo ricordare come nel corso della Storia, determinati orrori
siano stati ispirati (sebbene certe “ispirazioni”solo
volgarissimi alibi) da altri che li hanno preceduti. Hitler, per es.,
sosteneva di voler applicare alle popolazioni dell'Europa orientale,
ma come abbiamo visto non solo a quelle, i sistemi che furono
applicati dagli Americani ai cosiddetti Indiani. Perciò dalla
teorizzazione della legittimità di certi massacri alla loro
realizzazione pratica, il passo era davvero breve; né a tutto ciò
si sottrasse il regime di Mussolini, per es. in Etiopia.18</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Da
tutto ciò consegue che le Fosse Ardeatine e tanti altri massacri non
nacquero diciamo così da qualche <i>raptus</i>, o come reazione allo
stress psicologico a cui in guerra i soldati sono spesso sottoposti
ecc. ecc., ma furono il prodotto di un lucido e freddo piano
criminale. Ecco perché si poté arrivare al punto, alle Ardeatine,
che con alcuni spari: “Alcune teste”, fossero, “letteralmente
staccate dal busto. Ne schizzarono brandelli sul soffitto della
galleria. Quando i cadaveri vennero esumati, se ne trovarono <i>39
decapitati</i>.”</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">A
proposito delle pallottole esplose dai carnefici, sappiamo anche che:
“Non attraversarono il cervello, ma soltanto la faccia, strappando
occhi e nasi in un fiume di sangue. Non tutti morirono subito anzi
molte vittime: “Giacquero prive di sensi per i colpi ricevuti,
agonizzando nel cumulo dei cadaveri.”19 </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Era
la guerra <i>cavalleresca </i>dei nazisti, che ebbero come alleati i
non meno cavallereschi fascisti nostrani. </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0f1111;"> </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">Note</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">1
Lord Russell, </span><i>Il flagello della svastica </i><span style="font-style: normal;">(1954),
Feltrinelli, Milano 1991, artt. 1,3,4,7, p.239. I corsivi sono miei.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">2
Lord Russell, </span><i>Il flagello della svastica</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit.,art. 10, p.240.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">3
Per tutto questo, cfr. Robert Katz, </span><i>Morte a Roma. Il
massacro delle Fosse Ardeatine </i><span style="font-style: normal;">(1967),
Editori Riunti, Roma 1996, pp.82-83.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">L'ed.
cit. non è una semplice ristampa, ma un testo che tiene conto anche
di nuovi fatti emersi dopo il 1967: in primis l'inspiegabile inerzia
del Vaticano di fronte alla </span><i>Vergeltung</i><span style="font-style: normal;">
nazista; cfr. R. Katz, </span><i>Introduzione alla nuova edizione </i><span style="font-style: normal;">a
Id., </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">, op.
cit., pp.IX-XIII.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">4
Cfr. R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., rispettivamente pp. 115 e 116. In un primo momento si
mostrò esitante lo stesso Kappler; cfr. R. Katz, op. cit., p.116.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Cfr.
Robert Katz, </span><i>Dossier Priebke. Anatomia di un processo</i><span style="font-style: normal;">,
Rizzoli, Milano 1996, pp.135-136. Più in generale, per </span><i>decine
</i><span style="font-style: normal;"> di casi di soldati che si
rifiutarono di eseguire ordini chiaramente criminali, ma senza subire
alcuna conseguenza, cfr. R. Katz, </span><i>Dossier Priebke</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., pp.126-127. Come testimoniò durante il processo Priebke il
capitano della Marina tedesca Gerard Schreiber, per nessuna di di
quelle insubordinazioni: “Ci fu mai un caso di pena capitale.” R.
Katz, </span><i>Dossier</i><span style="font-style: normal;"> </span><i>Priebke</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.127.</span><i> </i>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">5
Cfr. </span><i>Lo storico smentisce Ignazio La Russa su via Rasella:
“Altro che pensionati, quelli erano soldati nazisti</i><span style="font-style: normal;">”,
da <a href="https://www.open.online/">https://www.open.online</a> </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">L'on.
La Russa si è poi scusato per quella sua dichiarazione, ammettendo
però con sorprendente </span><i>nonchalance </i><span style="font-style: normal;">che
si trattava di soldati nazisti: l'esatto contrario quindi di quel che
aveva dichiarato solo pochi giorni prima, che faceva pensare a quelli
della </span><i>Bozen </i><span style="font-style: normal;">come
persone del tutto pacifiche ed inoffensive. Perciò ben difficilmente
questa sua rettifica è apparsa come granché argomentata, o
convincente. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">6
Per tutte le affermazioni citate, cfr. </span><i>Lo storico smentisce
La Russa</i><span style="font-style: normal;">, art. cit. I corsivi
sono miei.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">7
Cfr. </span><i>Il combattimento di via Rasella</i><span style="font-style: normal;">,
di Andrea Dominici, in <a href="http://docenti.ing.unipi.it/">http://docenti.ing.unipi.it</a>
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">8
R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.7 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">9
Id., </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">, op.
cit., p.82.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">10
Id., </span><i>Morte a Roma,</i><span style="font-style: normal;"> op.
cit., p.217. Sull'eccidio delle Ardeatine e sulle vicende processuali
ad esso relative, cfr. anche </span><i>L'eccidio delle Fosse
Ardeatine </i><span style="font-style: normal;">in
<a href="https://encyclopedia.ushmm.org/">https://encyclopedia.ushmm.org</a>
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">11
R. Katz, </span><i>Dossier Priebke. Anatomia di un processo</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.43. I corsivi sono miei. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">12
Per la domanda in questione, cfr. R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.217.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">“<span style="font-style: normal;">Richiesto
a bruciapelo dal presidente del tribunale se fosse stato rivolto ai
partigiani uno 'specifico appello' a consegnarsi, Kappler rispose:
'Io non avevo l'autorità per fare appelli di questo genere.” In un
altro contesto dichiarò: 'Mi mancava il tempo per farlo...'” Cfr.
</span><i>Testimonianza di Kappler</i><span style="font-style: normal;">,
in R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.217 n.1. Sulla medesima questione, cfr. Id.,</span><i>
Dossier Priebke</i><span style="font-style: normal;">, op. cit., p.70.
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">13
Riguardo a Kesserling, cfr. R. Katz, </span><i>Dossier Priebke</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., pp.70-71.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">14
Lutz Klinkhammer, </span><i>Stragi naziste in Italia. 1943-1944</i><span style="font-style: normal;">,
Donzelli, Roma 2006, p.24.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">15
R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.90 e n.1.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">16
L. Klinkhammer, </span><i>Stragi naziste in Italia. 1943-1944</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., almeno pp.67-69. Cfr. anche R. Katz, R. Katz, </span><i>Morte
a Roma</i><span style="font-style: normal;">, op. cit., pp.176-177
n.6, dove l'A. sostiene come anche nel caso del: “Massacro tedesco
di quindici partigiani, in cui furono esposti a pubblico ludibrio in
piazzale Loreto, a Milano, (…) fosse stata la </span><i>polizia
fascista </i><span style="font-style: normal;">a prelevare le vittime
da una prigione italiana per </span><i>consegnarle </i><span style="font-style: normal;">ai
tedeschi.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">17
L. Klinkhammer, </span><i>Prefazione </i><span style="font-style: normal;">a
</span><i>Stragi naziste in Italia. 1943-1944</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.IX.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">18
Per tutto questo, cfr. Domenico Losurdo, </span><i>Il peccato
originale del Novecento</i><span style="font-style: normal;">,
Laterza, Roma-Bari 1998, pp.8-11. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">19
R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.150. Il corsivo è mio. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Sulle
Ardeatine, cfr. anche Roberto Battaglia Giuseppe Garritano, </span><i>Breve
storia della Resistenza italiana</i><span style="font-style: normal;">,
Editori Riuniti, Roma VI ed. 1997, pp.105-108.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<ol start="7">
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
</ol>
<ol start="3">
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
</ol>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-36999911582967469202022-12-08T17:13:00.000+01:002022-12-08T17:13:42.598+01:00Le mie canzoni di Natale<p> </p><p style="margin-bottom: 0cm;">Ciao a tutti!</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Ecco i brani che mi piace
ascoltare quando stanno per arrivare Natale, Babbo Natale e le sue
renne ed anche la Befana.</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><i>Santa Claus is coming
to town</i><span style="font-style: normal;">: in qualsiasi versione,
ma soprattutto, in quella proposta da zio Buce e dalla “E”
Street.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Ricordo
poi una travolgente </span><i>Baby please come back home to
Christmas</i><span style="font-style: normal;">. Ho qualche dubbio sul
titolo esatto. Più o meno dovrebbe essere quello, ma comunque, la
canzone fu eseguita anni fa da un B.B. King in folle giacca viola
tutta lustrini. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Neanche
io sarei riuscito a vestirmi così male!</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">In
ogni caso, il grande Blues Boy si lanciò in una rock 'n rollistica
versione del brano davanti a tutta una schiera di cardinali ed
elegantissime ed impellicciatissime signore ed incravattatissime
“personalità” di vario genere. Grande!!!</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Naturalmente
ascolto sempre con grande piacere </span><i>Happy Christmas (war is
over) </i><span style="font-style: normal;">di John Lennon, ma mi dà
un mega fastidio che le radio e le tv la tirino fuori come una
canzone di buoni o meglio banali sentimenti, e non come una che dice
che la </span><i>guerra </i><span style="font-style: normal;">è
finita se </span><i>tu lo vuoi</i><span style="font-style: normal;"> e
che inoltre, auspica la pace per </span><i>ogni </i><span style="font-style: normal;">etnia.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Una
canzone poi quella accompagnata da un coro di bambini di Harlem, che
negli U.S.A., è sempre stato considerato e trattato come un ghetto.
Insomma, quel pezzo di John Lennon non è </span><i>White</i><span style="font-style: normal;">
</span><i>Christmas </i><span style="font-style: normal;">o altra roba
del genere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><i>Jingle bells </i><span style="font-style: normal;">non
mi ha mai detto niente, anche se a scuola con alcuni ragazzi stiamo
pensando di eseguire </span><i>Jingle bells rock</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Pollici
ed alluci alzati verso il cielo per </span><i>Silent Night </i><span style="font-style: normal;">cantata
da Mahalia Jackson.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Approvazione
ululante per </span><i>Christmas spirit </i><span style="font-style: normal;">cantata
da Julia Lee.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Stupore
adorante per </span><i>Sometimes I feel like a motherless child
</i><span style="font-style: normal;">cantata da Sarah Vaughan. Molti
di noi, infatti, si sentono come dei bambini senza madre; non solo a
Natale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Ecco,
è questa (più o meno) la mia lista di canzoni natalizie, che come
avrete notato, hanno tutte questa caratteristica: non sono allegre in
modo esagerato, forzato.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Bene,
per oggi è tutto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Ci
risentiamo per gli auguri di Natale!</span><i> </i>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-42756006128182198422022-09-18T12:00:00.000+01:002022-09-18T12:00:32.396+01:00I nuovi assetti <p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Il nuovo presidente è stato
eletto. Bene! Purtroppo, non è ricattabile come gli altri, o non lo
è abbastanza.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ma per fortuna, ha firmato nel
giorno stesso della sua elezione una legge che consente all'esercito
di girare liberamente per le strade della capitale senza che debba
sottostare al rispetto della Costituzione, che pure ha il dovere di
difendere... insieme alla Repubblica.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Certo, tutto questo non aprirà
automaticamente le porte al tanto agognato <i>golpe</i><span style="font-style: normal;">,
però è un primo, importante passo in quella direzione. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Inoltre,
il presidente, il più giovane degli ultimi 50 anni, ha personalmente
caldeggiato la riapertura dei manicomi. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Si
sa poi che non si opporrà, almeno non </span><i>a priori</i><span style="font-style: normal;">,
all'uso della tortura negli interrogatori condotti dalle forze
dell'ordine. Questo per quanto riguarda gli uomini.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Per
quanto riguarda invece le donne, sappiamo che si opporrà con tutte
le sue forze agli “stupri terapeutici”, sui quali però non avrà
niente da eccepire se avverranno nei nuovi manicomi. Naturalmente,
quegli stupri dovranno essere effettuati da personale
medico-infermieristico altamente specializzato: dopotutto, siamo nel
2220 e perdiana, siamo un Paese occidentale, europeo, cristiano e
democratico, mica dei barbari!</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Inoltre,
come è noto, quando il presidente era ancora senatore, votò a
favore di (però ragionevoli) limitazioni della libertà di
stampa, di parola, di riunione e di un forte contenimento del diritto
di sciopero. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Poi
con la camorra e con le varie mafie, che hanno garantito i voti ed i
fondi per la sua elezione, abbiamo trovato da tempo il modo di
convivere. Con le mafie </span><i>italiane</i><span style="font-style: normal;">,
ovvio, che collaborano da tempo con le nostre forze dell'ordine per
combattere le mafie </span><i>estere</i><span style="font-style: normal;">.
Del resto, tutto si potrà dire dei nostri mafiosi, tranne che non
siano patriottici.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">La
legge sul divorzio sarà abolita, ma esso sarà riservato alle
persone abbienti; idem per il divorzio. Certo, la Chiesa pretenderà
una </span><i>totale </i><span style="font-style: normal;">abolizione
di entrambi, ma noi controlliamo le banche del Vaticano, perciò...</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Il
rock, il rap, il blues, la canzone d'Autore e qualsiasi forma
artistico-musicale di protesta o comunque eccessivamente impegnata
e/o intellettuale, sarà considerata “anti-italiana ed
anti-sociale”: come tale, punibile con una pena che potrà andare
da 5 a 8 anni di reclusione. Naturalmente, senza condizionale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Nelle
scuole e nelle università si riprenderanno a studiare ed a insegnare
le gesta dei comandanti Crociati, le teorie dei grandi uomini
(ingiustamente vilipesi) dell'Inquisizione, dell'assolutismo e
gradualmente, anche di qualche fascista illuminato.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Stiamo
per depenalizzare il reato di stupro di gruppo ed anzi, a fini di
beneficenza, alcuni saranno trasmessi in diretta tvnet; ovviamente, in
2/a serata.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Sarà
introdotto il reato di omosessualità, punibile con l'ergastolo. In
omaggio però all'innato senso di giustizia del nostro popolo,
l'omosessuale sarà libero di scegliere tra l'ergastolo e 30 anni di
lavori forzati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">La
gente ci metterà un po' ad abituarsi al </span><i>nuovo</i><span style="font-style: normal;">,
ma la trasmissione di pcquiz davvero geniali e spiritosi, talvolta
anche birichini nonché di partite di calcio gratis, ci aiuterà
parecchio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Certo,
all'inizio dovremo scendere a a qualche fastidioso compromesso
democratico: per es., non potremo abolire subito le elezioni, la cui
abolizione faremo però in modo che sia votata dal cosiddetto </span><i>popolo</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Insomma,
ci vorrà un po' di pazienza. D'altronde, per i nuovi assetti ce ne
vuole sempre.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ma
siamo nell'Italia del 2220 e si sa che da noi, con un tantino di
pazienza e di amore, si può far tutto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-91738272465625890512022-06-17T09:03:00.002+01:002022-06-17T09:03:11.847+01:00“Joker”, di Todd Phillips<p> </p><p>Questo film mi è piaciuto moltissimo.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Finora avevo trovato il
personaggio del Joker solo in films in cui appariva come antagonista
di Batman e benché (grazie alla sua follia e spietata irriverenza)
in quel ruolo risultasse piuttosto interessante, era difficile non
vederlo come un personaggio schiacciato sullo stereotipo del pazzo
criminale.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Ma i vari Joker visti finora,
incluso quello nicholsiano, secondo me alla lunga rivelavano una
certa mancanza di <i>complessità</i><span style="font-style: normal;">.
Perfino la loro violenza risultava poco credibile.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Questo
altro Joker no: è, infatti, più una </span><i>persona </i><span style="font-style: normal;">che
un semplice personaggio. Il regista ci presenta Arthur, un uomo che
solo </span><i>dopo </i><span style="font-style: normal;">assumerà
l'identità grazie alla quale è conosciuto da tutti. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Egli è un uomo sulla quarantina
che vive ancora con la madre ormai anziana e malata, di cui comunque
si prende cura con grande affetto. I due vivono in un modesto
appartamento che si trova in una zona disastrata della città
immaginaria di Gotham. Povertà, degrado, isolamento, teppismo: sono
questi gli “ingredienti” della vita di Arthur e dei dannati che
popolano questo inferno suburbano.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Egli è seguito dai servizi
sociali e deve assumere degli psicofarmaci per controllare alcuni
disturbi mentali che immaginiamo importanti. Ma tutto sommato, tira
avanti con una certa dignità. Questo, sebbene la disperazione faccia
abbastanza spesso capolino.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">La vita di Arthur, della madre e
delle persone del loro mondo, che per l'élite economica e politica è
quella di un volgare ed assurdo <i>sotto</i><span style="font-style: normal;">mondo,
è più che altro sopravvivenza e potrebbe avere come ideale colonna
sonora </span><i>Cold, cold ground</i><span style="font-style: normal;">,
</span><i>Rosie</i><span style="font-style: normal;">,</span><i>
Jersey girl </i><span style="font-style: normal;">ed altre ballate e
blues di Tom Waits, o anche </span><i>Born in the U.S.A.</i><span style="font-style: normal;">,
</span><i>Nebraska </i><span style="font-style: normal;">e </span><i>The
ghost of Tom Joad </i><span style="font-style: normal;">di
Springsteen. Tutte quelle vite spezzate e costrette a girare
eternamente in tondo, nel vano tentativo di riafferrare i pezzi
perduti ed insanguinati del proprio cuore e della propria mente...</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Come
penso che sia già stato detto, se vogliamo cercare degli “antenati”
di questo film o almeno delle sue </span><i>atmosfere</i><span style="font-style: normal;">,
possiamo trovarli in </span><i>Mean streets </i><span style="font-style: normal;">ed
in </span><i>Taxi driver </i><span style="font-style: normal;">di
Scorsese: films in cui violenza, squallore e divisione delle città
in 2 dimensioni totalmente opposte sono innegabili. Films in cui
regnano l'alienazione delle metropoli americane ed il potere della
malavita.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Il discorso,
infatti, svolto da queste pellicole è senz'altro quello della
violenza, della solitudine e dell'isolamento e se lo troviamo (in
dosi perfino più abbondanti) anche in altre, credo però che solo in
quei 2 vi sia quella particolare miscela di realismo e visionarietà.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Ora,
per me il film di Philips si inserisce perfettamente in quel solco,
in quella </span><i>particolare</i><span style="font-style: normal;">
tradizione. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Comunque,
l'Arthur di Phillips sembra quasi </span><i>predestinato</i><span style="font-style: normal;">
alla follia ed alla violenza: il suo mondo, che è poi anche il
</span><i>nostro</i><span style="font-style: normal;">, è spaccato
esattamente a metà tra chi detiene il potere economico,
poliziesco-giudiziario e militare ed ha anche quello di </span><i>tagliare
</i><span style="font-style: normal;">servizi sociali, prestazioni
mediche e somministrazioni di farmaci e chi non ha e non </span><i>è
</i><span style="font-style: normal;">niente. E' un mondo lontanissimo
da qualsiasi tipo di redenzione ed al quale, seguendo una logica
folle eppure lucidissima, ci si può ribellare solo con </span><i>altra</i><span style="font-style: normal;">
follia e con </span><i>nuova </i><span style="font-style: normal;">violenza</span><i>.</i></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Colpisce,
nel</span><i> Joker </i><span style="font-style: normal;">di Phillips,
la capacità del protagonista Joaquin Phoenix di alternare con grande
</span><i>intensità </i><span style="font-style: normal;">momenti di
tenerezza verso la madre all'</span><i>odio </i><span style="font-style: normal;">verso
di lei, fino all'uso di armi di vario tipo ed alla sua passione per
la comicità; passione a cui però non corrisponde altrettanto</span><i>
talento</i><span style="font-style: normal;">. Ed anche questo
inserirà nella vita di Arthur altri elementi di devastante,
terribile caos.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Mi
fermo aggiungendo solo questo: secondo me vale la pena di vedere
“questo” </span><i>Joker</i><span style="font-style: normal;">,
perchè anche se talvolta è perfino brutale, ci aiuta a riflettere
sulla nostra società, su noi stessi e sul rapporto-scontro con gli
altri. Senza sconti e senza facili auto-assoluzioni. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-80431936483086335292022-04-25T14:47:00.002+01:002022-04-25T14:47:16.254+01:00Albert Kesserling, Marksteft 1885-Bad Neuheim 1960<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Albert Kesserling: “Dopo l'8
settembre, giorno della proclamazione fra Regno d'Italia e potenze
alleate, assunse il comando supremo di tutte le forze tedesche in
Italia, oltre a quelle schierate in Grecia.”1</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ora, Kesserling fu processato nel
1947 per crimini di guerra. Tra questi, ricordiamo i principali,
cioè: la strage delle Fosse Ardeatine (335 morti), Marzabotto
(1800), Sant'Anna di Stazzema (560). In quanto comandante supremo
delle forze tedesche in Italia, a lui va ascritta la responsabilità
morale e penale di tutti quegli orrori. Commessi, peraltro, contro
civili inermi.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ricordiamo, perché sia chiaro e
noto a tutti quello che fecero i nazisti a Sant'Anna, che il 12
agosto 1944 essi uccisero anche: “Anna, l'ultima nata nel paese di
appena <i>20 giorni</i>.”2</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sempre
per restare in tema di bambini, come scrive lo scrittore Manlio
Cancogni: “Fracassavano loro il cranio con il calcio della
'pistol-machine', e infilato loro nel ventre un bastone, li
appiccicavano ai muri delle case. Sette ne presero e li misero <i>nel
forno </i>preparato quella mattina
per il pane e ivi li lasciarono cuocere <i>a fuoco lento</i>.”3</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Non
ho parlato a caso di responsabilità morale e penale di Kesserling in
tutto questo. Egli, infatti, già per le Fosse Ardeatine aveva:
“Ordinato la rappresaglia in un rapporto di dieci a uno.”4 Di
conseguenza: “Dal momento che era stato lui a trasmettere gli
ordini alle formazioni dell'Armata alle sue dipendenze, era lui il
<i>responsabile </i>delle
modalità con cui tali ordini erano stati eseguiti.”5</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Inoltre,
già il 17 giugno 1944, egli aveva diramato ai suoi un ordine
relativo a presunte “nuove” regole contro la guerra partigiana.
Ma in realtà, nella mente e nelle azioni di Kesserling e dei nazisti
in generale, di <i>nuovo </i>c'era
ben poco. Comunque, le “nuove” regole nel combattere i partigiani
dovevano consistere non solo nell'eliminare loro, ma anche chiunque
in futuro potesse dar loro rifugio... magari solo a livello di
ipotesi.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ecco
perché Kesserling dichiarò: “Io proteggerò qualunque comandante
che, nella scelta e nella severità dei mezzi adottati nella lotta
contro i partigiani, <i>ecceda </i>rispetto
a quella che è la nostra <i>abituale moderazione</i>.”6</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ora,
qui parlare di “abituale moderazione”ha il sapore della più
cinica delle beffe. Quando mai, infatti, i nazisti (in Italia o
altrove) si dimostrarono abitualmente <i>moderati</i>?
Aggiungo che Kesserling, sempre fedele all'impostazione oltre che
crudele anche derisoria dei suoi ordini, il 1 luglio 1944 diramò
alle truppe un 2° ordine che terminava così: “Tutte le
contromisure devono essere dure ma giuste. Lo richiede la <i>dignità
</i>del soldato tedesco.”7</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ora,
quali fossero state la “giustizia” e la “dignità” appunto
del soldato tedesco, si era già visto in occasione del bombardamento
di Rotterdam (14 maggio 1940), quando i tedeschi: “Imposero la resa
immediata minacciando altrimenti di <i>radere al suolo </i>la
città. Gli olandesi accettarono la resa, ma mentre si svolgevano le
trattative, la Luftwaffe, a buon conto <i>distrusse </i>la
città. Successivamente Kesserling giustificò gli attacchi aerei
come una necessità militare (W. Shirer, <i>Storia del Terzo
Reich</i>, ed. it. Torino,
pp.784-785).”8
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Così,
il principio che dovrebbe essere sempre rispettato sia tra i singoli
cittadini sia nel mondo degli affari, del lavoro, dello sport ecc.
ecc. e soprattutto tra gli Stati, belligeranti o meno, cioè <i>pacta
sunt servanda </i>(i patti devono
essere rispettati)9 fu apertamente e criminalmente <i>violato
</i>dai Tedeschi. Fu, infatti,
oltremodo criminale che chi si fosse <i>de facto </i>arreso,
poi fosse <i>ulteriormente </i>attaccato...
e con tanta violenza.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ricordiamo
che già nel <i>1625 </i>proprio
un giurista e filosofo olandese cioè Ugo Grozio (olandese Huig van
Groot) ribadì la celebre massima a suo tempo attribuita al giurista
dell'antica Roma Ulpiano, sull'obbligatorietà del rispetto dei
patti.10
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Del
resto, ancora nel '600 perfino un filosofo come Hobbes che pure non
credeva ad alcuna forma di bontà umana, pur prendendo atto della
frase di Cicerone<i> silent</i>
<i>enim leges inter arma</i>,
cioè infatti tra le armi le leggi tacciono, comunque osservava:
“Pure, la legge di natura in guerra comanda almeno questo: che gli
uomini non sazino la crudeltà delle loro presenti passioni.”11</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Tornando
ora al '900, nell'occasione di Rotterdam come pure in centinaia di
altre, ogni nazista (Kesserling incluso) violava il regolamento del
suo stesso esercito, che ordinava al soldato tedesco il massimo
rispetto per prigionieri, civili, territori neutrali ecc. ecc.12
Ricordiamo che appunto l'Olanda era un Paese neutrale, che prese le
armi solo per difendersi dall'aggressione nazista.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Del resto,
troviamo un inquietante precedente relativo al modo tedesco di
considerare i trattati internazionali ed il rispetto per i civili,
già nella famosa frase pronunciata dal cancelliere Bethmann-Hollweg.
Questi, infatti, il 14 agosto 1914 durante un colloquio con
l'ambasciatore britannico, dipinse i trattati che garantivano la
neutralità del Belgio come “pezzi di carta” e giustificò
l'invasione del Paese teorizzando una “necessità che non conosce
legge”.13</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Dunque, già
20 anni prima che Hitler prendesse il potere e che Kesserling
diventasse uno dei suoi comandanti più spietati, era quello l'humus
morale, giuridico e politico-culturale della Germania. Logico quindi
che quando il nazismo poté contare su un indottrinamento fanatico e
di massa nonché su un complesso militare-industriale di prim'ordine,
l'impatto sulle popolazioni attaccate fosse quello che sappiamo.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ma ora
torniamo a Kesserling.14 Egli fu processato dagli inglesi nel 1947
quindi: “Condannato a morte, sentenza poi commutata in ergastolo
per intervento del governo britannico.15” Ma in modo davvero
sconcertante, già nel 1952: “In considerazione delle sue
'gravissime' condizioni di salute, egli fu messo in libertà.”16
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">I
britannici non dimostrarono altrettanto senso di umanità né alcuna
riconoscenza nei confronti del generale Bellomo, che invece
fucilarono dopo un processo sommario. Questo benché egli, a Bari,
avesse guidato con grande coraggio la lotta contro i nazisti,
contribuendo in modo decisivo alla <i>liberazione </i>della
città.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Tuttavia,
appunto i britannici credettero <i>a priori </i>alla
tesi quasi sicuramente falsa (e sostenuta da un ufficiale <i>italiano</i>!)
secondo cui, in precedenza, il generale aveva fatto fucilare dei
prigionieri inglesi.17</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">A
differenza di Bellomo, Kesserling poté tornare tranquillamente ai
suoi affetti. Anzi in patria fu accolto: “Come un <i>eroe </i>ed
un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8
anni fu attivo sostenitore.”18
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Del
resto, egli morì a 75 anni, sereno e fiero delle sue gesta. Insomma,
non si pentì mai degli orrori da lui ordinati e scatenati. Ancor
meno rinnegò la sua fedeltà ad Hitler ed inoltre dichiarò che:
“Non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che – anzi – gli
italiani dovevano essergli <i>grati</i>
per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che
avrebbero fatto bene a<i> </i>erigergli
un <i>monumento </i>.”19</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">La
derisione ed il cinismo di chi solo con estremo ribrezzo possiamo
definire <i>uomo</i>, ci fa
accostare costui più a demoniache figure dell'<i>Inferno </i>di
Dante: sola dimensione, quella, nella quale speriamo sia sprofondato.
<i>In aeterno</i>.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ma in casi
come quello rappresentato dal feldmaresciallo, il giudizio
filosofico-morale e perfino quello morale-religioso, affinché
possano essere formulati in modo inequivocabile, necessitano di
un'analisi storica: ed io ho cercato di sviluppare e presentare
un'analisi di tale genere.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Concludo
comunque coi versi finali dell'epigrafe di Calamandrei per il
“camerata Kesserling”:
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><i>ora e sempre</i></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><i>RESISTENZA</i>.20</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Note</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">1
<i>16 luglio 1960, muore il feldmaresciallo Kesserling,
</i>18/7/2019, 7:29, in
www.combattenti ereduci.it
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">2 Cfr.
www.santannadistazzema.org
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">3
<a href="http://www.santannadistazzema.org/">www.santannadistazzema.org</a>
I corsivi sono miei. Per un ulteriore inquadramento del terribile
massacro cfr. anche Roberto Battaglia Giuseppe Garritano, <i>Breve
storia della Resistenza italiana</i>,
Editori Riuniti, Roma 1997, pp.194-195.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><i>4 Il processo ad Albert
Kesserling</i>, in <a href="http://www.difesa.it/">www.difesa.it</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">5
<i>Il processo</i> <i>ad
Albert Kesserling</i>, cit. Il
corsivo è mio.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">6
<i>Il processo</i> <i>ad
Albert Kesserling</i>, cit. I
corsivi sono miei.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">7
<i>Il processo</i>, cit. Il
corsivo è mio.<i> </i>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">8 Robert Katz,
<i>Morte a Roma </i>(1968), Editori Riuniti, Roma 1996, p.90 n.1. I
corsivi sono miei.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Stando a più
recenti fonti olandesi, nel bombardamento morirono 850 persone e per
esso si ebbero 80mila senza tetto. Ovviamente, furono fatte a pezzi
tutte le infrastrutture civili ed industriali della città, il centro
storico ecc. ecc. Su questo cfr. <i>Rotterdam, cerimonia 'virtuale'
per ricordare il bombardamento di 80 anni fa</i>, 19 maggio 2020, in
<a href="http://www.31mag.nl/">www.31mag.nl</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">E' tuttavia
probabile che il numero delle vittime sia stato ben più alto,
nell'ordine cioè delle “migliaia”; cfr. Adriano Luijdjens,
Enciclopedia Italiana -II Appendice (1949), <i>Rotterdam </i>(xxx,
p.174), ora in <a href="http://www.treccani.it/">www.treccani.it</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">9 <i>Pacta
sunt servanda</i>, in dizionari.simone.it
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">10 Su Grozio
cfr. almeno <i>6 Grozio e i riflessi del giusnaturalismo sul diritto
moderno</i>, apr. 24, 2021, in <a href="http://www.centrostudilivatino.it/">www.centrostudilivatino.it</a>
Per un'esposizione meno tecnica del pensiero di Groot cfr. <i>Groot,
Huig Van</i>, in <a href="http://www.treccani.it/">www.treccani.it</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Per il <i>pacta
sunt servanda </i>cfr. <i>De iure belli ac pacis</i>, <i>Prolegomena</i>,
§15, p.26, ora in Luigi Bonanate, <i>Diritto naturale e relazioni
tra gli stati</i>, Loescher Editore, Torino 1978, p.47.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">11 Thomas
Hobbes, <i>Elementi di legge naturale e politica, I, xix, 2,
pp.156-57</i>, ora in L. Bonanate, <i>Diritto naturale e relazioni
tra gli stati</i>, op. cit., p.123. La frase di Cicerone si trova
nell'opera <i>Pro Tito Annio iudicem oratio </i>(Orazione in difesa
del giudice Tito Annio Milone), più nota col breve e più semplice
titolo di <i>Pro Milone</i> cioè “In difesa di Milone.” L'<i>oratio
</i>risale al 52. a.C.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">12 cfr.
<i>Appendice, I dieci comandamenti del soldato tedesco (stampati sul
libretto paga di ogni soldato)</i>, in Lord Russell, <i>Il flagello
della svastica </i>(1954), Feltrinelli, Milano 1991, pp.239-240.<i> </i>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">13
Bethmann-Hollweg, Theobald von, in <a href="http://www.treccani.it/">www.treccani.it</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">14 Sul modo di
Kesserling di intendere la guerra mi limito a segnalare Robert Katz,
<i>Morte a Roma</i>, op. cit.; Id., <i>Roma città aperta. Settembre
1943 giugno 1944</i>, Edizione Mondolibri S.p.A., Milano su licenza
Gruppo editoriale il Saggiatore S.p.A., Milano 2003; L. Russell, <i>Il
flagello della svastica</i>, op. cit., spec. pp.111-118; R. Battaglia
G. Garritano, <i>Breve storia della Resistenza italiana</i>, spec.
pp.105-116.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">15 <i>16
luglio 1960</i>, cit.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">16 <i>Lo
avrai, camerata Kesserling</i>, 25 aprile 2019, di Pierpaolo Farina,
in <a href="http://www.qualcosadisinistra.it/">www.qualcosadisinistra.it</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">17 <i>La fine
del generale Bellomo</i>, di Vincenzo Gastaldi, in anpibrindisi.it da
<i>Patria indipendente</i>, 29 settembre 2002. Cfr. anche <i>28
luglio 1943, la strage di Bari</i>, di Ferdinando Pappalardo, in
<a href="http://www.patriaindipendente.it/">www.patriaindipendente.it</a>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">18 <i>Lo
avrai, camerata Kesserling</i>, art. cit. Il corsivo è mio.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">19 Per
l'immutata fedeltà a Hitler di Kesserling e per il “monumento”
cfr. rispettivamente <i>16 luglio</i>, cit.; <i>Lo avrai, camerata
Kesserling</i>, art. cit.</p>
<p><span style="widows: 8;">20 </span><i style="widows: 8;">Lo
avrai, camerata Kesserling</i><span style="widows: 8;">, art. cit.</span> </p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-71053876564774844162021-12-24T11:00:00.000+01:002021-12-24T11:00:28.301+01:00Buon Natale 2021 da me & dal mio I.I.<p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">A costo di passare per
tradizionalista, scemo o per entrambe le cose, ribadisco quanto ho
già detto o scritto in precedenti occasioni, cioè che mi piacciono:
le canzoni natalizie; l'albero di Natale; il presepe. Mi piacciono
perfino le grandi abbuffate/riunioni familiari.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Certo, però c'è soprattutto il
<i>significato</i><span style="font-style: normal;"> del Natale, che è
evidentemente </span><i>religioso</i><span style="font-style: normal;">
e che ormai, passa sempre più in 2° piano. Per colpa anche del
credente, non solo del consumismo. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Facciamo
un esempio pratico: come puoi celebrare la nascita di Cristo, quando
saresti prontissimo a rispedire i migranti a casa loro... magari a
mitragliate? Anche la famiglia dell'Uomo che preghi non trovava un
posto per la notte... chissà, forse il </span><i>mercato </i><span style="font-style: normal;">del
tempo non era in grado di fornire abbastanza alloggi a tutti!</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Anche
quella famiglia fu costretta a fuggire in terra straniera (l'Egitto)
ed in </span><i>Deuteronomio </i><span style="font-style: normal;">26,5,
quindi già molto tempo prima di Cristo, leggiamo: “Mio padre fu un
Arameo </span><i>errante</i><span style="font-style: normal;">.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Non
dimentichiamo poi che come dice Frei Betto in </span><i>Gli Dei non
hanno salvato l'America</i><span style="font-style: normal;">, Cristo
fu anche un prigioniero politico. Provocazione? Non tanto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Ma
ecco che appare il mio Interlocutore Immaginario. Il tipetto si
prepara un buon caffè, fruga tra i miei fogli e commenta: “Bravo,
Ric. Stile scorrevole, direi addirittura musicale; concetti poi che
vanno controcorrente. E complimenti anche per la musica che stai
ascoltando ora... chi è, Etta James?”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Sì,
ma tra un po' passerò a </span><i>Baby it's you </i><span style="font-style: normal;">delle
Shirelles.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Ah,
le Shirelles... grandi! Sai che le ho conosciute? Nel Natale del
1963, la 1/a volta che sono andato nel New Jersey.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Aspetta,
I.I., aspetta: nel '63 io e te avevamo un anno, quindi non
potevi/potevamo andare negli U.S.A. da soli.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Ti
dico che ci sono/siamo andati. Comunque adesso non è il caso di
cercare il pelo nell'uovo; dopotutto, a Natale tutto è possibile,
giusto?”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Sì,
ma...”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Niente
</span><i>ma</i><span style="font-style: normal;">, carissimo. Ma
tornando a </span><i>Baby it's you</i><span style="font-style: normal;">,
a me piace anche la versione dei Beatles. Ah, aspetta, stai zitto un
momento!”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Stai
zitto un momento? Ma se stava parlando solo lui...</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Questo
è Chuck Jackson in </span><i>Any day now</i><span style="font-style: normal;">:
grande cuore, grande </span><i>soul</i><span style="font-style: normal;">,
anima, il buon Chuck. Accidenti, ma vedo che hai anche </span><i>Don't
go please stay </i><span style="font-style: normal;">dei Drifters</span><i>.
</i><span style="font-style: normal;">A proposito, fai i miei
complimenti a tua moglie.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Vediamo
se indovino: perché una volta abbiamo sentito una canzone di Natale
cantata da loro, e lei disse che solo i Neri potevano sapere che cosa
significhi trovarsi al gelo la notte della Vigilia, soli, senza cibo,
senza un posto dove andare mentre tutti festeggiano al caldo nelle
loro case.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Sì,
lei capì bene lo spirito del gospel e del Natale. Be', adesso devo
andare, ma prima dimmi: a che punto sei col nuovo romanzo, quello
ambientato nella Cagliari del 1600?”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Ho
finito di scriverlo pochi mesi fa. Certo, all'inizio non è stato
facile documentarmi su un periodo certo molto interessante, ma che
però...”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Va
bene, ma ora scusami. Devo andare, devo proprio andare. Comunque,
buon Natale a te ed a tutti quelli che ti leggono!”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Buon
Natale anche a te e quindi anche a me, I.I.!” </span>
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-39100743364761607412021-12-02T17:20:00.000+01:002021-12-02T17:20:06.101+01:00Nuvole e vento, di Antonella Pingiori, seconda ed ultima parte<p> </p><p align="CENTER" style="widows: 4;"><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Nel
libro di Antonella, che durante lo scorso anno scolastico ho avuto il
piacere di avere come collega e di ritrovare anche in questo, si
trovano spesso delle stimolanti ed argute osservazioni sul rapporto
uomo-donna.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">In
effetti, come uomini, dobbiamo riconoscere (vedi </span><i>Due
colpetti e un bacio in fronte</i><span style="font-style: normal;">)
che sulle donne molti di noi coltivano parecchi stereotipi:
soprattutto di tipo </span><i>ormonale</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Qualcuno di
noi, ogni tanto, si lancia addirittura in analisi (però
fallimentari) di tipo psicologico: la donna che ha sempre qualche
“paturnia.” Le donne che sarebbero: “Scostanti, quando loro”,
(gli uomini), “vorrebbero affetto ed attenzioni, e che chiediamo
affetto ed attenzioni, quando loro sono stanchi e hanno problemi
seri.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Poi, le
donne pretenderebbero: “Di uscire, quando alla tv c'è la finale
dei Mondiali di calcio.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Etc. etc. Di
molti dei pregiudizi che tanti uomini hanno sulle donne, troviamo un
bel campionario proprio nel racconto citato, dove tra l'altro, si
parla anche della perdita di passione nel matrimonio. Il tutto, mai
in modo rancoroso né patetico.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Il
discorso prosegue in </span><i>Vivi e lascia vivere</i><span style="font-style: normal;">,
dove un uomo passa in rassegna i mali dei matrimoni </span><i>degli
altri</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Prendiamo
per es. la moglie di Antonio: “Si chiama Teresa ed è di quelle
fissate con la pulizia. Mamma mia! I pavimenti sono la sua passione.
Sui suoi pavimenti lei ci potrebbe fare un </span><i>intervento
chirurgico</i><span style="font-style: normal;">. Puliti, splendenti,
asettici.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Naturalmente,
per il protagonista del racconto, questa è un'autentica megera, che
rinfaccia al marito il proprio lavoro in casa e fuori, il seguire </span><i>lei
</i><span style="font-style: normal;">i figli con lui che non aiuta
mai etc. etc. Ecco perché lui si rifugia nel cibo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">E vogliamo
parlare della girlfriend di Piero?</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Questo
tra un po' dovrà fare una </span><i>finanziaria</i><span style="font-style: normal;">
se vuole tenersi la </span><i>fidanzata</i><span style="font-style: normal;">.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">E da vero
italiano medio, per il protagonista le mogli degli altri sono dei
mostri ed i loro mariti, delle vittime o degli imbecilli. Lui,
invece, che la molla per andare a giocare a calcetto e deve trovare
la cena pronta alle 20 “e non ci sono santi”, è uno che vive e
lascia vivere.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">In
</span><i>Nuvole e vento </i><span style="font-style: normal;">troviamo
anche delle riflessioni sull'insonnia, che ne </span><i>L'agguato </i><span style="font-style: normal;">è
chiamata, giustamente la </span><i>Bestia</i><span style="font-style: normal;">.
L'insonnia, che non auguro neanche al mio peggior nemico...</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Inoltre,
Antonella riflette su malattie mortali ed incurabili, chiedendosi:
“Può avere un senso tutto questo? Perché tutto questo dolore?
Perché e per chi? Per espiare quale colpa? Forse l'unica, la più
grave: quella di essere vivi.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Da
qui il piano del protagonista (</span><i>Il piano</i><span style="font-style: normal;">).</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Nei
racconti </span><i>Un piatto di minestra </i><span style="font-style: normal;">e
</span><i>Pregiudizi e cous-cous </i><span style="font-style: normal;">Antonella
affronta anche il tema del razzismo e dell'ignoranza che lo alimenta.</span><i>
</i>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Non
manca, inoltre, un omaggio al</span><i> </i><span style="font-style: normal;">Kafka
de </span><i><span style="text-decoration: none;">La metamorfosi</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">.
Un omaggio, il racconto </span></span><i><span style="text-decoration: none;">Una
metamorfosi, naturalmente</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">,
che però rispecchia il punto di vista di una donna e che in poche
pagine illumina tutto un mondo</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; text-decoration: none; widows: 136;">
Come? Con sofferenza ed anche con un doloroso senso di impotenza, di
fronte all'insensibilità che spesso manifestano i famigliari verso
mogli e madri.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">Dato
che del racconto che chiude la raccolta, cioè </span></span><i><span style="text-decoration: none;">Senza</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">
vorrei parlare in un post a parte, oggi dirò solo che esamina il
tema dell'amicizia uomo-donna che secondo alcuni “non può
esistere.”</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">In
conclusione: </span></span><i><span style="text-decoration: none;">Nuvole
e vento </span></i><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">merita
di esser letto e... riletto: il suo insieme di satira, umorismo e
malinconia dimostra da parte dell'Autrice un'attenzione verso le
persone ed un rispetto per le parole che francamente, si trova di
rado. </span></span><i><span style="text-decoration: none;">Molto </span></i><span style="font-style: normal;"><span style="text-decoration: none;">di
rado.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; text-decoration: none; widows: 136;">
Chapeau, Antonella!
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-29710222446476863122021-10-15T19:09:00.000+01:002021-10-15T19:09:27.457+01:00Sull'attacco neofascista alla sede della CGIL<p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sabato 9 ottobre, un'orda facente
capo al movimento neofascista <i>Forza Nuova</i><span style="font-style: normal;">,
ha attaccato e devastato la sede nazionale della CGIL di Roma.
Ingenti i danni, vari i feriti tra le forze dell'ordine. Non si
vedeva una situazione del genere dai tempi in cui le squadracce che
portarono al potere Mussolini (sia pure con l'acquiescenza se non con
la complicità della monarchia) spadroneggiavano in lungo ed in largo
per l'Italia.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Veniamo ora al
recente fattaccio di Roma. Si è trattato di decine e decine di
persone che inquadrate e guidate dai loro rappresentanti (Fiore e
Castellino), hanno assaltato la sede del più importante sindacato
dei lavoratori italiani. Nel far questo, inoltre, si sono accanite
vigliaccamente contro i pochi poliziotti che presidiavano la sede.
Quell'azione era del resto già stata pubblicamente auspicata, se non
organizzata, dai capi dell'orda.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Inoltre, pare
che se ne parlasse già nei social. Ancora: all”azione” hanno
partecipato anche elementi in passato coinvolti nel terrorismo
neofascista dei NAR.1</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Risultano
gravi ed evidenti le responsabilità di chi avrebbe dovuto impedire
questo squallido revival dello squadrismo. Appunto quelle
responsabilità sono state di prefetto, capo della polizia, ministro
degli interni? Non lo so, ma certo la cosa andrà chiarita. Ed anche
molto in fretta.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Tuttavia, il
fatto che vi sia stato chi non ha vigilato abbastanza, non assolve
assolutamente chi ha attaccato, picchiato, devastato.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Né
ci si può limitare a dire, come ha fatto l'on. Meloni che: “E'
sicuramente violenza e squadrismo </span><i>poi io la matrice non
la conosco</i><span style="font-style: normal;">. Nel senso che non so
quale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista,
non sarà fascista non è questo il punto. Il punto è che è
violenza, è squadrismo e questa roba va combattuta sempre.”2 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Invece
la matrice si conosce e quelli che hanno scatenato la violenza hanno
sempre esibito la loro fedeltà </span><i>al fascismo </i><span style="font-style: normal;">senza
alcuna ambiguità.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">In una sorta
del resto di citazione della marcia su Roma: “Durante i servizi
preventivi alla manifestazione – sottolinea la questura – sono
stati intercettati ed identificati 600 manifestanti provenienti da
Reggio Emilia, Padova, Mantova, Brescia, Verona, Torino, Milano,
Bergamo, Pesaro Ancona, Firenze, Trieste, Bolzano, Modena, Treviso,
Rovereto ed Arezzo.”3
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">E'
stato inoltre: “Devastato il </span><i>pronto soccorso </i><span style="font-style: normal;">dell'Umberto
I da un gruppo di manifestanti coinvolti nelle violenze (…). A
quanto apprende l'agenzia Adnkronos, nel reparto era stato ricoverato
un manifestante ferito, già in stato di fermo, quando si sono
presentate una ventina di persone che hanno creato il panico nel
pronto soccorso dell'ospedale romano, </span><i>devastandolo </i><span style="font-style: normal;">(…).
Ci sono quattro feriti, due tra le forze dell'ordine e due operatori
sanitari.”4 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">La
condanna delle violenze è stata unanime ed è stato anche chiesto
lo scioglimento di</span><i> Forza Nuova</i><span style="font-style: normal;">
a cui, tutto sommato, i partiti di centro-destra pare che non
vogliano opporsi. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Ma questi
ultimi hanno dichiarato che non aderiranno alla manifestazione
nazionale antifascista indetta da CGIL, CISL, UIL per sabato 16
ottobre. Motivazione? Non dovrebbe tenersi durante il silenzio
elettorale.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Assurdo.
La manifestazione, infatti, non sarà partitica ma </span><i>contro
il fascismo</i><span style="font-style: normal;">, non contro il
centro-destra. Però questo schieramento afferma che sarebbe
strumentalizzata dalla sinistra. Io penso invece che proprio non
partecipare appunto alla manifestazione possa far sospettare una
</span><i>vicinanza </i><span style="font-style: normal;">dell'attuale
centro-destra a certi movimenti. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Infine,
anche a costo di passare per cerchiobottista, vorrei ricordare un
altro fatto. Il 10 maggio 1996, nel suo primo discorso da presidente
della Camera, Luciano Violante (pur con alcuni </span><i>distinguo</i><span style="font-style: normal;">)
dichiarò che bisognava: “Sforzarsi di </span><i>capire i motivi</i><span style="font-style: normal;">”
di coloro i quali si schierarono dalla parte del regime </span><i>nazifascista
</i><span style="font-style: normal;">di Salò.5 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ecco,
secondo me </span><i>anche </i><span style="font-style: normal;">queste
scriteriate aperture, quasi delle (involontarie?) legittimazioni,
hanno reso la nostra democrazia parecchio indifesa di fronte al
risorgere del neofascismo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Attenzione,
dunque... perché come scriveva Brecht riferendosi ad Hitler (ed io
direi che questo potrebbe riferirsi anche al nuovo nazifascismo): “Il
grembo da cui nacque è ancor fecondo.”6</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Note</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">1 Si tratta di
: “A.L., di anni 65, ex-appartenente ai NAR.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">“A. L.” è
Luigi Aronica. Circa i NAR ricordiamo che: “I suoi membri sono
stati giudicati tra i responsabili della Strage di Bologna,
l'attentato commesso il 2 agosto del 1980 alla stazione ferroviaria
della città che provocò la morte di 85 persone e il ferimento di
oltre 200.”
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Su
Aronica e sui NAR cfr. “Dalle condanne con i Nar alle azioni con
Forza nuova: chi è Luigi Aronica, arrestato per gli scontri a Roma”,
in <a href="http://www.open.online/">www.open.online</a> 10 ottobre
2021</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Cfr.:
“Attacco alla CGIL, Landini: “Abbiamo sconfitto il fascismo. Non
ci fanno paura”, in <a href="http://www.rainews.it/">www.rainews.it</a>
10 ottobre 2021. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">2
cfr. <a href="http://www.ilsole24ore.com/">www.ilsole24ore.com</a>
10 ottobre 2021. Il corsivo è mio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">3
“Attacco alla CGIL, Landini: 'Abbiamo sconfitto il fascismo', in
<a href="http://www.rainews.it/">www.rainews.it</a> articolo e sito
citati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">4 Ibid. I
corsivi sono miei.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">5
“Violante: riflettere su Resistenza e sui vinti di ieri. Capire le
ragioni senza revisionismi falsificanti”, in <a href="http://www.1adnkronos.com/">www.1adnkronos.com</a>
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">6
“Il grembo da cui nacque è ancor fecondo”, in
<a href="http://www.luduslitterarius.it/">www.luduslitterarius.it</a>
L'art. da cui è sta tratta la citazione brechtiana risale al 2013.
Da allora, la galassia neo-nazifascista non si è di certo ristretta.
</span>
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-60756584219907312632021-08-27T09:53:00.000+01:002021-08-27T09:53:20.363+01:00Nuvole e vento, di Antonella Pingiori <p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Si tratta di 13 racconti che hanno
tutti in comune 2 elementi: la <i>brevità </i><span style="font-style: normal;">(il
più lungo è di sole 10 pp.); lo </span><i>stile</i><span style="font-style: normal;">,
sempre molto elegante e scorrevole, ma con ogni parola al suo
posto... in quella che </span><i>sembra </i><span style="font-style: normal;">facile
naturalezza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Questa
2/A considerazione mi porta a ripetere una cosa certo nota, ma
nondimeno sacrosanta: scrivere </span><i>bene </i><span style="font-style: normal;">dei
bei racconti è molto più difficile che scrivere un bel romanzo. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Perché
dico questo? Semplice. Il racconto, soprattutto quello </span><i>breve</i><span style="font-style: normal;">,
necessita di un tocco </span><i>apparentemente </i><span style="font-style: normal;">leggero
e comunque, particolare.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Il
romanzo no, o magari, meno: è una sorta di “bestione” nel quale
possiamo inserire digressioni, salti spazio-temporali, dialoghi,
riflessioni, descrizioni etc etc. E' un bizzarro congegno per far
funzionare il quale si può anche ricorrere al colpo di scena o al
</span><i>Deus ex machina</i><span style="font-style: normal;">: per
es., ecco che l'amico che credevamo morto in realtà è vivo, e sta
bussando alla nostra porta; 10 anni o 238 pagine dopo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ma
passiamo finalmente a </span><i>Nuvole e vento</i><span style="font-style: normal;">,
titolo che indica il nostro tentativo di “dare un ordine al mondo”,
in pratica un senso. Ma spesso, tutto questo si rivela vano o
frustrante.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Tuttavia,in
Antonella c'è sempre questa </span><i>tensione </i><span style="font-style: normal;">verso
la ricerca appunto di senso e così, il tentativo di combattere il
caos ed il dolore.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Prendiamo
per es. il racconto </span><i>La lettera anonima</i><span style="font-style: normal;">.
Spesso si parla (ma senza conoscere quel mondo dall'interno) della
pretesa fannullaggine che sarebbe “tipica” del mondo della
scuola. Fannullaggine che potrà certo riguardare qualcuno: ma come
potrà riguardare </span><i>qualsiasi </i><span style="font-style: normal;">altra
persona appartenente a qualsia altro campo lavorativo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Bene, il
protagonista del racconto è un professore che col suo mix di
menefreghismo, prepotenza ed incompetenza, si resa odioso agli occhi
di genitori, degli alunni e colleghi.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Disgustata da
tutto questo, una collega chiede a sé stessa: “Dobbiamo sempre
sopportare i prepotenti e farci mettere i piedi in testa? Eh, no! A
tutto c'è un limite.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Decide quindi
di scrivere una lettera anonima.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Ora, l'azione
era già abbastanza spregevole, ma la donna supera perfino questo
livello di spregevolezza... aggiunge, infatti, alla missiva dei
particolari non solo scandalosi, ma anche falsi.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">A questo
punto, stop.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Posso però
aggiungere almeno questo: qui l'Autrice ci invita a riflettere sulle
conseguenze delle nostre azioni, che a volte nascono da un civismo
più malinteso che altro.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Comunque, nel
libro troviamo anche molto umorismo: non quello però di grana
grossa, volgare ed in definitiva insopportabile come quello che ci
ammannisce troppo cinema e tanta tv. No, si tratta di osservazioni
fatte apparentemente en passant, ma che lasciano il segno.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Qui
penso soprattutto a </span><i>Brunetta</i><span style="font-style: normal;">.
Costei, non aveva parlato fino al 5° anno di età. Oltretutto, la
piccola rifiutava con grande ostinazione il tipico cibo destinato ai
suoi coetanei: “Così era passata dal latte al miglio, che la
bambina sottraeva al canarino di casa.” </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Ma arriva
appunto il giorno del suo 5° compleanno.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">“<span style="font-style: normal;">La
mamma aveva preparato una torta a base di </span><i>fiori di zucca </i><span style="font-style: normal;">e
l'aveva poi decorata con fettine di </span><i>cetriolo e foglie di
basilico</i><span style="font-style: normal;">.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">E poi, il
miracolo: la bambina, che fino a quel momento non aveva ancora
spiccicato una sola parola, esclama: “Io voglio vivere per
raggiungere la perfezione!”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Segue
quindi una cascata di frasi, sapientemente pronunciate ed articolate.
Esultanza dei parenti: “Mentre Brunetta tenendo la manina alzata,
</span><i>con gesto benedicente</i><span style="font-style: normal;">,
si volgeva verso tutti e ringraziava con un piccolo ed elegante gesto
del capo.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Non sembra di
vedere un mix del papa, di Berlusconi e di Sophia Loren? Quando ho
letto quel passo mi trovavo sul bus e per poco non scoppiavo a ridere
con esiti a dir poco imbarazzanti!
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Gli
anni passano, Brunetta diventa docente di tedesco: è la tipica
collega che-sa-tutto e che è- sempre-aggiornata.Per difendere (a </span><i>suo
</i><span style="font-style: normal;">modo) i diritti delle donne,
entrerà anche in politica...</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Altro
bel racconto, pieno di sottile umorismo e di tenerezza, è </span><i>Maria
la bella e l'omino matto</i><span style="font-style: normal;">. Maria,
docente di filosofia, è bella, intelligente, dinamica, ma
“impegnativa.” </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">E: “Qualcuno
le aveva detto era una donna troppo impegnativa e che, davanti alle
donne impegnative, gli uomini han paura e scappano.”
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Lei,
infatti, rimaneva puntualmente sola. Ci credereste che addirittura un
uomo: “Fascinoso ed intraprendente, al primo appuntamento aveva
ritenuto opportuno accompagnarla a visitare una </span><i>mostra
bovina</i><span style="font-style: normal;">, dato che le mucche erano
la sua vera passione?”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Eppure, questo
racconto, punteggiato com'è di osservazioni anche taglienti sul
rapporto uomo-donne, vola verso qualcosa di inaspettato.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Antonella
non manca poi di ironizzare si chi “crede” di essere credente, ma
in realtà, assume verso il prossimo e verso le stesse donne un
atteggiamento ipocrita e contraddittorio. E' il caso de </span><i>Uomini
di Dio? Libera me, Domine</i><span style="font-style: normal;">. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">In effetti, la
protagonista spera che il Signore la liberi da chi utilizza come
altrettanti armi: “I paroloni, le citazioni in latino, i concetti
di alta teologia.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ma
ce n'è, come in </span><i>Parole di cera</i><span style="font-style: normal;">,
anche per alcuni “baroni della facoltà”, come per es. un docente
di filosofia teoretica che dopo aver parlato quasi senza costrutto
per 40 minuti, vien liquidato con una sola domanda da Serena...
l'antica fiamma del protagonista. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Nel
prossimo post finirò di analizzare </span><i>Nuvoel e vento</i><span style="font-style: normal;">,
ma per non togliervi il gusto della sorpresa e della scoperta, non
esaminerò in dettaglio i restanti racconti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">A presto!
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-17166485657326630982021-08-04T14:15:00.000+01:002021-08-04T14:15:25.602+01:00Storia di una bomba, di Cinzia Venturoli*<p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;">Sono passati 41 anni dalla strage
alla stazione di Bologna, che vide il barbaro assassinio di 85
persone ed il ferimento (in alcuni casi gravissimo) di altre 200. Per
quanto possibile, da quando ho aperto questo blog, ho cercato di
ricordare quella tragedia ogni volta che ho potuto. E continuerò a
farlo sempre. Continuerò e non con un senso di stanchezza o in modo
“rituale”, scontato etc. etc., come pure da noi si sarebbe
tentati di fare.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;">Invece continuerò con convinzione
e con la giusta <i>indignazione</i><span style="font-style: normal;">,
perché considero mio preciso </span><i>dovere</i><span style="font-style: normal;">
sul piano storico e morale, ricordare quegli innocenti. Esiste,
infatti, un legame tra i vivi ed i morti che il filosofo Benjamin
definiva così: “Un'intesa segreta fra le generazioni passate e la
nostra.”1</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;">Io penso che
faccia parte di questa intesa: ricordare quei morti; esecrare chi si
sporcò le mani del loro sangue; esecrare anche chi per tanti anni
aiutò gli assassini a sfuggire alla giustizia.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span style="font-style: normal;">In
tutto questo c'è ancora posto per esprimere il mio profondo
sconcerto verso chi (pur applicando beninteso la legge) ha scarcerato
personaggi come Mambro e Fioravanti... personaggi che pure in
precedenza erano già stati condannati ad </span><i>otto</i><span style="font-style: normal;">
(Fioravanti) ed a </span><i>nove </i><span style="font-style: normal;">ergastoli
(Mambro). Per il 1° la pena è “estinta” dal 2009; per la 2/a lo
è dal 2013. 2</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span style="font-style: normal;">Ora
, io non sono un giurista: sono un cittadino comune che comunque
rispetta sentenze e decisioni dei giudici, ma mi amareggia che a
costoro sia stato permesso di tornare in libertà dopo aver
totalizzato ben </span><i>17 </i><span style="font-style: normal;">ergastoli
complessivi.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span style="font-style: normal;">Poi,
durante il processo chi andava a testimoniare vedeva: “Sta gente
che sghignazzava dietro le sbarre, sembrava che se ne fregassero.”
E: “Ridevano, prendevano in giro noi, gli avvocati.” Il bambino
di un testimone chiese al padre: “Papà, perché quei due là </span><i>si
baciano</i><span style="font-style: normal;">? E mi indica Mambro e
Fioravanti.”3</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span style="font-style: normal;">Fioravanti,
che oggi si definisce “ex-criminale”, si considera innocente per
Bologna, ma riconosce (bontà sua) di avere sulla coscienza trentatré</span><i>
</i><span style="font-style: normal;">vittime di precedenti omicidi.
Del resto, già il 9 gennaio del 1979 non si fece scrupolo di
sparare: “Contro alcune donne che stavano conducendo una
trasmissione”, e neanche di: “Lanciare delle bombe a mano nella
sezione del PCI dell'Esquilino.”4 </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span style="font-style: normal;">In
ogni caso, il </span><i>curriculum </i><span style="font-style: normal;">non
certo </span><i>vitae </i><span style="font-style: normal;">bensì
</span><i>mortis </i><span style="font-style: normal;">dei due è
tragicamente ricco.5</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;">Tuttora, sia
loro sia altri che sono stati accusati e condannati per aver
partecipato alla strage negano qualsiasi responsabilità. Una delle
“motivazioni” a favore della loro innocenza dovrebbe consistere
nel fatto (tra l'altro estremamente cinico) che tanto avevano già
ucciso molte altre persone, quindi perché non avrebbero dovuto
ammettere anche questa carneficina?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;">Ma la
“motivazione”, inconsistente sul piano logico, odiosa sul piano
morale e priva di validità su quello giudiziario, è stata
agevolmente smontata (se non ridicolizzata) dai giudici.6</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Naturalmente,
ci si chiede come sia possibile che i </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>mandanti
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">di</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">un
abominio del genere non siano mai stati individuati. Ancora, ci si
chiede </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>quali
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">siano
stati quei mandanti.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Penso
che sia evidente che questi quesiti rimandino al quadro della
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>strategia
della tensione</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.
Questa definizione che fu: “Coniata sei giorni prima della bomba di
piazza Fontana dal giornalista Leslie Finer dell'”Observer”,7
indicava una situazione che ai più giovani potrebbe far pensare ad
uno scenario da film d'azione o di spionaggio. Purtroppo in Italia,
nel periodo compreso tra il 1969 ed i primi anni '90, i morti ed i
feriti sono stati un fatto tragicamente </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>reale</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.8
</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Si
trattava di una: “Strategia eversiva basata principalmente su una
serie preordinata e ben congegnata di </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>atti
terroristici</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
volti a creare in Italia uno stato di </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>tensione
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">e
una paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare o
addirittura </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>auspicare
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">svolte
di tipo </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>autoritario</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.”</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Quanto
alla bomba di piazza Fontana essa: “Costituì la risposta da parte
delle forze più reazionarie della società italiana, di </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>gruppi
neofascisti</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
ma probabilmente anche di </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>settori
deviati </i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">degli
apparati di sicurezza dello </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Stato</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
non privi di complicità e</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">legami
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>internazionali</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
alla forte ondata di </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>lotte
sociali </i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
del 1968-69 e all'avanzata anche elettorale del Partito comunista
italiano.”9</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Ora,
dobbiamo agli italiani del tempo nonché ai loro partiti e sindacati
di riferimento, non essere cascati nella trappola di invocare misure
autoritarie (tribunali speciali, pena di morte, massiccio ricorso
alla tortura, sospensione se non </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>soppressione
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">di
parlamento e Costituzione), né nell'aver ceduto alla tentazione di </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">abbandonarsi
a rivolte cieche o a vendette sommarie. Tutto questo non avvenne né
prima né dopo il 1980, quando pure responsabilità e complicità di
alcuni in lunghi anni di stragi e depistaggi pure risultarono
evidenti.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Del
resto, bisogna combattere una certa mentalità </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>fatalista
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">secondo
la quale né della strage di Bologna né di tutte le altre, si saprà
mai niente.10 In realtà, che si scopra o meno qualcosa non dipende
dal </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Fato</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
dal destino: dipende da uomini e donne in carne ed ossa, non da
entità astratte, metafisiche. Nell'</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Iliade</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
perfino Elena ha il coraggio (sia pure per poco) di ribellarsi alla
sorte decisa per lei dalla </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>dea
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Afrodite.11
</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Ma
non i personaggi del </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>mito</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
della letteratura o della mitologia bensì investigatori e giudici
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>umani</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
hanno accertato e stabilito la realtà dei fatti: non romanzesca né
letteraria. Essa ha visto la condanna dei “NAR Mambro e
Fioravanti.” Inoltre: “Ufficiali del SISMI Pietro Musumeci e
Giuseppe Belmonte e il faccendiere Francesco Pazienza furono
condannati per calunnia aggravata, ovvero per aver messo in atto
azioni </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>di
depistaggio</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.”12
</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Ancora:
il 9 gennaio 2020 un altro membro dei NAR cioè Gilberto Cavallini è
stato condannato: “In primo grado per concorso in strage e nel
corso del processo sono stati messi in luce i legami fra uomini dei
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>servizi
segreti </i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">e
i gruppi del </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>terrorismo
neofascista</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">;
mentre scriviamo non sono ancora state rese pubbliche le motivazioni
delle sentenze e si dovranno attendere i successivi gradi di giudizio
per avere una sentenza definitiva, ma possiamo dire che il processo
non ha mostrato per ora discrepanze con le precedenti sentenze
definitive che riguardano la strage.”13</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-family: times; font-style: normal;">Purtroppo,
da una recente inchiesta, è risultato che della strage sanno poco
gli stessi studenti bolognesi.14 Nè sono i soli. E parlare ai
giovani di questi fatti ingenera in loro reazioni di noia, se non
addirittura di fastidio. Che questa non sia una vittoria del
terrorismo neofascista?</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Del
resto, quanti di noi informano i giovani di certi drammi? Se nei
giovanissimi l'ignoranza è </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>in
parte </i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">scusabile,
in noi adulti (insegnanti, educatori, genitori etc. etc.) tollerare
e/o incoraggiare quell'ignoranza è totalmente colpevole. Ben vengano
quindi testi come quello della Venturoli che per fortuna, insieme a
quelli scritti anche da altri Autori, dicono come siano andate le
cose. Forte è in me, infatti, il timore espresso da Benjamin: “</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Anche
i morti </i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">non
saranno al sicuro, se egli vince.”15 </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Il
filosofo si riferiva all'”Anticristo”, da lui forse inteso più
che in senso religioso, come sinonimo di male, colpevole oblio,
barbarie economico-sociale etc. etc. Del resto, nel momento in cui
permettiamo che si perdano la memoria ed il ricordo di chi fu
assassinato, peraltro senza </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>nessuna</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
colpa, ci rendiamo complici di quella che io considero un'autentica
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>profanazione
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">del
cuore e dell'anima di quegli innocenti. </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;">D'altronde,
in Paesi come per es. la Germania, si sta assistendo da tempo ad una
vergognosa opera di <i>cancellazione </i>di prove e ricordo dei
<i>crimini nazisti</i>, nonchè dell'opposizione ad essi.16 </span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">Stiamo
quindi ben attenti a che anche da noi non si arrivi a qualcosa di
simile: la cosa avrebbe poi una sua logica... Del resto, all'epoca
della strategia della tensione (ricordiamo certo che è esistito
anche un terrorismo “rosso”17, benchè non ricorresse a metodi
stragisti) Bologna era considerata il centro della sinistra italiana.
Colpire quindi <i>quella </i>città aveva un senso politico e
simbolico ben preciso, così come secondo me lo ha ora il silenzio
che ammanta quella ed altre stragi. Quante altre volte, infatti, si
parla di esse al di fuori dei giorni in cui ricorre il loro
anniversario?</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;">Attenzione
dunque a non dimenticare, se non vogliamo renderci complici di certa
barbarie. Lo dobbiamo ai nostri morti, lo dovremo sempre a tutti
quegli innocenti. </span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;">
</p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><br />
</span></p>
<p align="CENTER" lang="" style="font-style: normal; widows: 4;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">Note</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">*</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">Inizialmente
questo post doveva essere una recensione al testo della Venturoli, ma
poi data la complessità e l'intreccio di temi che la strage di
Bologna comportava, appunto il post è diventato un piccolo saggio
sul terrorismo neofascista.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">Sono
però rimasti i frequenti riferimenti al libro della studiosa
bolognese e del resto, l'impianto di questo scritto deve parecchio al
suo lavoro.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">Inoltre,
ho cercato di seguire il più possibile il metodo della Venturoli,
fatto di scrupoloso lavoro storico-documentario ed animato da grande
passione civile.</span></span></p>
<ul>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"></p>
</ul>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">1
Walter Benjamin, </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Tesi
di filosofia della storia</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
in W. Benjamin, </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Angelus
novus</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
a cura di Renato Solmi, Giulio Einaudi editore, Torino 1995, tesi 2,
p.76. </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">2
Cinzia Venturoli, </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Storia
di una bomba. Bologna, 2 agosto 1980: la strage, i processi, la
memoria</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
Castelvecchi, Roma 2020, p.134. </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">3
C. Venturoli, </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Storia
di una bomba</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
op. cit., cfr. rispettivamente le pp.117 e 118. Il corsivo è mio.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;">I
due assunsero atteggiamenti gravemente derisori e provocatori anche
verso il giudice Mancuso e verso la Corte, così come del resto
fecero anche: “Durante il dibattimento per l'omicidio del giudice
Amato.” C. Venturoli, op. cit., p.118. </span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;">4
Ibid., p.133. Cfr. nella stessa pagina il profilo
psicologico-criminale della persona citata come formulato dai
giudici. Però costui, nell'ambito della formazione neofascista dei
NAR (nuclei armati rivoluzionari) si trovava in buona compagnia: per
es. della stessa Mambro e di altri. </span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">5
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Curricula
criminali di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
in </span></span></span></span><a href="http://www.stragi.it/"><span style="color: blue;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;"><u>www.stragi.it</u></span></span></span></span></span></a><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">6
Per tutto questo cfr. C. Venturoli, op. cit., pp.130-131.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">7
Cfr. Antonella Beccaria, </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Piazza
Fontana. I colpevoli</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
PaperFirst, Roma 2019, p.36.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">Si
ricorda qui ai più giovani che il 12 dicembre 1969 a Milano, preso i
locali della banca nazionale dell'agricoltura sita appunto in piazza
Fontana, una bomba fatta esplodere da elementi neofascisti causò la
morte di 18 persone ed il ferimento di altre 88.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Oltre
al testo citato cfr. almeno il sito </span></span></span></span><a href="http://www.piazzafontana.it/"><span style="color: blue;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;"><u>www.piazzafontana.it</u></span></span></span></span></span></a><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
spec. gli articoli di Fortunato Zinni </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Piazza
Fontana, non è solo una piazza di Milano</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">;
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>La
verità storica non basta</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">;
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Finalmente
un giudice a... Milano. E piazza Fontana?</i></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">8
La Beccaria osserva poi che che in occasione della strage (23
dicembre 1984) del Rapido 904, accanto alla costante presenza
neofascista, si è rilevata anche la presenza della </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>mafia</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.
Comunque, nella strage citata, i morti furono 16 ed i feriti 267. </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">9
Per tutto questo cfr. </span></span></span></span><a href="http://www.treccani.it/"><span style="color: blue;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;"><u>www.treccani.it</u></span></span></span></span></span></a><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Strategia
della tensione</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Dizionario
di storia (2011)</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.
I corsivi sono miei.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Zinni,
nell'art. </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Finalmente
un giudice </i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">parla
di esecutori appartenenti alla “galassia neofascista” che agirono
con la: “Complicità</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">di
militari italiani e americani e dei servizi segreti (la Cassazione </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>
</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">ribadisce
anche questo). Zinni ricorda poi come nei processi per stragi
originate dalla strategia della tensione abbia sempre pesato: “La
sistematica attività di depistaggio (nel caso di Brescia,
l'interferenza del Sid nel sottrarre documenti scottanti è stata
fatale).”</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Il
28 maggio 1974 a piazza della Loggia a Brescia, alle 10.12 del
mattino durante un comizio antifascista, una bomba causò la morte di
otto persone ed il ferimento di altre 100. L'attentato fu rivendicato
dalle formazioni neofasciste “Ordine Nero” e “Anno Zero-Ordine
Nuovo”; cfr. w<a href="http://Www.vittimeterrorismo.it/">ww.vittimeterrorismo.it</a>
Cfr. anche <a href="http://www.strageabrescia.it/">www.strageabrescia.it</a>
</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Ottima
sintesi della situazione e della positiva conclusione in sede
processuale in <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/">www.ilfattoquotidiano.it</a>
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Su
piazza della Loggia ora sappiamo la verità</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
art. di Gianni Barbacetto, 28 maggio 2019.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">Infine,
la sigla SID stava per Servizio Informazioni Difesa; cfr.
<a href="http://www.sicurezzanaziionale.gov.it/">www.sicurezzanazionale.gov.it</a>
</span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>La
nostra storia</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">:
spec. il paragrafo </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Il
sistema nazionale di sicurezza e intelligence nel secondo dopoguerra:
1948-2007</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">.
Come il SISMI anche il SID rimase in attività fino al 2007. </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;">10
Al riguardo, illuminante la lettura della Prefazione dello scrittore
Carlo Lucarelli a C. Venturoli, op. cit., pp.6-9. Notevole anche
quanto scrive l'ex-giudice Turone: cfr. Prefazione a A. Beccaria,
op. cit., pp.9-12. </span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">11
Omero, </span></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Iliade</i></span></span></span><span><span style="font-size: small;"><span lang=""><span style="font-style: normal;">,
a cura di Franco Ferrari, testo greco a fronte, nuova traduzione,
Mondadori, Milano 2018, Canto III, vv.395-412.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">12
C. Venturoli, op. cit., cfr. rispettivamente le pp. 128 e 129.
Citazione tratta dalla sentenza della suprema Corte di cassazione a
sezioni penali unite, 23 novembre 1995.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span style="font-family: times;"><span><span style="font-size: small;">13
C. Venturoli, op. cit., p.150. </span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">14
Ibid., pp.179-180.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">15
W. Benjamin, <i>Tesi di filosofia della storia</i>, op. cit., 6/a,
p.78. Corsivo dell'A.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">16
Monika Zorn, <i>Uccisi due volte. Nella Germania unificata è in atto
la “soluzione finale della resistenza antifascista</i>, Zambon
Editore, Francoforte sul Meno-Verona, 2009.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><span><span style="font-family: times; font-size: small;">17
Giovanni Fasanella Alberto Franceschini, <i>Che cosa sono le B.R. Le
radici, la nascita la storia, il </i>presente, Bur, Milano 2004. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" lang="" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-22962756432602196652021-07-02T11:53:00.005+01:002021-07-02T11:53:39.917+01:00Domande e dubbi di un uomo misterioso<p><br /></p><p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sono seduto in questa stanza.
Oggi, non domani.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Domani non è ancora arrivato: a
quanto pare, non ha molta fretta. In effetti, non è che debba
correre a prendere il treno, dico bene?</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Il domani... sto parlando del
domani.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Perché il domani (esattamente
come l'<i>ieri </i><span style="font-style: normal;">e l'</span><i>oggi</i><span style="font-style: normal;">)
appartiene al tempo. E che cos'è, il </span><i>tempo</i><span style="font-style: normal;">?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Bella domanda!
Per rispondere ad una domanda come questa, ci vorrebbe un filosofo.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ma
che cos'è, un </span><i>filosofo</i><span style="font-style: normal;">?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Un
filosofo è </span><i>uno che pensa</i><span style="font-style: normal;">.
Ma allora siamo </span><i>tutti </i><span style="font-style: normal;">filosofi,
perché qual è lo scimunito che non pensa?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Però non
esageriamo... per esempio, le galline, i gatti, le pietre, le sedie e
le melanzane (sebbene siano molto buone) non pensano. Sì, ma perché?</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Vabbe',
lasciamo perdere... tutte queste domande mi fanno venire un gran mal
di testa; non starò mica diventando una melanzana?</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Dovo sono i
miei amici? Penso che stiano organizzando un torneo di calcio, oppure
una bella partita a dadi. O forse sono andati a vedere le mummie al
museo di arte egizia. Che tipi, gli Egizi! E che costruttori, che
architetti!</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Ricordo che mi
piaceva molto studiare la storia: soprattutto quella antica; più era
antica e più mi piaceva.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Adesso però
sono seduto in questa stanza, nella stanza di una casa che non
conosco. La casa è al buio, ma io non ho mai avuto paura del
buio.... forse perché mi è sempre piaciuto tanto dormire. Sì,
penso che sia per quel motivo.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Ho studiato
molto: latino, greco, francese, filosofia, chimica, psicologia...
Peccato però che ai miei tempi non esistesse una scuola di rock!</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Non ho più un
corpo. Cioè... il mio corpo è come un'ombra. Un'ombra, però,
invisibile. O meglio: io la vedo, la mia ombra; è invisibile per gli
altri.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Vorrei
nuotare. Nuotare mi piaceva molto.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Vorrei avere
ancora un corpo e magari anche le ali. Il becco, invece, non lo
vorrei. Le piume, neanche: sporcherebbero i tappeti.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Sono
pieno di dubbi e di domande, ma soprattutto, ho un corpo vuoto; per
meglio dire, </span><i>non ho </i><span style="font-style: normal;">un
corpo. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Noi fantasmi
siamo fatti così.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-58067698509785481042021-04-27T12:11:00.002+01:002021-04-27T12:11:26.766+01:00Sei giovani sardi ed una giovane toscana durante la Resistenza<p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sul numero del 25 aprile 2021 del
quotidiano <i>L'Unione Sarda </i><span style="font-style: normal;">ho
letto un bell' articolo a firma di Francesca Melis intitolato: </span><i>Dai
campi alle armi: gli eroi partigiani</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">L'articolo
ricorda la lotta di sei ragazzi: Angelo e Paolo Mascia, Luigi Sulis,
Fernando Lecca, Eligio Mainas e Giuseppe Cara. Tutti loro nacquero
nel 1923 a Quartucciu, una cittadina che si trova a circa 8 km in
linea d'aria da Cagliari. Oggi, essi non ci sono più, ma è rimasto
il ricordo del loro coraggio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Subito
dopo l'8 settembre del '43 questi ragazzi: “Si ribellarono alla
Repubblica di Salò e dopo un breve periodo di 'sbandamento' decisero
di andare nelle montagne Toscane, a Loro Ciuffenna in provincia di
Arezzo, per unirsi alle formazioni partigiane che si stavano
costituendo per liberare il Paese dai fascisti.”1</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Già
questa prima informazione ci fa capire qualcosa di estremamente
importante: i sei (come del resto rimarca l'articolo) erano dei
contadini o comunque, persone avvezze al lavoro dei campi e di ciò
che poteva trovarsi oltremare, dovevano sapere ben poco. Del resto,
secondo il censimento effettuato nel 1936, in quegli anni Quartucciu
contava poco meno di 4ooo abitanti e dai racconti di mia nonna (anche
essa originaria della cittadina in questione) almeno l'80% delle
persone conduceva una vita di duro lavoro e spesso, anche di stenti.
E quasi nessuno poteva frequentare la scuola.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Dunque
che cosa poteva aver spinto questi </span><i>piccioccus </i><span style="font-style: normal;">(ragazzi)
a lasciare la divisa ed a rischiare la vita per combattere contro i
nazifascisti? Di sicuro non possedevano una preparazione
politico-giuridica e storico-filosofica che avesse fatto capire loro
l'</span><i>intrinseca </i><span style="font-style: normal;">barbarie
e crudeltà dei regimi di Hitler e Mussolini.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Eppure,
nell'animo di questi giovani lavoratori delle campagne, era forte il
senso della giustizia e l'amore per l'umanità, nonché la
consapevolezza che non si può obbedire ad ordini che ci trasformino
in un'orda di schiavi e/o di assassini. Si trattava di qualcosa di
innato e la storia della nostra Resistenza è piena di persone di
umili origini e di scarsa cultura, che però avevano ben chiaro quale
fosse il loro </span><i>dovere</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Triste
dirlo, ma certe volte questa chiarezza, questa consapevolezza morale
e civile non si trovava neanche in filosofi di primo piano: qui mi
limito a citare il nome di </span><i>Giovanni Gentile</i><span style="font-style: normal;">,
che rimase fino alla fine al servizio del regime di Salò, quindi dei
nazifascisti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Lo
stesso </span><i>Benedetto Croce</i><span style="font-style: normal;">,
come ho illustrato su questo blog (cfr. </span><i>Oltre la parentesi</i><span style="font-style: normal;">,
25 aprile 2013) ebbe di fronte al fascismo atteggiamenti ed elaborò
ragionamenti non sempre limpidi.2 Ricordiamo poi la quasi divertita
difesa del Croce delle “piogge di pugni.”3 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Né
possiamo dimenticare come di fronte prima al sorgere poi al
consolidarsi del fascismo, che arriverà come sua naturale
conseguenza all'alleanza con la Germania nazista, tanti persero
qualsiasi parvenza di coraggio e di dignità, tanto da piegarsi
senz'altro al regime mussoliniano. Il tutto è stato ben documentato
da Emilio Lussu.4</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Come
afferma Fabio Sulis, il figlio di uno dei sei </span><i>quartucciai</i><span style="font-style: normal;">,
suo padre (il che vale probabilmente anche per gli altri cinque) di
fronte agli avvenimenti di quegli anni mantenne sempre un forte e
commosso riserbo.5 E questo contrasta felicemente con la tipica ed
odiosa retorica militarista hitleriana e mussoliniana, che i regimi
dei due dittatori cercavano di instillare nella mente delle persone
fin dalle scuole elementari.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Stando
sempre a Sulis figlio: “Papà parlava sempre di signora Margherita,
una donna toscana che li aiutava e si comportava da mamma.”6 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Come
sottolinea l'articolista: “Alla Resistenza parteciparono anche
molte donne, tra cui Pina Brizzi, 95 anni compiuti a marzo, nata e
cresciuta a Carrara in Toscana, ma residente a Quartucciu dal 2003:
anche lei è stata un'adolescente resistente.”7 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">All'epoca,
la signora Brizzi aveva solo 16 anni, ma mise a disposizione delle
formazioni partigiane la sua conoscenza dei sentieri. Dopo l'8
settembre, nascose a casa sua e </span><i>salvò </i><span style="font-style: normal;">ben
60 soldati francesi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ora,
secondo me c'è un filo che lega i 6 quartucciai e l'allora 16enne
Pina: nell'Italia di allora, sia i </span><i>contadini </i><span style="font-style: normal;">che
le </span><i>donne </i><span style="font-style: normal;">contavano
pochissimo. Il contadino era considerato, dal punto di vista umano e
da quello tecnico e lavorativo, la figura meno importante ed evoluta:
di poco superiore all'</span><i>animale</i><span style="font-style: normal;">.</span><i>
</i><span style="font-style: normal;">Questo, nonostante tutta la
retorica che tendeva ad esaltare la sua forza fisica, il vivere a
contatto con la natura, la genuinità dei suoi costumi etc. etc.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">La
donna, secondo la mentalità fascista, era destinata solo alla vita
ed ai lavori domestici. Anzi secondo la brutale </span><i>sententia
</i><span style="font-style: normal;">di Mussolini, all'Italia la
donna serviva solo “per i suoi fianchi.” Per il fascismo, la
donna serviva soprattutto per sfornare figli che sarebbero diventati
nient'altro che carne da cannone.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Inoltre,
durante la Resistenza, le donne che agivano (è il caso della sig.ra
Brizzi) come </span><i>staffette partigiane</i><span style="font-style: normal;">
o che comunque erano antifasciste, rischiavano torture, stupri e
morte. E molto di tutto questo è toccato a parecchie di loro.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Anche
per questo Pina, che ricorda come i tedeschi la stessero portando
via: “Probabilmente per fucilarla,8 ricorda la partigiana Bruna
Conti che le trasmise la voglia di lottare. Quel che nonostante la
veneranda età, continua a fare. Pur ospite, infatti, di una
struttura sanitaria: “Ha chiesto agli operatori di organizzare una
conferenza per raccontare agli altri ospiti la sua esperienza e
quanto sia importante festeggiare il 25 aprile.”9</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ecco,
è importante anzi </span><i>fondamentale</i><span style="font-style: normal;">,
proprio nel senso di ciò che sta </span><i>a fondamento </i><span style="font-style: normal;">della
Repubblica nata dalla Resistenza, che esperienze e ricordi di questo
tipo non si perdano. Soprattutto oggi, quando in Italia e non solo si
tende a vedere la democrazia come un risultato “normale”, a cui
si sarebbe arrivati comunque.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Invece
quel risultato è stato raggiunto grazie a terribili sacrifici di
tantissimi esseri umani e poteva anche </span><i>non </i><span style="font-style: normal;">arrivare.
Sebbene spesso condanniamo il mondo certo non bello in cui viviamo,
esso sarebbe ben peggiore se la guerra fosse stata vinta dai
nazifascisti e dai giapponesi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Al
riguardo, mi limito a ricordare che tipi umani sarebbero stati i
vincitori, citando solo questi, pochi fatti: quando il comandante
supremo delle forze armate tedesche in Italia, Albert Kesserling fu
nominato da Hitler capo di tutto il fronte occidentale, egli:
“Continuò ad inviare le sue armate a combattere persino dopo il
suicidio di Hitler e la resa delle rimanenti truppe tedesche.”10</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Nel
maggio del 1940: “I tedeschi imposero la resa immediata minacciando
altrimenti di distruggere la città (di Rotterdam). Gli olandesi
accettarono la resa, ma mentre si svolgevano le trattative, la
Luftwaffe, a buon conto, </span><i>distrusse </i><span style="font-style: normal;">la
città (…). Otto anni </span><i>dopo </i><span style="font-style: normal;">che
la Germania era stata sconfitta, Kesserling manifestò il
</span><i>rincrescimento </i><span style="font-style: normal;">di non
esser ricorso </span><i>più spesso </i><span style="font-style: normal;">all'impiego
dei bombardamenti contro i civili, per lo meno italiani.”11</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Un
anno prima dell'attacco partigiano ad un reparto delle S.S. presso
via Rasella, a Roma, tale generale Wolff: “Personalmente, aveva
preso disposizioni per l'eliminazione di 300.000 ebrei nelle camere a
gas. Ora egli sarebbe andato in volo a sud, per occuparsi
dell'ostilità dei romani.”12</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">In
seguito, infatti, all'attacco citato Hitler aveva chiesto la
</span><i>deportazione </i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">di
tutta la popolazione maschile di Roma. Questo non avvenne: “Non già
perché fosse sbagliato o inattuabile_ e tale era, con tutta
probabilità_ ma soltanto perché venne </span></span><i><span style="font-weight: normal;">rinviato</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.”13</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><i><span style="font-weight: normal;">Questi
</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">erano
gli uomini che avrebbero dovuto riportare “l'ordine” che alcuni
rimpiangono.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
stanchiamoci quindi di richiamare al dovere storico e morale della
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">memoria</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
anche perché perfino in regimi democratici come per es. quello
dell'</span></span><i><span style="font-weight: normal;">odierna
</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Germania,
si fa parecchio (anche a livello istituzionale) per </span></span><i><span style="font-weight: normal;">cancellare
</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">il
ricordo perfino di quei pochi che in quel Paese, lottarono contro il
nazismo.14</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Inoltre,
rinascono anche in Italia, Ungheria, Ucraina, Polonia e Grecia
movimenti che si ispirano ad ideologie neonaziste. Si sa, del resto,
che esiste una sorta di “Internazionale nera” che collega
associazioni di quel tipo.15</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dunque
noi che grazie a certi uomini ed a certe donne viviamo in democrazia,
abbiamo l'assoluto </span></span><i><span style="font-weight: normal;">dovere
</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">storico
e morale di impedire il ritorno del terrore nazista (sia pure sotto
altre forme). Inoltre, dobbiamo custodire e difendere la memoria e la
lotta di quelle straordinarie persone, perché come diceva Benjamin:
“C'è un'intesa segreta fra le generazioni passate e la nostra.”16</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="CENTER" style="widows: 4;"><span style="font-style: normal;">Note</span></p>
<p align="CENTER" style="widows: 4;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">1
Francesca Melis, </span><i>Dai campi alle armi: gli eroi partigiani</i><span style="font-style: normal;">.
Cfr. </span><i>L'Unione Sarda</i><span style="font-style: normal;">,</span><i>
</i><span style="font-style: normal;">25 aprile 2021, p.32.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">2
Cfr. Eugenio Garin, </span><i>Con Gramsci</i><span style="font-style: normal;">,
Editori Riuniti, Roma 1997, p. 43.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">3
E. Garin, </span><i>Con Gramsci</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p. 147, n.6.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">4
Emilio Lussu, </span><i>Marcia su Roma e dintorni</i><span style="font-style: normal;">,
Giulio Einaudi Editore, Torino 1945.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">5
F. Melis, </span><i>Dai campi alle armi: gli eroi partigiani</i><span style="font-style: normal;">,
art. cit. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">6
F. Melis, art. cit.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">7
Ibid.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">8
Ibid.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">9
Ibid.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">10
Robert Katz, </span><i>Morte a Roma. Il massacro delle Fosse
Ardeatine</i><span style="font-style: normal;"> (1968), Editori
Riuniti, nuova edizione aggiornata Roma 1996, p. 90.</span><i> </i>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">11</span><i>
</i><span style="font-style: normal;">R. Katz, </span><i>Morte a Roma</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., 90, n.1. I corsivi sono miei.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">12
R. Katz, op. cit., p. 104.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">13
Ibid., p. 223. Corsivo dell'A.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">14
Monika Zorn, </span><i>Uccisi 2 volte</i><span style="font-style: normal;">.
</span><i>Nella Germania unificata è in atto la “soluzione finale”
della</i><span style="font-style: normal;"> </span><i>resistenza
antifascista</i><span style="font-style: normal;">, Zambon Editore,
Francoforte sul Meno-Verona, 2009.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">15
Franco Fracassi, </span><i>Il Quarto Reich</i><span style="font-style: normal;">.
</span><i>Organizzazioni,</i><span style="font-style: normal;"> </span><i>uomini
e programmi dell'internazionale nazista</i><span style="font-style: normal;">,
Editori Riuniti, Roma 1996.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">16
Walter Benjamin, </span><i>Tesi di filosofia della storia, 2</i><span style="font-style: normal;">,
in W. Benjamin, </span><i>Angelus novus</i><span style="font-style: normal;">
(1955), a cura di Renato Solmi, Einaudi, Torino 1995, p. 76. </span>
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-62888823796062846642021-04-11T12:28:00.002+01:002021-04-11T12:28:44.828+01:00Il viaggio di Franco<p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Franco non era mai stato a Roma.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Non era mai stato neanche in
altre grandi città come Parigi, Boston, Praga, Napoli o Madrid.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Una volta era andato (col n°19)
a Selargius, che era piena di brave persone, però non era una grande
città.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Comunque, tutti avevano sempre
detto a Franco che Roma era la città più bella del mondo, perciò
lui non vedeva l'ora di andarci.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Suo zio gli diceva
continuamente: “Guarda che la città più bella del mondo è
Venezia. E' lì che devi andare!”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Ma lui pensava che il caro
parente dicesse così solo perché era veneziano; quindi continuò a
non vedere l'ora di andare a Roma, non a Venezia.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Ma un bel giorno, Franco comprò
un biglietto aereo ed appunto con l'aereo, sbarcò a Roma. Quel
giorno faceva un gran caldo, ma Franco volle andare a vedere subito
il Colosseo; non gli importava che tutti corressero a farsi una bella
doccia fresca.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Comunque, ad un certo punto, nel
Colosseo c'era solo lui. E poi quello era bellissimo, però che
caldo, là a Roma!</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Mentre Franco si chiedeva come
potesse rinfrescarsi, il grande monumento si riempì di acqua
freschissima: sembrava una gigantesca vasca da bagno. Allora lui ci
si tuffò e rimase a mollo per almeno due ore.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Quando uscì dall'acqua, lo
scheletro di un soldato romano gli porse un accappatoio. Franco si
asciugò poi andò in albergo col cavallo del soldato, che anche se
aveva almeno 2000 anni, correva come un treno.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Però Franco non raccontò mai a
nessuno quello che gli era successo a Roma: neanche a suo zio. I
grandi, infatti, gli dicevano sempre che aveva troppa fantasia,
oppure che raccontava un sacco di bugie. I grandi sono così strani,
a volte!
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-68044174874338764992021-01-31T16:20:00.002+01:002021-01-31T18:03:53.032+01:00Sapere e non sapere <p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Non puoi sapere</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">come la vita ti colpirà,
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non potrai sapere</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">se saranno baci, croci, letti
d'amore</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">oppure di dolore...</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Non potrai mai sapere</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">quali paradisi abbracciare, quali
inferni abbandonare</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">finché l'ala contorta del tempo
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non si piegherà per sollevarti</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">oppure gentile gentile gentile
gentile
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">a terra scaraventarti.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ritornello: Non potrai sapere
quanto sia bello il brutto</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">finché l'Angelo ed il Demonio</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non si giochino tutto</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">a poker, posta il pinzimonio</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Attraversi la nebbia, ti gusti
pioggia e grandine,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ma non c'è nebbia, non c'è
pioggia</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">finché la risata sgangherata dei
ricordi</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non diventerà gioia
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">o finché fiumi di latte, miele
gol e vino</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non diventino tanta, tanta
salamoia.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Non potrai mai sapere</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">se le scelte fatte</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non ti abbiano fatto a fette:</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non finché il tuo cuore giunto
all'ultimo giro</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non decida di cantare l'ultimo
blues</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">o di giocarsi tutto con la tua
biro.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ritornello.: Non potrai sapere
quanto sia bello il brutto</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">finché l'Angelo ed il Demonio</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non si giochino tutto</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">a poker, posta il pinzimonio.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Come un ricchissimo pezzente non
potrai sapere niente,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">quindi finché sarai vivo o almeno
mezzo morto</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">dovrai continuare ad amare,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">infernare chi draculizza il
povero, il profugo, l'orfano e la vedova...</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">dovrai cantare, scrivere, bere,
pregare, fare l'amore</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">finché la Regina del Nero</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">non sarà tra le tue braccia e tu,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">solo tu potrai conficcarle nel
cuore o dove vuole</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">tutta quella poca forza che ti
resta</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ritornello: Non potrai sapere ecc.
ecc.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-8322372304231061402020-12-24T17:32:00.000+01:002020-12-24T17:32:37.390+01:00Parlando del Natale (e non solo) col mio Interlocutore Immaginario <p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Ciao, Riccardo! Da quanto
tempo!”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Ciao, I.I. Tutto bene?”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Non c'è male. Che cosa
succede qui da voi? Su, racconta.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Beh, avrai sentito parlare
del covid 19. Si è ammalata ed è morta tanta gente. Perciò,
francamente preferirei parlare d'altro, se non ti dispiace.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Va bene, ma vorrei dire
almeno questo: avete sprecato i mesi estivi senza far niente: non
avete potenziato gli ospedali, aumentato i posti-letto né prevenuto
i nuovi contagi. Ma avete continuato a sprecare soldi e tempo in
acquisto e produzione di armi.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Hai ragione, I.I., hai mille
volte ragione.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Vedendomi avvilito disse:
“Comunque sono sicuro che ce la farete. E dimmi, come va il lavoro?
Ho sentito dire che sei tornato a Cagliari ed in una scuola di
Cagliari.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Sì, e sono molto contento:
stavo benissimo anche a S. Antioco; c'era un grande senso di
comunità, laggiù. Certo, la sveglia alle 4.30 del mattino era
pesantuccia...”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Direi! Invece come va nella
nuova scuola.. anche con la DAD (o DID)?”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Io ho continuato ad andare,
col ragazzo che seguo. Ma eravamo solo io, lui, le bidelle e pochi
altri: in tutto, 10-15 persone. Desolante, in un edificio molto
grande e che spesso, aveva anche i riscaldamenti spenti.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Più che desolante! E senti,
come procede il nuovo romanzo? Poi vorrei anche sapere di che cosa
parli.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Procede bene. E' ambientato a
Cagliari nel 1657 ed il protagonista è un giudice dell'Inquisizione
in incognito. Il problema (ma solo all'inizio) è stato calarmi nel
personaggio; insomma, cercare di ragionare come un uomo del '600.
Comunque, per fortuna è pieno di 'felici' contraddizioni. Per
fortuna, sebbene durante i processi lui ordini spesso la tortura, ad
un certo punto eliminerà del tutto le punizioni fisiche ai danni dei
suoi operai e contadini. Farà addirittura frustare il suo
amministratore, che aveva accusato ingiustamente un contadino.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Vedo che non la smetteresti
più di parlare di questo romanzo. Ma ora dimmi, che cosa stavi
ascoltando?”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Una raccolta dei Beatles.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Grandi! E quali brani
consiglieresti per Natale? Non solo di quel gruppo, però.”</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“Ecco, vediamo... <i>Santa
Claus is coming to town </i><span style="font-style: normal;">di
Springsteen e della “E” Street Band, </span><i>I am waiting </i><span style="font-style: normal;">dei
Rolling Stones, </span><i>Imagine </i><span style="font-style: normal;">e
</span><i>Jealous guy</i><span style="font-style: normal;"> di John
Lennon, </span><i>Downtown train </i><span style="font-style: normal;">di
Tom Waits, </span><i>Summer of sorcery</i><span style="font-style: normal;">
di Little Steven, </span><i>Stop and smell the roses </i><span style="font-style: normal;">di
Ringo Starr, </span><i>Radici </i><span style="font-style: normal;">di
Guccini,</span><i> La fata </i><span style="font-style: normal;">di
Bennato...”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Sì,
va bene, Riccardo: ho capito.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">...
tornando ai Beatles, </span><i>All my loving</i><span style="font-style: normal;">,
</span><i>Girl</i><span style="font-style: normal;">, </span><i>Help!!!</i><span style="font-style: normal;">,
</span><i>Hey Jude</i><span style="font-style: normal;">...”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Ma
questo non la finisce più!”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">...
</span><i>Rock 'n roll girls </i><span style="font-style: normal;">e
</span><i>Searchlight d</i><span style="font-style: normal;">i John
Fogerty</span><i>, Magic bus </i><span style="font-style: normal;">degli
Who...”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">“<span style="font-style: normal;">Sì,
va bene: ho capito. Io vado, buon Natale e buon anno a tutti!” </span>
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-70557004509467539972020-12-08T15:35:00.000+01:002020-12-08T15:35:05.251+01:00Streghe e vampiri in Sardegna<p> </p><p><span style="widows: 136;">Probabilmente, chi vive sulla
Penisola o chi comunque non abbia molta familiarità con le
tradizioni popolari sarde, non sa che quaggiù abbiamo alcuni miti e
credenze piuttosto inquietanti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;">Certo, tra i non-sardi, molti avranno visto alcune immagini o danze dei
<i>Mamuthones</i><span style="font-style: normal;">. Ora, quelli
costituiscono un discreto “assaggio” di ciò di cui voglio
parlarvi oggi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Intanto,
direi che in Sardegna il confine tra </span><i>strega </i><span style="font-style: normal;">e
</span><i>vampiro </i><span style="font-style: normal;">è piuttosto
labile, davvero sottile. A complicare le cose, forse potremmo anche
dire che da queste parti, è labile anche la distinzione tra la
strega (</span><i>bruscia</i><span style="font-style: normal;">) e la
fata (</span><i>jana</i><span style="font-style: normal;">); ma questo
è un discorso che ci porterebbe lontano. Così, oggi parleremo
soltanto di streghe e vampiri.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Nella
sub-regione del Campidano, di cui Cagliari è la città più
rappresentativa, oltre che capoluogo della Sardegna, la strega è
chiamata </span><i>coga </i><span style="font-style: normal;">(plurale
</span><i>is cogas</i><span style="font-style: normal;">). Già qui è
possibile scorgere una somiglianza direi perfetta col classico
</span><i>vampiro. </i><span style="font-style: normal;">Leggiamo
infatti in Cabiddu: “Le streghe arburesi succhiano il sangue per
puro istinto di malvagità.”1 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Per
sdrammatizzare mi sia consentito dire che spero almeno questo, cioè
che le “arburesi” (donne di Arbus, cittadina che si trova non in
Campidano, bensì nel Sulcis-Iglesiente), abbiano abbandonato da
tempo certe pessime abitudini. Non mi piacerebbe scoprire d'aver
avuto, in famiglia, certe diaboliche parenti... infatti, il ramo
paterno della mia famiglia era proprio di Arbus!</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Tuttavia,
le prime vittime delle </span><i>cogas </i><span style="font-style: normal;">di
Arbus (che forse là hanno o avevano un altro nome) sono i bambini,
soprattutto i neonati ed anche le puerpere. Le benemerite streghe di
Arbus evitano di cibarsi del sangue dei bambini, che ricacciano
“sulla cenere del focolare domestico.”2</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">Tutte le
altre ne vanno invece orribilmente ghiotte, tanto che: “Si sentono
irresistibilmente attratte verso le culle dei neonati, quasi sempre
la notte stessa del battesimo per togliere dalla loro fronte gli olii
santi e dalle loro vene il sangue innocente, a preferenza dalla punta
della lingua.”3
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><i>Nota bene</i><span style="font-style: normal;">:
in Sardegna si parla di </span><i>cogas </i><span style="font-style: normal;">(streghe),
ma anche di </span><i>cogus </i><span style="font-style: normal;">(stregoni).</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">Per
quel che ho potuto capire, ed in omaggio ad una macabra forma di...
femminismo ante litteram (o di eterno maschilismo?), la </span><i>coga
</i><span style="font-style: normal;">era forte e crudele </span><i>almeno</i><span style="font-style: normal;">
quanto il suo omologo maschio (</span><i>cogu</i><span style="font-style: normal;">).
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;"><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;"><span style="text-align: left;">Note</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">1
Andrea Mulas, </span><i>Una sottil virtù diabolica</i><span style="font-style: normal;">.
Gli esseri che succhiano sangue nella cultura popolare della
Sardegna, Arnaldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1992, p.20. Per il
Cabiddu citato cfr. G. Cabiddu, </span><i>Usi, costumi, riti,
tradizioni popolari della Trexenta</i><span style="font-style: normal;">, </span>Editrice Fratelli Fossataro, <span style="text-align: left;">Cagliari, 1965, p.60.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 136;"><span style="font-style: normal;">2
A. Mulas, </span><i>Una sottil virtù diabolica</i><span style="font-style: normal;">,
op cit., p.20.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 136;">3 A. Mulas,
op. cit., p.20.</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-19735289309587364102020-11-17T18:42:00.001+01:002020-11-17T18:42:10.253+01:00Ballata dei gradini<p> </p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sedevamo sui gradini delle chiese
e su quelli dei bar...</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">se sai come farlo,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">puoi sballarti con Dio o con
l'alcol</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ed è sempre comunque una gioia.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sedevamo sui gradini dei nostri
amori e delle nostre malinconie</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">inseguendo le nostre paure</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">che cercavamo di rivestire di
coraggio.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Sedevamo sui davanzali della
nostra giovinezza</p><p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="text-align: left;">senza nessuna paura di cadere</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">o forse</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">sperando che accadesse...</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">e qualcuno è caduto davvero:</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">complici polizia, amori inaciditi,
troppo alcol, droghe e lavoro da schiavi.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Verso il tramonto sfodero ancora
la mia armonica,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">continuo a fingere che sia uno
strano e prodigioso strumento</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">a metà tra il sax e la chitarra
elettrica...</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">purtroppo, quel miracolo in legno
e metallo</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">è lontano dal trasformarsi in una
macchina del tempo</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">che mi riporti</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">al fianco di mio padre e dei miei
amici scomparsi.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Continuo a lasciarmi cadere su
vecchi gradini</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">su cui è magari cresciuta
l'erbaccia della tristezza</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ed anche quella del rimpianto</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ma in fondo</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">(nel fondo cioè dell'uomo che
fingo di essere)</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">mi alzo sempre e sempre anche dai
gradini peggiori.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Così continuo a correre ed a
viaggiare,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ormai non più per divertirmi</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ma per il pane, il lavoro, il
rispetto e la dignità</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">che spero di dividere e
condividere</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">con gli uomini e le donne di
questo assurdo mondo.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Ballo un po' di rock nella casa</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">in cui ho imprigionato la mia
famiglia</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">che almeno,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">del mio rock e dei miei balli ride</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">con rispettoso divertimento</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">ed ogni tanto,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">viene con me a sedersi su tanti
tipi di gradini.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">A volte,</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">quei gradini ospitano perfino me.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-38646043258504740762020-09-30T17:57:00.000+01:002020-09-30T17:57:01.260+01:00 I miei rapporti con la macchina del tempo <p><br /></p><p><span style="widows: 8;">Come sanno tutti quelli che mi
conoscono (quindi come dovrei sapere </span><i style="widows: 8;">anche io</i><span style="widows: 8;">)
mi piace inventare storie, personaggi, cercare di distillare dai
sentimenti e dai pensieri qualche succo anche non di frutta e
talvolta, perfino uno straccio di logica. Del resto, lo straccio
potrei usarlo, ogni tanto, anche per lavare i pavimenti di casa.
Perfino quelli di casa mia.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ma
più di tutto, mi piace portare sulla scena un po' di sana follia; ma
senza fare scene.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Certo, mi sarebbe piaciuto diventare un grande chitarrista rock ed anche un grande
cantante, sempre rock oppure blues.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">E
la costruzione di una bella macchina del tempo, a chi la lasciamo? Ai
gorilla di Trump?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Come
dicevo tempo fa ad un fraterno amico (appena lui nell'aldilà leggerà
questo “fraterno” penserà che sia diventato un professore
ottocentesco, lo so!), con la cara time machine potrei vedere mulini
a vento sull'Hudson... sì, a Nuova Amsterdam, quella città che da
un po' qualcuno chiama New York.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">A
bordo della macchinetta potrei andare nella Oxford del XIII secolo e
chiedere a Ruggero Bacone: “Ma padre, come ha fatto a prevedere
tante cose? Non avrà mica inventato Lei, prima di me, 'sto
trabiccolo?”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Comunque,
ora sto ascoltando gli Status Quo: non saranno molto originali, ma
stasera mi va qualcosa di non troppo impegnativo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ho
finito di scrivere un altro capitolo del nuovo romanzo, ambientato
nella Cagliari del 1600 e... sono contento.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Lo
sono molto meno quando vedo che gli editori non si degnano di
rispondermi da tempo immemorabile, ma pazienza: l'importante è
continuare a scrivere-combattere. Per il resto, come canta zio Bruce,
lo Springsteen del Garden State alias New Jersey: “</span><i>Nessuna
ritirata, nessuna resa</i><span style="font-style: normal;">.” </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><br />
</p>
<p align="CENTER" style="widows: 4;"><br />
</p>Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-53283171298683530002020-08-05T07:17:00.001+01:002020-11-17T18:30:14.813+01:0040 anni dalla strage dalla stazione di Bologna<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Il 2 agosto del 1980
dell'esplosivo distrusse la stazione ferroviaria di Bologna. 85 i
morti, oltre 200 i feriti.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;">Si tratta di una tragedia che non
potrò dimenticare mai e che nessuno potrà <i>mai </i><span style="font-style: normal;">cancellare.</span><i>
</i><span style="font-style: normal;">Già, perché in Italia, per un
malinteso senso della “modernità” e di buonismo che però con la
</span><i>bontà </i><span style="font-style: normal;">non c'entra
niente, si tende a negare o almeno o a minimizzare tutto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Risultato? Le
giovani generazioni, di quella e di tante altre stragi (Portella
della Ginestra, 1947; piazza Fontana, Milano 1969; piazza della
Loggia, Brescia, 1974 etc. etc.) non sanno e non vogliono sapere
niente.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ed
in questo clima di ignoranza, cinismo, menefreghismo, ed altre
porcherie assortite, a ben pochi e non solo giovani, interessa </span><i>sapere
e capire</i><span style="font-style: normal;">. Quasi a nessuno
interessa che siano smascherati e condannati </span><i>i mandanti</i><span style="font-style: normal;">.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Eppure,
non dobbiamo cedere al pessimismo, soprattutto a quello che può
farci dire: tanto non si saprà mai niente; tanto, andrà sempre
così. Del resto, quello è anche fatalismo, il credere cioè che
esista un </span><i>fato</i><span style="font-style: normal;">, un
destino che nessuno potrà cambiare. Mai.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Inoltre, è
falso dire che sulle varie stragi non si sia mai scoperto niente. E'
quanto contesta, per es. a proposito di piazza Fontana
l'ex-magistrato Giuliano Turone.1 Alcune cose si sanno e gli
esecutori di stragi terrificanti sono stati acciuffati. Alcuni legami
tra questi mostri ed altri che appartenevano alla medesima area ed
allo stesso “intreccio” (formazioni neofasciste, servizi segreti
deviati, alcuni politici, P2, mafia, militari o funzionari di Paesi
esteri) sono stati provati.
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Ora, per
motivi di spazio non riprodurrò tutta la lunga, complessa e
contraddittoria sequenza dei vari processi. Del resto, l'11 febbraio
2020 la procura generale della Repubblica di Bologna ha chiuso la
nuova inchiesta sulla strage. E probabilmente vi saranno anche altre
inchieste.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Nel corso di
tanti processi, alcuni che furono condannati all'ergastolo per il
“delitto di strage”, furono prima assolti poi di nuovo
condannati. Emersero complicità, coperture, si scoprirono depistaggi
e finanziamenti da parte di uomini dello Stato, di Licio Gelli etc.
etc.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Il
quadro è quindi estremamente caotico, spesso perfino assurdo.
Tuttavia, a distanza di tanto tempo, sono stati riconosciuti
</span><i>colpevoli </i><span style="font-style: normal;">di
quell'orrore i terroristi </span><i>neofascisti </i><span style="font-style: normal;">Fioravanti,
Mambro, Ciavardini e Cavallini.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Abbiamo
quindi gli </span><i>esecutori materiali</i><span style="font-style: normal;">.
Abbiamo anche qualcuno che fu condannato per </span><i>depistaggio
</i><span style="font-style: normal;">come: Licio Gelli; Pietro
Musumeci, generale del Sismi (il servizio segreto italiano) legato
alla P2; il tenente colonnello Belmonte ed il faccendiere Francesco
Pazienza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ma
non è ancora tutto. Come infatti scrive sull'</span><i>Espresso
</i><span style="font-style: normal;">Paolo Biondani: “Ora la
procura generale aggrava le accuse contro i vertici della P2: Licio
Gelli e il suo tesoriere Umberto Ortolani sono considerati 'mandanti'
e 'finanziatori' della strage.” In questo c'è una logica: “Gelli
ha depistato le indagini perché </span><i>lui stesso </i><span style="font-style: normal;">ha
pianificato la strage. D'intesa con Ortolani, il cervello finanziario
della P2, accusato di aver procurato tra </span><i>cinque e dieci
milioni di dollari </i><span style="font-style: normal;">usati per
finanziare i terroristi neri e comprare complicità di apparati dello
Stato, politici di estrema destra e servizi segreti, militari e
civili.2</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Del resto, la
vicinanza di Gelli al fascismo era di antica data: ricordiamo che
egli fu l'ultimo federale di Pistoia del Pnf (partito nazionale
fascista).3</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Inoltre,
la “volpe argentata”4 Carla Costa, che “decedeva l'11 ottobre
1980 in circostanze poco chiare”, si ritiene che sul finire del
1979 stesse “svolgendo una indagine sui </span><i>trascorsi
repubblichini </i><span style="font-style: normal;">di Gelli.”5</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Né
i legami di Gelli col fascismo si limitarono al solo ambito italiano,
infatti: “Molto discussi furono gli ottimi rapporti che Gelli
intraprese con il generale e presidente argentino Roberto Eduardo
Viola e l'ammiraglio Emilio Massera durante il periodo della
dittatura nel paese sudamericano (1976-1983).” Così: “Pochi
giorni dopo il golpe, Gelli, sostenitore dei militari argentini,
ricevette una lettera da parte di Massera, dove quest'ultimo espresse
'la sua </span><i>sincera allegria</i><span style="font-style: normal;">'
per come tutto si fosse sviluppato secondo i piani prestabiliti.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Ed
a dimostrazione dei buoni rapporti, il Gran Maestro della P2 ottenne
dalle autorità argentine anche un passaporto diplomatico.6 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Del
resto, da noi esistettero legami senz'altro </span><i>organici </i><span style="font-style: normal;">anche
tra altre figure del vecchio e del nuovo fascismo. Per es.: “E'
interessante notare che uno degli addestratori della struttura
militare coperta di Ordine Nuovo, nei tardi anni sessanta, era
appunto un ex-ufficiale del battaglione Np della </span><i>X Mas</i><span style="font-style: normal;">.”7</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Perciò, in
Italia la contiguità ed affinità tra fascismo e neofascismo non è
mai stata solo di tipo nostalgico: ha fornito addestramento militare;
ha portato ingenti somme di danaro; ha fatto sviluppare e ha coperto
strutture eversive e scatenato terrificanti attentati terroristici.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Tutto
questo, con un </span><i>fine </i><span style="font-style: normal;">ben
preciso, per fortuna fallito. Infatti, dopo il 2 agosto l'allora
sindaco di Bologna Zangheri si chiedeva che cosa si fosse voluto con
quel massacro e concludeva che forse si voleva: “Suscitare una
reazione violenta, per poi, dopo averla provocata, preparare le
condizioni della repressione”8 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Insomma:
suscitare l'orrore e la rabbia della popolazione, che una volta scesa
furiosa nelle piazze, avrebbe “costretto” le autorità a
spazzarla via da quelle stesse piazze con l'esercito. Da lì
all'instaurazione di un regime di tipo greco o cileno, il passo
sarebbe stato breve. Del resto, il modello era proprio quello di un
colpo di Stato come quello realizzato dai colonnelli greci nel 1967.
E per questo si organizzavano anche dei campi paramilitari.9</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Certo,
per centrare l'obiettivo bisognava compiere azioni terribili. E fin
dagli ultimi mesi </span><i>del 1969</i><span style="font-style: normal;">(!),
l'intenzione era di: “Organizzare attentati dimostrativi </span><i>ai
treni </i><span style="font-style: normal;">che impressionassero
l'opinione pubblica e favorissero un </span><i>rovesciamento
politico</i><span style="font-style: normal;">.” Del resto non
bisognava temere conseguenze perché “erano coinvolti i </span><i>servizi
segreti di sicurezza italiani</i><span style="font-style: normal;">.”10</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Risulta
evidente come qui cada la possibilità di intendere la politica, la
vita in società ed il diritto in modo anche solo minimamente </span><i>morale
e civile</i><span style="font-style: normal;">. Del resto, come è
stato purtroppo osservato, in Italia lo </span><i>stragismo</i><span style="font-style: normal;">
è sempre stato considerato (e perfino codificato, per es. dal
Machiavelli) come fatto del tutto “normale” perfino dalle classi
dirigenti.11 </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Fatto quindi a
cui ricorrere sia per conquistare sia per mantenere il potere. Ed in
un quadro che gronda letteralmente sangue, chi può curarsi
dell'infiltrazione di gruppi neofascisti, mafiosi, collegati a
servizi segreti deviati etc. etc.?</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Sorge
anzi il sospetto (se non la certezza) che questa infiltrazione
diventi spesso </span><i>collaborazione</i><span style="font-style: normal;">,
che si richiede, accoglie e ricambia con grande gioia e non minore
riconoscenza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">Concludendo:
dal 2 agosto 1980 sono passati 40 anni, ma si comincia finalmente a
scorgere almeno una </span><i>verità storica</i><span style="font-style: normal;">.12
Su quella </span><i>giudiziaria </i><span style="font-style: normal;">e
relativa ai </span><i>mandanti</i><span style="font-style: normal;">,
speriamo di non dover attendere altri 40 anni; anche perché a 98
temo che non sarei neanche più in grado di capirla.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">Note</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">1
Giuliano Turone, Prefazione a Antonella Beccaria, </span><i>Piazza
Fontana. I colpevoli, </i><span style="font-style: normal;">PaperFirst,
Roma 2019, p.12.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">2
Vanessa Roghi, </span><i>La strage di Bologna aspetta ancora il
lavoro degli storici</i><span style="font-style: normal;">,
Internazionale, 2 agosto 2020. Purtroppo, Gelli e Belmonte sono
morti: il 1° nel 2015 , il 2° nel 1998. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">3
Vincenzo Vasile, </span><i>Turiddu Giuliano. Il bandito che sapeva
troppo</i><span style="font-style: normal;">, Roma 2005, p.90 n.11.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">4
L'”allevamento delle volpi argentate” era una rete di donne-spie
fasciste. Cfr. </span><i>Le volpi argentate</i><span style="font-style: normal;">
in <a href="http://www.sicurezzanazionale.gov.it/">www.sicurezzanazionale.gov.it</a>
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">5
V. Vasile, </span><i>Turiddu Giuliano</i><span style="font-style: normal;">,
op. cit., p.90 n.11. Il corsivo è mio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">6
Per i fatti citati cfr. </span><i>Chi era Licio Gelli e che cos'era
la P2</i><span style="font-style: normal;">, a cura di Ermes
Antonucci, La Stampa, 16 dicembre 2015. Il corsivo è mio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">7 V. Vasile,
op. cit., p.90 n.10. Np sta per “Nuotatori-paracadutisti.” Il
corsivo è mio.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">8
V. Roghi, </span><i>La strage di Bologna</i><span style="font-style: normal;">,
art. cit. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">9 Per tutto
questo cfr. A. Beccaria, op. cit., p.78.</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">10 A.
Beccaria, op. cit., p.63. I corsivi sono miei. Il riferimento ai
servizi si trova nella Sentenza n.15/61, p.671. Cfr. A. Beccaria, op.
cit., p.63 n.70.</p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">11
Saverio Lodato-Roberto Scarpinato, </span><i>Il ritorno del Principe.
La criminalità dei potenti in Italia</i><span style="font-style: normal;">,
Chiarelettere, Milano 2017, pp.46-48, 52-54.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="widows: 8;"><span style="font-style: normal;">12
Vanessa Roghi osserva però che finora sulla tragedia di Bologna i
nostri storici non hanno prodotto molto, ove si eccettuino Cinzia
Venturoli, </span><i>Storia di una bomba</i><span style="font-style: normal;">,
Castelvecchi 2020 e forse anche Miguel Gotor, </span><i>L'Italia nel
</i><span style="font-style: normal;">novecento, Einaudi, Torino 2019.
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;"><br />
</p><br />Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-26270304038292550352020-07-17T11:47:00.002+01:002020-11-17T18:44:16.926+01:00Sul primo disco di Tracy Chapman <br />
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Oggi vi parlerò del primo disco
di Tracy Chapman, che si intitolava appunto <i>Tracy Chapman</i><span style="font-style: normal;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Ricordo
che lo sentii per la 1/a volta sul treno che da Civitavecchia </span><i>via
</i><span style="font-style: normal;">Cagliari conduceva me e qualche
altra decina di sardi a Taranto, per il C.A.R. (corso addestramento
reclute).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Era
il il 1988 ed all'epoca io ed altri futuri vecchi-ragazzi ascoltavamo
la musica in cassetta. A volte anche in porchetta. Un altro “compagno
d'arme”, tale Campagna, mi passò un walk-man e così conobbi il
soul-blues della Chapman. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Tuttora
la musica della bravissima Tracy mi ricorda l'anno di leva e quel
particolare miscuglio di solitudine, rabbia, ma anche di lunghe
suonate, chiacchierate, bevute e certo anche notti di guardia con
ragazzi che purtroppo ho perso di vista.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Non con tutti, per fortuna: col
caro amico e </span><i>pard </i><span style="font-style: normal;">(grazie
Tex Willer!) Bruno Manca ci sentiamo ancora spesso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Bene,
nella musica di T.C. mi ha sempre colpito la capacità di fondere
buona musica, bei testi e l'evidente volontà di non piegarsi allo
show-business: le sue canzoni, infatti, non hanno mai seguito mode;
lei è sempre stata gradevole ma mai ruffianamente orecchiabile.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Per
esempio, </span><i>For my lover </i><span style="font-style: normal;">è
un pezzo ritmato e che dal vivo potrebbe far ballare anche un
pubblico groenlandese; però non ricerca il ritmo e la danza in modo
ossessivo. Per niente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<i>Baby can I hold you </i><span style="font-style: normal;">e
</span><i>For you </i><span style="font-style: normal;">sono dei pezzi
romantici ma mai sdolcinati, che suggeriscono all'ascoltatore di
porsi di fronte all'amore con un atteggiamento che implica sofferenza
e forse anche un certo distacco, ma non cinismo o freddezza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<i>Behind the wall </i><span style="font-style: normal;">è
una storia di violenza coniugale e di isolamento, raccontata però
con un tono volutamente dimesso, ma non per questo indifferente. In
effetti, che cosa sappiamo della sofferenza dei nostri vicini, per
non parlare di quella degli sconosciuti e soprattutto di quella delle </span><i>donne</i><span style="font-style: normal;">?</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">I
due pezzi più noti, cioè </span><i>Talkin' abou a revolution </i><span style="font-style: normal;">e
</span><i>Fast car </i><span style="font-style: normal;">meriterebbero
almeno un post a testa, che prima o poi scriverò.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Per
oggi, dirò solo che </span><i>Fast car </i><span style="font-style: normal;">parla
di una storia d'amore che la protagonista vede trascinarsi ed insieme
sfumare nell'incapacità del partner di crescere ed assumersi le
proprie responsabilità di uomo e di padre. Intanto lui continua a
correre ( ma ormai senza più la sana ed un po' folle gioia che
provavano da giovani) sulla loro </span><i>fast car</i><span style="font-style: normal;">,
la veloce auto su cui sognavano.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">A
parte quella canzone, il disco è tutto acustico: la musica è quindi
molto scarna,</span><i> tuttavia </i><span style="font-style: normal;">ricca.
La </span><i>ricchezza </i><span style="font-style: normal;">è data
dai contenuti e dalle atmosfere, che ti rimangono in testa fin dai
primi secondi di ogni canzone.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Il
disco di Tracy è del 1988 quindi arriva a soli 6 anni di distanza da
un altro molto simile per temi, atmosfere ed impostazione musicale:
mi riferisco </span><i>Nebraska </i><span style="font-style: normal;">di
Springsteen. Entrambi i dischi contengono lo stesso senso di
</span><i>desolazione </i><span style="font-style: normal;">e forse,
anche di disperazione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Comunque,
nessuno dei due lavori spinge alla resa: prendono anzi atto del fatto
che molte vite sono </span><i>spezzate </i><span style="font-style: normal;">e
non invitano a coltivare false speranze. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
</div>
<br />Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-26252309026548347472020-06-03T09:43:00.001+01:002020-06-03T09:43:35.650+01:00Giocando ad essere me stesso<br />
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Raggruppo i miei ricordi</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
con una musica che ritorna da un
passato</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
che continua a rifilarmi zucchero
& fiele,</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
addolcisco con qualche misera
zolletta di poesia</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
il veleno che a volte mi consuma.</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Invecchio...</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<i>Invecchio?</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Sì.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
E non posso
farci niente.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Lo “spirito”
è</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
(come si dice)</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
“ancora
giovane”?</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Sì.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Bene.</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<i>Bene?</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Sì.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Ma questo mi
serve a qualcosa?</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Speriamo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Non faccio
però</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
il
super-giovane</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
super-sano</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
iper-muscoloso</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
stra-alimentato</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
col pensiero
disattivato</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
ed in
definitiva,</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
sorridente
come un deficiente.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Sono un
vecchio ragazzo</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
cresciuto tra
sassaiole, sbronze, palloni da calcio, gesuiti</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
& amori
imperfetti</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
più frittate
di monologhi interiori <i>made in Dublin</i>,</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
il tormentato
<i>Augustinus</i>,</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
il grande <i>Nino
</i>delle <i>Lettere</i> ed anche dei <i>Quaderni</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
e pochi o
molti altri:</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
dunque non
posso e di certo non voglio</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
vedermi</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
su viali di
tramonto</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
né su
autostrade per l'Inferno.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Bene.</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<i>Bene?</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Sì.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
E per oggi
chiudo la porta qui...</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
altrimenti
come potrei</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
aprire la
finestra domani?</div>
<br />Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-40291951422875307032020-04-24T18:11:00.001+01:002020-04-24T18:11:11.510+01:00Josef Mayr-Nusser, martire del nazismo<br />
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
J. Mayr-Nusser nacque a Bolzano il
27 dicembre 1910. Dopo esser rimasto orfano di padre frequentò
l'Istituto Tecnico Commerciale e lavorò: “Come impiegato, prima
presso la ditta 'Eccel' e, in seguito, presso la 'Ammonn.' A 20 anni
è chiamato al servizio militare italiano, in Piemonte e poi in
Sardegna.”1</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Egli fu uno dei pochi <i>sudtirolesi
</i><span style="font-style: normal;">che votarono </span><i>contro
</i><span style="font-style: normal;">l'annessione alla Germania dei
territori conquistati dopo la I guerra mondiale dall'Italia....
conquista, quella, su cui fu molto critico perfino il patriota Cesare
Battisti. Egli, infatti, italiano ma di nazionalità austriaca</span><i>
</i><span style="font-style: normal;">e dagli austriaci condannato a
morte per “alto tradimento”, scrisse: “Riterremmo </span><i>stoltezza
</i><span style="font-style: normal;">vantar diritti su Merano e
Bolzano. Certi italiani confondono troppo facilmente il Tirolo col
Trentino e con poca logica vogliono i confini d'Italia estesi fino al
Brennero.”2</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Dunque
il Sud-Tirolo è sempre stato un territorio di lingua e cultura
tedesca, passato all'Italia solo perché il nostro Paese sconfisse
l'Austria durante la Grande Guerra; ma tuttora
(legittimamente) gli altoatesini non si considerano italiani.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Ai
tempi di Nusser, molto probabilmente il loro legame con la cultura
tedesca era ancora più forte, perciò la scelta di rimanere con
l'Italia non fu certo facile: quei pochi che votarono contro
l'annessione alla Germania furono considerati “traditori” e
“Venivano apostrofati come “walsche” (italianacci bastardi)."3</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Beninteso,
chi scelse di rimanere con l'Italia sapeva di rimanere con un Paese
che era comunque </span><i>fascista</i><span style="font-style: normal;">.
Un Paese che per 20 anni userà il pugno di ferro con gli
italiani-italiani (chiamiamoli così), che negli anni '30 aveva
compiuto su popolazioni africane atti di grande crudeltà,4 e che
grazie agli archivi della sua polizia faciliterà al nazismo
deportazione e sterminio degli ebrei italiani5 e combatterà al
fianco della Germania nazista.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Però
io penso che se Nusser e pochi altri scelsero di rifiutare il giogo
hitleriano, questa scelta non dipese certo dal fatto che
ritenessero... dolce quello di Mussolini, ma probabilmente dalla
convinzione (sotto il fascismo italiano) di poter contrastare quei
regimi. Ed infatti Josef: “Entrò a far parte dell'unico gruppo
organizzato di resistenza al nazismo e al fascismo attivo sulla
direttrice del Brennero: L'Andreas Hofer Bund.”6</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Secondo
Rocchetti: “Fu anche a causa di questo suo impegno militante e
politico che Mayr-Nusser venne arruolato a forza nelle divisioni
dell'esercito nazista.”7</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">E
non solo nell'esercito nazista, ma nel corpo militare più spietato
della storia: le </span><i>S.S.</i><span style="font-style: normal;">
Ma una volta inviato a Konitz, nella Prussia occidentale, egli dà
prova di straordinario coraggio. Infatti: “Rifiuta di prestare
giuramento a Hitler, perché lo ritiene 'incompatibile con la fede
cristiana.' Allora accusato di 'whermachtszerstzung', cioè di
attività volte a erodere la compattezza delle forze armate, è
sottoposto a carcerazione preventiva a Danzica. Quando il fronte
russo si avvicina, è destinato alla deportazione nel campo di
concentramento di Dachau.”8 </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Come
aggiunge Rocchetti: “Josef, spossato dalla fame e dalla
dissenteria, muore, con il vangelo tra le mani, sul treno, la notte
del 25 febbraio 1945.”9</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Il
livello morale ed intellettuale dell'uomo è ancora oggi fonte di
grande insegnamento per tutti noi. Egli avrebbe ben potuto, come
membro della piccola borghesia di lingua tedesca, restarsene
tranquillo a coltivare la spregevole virtù dell'</span><i>attendismo</i><span style="font-style: normal;">.
Questo, mentre attorno a lui morivano ogni giorno migliaia e migliaia
di persone e molte altre soffrivano fame, sete, tortura ed
umiliazioni di ogni tipo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Invece
Nusser scelse di dire </span><i>nein</i><span style="font-style: normal;">,
no. Rifiutò di ingrossare la vergognosa schiera degli indifferenti,
contro i quali in un celebre articolo si scagliò Antonio Gramsci...
per il quale la non-qualità di costoro cioè l'indifferenza era il:
“Peso morto della storia.”10</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Josef,
da cristiano di nome e di fatto, dato che anticamente il termine
</span><i>christianus </i><span style="font-style: normal;">aveva il
significato oltre che teorico-religioso anche pratico-sociale di
</span><i>seguace </i><span style="font-style: normal;">di Cristo,
rifiutò di mettersi al servizio della terribile macchina da guerra
nazista. Infatti: “Giurare per odiare, per conquistare, per
sottomettere, </span><i>per insanguinare la terra?</i><span style="font-style: normal;">
Giurare per rinnegare la propria coscienza, giurare per piegarsi ad
un </span><i>culto demoniaco</i><span style="font-style: normal;">, il
culto dei capi, innalzati a idoli di una religione sterminatrice?”,
si chiese. “Signor maresciallo, io non posso giurare.”11</span><i>
</i>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Parole
stupende, queste. Parole che andrebbero meditate da tutti e
soprattutto da chi in modo davvero ottuso, persiste in un'assurda
ammirazione del nazifascismo, forte della non meno assurda
giustificazione che: “Però c'era <i>ordine</i>.”</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Chiunque
invece sappia che quell'”ordine” era nient'altro che violenza
cieca e bestiale, nata dalla convinzione che esistessero popoli
interi da sottomettere e massacrare, dovrebbe pensare all'esempio
fornito da Mayr-Nusser ed al suo martirio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
A meno che
costui o costei non pensi che gli esseri umani siano solo bestie, con
cui dunque si possa “trattare” solo col bastone... perché di
fronte a concezioni fondate sulla <i>zoologia</i> (peraltro la più
crudele), qualsiasi discorso di tipo etico, morale ed anche
religioso, storico o sociale, risulta del tutto inutile.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="widows: 4;">
Note</div>
<div align="CENTER" style="widows: 4;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="widows: 4;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
1 <i>Non giuro a Hitler</i><span style="font-style: normal;">,
di Francesco Comina, San Paolo, 2000. Si trova sul sito dell'ANPI
digitando questo titolo. Articolo pubblicato il 10 dicembre 2010.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">2
</span><i>Scritti politici </i><span style="font-style: normal;">di
Cesare Battisti, vol.II, pp.96-97, cit. in Don Lorenzo Milani,
</span><i>L'obbedienza non è più una virtù</i><span style="font-style: normal;">,
a cura di Carlo Galeotti, Millelire Stampa Alternativa, anno II,
numero 5-6 del 30 marzo 1994, p.35. Il corsivo è mio.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">3
</span><i>L'uomo che disse no a Hitler finalmente beato</i><span style="font-style: normal;">,
di Daniele Rocchetti. L'articolo si trova sul sito delle ACLI e si
trova digitando il titolo citato. Nusser è stato di recente appunto
beatificato dalla Chiesa cattolica. Benché non certo con un
significato così dispregiativo, il termine “walsche” si trova
anche nel libro di Lilli Gruber </span><i>Eredità. Una storia della
mia famiglia tra l'Impero e il fascismo</i><span style="font-style: normal;">,
Rizzoli, Milano 2012. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">4
Cfr. Angelo Del Boca, </span><i>I gas di Mussolini</i><span style="font-style: normal;">,
Editori Riuniti, Roma 1996. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">5
Su questo aspetto, nonché sulla responsabilità di tanti “studiosi”
nella formulazione delle deliranti argomentazioni dell'antisemitismo
italiano, e sulla responsabilità in questo della gran parte dei
nostri accademici, cfr. Franco Cuomo, </span><i>I dieci. Chi erano
gli scienziati che firmarono il manifesto della razza</i><span style="font-style: normal;">,
l'Unità/Baldini Castoldi Dalai, Roma 2008.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">6
</span><i>L'uomo che disse no a Hitler</i><span style="font-style: normal;">,
art. cit.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">7
Ibidem.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">8
</span><i>Non giuro a Hitler</i><span style="font-style: normal;">, di
F. Comina, art. cit.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">9
</span><i>L'uomo che disse no a Hitler</i><span style="font-style: normal;">,
art. cit.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">10
Per tutto questo cfr. Antonio Gramsci, </span><i>Le opere. Antologia</i><span style="font-style: normal;">,
a cura di Antonio A. Santucci, Editori Riuniti/l'Unità, Roma 2007,
pp.23-25. L'art. si intitola naturalmente </span><i>Indifferenti</i><span style="font-style: normal;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">11
</span><i>L'uomo che disse no a Hitler</i><span style="font-style: normal;">,
art. cit. I corsivi sono miei. </span>
</div>
<br />Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-48375299891336306172020-04-13T11:50:00.000+01:002020-04-13T11:50:01.971+01:00"Folsom prison blues", di Johnny Cash<br />
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<i>Folsom</i><span style="font-style: normal;">
</span><i>prison blues </i><span style="font-style: normal;">cioè il
blues della prigione di Folsom è una canzone che il grande cantautore
statunitense Johnny Cash compose nei primi anni '50.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Musicalmente
parlando, il brano è non allegro, ma comunque molto trascinante;
strumento-base è la sola chitarra acustica, però possiede una forte
carica drammatica. Sostenuto poi dalla voce solenne ma dolente di
Cash, spazza via qualsiasi pensiero frivolo o superficiale.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Il
protagonista esordisce parlando di un treno che arriva “rotolando”
attorno alla curva e dichiarando che lui non vede più il sole da
chissà quando, perché si trova chiuso nella prigione di Folsom.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Certo,
ci troviamo nell'universo delle canzoni carcerarie, ma i versi di
Cash sono forti, anche molto amari, però sempre essenziali.
Esprimono ira e dolore per la perdita della libertà, ma senza
sfociare in pentitismi e senza mai degenerare in assurde
recriminazioni, maledizioni ecc. ecc.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Esattamente
all'opposto, è come se il protagonista osservasse sia la sua attuale
condizione sia la sua vita precedente con un certo distacco,
addirittura con una punta di umorismo. Egli ricorda infatti come da
piccolo la madre gli dicesse sempre di fare il bravo e di non giocare
con le pistole. Ed in inglese, </span><i>son </i><span style="font-style: normal;">(figlio)
e </span><i>guns </i><span style="font-style: normal;">(pistole) hanno
quasi lo stesso suono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<span style="font-style: normal;">Ma
</span><i>l'umorismo </i><span style="font-style: normal;">di cui
parlavo diventa quasi </span><i>satanico </i><span style="font-style: normal;">quando
il carcerato afferma: “Sparai ad un uomo a Reno solo per vederlo
morire.”</span><i> </i>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Nessuna
ricerca di pietà da parte dell'omicida: solo la lucida
consapevolezza del crimine commesso, presentato nella sua brutalità.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Forse, se
scavassimo in fondo alle <i>reali </i>motivazioni dell'assassinio,
scopriremmo che c'è la volontà da parte di un uomo di trasformare
la morte di un suo simile in un macabro spettacolo. Probabilmente è
quello che accade quando <i>quegli </i>esseri umani perdono la
percezione del legame che appunto li lega agli altri: a quel punto,
la <i>violenza </i>finisce per esplodere in modo quasi naturale.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Comunque, la
canzone presenta la fredda ira del carcerato che: 1 sente ogni giorno
il treno (simbolo di libertà) che corre vicino alla sua prigione, in
cui sa che dovrà rimanere per sempre; 2 e sa anche che in un
lussuoso vagone-ristorante i ricchi bevono “caffè e fumano grandi
sigari.” E che questa gente continui così, è quello che lo
“tortura.”</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; widows: 8;">
Ma a questo
punto, il cantato di Cash continua a mantenersi calmo, quasi stoico:
il protagonista di <i>Folsom s</i>i limita a dichiarare che se
tornasse in libertà ed il treno fosse suo, lui lo sposterebbe un po'
più in là lungo i binari... lontano dalla prigione. In modo che il
triste fischio del mezzo si porti via la sua tristezza.
</div>
<br />Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3918236579046934279.post-42043261473427102412020-02-28T19:12:00.000+01:002020-02-28T19:12:06.525+01:00Novembre, carissimo amico<br />
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Anche se ormai marzo è quasi alle
porte, oggi vorrei parlarvi del mese di novembre. Bene, il “tipo” è chiamato
anche <i>mese dei morti</i>. </div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Tuttavia, a me non è mai dispiaciuto, soprattutto perché per quanto
riguarda lo scrivere, il leggere ed il mio eterno rimuginare, a
novembre assegno l'Oscar ed anche il Nobel.</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Poi,
tutte quelle faccende che vanno ad impigliarsi nell'inchiostro e nei
sogni, in fondo sono il mio sangue.</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Insomma, non proprio come mia
moglie ed i miei figli, ma ci vanno parecchio vicino; inoltre, il
quotidiano e talvolta ossessivo cocktail di sogni ed inchiostro, mi
permette di spaccare la faccia al corteo di demoni che (si direbbe)
non vuol proprio saperne di lasciarmi in pace.</div>
<div align="JUSTIFY" style="widows: 8;">
Aggiungo
un altro <i>inoltre</i>: quel
cocktail, una volta che io grazie a lui abbia preso a grandissime &
sardissime testate il famoso corteo, spero mi faccia essere un marito ed un padre migliore. Perciò, perché mai dovrei avercela con quei
30 o 31 giorni?</div>
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E
poi, che cosa sarà mai 'sta faccenda dei <i>morti? </i>Vedete,
io inizio a pensarla come Thomas More che nella sua <i>Utopia
</i>sosteneva che i morti muoiono,
sì... ma poi rimangono <i>con noi</i>;
solo che non li vediamo. Tutto qui.</div>
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Però
sono con noi sempre: perfino nelle stesse stanze in cui dormiamo,
cuciniamo, giochiamo a carte, facciamo il presepe ecc. ecc.</div>
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Certo,
immagino che quando facciamo altre “cosette” abbiano il buon
gusto di andare a bersi un mirto al bar sotto casa; anzi: sono sicuro
che la privacy sia sacra anche per loro.</div>
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Bene,
oggi avevo 2 <i>pensierini</i>:
scrivere 'ste righe, anche se quando si tratta di scrivere, credo che
neanche Dante, Joyce o Kafka sapessero da dove cominciare... hai
delle idee, qualche frase, alcuni rimorsi, vari ricordi, diversi
rimpianti, molta rabbia, un po' d'amore, tanta malinconia e <i>cerchi
</i>di trasformare tutto quel caos
in scrittura.</div>
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E
se Dio e qualche volta anche il Diavolo vogliono, anche in <i>arte</i>.</div>
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Sì,
perché qualche volta devi chiedere aiuto anche a zio Belzebù: un
arrosto vale zero, senza robuste dosi di sale e pepe.</div>
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Il
2° <i>pensierino </i>era
scrivere qualcosa anche su un film bello ma tristissimo.</div>
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Beh,
sarà per un'altra volta.</div>
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Oggi
mi andava di scherzare un po', sia pure parlando seriamente.</div>
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<br />Riccardo Ucchedduhttp://www.blogger.com/profile/04604774996430733591noreply@blogger.com6