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mercoledì 18 giugno 2008

Una prof sarda tra i terroristi



Il romanzo di Pietro Picciau “La recluta di Aden”, Davide Zedda Editore, rientra certo nel genere della spy-story; eppure, l’approccio dell’A. a tale genere è particolare. La “Recluta” ha due protagonisti principali: Bartolomeo Marreri, detto Bart e Sonia Frau, ricercatrice di storia medievale presso l’università di Cagliari.
Inizialmente pare che la Frau sia stata sequestrata ed arruolata da terroristi palestinesi. La simpatia (sul piano storico ed intellettuale) dimostrata dalla prof per la causa palestinese, rinforza nel lettore tale convinzione.
Marreri è un agente segreto… sovrappeso; non guida fuoriserie; alla guida, bloccato nel traffico “turistico” che ogni estate intasa le strade della Sardegna, suda ed impreca come chiunque; ha chiuso con la moglie e deve combattere con la figlia teenager; non ha mai storie di sesso facile nè gioca d’azzardo… E’ lontanissimo da James Bond o dall’eroe di “Mission impossible”. Ma è freddo, efficiente e quando serve, durissimo.
Forzando un po’ la lingua sarda, potremmo rendere Marreri con “zappatore” (dal verbo “marrai”, zappare); del resto, chi zappa scava ed un agente segreto, con la sua attività investigativa, cerca d’andare al fondo di cose che l’opinione pubblica non conosce. Bè, nomen est omen, il nome è un destino. Comunque, a Marreri i superiori affidano il compito di ritrovare Sonia, che a quel punto potrebbe esser già morta o diventata una terrorista.
Altro pregio del libro, oltre a quello d’allontanarsi dal “topos” del perfetto 007, è dato dal non indulgere l’A. sulla bellezza della Frau. All’inizio della "Recluta” Picciau parla di “un’espressione che le illuminò gli occhi verdi e profondi” (p.12); trovo questo veloce cenno perfetto, nella sua immediatezza. Poi l’A. passa ad altro.
Penso che nella rappresentazione del dramma israelo-palestinese il linguaggio de “La recluta” sia volutamente secco, essenziale. Il libro, che come ha detto il da tanti anni critico cinematografico del quotidiano “L’Unione Sarda” Sergio Naitza (e collega dell’A.) ha tempi filmici. Inoltre, nella "Recluta” la violenza compare senza inutili compiacimenti. Allo stesso attentato che nelle intenzioni dei terroristi dovrebbe colpire i leaders di Usa, Russia e Gran Bretagna, sì da “far esplodere il Medio Oriente”, sono riservati solo i cenni tecnico-militari di base.
Nel romanzo troviamo anche qualche momento quasi comico… nel corso di una attacco sferrato da vari Paesi ad una base di terroristi, un parà americano “fece un po’ di chiasso: infilò il piede destro e il recipiente andò a sbattere contro la portiera di un’auto parcheggiata a meno di un metro” (pp.210-211). L’episodio mi ha ricordato certi film western di Sergio Leone, nei quali la violenza si mescola a fatti ed inconvenienti spesso esilaranti.
Tuttavia, nel romanzo non mancano raids israeliani, attentati kamikaze, sparatorie, demolizione di case palestinesi… Così il quadro dipinto dall’A. è senz’altro tragico, ma fa parte di un bel romanzo… di cui non voglio anticipare altro, per non rovinare a nessuno la lettura.


6 commenti:

  1. E' un libro di clamoroso spessore. Capacità narrativa e conoscenza giornalistica avanzata fanno spesso intendere che l'autore non solo conosca molto bene i luoghi raccontati ma da l'idea che vi sia stato. Inutile sottolineare che la vita dei faccenti parte dei servizi segreti è talmente ben descritta che dubito del fatto che Picciau non conosca o non abbia conosciuto per bene qualcuno dei servizi. Complimenti infine a riccardo per l'analisi. Quando si dice fine intellettuale...

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  2. Ciao, eccomi come promesso, nel tuo blog :-)In verità ci ero entrata anche ieri e avevo scritto un commento sulla fine della scuola, ma ho un vecchio pc scassato che mi si è spento prima di inviarlo e..il mio commento non ti è mai arrivato. Spero non succeda anche con questo. Mi sbrigo a scrivere, sarà meglio!:)
    Ho letto questo post sul libro di questo autore sardo, che non conosco. Ne hai scritto così bene, che mi hai fatto venire la curiosità..Leggendo i blog, si conoscono cose di cui non si saprebbe nulla "frequentando" i circuiti tipo TV e giornali..Dunque..ne faccio tesoro.
    Ormai il commento di ieri non è andato e non mi va di riscriverlo..Ieri era ieri..le cose cambiano continuamente..pur rimanendo sè stesse..Oggi ti dico solo che ho un bel ricordo del liceo..che a me non piaceva che finisse la scuola (perchè perdevo molti contatti..) e che, neanche io, che di anni ne ho 43, tornerei mai indietro nel tempo..Chi mi ripagherebbe della fatica delle "conquiste" di una vita intera se dovessi rifare tutto daccapo? :-)
    Un saluto e..a presto, penso che tornerò qui
    F.

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  3. Rif. davide
    Davide, condivido direi in blocco le tue considerazioni. Evidentemente l’A. si è documentato su vari aspetti relativi a luoghi, tecniche di spionaggio e di combattimento ecc., riuscendo inoltre a far sembrare tutto naturale anche per un lettore che (come me) non conosce in dettaglio certe problematiche.
    Inoltre, lo stile (reperita iuvant) volontariamente essenziale del libro, è un altro asso nella manica del Picciau.
    Infine, ti ringrazio per le (davvero) belle parole che dedichi anche a me. Troppo buono, ma conoscendoti so che non sono solo parole. Naturalmente, spero di meritarmele!

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  4. Rif. l'altra effe
    In effetti si tratta davvero di un bel romanzo: veloce, essenziale ma mai schematico.
    Anch’io grazie ai blog ho scoperto cose che di solito restano ai margini di certi “circuiti”; che questo sia voluto?
    Sono contento di leggere che neanche tu torneresti indietro nel tempo: il percorso fatto è stato una “conquista” ed anche un arricchimento (etico, emozionale ecc.) che non bisogna mai sottovalutare.
    Ah, guarda che anch’io ho pubblicato (2 libri); ma come mi vergogno a dire ‘ste cose!
    Contraccambio il saluto, tornerò anch’io “da” te.

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  5. Lo sai che hai un blog bellissimo?
    Una piacevolissima scoperta.
    Ci tornerò molto spesso.

    tic

    P.S.
    Tra l'altro, io di cognome faccio 'Piredda'. Non so se ti suona qualcosa.
    Vivo da sempe in Venezia-Giulia, comunque... In Sardegna ci vengo per gli affetti.
    Saludi, Riccardo.

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  6. rif. tic
    Ti ringrazio per le belle parole che riservi al blog. Torna a visitarlo quando vuoi, va bene?
    Dal tuo nome (Piredda) capisco facilmente che sei d'origini sarde.
    Entrerò presto a visitare il tuo blog, forse già a minuti.
    Inoltre, sono curioso di scoprire se "tic" abbia un significato particolare.
    A presto, dunque!

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