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giovedì 26 giugno 2008

Davvero un bel colpo dei Rolling Stones


In “A bigger bang” dei R. Stones troviamo dell’ottimo rock: rock in perfetto stile Stones, hermanos y hermanas. Perché, miei cari fratelli e care sorelle in Chuck Berry, in “Bigger” ritroviamo molto dello spirito e della lettera dei Rolling di “Exile on main street”. Di che cosa parla, il vostro scribacchino preferito? E’ presto detto.
Le chitarre. O meglio, la chitarra: quella di Keith Richards; la sua e quella di Ron Wood. Il riff aggressivo, sfrontato, martellante e che martella un ritmo che si pianta nel cervello, tanto da dire ai piedi: ballate, razza di delinquenti!
Come dice Springsteen in Jungleland, i ragazzi infiammano le chitarre like switch-blades, come coltelli a serramanico. Ascoltate solo i primi 2 brani di “Bigger””, Rough justice e Let me down slow poi ditemi se vi è rimasto un cm di pelle!
Il riff di quei pezzi, ma anche quello di Oh not you again è veloce ma preciso, duro ma non chiassoso; insomma, perfetto. Il basso di Darryl Jones non è 1 basso bum-bum ma un bel basso…
La batteria di Charlie Watts è puntuale e rocciosa come sempre: ascoltatela non solo nei rock del disco ma anche nella ballata-blues di Laugh in early died. Se uno ha suonato, magari solo a livello amatoriale (come ho fatto io) sa quanto sia importante un batterista che ti copra le spalle.
Paludi, ansie e sofferenza del blues strisciano fuori come un’anima dannata o come uno zombie in Back of my hand, quasi un omaggio a Muddy Waters. In Back la voce e l’armonica di Jagger sono taglienti ed espressive quanto quelle del maestro; molto buona la sua armonica anche in Infamy.
Del resto, in tutto “Bigger” appunto la voce di Jagger è forte, sicura ed essenziale: evita sia inutili ammiccamenti che urla sguaiate. E’ una voce che canta il rock, non fa spettacolo; ma se è uno spettacolo, lo è come la tragedia greca. Poi, il gran “lento“ Streets of love parla di tears, le lacrime di cui sono piene appunto le strade dell’amore, però senza sdolcinature.
Nel disco abbiamo anche un brano contro la guerra in Iraq, Sweet neocon e due prove alla voce di Richards, This place is empty e la già citata Infamy. La sua voce da crooner (cantante confidenziale) è calda e sincera. Sia in This place che in Back of my hand Jagger suona la slide guitar, in modo direi apprezzabile.
Rain fall down, pezzo funky, ricorda un po’ l’Harlem shuffle di Dirty works; sarà che a me il genere non piace molto, ma penso che Rain non sia il momento migliore del disco.
A parte questo, per me “A bigger bang” è uno dei migliori dischi degli ultimi 10 anni e vi conviene, ascoltarlo. Questa è un’offerta che non si può rifiutare…

2 commenti:

  1. Beh, sai...
    Di Sweet Neo Con ho pubblicato pure il testo, in talkischeap.
    Mi serviva a farmi perdonare (vedi, se interessa, mr tic goes neocon, su Richard Perle... E che gli dei mi perdonino)

    A Bigger bang è la cosa più tosta che han fatto da...
    Facciamo da Tattoo You?
    O addirittura da Some Girls?

    Grazie, Riccardo...

    tic

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  2. Rif. tic
    Andrò subito a vedere la tua traduzione di “Sweet neocon”; di sicuro, la traduzione in questione ti “frutterà” secoli di indulgenza plenaria!
    Scherzi a parte, su “A bigger bang” sono d’accordo con te… pur senza dimenticare un bel disco come “Voodoo lounge.”
    Grazie a te, tic

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