La stazione e le palazzine attorno… il tutto è ora devastato come dopo un attentato terroristico o un bombardamento.
Infatti, gli scampati hanno avuto l’impressione di una vera e propria azione di guerra. La madre di Chiara B. dice che: “Al momento dello scoppio eravamo entrambe in casa. Le pareti sono diventate arancioni dal bagliore” (Liberazione, 2/07/09, p.2). Alice D. dichiara “ho visto gente cadermi accanto bruciare viva” (Liberazione, n° cit, p.3).
Potremmo riportare anche altre testimonianze, forse perfino più drammatiche. Comunque, oltre ai viareggini ed alle viareggine, piangono quei morti tutti gli italiani.
Ora, abbiamo il sacrosanto diritto di sapere: sono stati effettuati dei controlli sulla sicurezza dei materiali trasportati? Come sono stati effettuati tali controlli e da chi? Esiste un personale tecnico specializzato in controlli come questi? Qui chi è legalmente e penalmente responsabile?
Si parla tanto di sicurezza ma quanto è sicuro far transitare un convoglio carico di materiali che possono diventare altrettante bombe, all’interno di un centro abitato? Non sarebbe molto più sicuro smistare certi convogli fuori dai centri abitati?
Da militare ho prestato servizio di guardia presso navi che trasportavano materiali potenzialmente infiammabili ed esplosivi. Ma quelle navi attraccavano ai moli più lontani, la città si vedeva appena; non attraccavano in pieno porto.
Comunque, già nel 2008 la “direzione tecnica di Rete ferroviaria italiana”, in un rapporto “dell’ufficio monitoraggio del Cesifer, la struttura operativa che fino all’anno scorso si occupava delle certificazioni sulla sicurezza delle imprese ferroviarie” dichiarava: “Una attenzione particolare va posta in merito alle non conformità rilevate sul materiale rotabile merci per il trasporto di merci pericolose” (L’Espresso, n°27, 9/07/09, p.31).
Il rapporto riguarda anche Trenitalia (la “responsabile del trasporto” di Viareggio) che “da sola l’anno scorso ha trasportato l’85,2 per cento delle merci su rotaia” (L’Espresso, p.32, n° cit.).
Quel rapporto individuava una “condizione di criticità” e delle “anormalità di tutte le imprese certificate” in manovra e formazione dei treni, con particolare riguardo alle condizioni di accettazione dei convogli, alla corrispondenza tra dati reali del treno e quelli indicati sui documenti di scorta.”
Il Cesifer rilevava anche il “mancato addestramento dei dipendenti” (L’Espresso, n° cit., p.32).
Su questo purtroppo non c'è molto da dire... se non che sono d'accordo con tutto quello che hai detto, e una volta tanto ciò è molto triste, visto il ritratto della società che hai tracciato.
RispondiEliminarif. dailygodot
RispondiEliminaE' vero, Daily, è molto triste.
Tristissimo.
Ma penso che si debba continuare ad insistere nella ricerca delle cause e dei colpevoli.
Bisogna mantenere l'indignazione e cullare il sogno-progetto che certe cose non succedano davvero più.
Dobbiamo stare attenti a non diventare fatalisti, a non credere che questo sia il destino.
Certo, non è facile...