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lunedì 29 giugno 2009

Ancora sulla strage di Sarroch


Per Luca Fazio, il superstite della strage, i suoi compagni non dovevano trovarsi dove si trovavano (Il Sardegna, 28/05/09).
Ora, poiché chi opera in zone a rischio come una cisterna che può contenere gas letali riceve l’autorizzazione da personale tecnico altamente specializzato, bisogna capire chi abbia concesso tale autorizzazione; o abbia comunque trascurato i propri compiti di supervisione e di controllo.
Quegli operai non erano dei novellini, quindi non è credibile che si siano avvicinati all’impianto con leggerezza. Infatti: “Pochi giorni prima la stessa squadra composta dagli stessi uomini aveva pulito, in Saras, una cisterna identica. E a nessuno l’azoto aveva troncato il fiato per sempre” (Il Sardegna, 29/05/09).
Certo esiste la presunzione d’innocenza; ma è lecito interrogarsi sulla “catena di comando”, che potrebbe estendersi oltre Grosso ed i 3 della Comesa (Francesco Ledda, Vincenzo Meloni, Gianni Melis) così come potrebbe restringersi fino a scagionarli.
Tuttavia i sindacati e tutti coloro i quali sostengono la realtà operaia denunciano il sistema del subappalto che se abbatte i costi, porta ad una pericolosa elasticità in termini di sicurezza. Infatti quel sistema richiede tempi, ritmi di lavoro e di consegna forsennati: con gravi rischi per salute e sicurezza dei lavoratori.
“Il metodo dei subappalti e la cessione di parti dei lavori ad aziende più piccole costringe queste ultime a tempi e costi di realizzazione dimezzati a scapito della sicurezza e della salute dei lavoratori. Questo è un meccanismo perverso che può portare ad altre tragedie sul lavoro” (L’Unione sarda, 27/05/09).
Non sono parole d’un leader operaio ma del sen. Massidda (pdl). Parole apprezzabilissime, soprattutto perché provengono da uno schieramento spesso estraneo a certe problematiche.
Per il ministro Sacconi: “Ora sono molto doverosi i più attenti e scrupolosi accertamenti sulle responsabilità.”
Per lui, “dovrà essere verificata la dotazione di tutti i dispositivi di protezione e il rispetto di tutti gli adempimenti da parte degli organi di vigilanza competenti, ovvero del relativo servizio dell’Azienda sanitaria locale. Questo ennesimo infortunio conferma la necessità di adeguati investimenti in formazione e in informazione da parte delle imprese, affinché ciascun lavoratore abbia piena consapevolezza di tutto ciò che può costituire pericolo per la sua salute” (L’Unione sarda, n° cit.).
Dal mondo operaio si invita però a vigilare sulla revisione del Testo unico per la sicurezza sul lavoro, promossa proprio dal ministro, nonché sulla possibile abrogazione della “norma salvamanager”: quella che eliminerebbe la responsabilità del datore di lavoro in caso di incidenti (Liberazione, 28/05/09).
Nelle scorse settimane, grazie anche all’interessamento del presidente Napolitano (in contatto coi familiari delle vittime della Thyssen) Sacconi si è dimostrato disponibile a non abrogare quella norma. E’ sperabile che certe tragedie possano impedire esiti legislativi che indebolirebbero ulteriormente diritti e tutele dei lavoratori.
Tuttavia, come ha dichiarato il pres. della prov. di Cagliari, Milia (pd): “Ci troviamo di fronte ad una tragedia annunciata, sulla quale nessuno è voluto intervenire. Da anni abbiamo lanciato l’allarme sulla sicurezza degli impianti della Saras e sui livelli di inquinamento che questi producono, allarme rimasto inascoltato se non addirittura deriso e rimproverato” (L’Unità, 27/05/09).


8 commenti:

  1. Guarda un po', questo governa, nel suo tentativo di modifica del TU sulla sicurezza, vuole mettere mano, rendendolo praticamente inefficace, proprio sull'aspetto coordinamento tra committente ed appaltatori ad ogni livello.

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  2. rif. crocco1830
    In effetti, la faccenda è sintomatica.
    Magari, sul piano teorico il Testo unico sulla sicurezza rimane ma come dici bene, ormai "inefficace" sul piano pratico.
    Da questo punto di vista, si potrà sempre dire che il livello giuridico è salvo.
    Da quello di chi rischia e spesso perde la vita sui luoghi di lavoro, la salvezza è inesistente.
    Comunque, passata l'ondata di sdegno, non cambia granchè.
    Nei giorni scorsi, soltanto alla Saras si sono verificati altri 2 incidenti, per fortuna non mortali; "solo", è capitato che siano crollati "pezzi di gru sugli operai" ("Il Sardegna", 26/06/2009).
    Ciao!

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  3. Credo che il problema principale sia il subappalto: anche le responsabilità vengono parcellizzate e, alla fine, sono tutti ugualmente colpevoli e innocenti.
    Spesso sono gli stessi operai ad accettare di non lavorare a norma, perché temono d'essere licenziati. Io l'ho sperimentato sulla mia pelle.
    Siamo tutti complici e vittime di un malcostume trasformatosi in omicidio di massa.
    E i vertici continuano ad arricchirsi e a non avere scrupoli.

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  4. rif. erica lee
    Sono totalmente d'accordo, Erica.
    Ed un problema non minore consiste proprio nell'odioso ricatto occupazionale, come sottolinei da par tuo.
    In vaste zone del sud e delle Isole, poi, a tale ricatto è di fatto arduo fuggire o sottrarsi; fame e disperazione sono pessime ma efficacissime consigliere.
    Ma come risulta dal rapporto Eurispes del 2007, versano in tali condizioni anche zone del nord (per es. la Lombardia).
    L'importante è continuare almeno a denunciare il fenomeno perchè non viviamo, come si diceva mi pare a fine '600, "nel migliore dei mondi possibili."
    Ciao!

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  5. Credo tu immagini già come la penso Riccardo.
    Sono dei delinquenti!Gestori, appaltatori e subappaltatori!!
    E lo Stato inesistente, o meglio fa il bene di chi delinque. Mah...il principio generale del nostro ordinamento è che "da nessun fatto illecito, si può trarre beneficio"...solo chiacchiere!
    Qui ci sta bene la battuta del noto film "Solo chiacchiere e distintivo!"
    ...
    E la povera gente paga.

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  6. rif. guernica
    L'impressione (ma purtroppo è qualcosa di ben più reale e drammatico) cara Guernica, è che il diritto sia sempre più... storto.
    La repubblica fondata sul lavoro, come recita la Costituzione, sembra sempre più fondata su qualcosa che con l'autentico lavoro (quanto a diritti, sicurezza e dignità) ha davvero poco a che fare.
    E noi, tra De Niro e... Totò (capisc' a mmè) ... stiamo sempre più inguaiati.
    A presto!

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  7. pare che le tragedie non vengano mai sole... l'uomo non impara o forse non vuole!!!
    Biechi interessi e logiche di potere, che bel falò ci farei...
    un saluto
    Elsa

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  8. rif. elsa
    Pare che sia tipico dell'uomo, connaturato alla sua natura il non voler imparare.
    La stessa tragedia di Viareggio ci fa chiedere quali e SE siano state prese le giuste misure di sicurezza
    Danaro e potere, poi, fanno il resto...
    Oltre alla tendenza (che hanno molti) a considerare fattacci come questi, quasi inevitabili.
    Un saluto a te.

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