I.I.: Tiro avanti. La solita vita.
Che però non deve essere male. Nessuna preoccupazione per i biglietti del bus che potresti non avere, nè ansia per il gas che potresti aver scordato di spegnere, per non parlare degli ombrelli che dimentico sempre in giro o dei codici delle scuole che sbaglio, quando compilo le domande per le supplenze.
I.I.: Invece tu non immagini l’angoscia che tormenta una povera entità della fantasia e dell’immaginazione… dover comparire solo quando lo decide il tuo inconscio, esser considerato una creazione della tua arte, non poter andare mai allo stadio, al cinema, al ristorante, ai concerti. Una vitaccia, credimi.
Non vado mai neanch’io in quei posti ed in tanti altri.
I.I.: Sarebbe colpa mia? Avresti il coraggio di dire una cosa del genere? Bravo, bella riconoscenza! Senti, togli quel disco di blues: dopopranzo mi fa venire l'emicrania. Io faccio da parafulmine alle tue ansie esistenziali e tu mi ripaghi facendomi sentire in colpa? Ed infliggendomi quella musicaccia scarna, monotona ed angosciante! E’ una vergogna! Aspetta, questo è J.L. Hooker… solleva un po’ il volume, cavolo! Più forte, non sento bene il basso. Ora va meglio, però dovresti cambiare posizione alle casse e magari spostare quei libri che…
Guarda che questa non è casa tua.
I.I.: Adesso mi rinfacci anche questo? Mi sono accollato il peso di interloquire con te (a proposito, quando sarò su facebook?) e tu mi offendi in questo modo? E tu saresti un appassionato di filosofia morale… bravo, complimenti: hai la morale di un cobra! Altro che Socrate ed Abelardo, tu dovresti leggere le memorie di Jack lo squartatore! Ed ora vattene.
Senti, tu sei qua perché l’ho deciso io. Perciò non mi mandi via da casa mia.
I.I.: Lascia che assuma un’aria tra l’offeso ed il dignitoso; ecco fatto. Vado ma un giorno ti pentirai d’avermi cacciato. Un giorno cercherai una spalla su cui piangere & scrivere ma non la troverai. Ti aggirerai di notte per biblioteche deserte e bettole in rovina chiamando il tuo amico, il povero interlocutore immaginario… ma non lo troverai. Verrai a porre un fiore sul mio quaderno ma sarà troppo tardi. Così ti dico: torna in te, Riccardo…Rinsavisci, fratello mio!
Piacerebbe anche a me saper parlare con un mio interlocutore immaginario.
RispondiEliminaNon so se è lo stesso raccontarsi storie come faccio spesso.
Fortunatamente non lo faccio a voce alta.
Per ora.
Eheheh Riccardo!!!:D
RispondiEliminaStai tranquillo che va tutto bene.
Non ti agitare eh!
(Chiamate la neuro?!?)ahaha
Scherzo!
Sai che anche io ho l'alter ego..solo che non lo scaccio con facilità.
Però...magari ripensaci.Richiamalo!
hmhmhhmmhhmhhm caro, molte cose mi ricordano qualcuno...devo farmi dare una controllatina?
RispondiEliminaAlmeno tu hai un alter ego con cui interloquire e arrovellarti, ma a me tocca sorbirmi le persone reali!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Erica Lee
Rif. guernica
RispondiEliminaGuern: ti dico la “sincera verità” (espressione italo-cagliaritana)… finora io e la neuro siamo sempre stati buoni amici.
Ma ultimamente Lady Neury dice che: “Non sono più lo stesso.”
Il problema è che non capisco se per lei questo sia un bene o un male.
In ogni caso, fino a che punto vorrà spingersi il mio interlocutore immaginario?
Non lo so…
rif. il monticano
RispondiEliminaIl fatto, Aldo, è che non so per quanto ancora (usque tandem…) riuscirò a parlare con l’interlocutore immaginario… soltanto per iscritto.
Non vorrei che prendesse il sopravvento!
Non è che al Colosseo cercano la controfigura di un domatore schizofrenico?
Fammi sapere
rif. darksecretinside
RispondiEliminaUna controllatina, secondo me, è sempre meglio darsela.
Sempre o almeno, spesso.
Perché considerarsi troppo folli è un atto di disamore verso sé stessi; ma penso che considerarsi completamente sani, conduca alla superbia.
rif. erica lee
RispondiEliminaIl dramma è che quell'alter ego mi conosce troppo bene.
E' dannatamente reale. A volte penso che io sia lui; o viceversa.
Anche se sembra lo stesso...
Un abbraccio!
Mmmm questo lo ignoro anche io perchè fino ad ora non ho avuto contatti con la Lady in questione.Per trascuratezza, mica per altro eheheh...
RispondiEliminaIl tuo interlocutore mostra segno di voler prendere possesso definitivo di te.
Occhio!:D
rif. guernica
RispondiEliminaTemo anch'io che il tipaccio abbia intenzione di prendere il comando della nave.
Tu gli dai un dito... e lui si prende un braccio. Devo cercare di ristabilire le distanze o qui va a finire che passo per un tipo poco equilibrato e scarsamente razionale...
Buona domenica!
^_______^ mi ha fatto molto sorridere... perchè effettivamente credo che un po' tutti noi, tutti quelli che si sono messi un blog... a un certo punto è come se si fossero sdoppiati... anche quando parliamo di problemi o gioie "vere" è sempre come se lo raccontasse il nostro alter-ego che nel momento di registrazione del blog ha preso il sopravvento... almeno nella realtà virtuale!
RispondiEliminarif. dailygodot
RispondiEliminaSì, un certo "sdoppiamento" esiste.
E di questo processo do un giudizio anche molto positivo, perchè penso che permetta di vedere le cose e noi stessi un po' più da lontano.
Si spera, inoltre, anche con un tantino d'autoironia.
Infatti soesso si ride poco e si assume di fronte alla vita ed a noi stessi, un atteggiamento di serietà talvolta eccessivo.
Buon inizio settimana.
Non ho ancora letto nessuno dei tuoi libri, ma devo dire che, a parte la condivisione o meno dei contenuti, SCRIVI DANNATAMENTE BENE!
RispondiEliminarif. kinnie51
RispondiEliminaAh, ti ringrazio, Kinnie. VERAMENTE!!!
In effetti, penso che in arte la forma sia importante almeno quanto il contenuto.
Io, almeno, cerco di seguire questa "regola."
Buona giornata.
Oggi dovrebbero dare lettura del mio poema eheheheh :D ... che autoironia però!
RispondiEliminaDovrebbero leggere tra le 00.20 e l'1.00 su RadioUno.
Ma finchè non sento..non credo!
Incorcio le dita.
Comunque le puntate poi vanno in archivio e si possono riascoltare.
Se la letturà avverrà...magari linkerò il sito della radio nel blog.
Vediamo!
Ma sai che hai ragione?
RispondiEliminama se dovessi proprio pendere da una parte...preferisco tendere verso la follia...
almeno in quella mi riconosco.^_-.
a presto!
rif. darksecretinside
RispondiEliminaPer me la follia, quella (per spiegarmi meglio) di cui si è consapevoli e che ci fa ragionare e SENTIRE con tutto il nostro essere, è la più profonda delle intelligenze.
Ciao!
:) Ho dimenticato di dirti di non postare il commento!
RispondiEliminaE vabè, fa nulla.
Ora è tutto pubblico.
Tanto infine in pochi ascolteranno o potranno farlo.
A presto!
rif. guernica
RispondiEliminaOhi, scusa: in realtà me l'avevi detto; ma io ho dimenticato di non postarlo!
Comunque è pubblicità e la pubblicità, in questi casi, è positiva.
Ho cercato di sintonizzarmi dal tuo blog ma qualcosa me l'ha impedito. Ora riprovo.
Ciao!
Carissimo Riccardo,
RispondiEliminaritorno con molto piacere tra i tuoi pensieri e sorrido nel leggere questo post. E' bellissima l'immagine di questo interlocutore immaginario, che in realtà molti di noi vorremmo avere e purtroppo non abbiamo. Io, per mia fortuna, ce l'ho sempre avuto. Tu, a differenza mia, ci dialoghi per iscritto. Io non ci ho mai provato. IO e STELLA parliamo. (DA QUI IL MIO NICK- E' SEMPRE STATO IL MIO IO)Adesso che ci sono i viva voce e gli auricolari almeno non ti prendono per matto se parli da solo, e poi se tutti i matti fossero questi???
Non farlo andare via, dagli la mano e tienilo accanto a te, è e sarà sempre un amico prezioso.
Un abbraccio monica
Rif. stellasolitaria
RispondiEliminaCarissima Monica, l’obiettivo o la funzione principale dell’”interlocutore immaginario” (per gli amici I-i.): aiutarmi a non prendermi troppo sul serio. I.i è ha insomma molto a che fare con l’ironia e l’autoironia.
Naturalmente, si può essere seri anche attraverso lo scherzo.
Anzi, spesso trovo poco serie proprio le persone che non si lasciano mai andare.
Certo, c’è una via di mezzo tra, come dire?, la farsa e la tragedia e per me, quella è l’autoironia.
I.i. è un personaggio di fantasia, ma non lo è quanto i miei personaggi emh… da scrittore. E’ un quasi-Riccardo, benché a volte mi irriti un po’ il suo caratteraccio!
Un abbraccio e buona domenica!
Caro amico,
RispondiEliminasono venuta a trovarti tra le tue ruote, abbadonando per un attimo il mio cielo.
Nella vita nulla di più giusto che prendersi poco sul serio e prendersi un po' in giro. Splendido modo per lasciarsi un po' andare, guardarsi dentro e confrontarsi, si confrontarsi con noi stessi.
E' tanto che non passi nel mio cielo e allora ho pensato di venire io sulle tue ruote...
Un abbraccio amico caro, si ma un abbraccio stellato
rif. stella
RispondiEliminaSì, effettivamente tante volte ci si prende un po' troppo sul serio, allora l'autoironia aiuta a tornare coi piedi per terra.
Inoltre, quello è davvero un modo ("splendido", condivido) per confrontarci con noi stessi. Soprattutto perchè la maggior parte delle volte, il tempo, l'ansia ed i "fantasmi"... che non vanno ma in ferie, decidono altrimenti.
Passerò presto da te, promesso.
Il discorso di cui sopra mi ha un po' tagliato le gambe, purtroppo.
Un abbraccio, cara amica.