I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti. Buona lettura



domenica 29 marzo 2009

Arriverà presto il mio interlocutore immaginario


Sono sempre stato un grande lettore delle opere di alcuni santi che erano anche pensatori di tutto rispetto.
Mi riferisco per es. al Monologion di S. Anselmo ed alle Confessioni di S. Agostino.
Si tratta di opere in cui costoro dialogavano oltre che con Dio, anche con sé stessi.
Io non sono S. Anselmo e neanche S. Agostino.
Ma di questo penso che vi siate accorti/e tutti/e.
Quel che è peggio, non posso farci niente.
Ma quest’idea di dialogare (almeno) con me stesso mi è sempre piaciuta… anche perché molti dei miei amici sono lontani e purtroppo qualcuno ha cambiato del tutto… scenario (sebbene non volontariamente).
C’è poi un altro motivo che mi fa optare per la scelta automonologante: non posso torturare sempre mia moglie, che potrebbe denunciarmi per crudeltà… sbadigliatoria.
Infine, dall’automonologo (che non è il dialogo con l’automobile) potrei imparare qualcosa su me stesso.
Insomma, ho 4 ragioni:
1) i santi;
2) gli amici defunti o emigrati;
3) la salvaguardia dei nervi della coniuge;
4) correggere me stesso.
Perciò ho deciso di crearmi una sorta di interlocutore immaginario. Sì, penso proprio che sia una buona idea.
Ora vado a crearlo.

15 commenti:

  1. L'introspezione ogni tanto fa bene, però bisogna trovare il coraggio di uscire e parlare con la gente, anche con chi non si conosce.
    Scusa, è quello che dico sempre a me stessa, ma non sempre ci riesco. Ciao

    RispondiElimina
  2. rif kinnie51
    Certo, non si può prescindere dal parlare con gli altri.
    Tuttavia, penso che l'introspezione sia molto importante proprio per capire chi siamo e come vogliamo rapportarci a loro.
    Quanto a questo post, è nato con finalità evidentemente autoironiche.
    Ciao.

    RispondiElimina
  3. Infatti, mi era parso. Non conosco S. Anselmo, né conosco te, ma mi pare che S. Agostino abbia conosciuto qualche colpo di scena nella sua vita ed io, non so perché, ma ti immagino più lineare, più coerente di lui. Un'ultima considerazione: non sarà che ti piace l'automonologo perchè, in questo modo, l'interlocutore ti darà sempre ragione?

    RispondiElimina
  4. Io ce l'ho da quando avevo 6 anni!Ora ha assunto il nome d'arte Guernica e spesso commenta lei per me.Spesso sono io, intendo io io, ma utilizzo il suo nome.Ovviamente sono autorizzata in virtù della nostra longeva amicizia!;)

    RispondiElimina
  5. rif. romaguido
    Poichè io non sono per niente geniale e tormentato come S. Agostino, ma al massimo tormentato, la mia vita non ha avuto i suoi colpi di scena. Ma qualcuno sì, anche se forse non si direbbe.
    Diciamo che la mia vita è stata di una linearità piuttosto tortuosa...
    L'interlocutore immaginario? Sarà parecchio combattivo anche con me stesso, vedrai!
    Buon inizio settimana.

    RispondiElimina
  6. rif. guernica
    Allora tanti saluti e molti complimenti non solo a te ma anche a Guernica!
    In effetti, l'interlocutore immaginario è una bella invenzione.
    Personalmente, mi congratulo con me stesso per averlo inventato.
    Mi congratulo anche con te per aver inventato lei; ohi, adesso mi sembra quasi d'essere Tarzan: me Tarzan, tu Jane. Chissà se anche Cita aveva un'interlocutore o un'interlocutrice immaginaria.
    Mah, penso che potremo risolvere questo dilemma al bar... del manicomio.
    Ciao!

    RispondiElimina
  7. Certo che lo aveva l'interlocutore Cita! Per me potrebbe ipoteticamente essere l'albero delle banane!!
    Poi fammi sapere tu, secondo te, chi era l'interlocutore.
    Alla prossima (ora d'aria che ci concederanno)!

    RispondiElimina
  8. Un amico immaginario ci vuole... anche perchè così quando parli da solo... puoi sempre giustificarti e dire che stai parlando con_____
    No!?! Mmm... incomincio a capire perchè quando mi conosce la gente mi chiede se ci sia o meno una vena di pazzia nella mia famiglia! :D

    RispondiElimina
  9. Non abbiamo bisogno di interlocutori immaginari, dal momento che abbiamo già "noi stessi" o coscienza se si preferisce.
    Purtroppo a volte siamo sordi(parlo in prima persona).
    Buon dialogo.
    Miriam

    RispondiElimina
  10. A volte dialogo con me stesso, a volte parlo da solo......

    RispondiElimina
  11. rif. anonimo
    Il dialogo con sè stessi appartiene ad un'antichissima tradizione filosofico-letteraria, che forse (già prima che da Anselmo e da Agostino) era stata inaugurata da Socrate col suo "dèmone."
    Tuttavia, anche l'interlocutore immaginario fa parte di "noi stessi" e della coscienza, che sceglie il modo che ritiene migliore per giocare o anche per "lavorare" su di sè.
    L'intento comunque autoironico del post dovrebbe essere evidente, o almeno abbastanza chiaro.
    Grazie per l'augurio e buon w.e.

    RispondiElimina
  12. rif. guernica
    Per me, l'interlocutore immaginario era... vediamo... Cito.
    Ho però dei dubbi sul fatto che possano concederci l'ora d'aria. Sai, la vita (guarda come sono originale) è una giungla!

    RispondiElimina
  13. rif. dailygodot
    Be', se la vena di pazzia si trova nella famiglia, in fondo puoi sempre dire che di certi comportamenti non hai colpa!
    Il problema nasce quando sei il solo ad essere pazzariello/a; a quel punto, su chi scarichi?

    RispondiElimina
  14. rif. B.C. Bruno Cairoli
    Devo dire che a me non capita di parlare da solo ma di sorridere.
    Ma forse questo è peggio…
    Anche perché non ho ancora capito che cosa abbia, da sorridere.

    RispondiElimina
  15. Riccardo puoi sempre dare la colpa ai rifiuti tossici?! :D

    RispondiElimina

.
Al fine di evitare lo spam, I Vostri graditi commenti saranno pubblicati previa autorizzazione da parte dell'amministratore del Blog. Grazie.
.