Il vento, poi, da queste parti non è mai stato un problema: se avessi avuto un centesimo per ogni giornata ventosa che Eolo ha spedito su Kalaris da quando son nato, ora sarei miliardario.
Il sole sta cercando d‘uscire ma è dura, con ‘sta nuvolaglia.
Inoltre, questo autunno-inverno ho sofferto molto il freddo e l’umido; non vedo l’ora che arrivi l’estate: una calda, africana estate cagliaritana (benché riesca a scrivere meglio tra fine settembre e metà aprile).
Poi, qualcuno (per es. io) dovrebbe spiegarmi perché per tanti anni l’estate mi aveva stancato, mentre ora la bramo tanto.
Bene, il mio caro me stesso, da me prontamente consultato, ha risposto di non sapere che cosa rispondermi.
Ho osservato: “Eppure, ora che io e la mia signora abbiamo due figlioletti combattivi come 2 dolcissimi Unni, andare al mare è piuttosto stressante. Dunque come spieghi questa mia fissazione marino-balnearistica, che non diventa fuga su qualche eremo del Gennargentu… quel che sarebbe più logico e sperabile?
Il mio gentilissimo me stesso, dopo aver tossicchiato per qualche secondo ha detto: “Guarda là.”
Ho guardato… e lui è sparito.
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