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giovedì 8 settembre 2011

Sulle montagne del Perù


Era una sera di marzo, Pablo Sanchez ed i suoi compagni Incas marciavano ormai da settimane. Nell’inerpicarsi su per le montagne l’aria si faceva sempre più rarefatta, ma la vegetazione rimaneva lussureggiante. Come aveva detto una volta il suo maestro, fray Bartolomè de Las Casas, le terre del Nuovo mondo erano “il Paradiso o poco meno.”
“Un Paradiso”, aveva commentato in lingua quechua un Inca, “che voi spagnoli state trasformando in un Inferno.”
Era vero: un’infinità di indios furono (e lo erano ancora!) sottomessi, derubati e sottoposti a violenze sessuali, fisiche e psicologiche d’ogni tipo, quindi sterminati in massa… i loro villaggi rasi al suolo o dati alle fiamme, i pochi superstiti ridotti in schiavitù e come diceva fray Bartolomè nella sua Breve storia della distruzione delle Indie, i loro bimbi venivano dati in pasto ai cani: ancora vivi o dopo esser stati fatti a pezzi dalle lame spagnole.
Avendo finalmente gli indios messicani impugnato le armi, el fray ben definì la loro reazione “santa”; infatti, la Chiesa non sosteneva la legittimità della guerra di difesa? E quella non era una guerra ma peggio, l’immotivato sterminio di un popolo.
Lui, Pablo, già capitano di fanteria e prossimo alla vita religiosa, era tornato in Spagna e col suo maestro aveva seguito le dispute filosofico-teologiche in cui magister Bartolomè aveva difeso i diritti degli indios, affermato la loro appartenenza al genere umano e per il Sangue del Cristo, la redenzione anche di quelle miti genti.
Pablo ricordava che furibondo aveva così argomentato col fray: “Ma come, come sottrarre a quelle ottime e sventurate persone terre e beni che appartengono loro da sempre? Con quale mai motivazione giuridica? Lo stesso atto del Requerimiento, che vien letto loro nella nostra lingua (che essi non conoscono affatto) impone di cedere qualsiasi cosa noi desideriamo, pena il massacro!”
“Infatti”, rispondeva Las Casas, “qui il diritto è il grande assente.”
“Va bene, ma chi può credere che gli indios non siano umani? Essi costruiscono abitazioni, strade, templi, parlano una lingua, creano dell’arte, si associano in famiglie, stringono amicizia, vivono in Stati, tengono assemblee, lavorano i campi, vari materiali ecc. Insomma, qualsiasi filosofo dai tempi almeno di Aristotele (se non da quelli di Socrate e di Platone) direbbe che ciò conferisce loro le caratteristiche di animal rationale, socialis et politicus!”
“Ma qui non c’entrano neanche la filosofia o la teologia. Certo, Dio ha creato il mondo e tutte le genti che lo abitano e ha creato anche i popoli delle Indie, che sono anch’essi umani. E poiché dal Cristo sono stati redenti tutti gli uomini ed anche gli indios sono uomini, allora sono stati redenti anche loro. Ma di fronte alla prospettiva dell’oro e del poter schiavizzare ogni uomo ed ogni donna, pochissimi vogliono onorare le ragioni di diritto, filosofia e teologia.”
“Allora”, concluse Pablo, “bisogna fare come Cortès e Pizarro: impugnare la croce al rovescio, a mo’ di spada… ma contro loro ed i loro amici.”
El fray sospirò e forse quel sospiro equivalse ad una benedizione.
“Pablo”, che cosa pensi?”, disse il capo Inca. Lui glielo disse e l’altro: “Las Casas è un nostro grande, grande fratello.”
“Già. E se non l’avessi mai incontrato, forse avrei partecipato anch’io a quei massacri.”
“No, un cuore generoso come il tuo si sarebbe rifiutato anche se certo, ci sono uomini che sono per noi come dei padri e le cui parole ci germogliano dentro dando frutti meravigliosi… rendendoci delle persone migliori.”
“Questo è verissimo, capo.”
“Ora ascoltami: stamattina ho avuto una visione, ho visto tanta gente. Parlava lingue forse non ancora nate, comunque subivano violenze ed inganni d’ogni tipo, a volte i loro oppressori non usavano le armi ma i testi sacri, i codici delle leggi, i versi dei grandi poeti e le sentenze dei filosofi più profondi, ricorrevano ai labirinti dei numeri e del calcolo. Ho visto i nostri fratelli del Messico che combattevano contro Cortès e quelli di un paese chiamato Frankenhausen… esiste un paese che si chiama così?”
“Sì, si trova in Germania, nel Vecchio mondo”, disse Pablo. “Là anni fa i contadini combatterono contro i nobili, ma furono sconfitti.”
“Ho capito. Ma ho visto anche i loro nipoti e gente dai vestiti e dai capelli strani, viaggiavano su carri di ferro con ruote di gomma. Ho visto i figli dei figli dei loro nipoti e dei nostri, anch’essi in lotta contro altri spagnoli… che forse si chiameranno diversamente. Vinceranno prima gli uni poi gli altri e così via daccapo, sarà duro distinguere tra le vittorie di chi considera l’altro uomo un cabròn, un caprone o un cane oppure uno schiavo e quelle di chi lo considera un fratello. Capisci ancora la mia lingua o passo al castigliano?”
“Continua pure col quechua. Ma alla fine chi vincerà?”
“Chissà. Comunque, tra qualche anno chi potrà sapere se tutti noi siamo mai esistiti? Ma finchè un uomo vorrà trattare il suo simile come un verme, bisognerà impedirglielo perché chi si comporta così è fatto non ad immagine di Dio ma del Diavolo… come dice anche el fray.”
Pochi minuti dopo un tiro incrociato di frecce, sassi e pallottole falciò una trentina di conquistadores.
Il tempo di raccogliere le armi dei loro nemici e Pablo e gli Incas si rimisero subito in marcia.

21 commenti:

  1. Non è cambiato niente e dubito che mai cambierà...in meglio.
    Cristiana

    Sto attendendo il tuo libro.Mi hanno detto che era esaurito e ci vorrà un po' di tempo.
    Aspetto,credo ne valga la pena.

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  2. rif. cristiana2011
    Mah, speriamo invece che un GRANDE cambiamento sia possibile. In fondo, dipende solo da noi...
    Spero che il ibro ti arrivi quanto prima e dopo averlo letto, fammi pure avere un parere spassionato.
    Un caro saluto!

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  3. due motivi soli, ma ne potrei elencare molti altri , per dire perchè mi è piaciuto questo racconto dove mi ha emozionato ..commosso davanti allla Storia in quanto l'ho trovato "GIUSTO" rispetto a tante troppe verita perdute.
    ne dico solo due altrimenti occupo spazio e non va bene
    ringrazio Riccardo perchè:
    1
    non per darmi importanza sembra abbia sentito il mio tarlo, di cui spesso parlo con tutto il rispetto per il genocidio che guai a chi lo nega, ma che ha al contempo ottenuto tutto quanto c'era da ottenere per continuare con altri genocidi uguali e peggiori,come quelli appunti dimenticati alla luce dell'ultimo.
    nell'ambito di questo comune " sentire/sentirci" contaminandoci nel senso buono e quasi senza sapere gli uni degli altri, può apparire nell'illusione o meno del filo comune, che abbia ascoltato il mio lamento sulla pubblicita della internet key della tim e la presa per il culo di tutti gli indios e indiani delle due americhe
    concludo ricordando che fra africa e americhe, se raggionassimo come "numeri" a cui hanno ridotto i piani in cui deve valere o meno la vita, quello che ha monopolizzato le scene è di gran lunga inferiore ad altri genocidi.
    per non parlare di genocidi non convenzionali quali i tre subìti , limitandoci a casa nostra, dalla nostra popolazione. Il primo negli dopoguerra-60;il secondo degli anni 80 laddove il primo non avesse ottenuto tutti gli effetti desiderati ( sul piano antropologico, emotivo affettivo e culturale) ; il terzo di questi anni quasi 20 dal 94 a tuttoggi.

    2
    il racconto mi ha commosso come immaginandomi Riccardo non più Riccardo ma Raccardos come Marcos, che in tutta la sua poetica-politica è noto ( anche nel web ve n'è traccia) di alternare momenti politici strictu sensu intesi a momenti più narrativi/pedagogici vuoi per la memoria cosi per tante altre cose. Del resto pur non avendo io studiano il greco, poetica significa fare democrazia.

    un abbraccio grande grande come il grande spirito di questa lettura a Riccardos e a tutti voi
    GRAZIE!
    ro

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  4. rif. In soffitta
    Grazie DI CUORE, Ro!
    Ma occupa pure tutto lo spazio che vuoi, non c'è nessun problema, davvero.
    Non sapevo del tuo "lamento" (peraltro SACROSANTO) ma vedi, tra persone che hanno un comune sentire, esiste probabilmente una sorta di telepatia...
    Un po' come quella che valicando i tempi ed i luoghi, aveva anche il capo Inca...
    Nel caso del "solo" Messico, benchè le analisi e le denunce di Las Casas siano state in un primo tempo contestate, è stato successivamente accertato che gli spagnoli sterminarono non meno di 25 MILIONI di indios...
    Dico, 25 milioni!!!
    Ed il quadro complessivo dei vari genoicidi (senza per questo voler certo minimizzare quello nazista, mi associo ovviamente a quello che dici anche tu) compiuti dai "conquistadores" ammonta a 70 MILIONI di vittime!!!
    GRANDISSIMO ringraziamento (benchè immeritato) per il parallelo con Marcos, di cui apprezzo oltre che la lotta, anche quel momento narrativo-pedagogico senza il quale la lotta diventa solo fatto militare.
    Per come vedo io le cose, la lotta per i diritti e l'uguaglianza è fatta anche di musica e di risate.
    Grazie a te e abbraccione!

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  5. ...Potresti aggiungere a questo bel post l'etichetta "Luoghi e culture"...che mi piace così tanto e che forse hai abbandonato...?
    In questo caso, più che mai, i personaggi e la storia rendono ancora più belli i luoghi cui appartengono.
    Buona notte...

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  6. rif. Simo
    Beh, in effetti ho trascurato un po' troppo l'etichetta "Luoghi e culture", ma mi riprometto di... rimpinguarla quanto prima.
    Ho però collocato questo post (grazie per averlo apprezzato!) in "Filosofando" per 2 motivi: 1) i riferimenti filosofici, sia pure (spero) non molto pesanti; 2) il fatto che in "Luoghi e culture" vorrei parlare appunto di luoghi e culture che ho conosciuto anche fisicamente.
    Buon... giorno o ormai, quasi buonasera!

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  7. Ciao Riccardo caro, questa volta non sono solo io a ringraziarti , ma anche il nostro house-boy peruviano, che ha cercato di capire (un pochino con il mio aiuto) , quello che hai scritto. Grazie per la sua fiera luce che gli è apparsa negli occhi e grazie per la commozione che ci hai regalato. Grazie come sempre, amico mio! Nella e Bryans!

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  8. Carissima Nella, sono felice di venire a sapere che questo “racconto filosofico” sia piaciuto oltre che a te, anche all’amico peruviano.
    Purtroppo, i massacri compiuti dagli spagnoli non sono stati né un racconto né filosofia e si potrebbe anzi dire che siano una ferita ancora aperta…
    Pensa che un collega di un amico ci raccontava che lui e la moglie hanno adottato una bambina appunto latinoamericana e che lei poco tempo fa accusava ancora gli spagnoli (e gli europei in generale) di quei genocidi.
    Las Casas è esistito veramente e raccomando a tutti la lettura del suo libro sulla “Distruzione delle Indie”.
    Pablo Sanchez è invece un personaggio di fantasia, benché non si possa escludere che alcuni (magari pochi) spagnoli abbiano davvero preso le armi contro i cosiddetti conquistadores.
    Un caro saluto a te ed all’amico peruviano!

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  9. Tanti cari ringraziamenti per la gioia che ci hai dato , sempre con le tue esaurienti spiegazioni e racconti che toccano il cuore. Grazie ancora una volta in più Riccardo... Bryans attende con ansia... Un abbraccio, Nella

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  10. rif. nella
    Carissima Nella, ringrazio per i... ringraziamenti e per la gioia!
    Appena possibile tornerò sull'argomento genocidio dei popoli latinoamericani con un post più filosofico che filosofico-letterario, che tuttavia spero tu e Bryans possiate gradire ugualmente.
    Un caro saluto all'amico peruviano ed un abbraccio a te!

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  11. E pensare che i spagnoli sono stati e sono il popolo più cattolico-cristiano del mondo.

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  12. rif. il monticiano
    Già, ma a quanto pare, soltanto in teoria...
    "Non chi dice Signore Signore, ma chi fa la volontà del Padre."
    Ciao Aldo, a presto!

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  13. Non siamo Spagnoli ma siamo cattolici, anche se qualcosa dovrebbe essere cambiato con la civilizzazione (dei cattolici)attraverso i secoli. Non riesco ancora a comprendere il perdono cattolico, soprattutto quello impartito nel confessionale. E citi giustamente:"Non chi dice Signore Signore, ma chi fa la volontà del Padre." Il Padre conosceva bene la natura delle sue creature e chissà perché talune sono uscite così male: è davvero un grande mistero. Eppure alla fine tutti rientreremo nel Tutto e come sarà o come è già stata la posizione delle vittime e dei carnefici: tutto il dolore? E se il tempo non fosse altro che il limbo, l'anticamera dell'eternità poiché non riusciamo a concepire di esserci pienamente immersi in un riciclo senza fine di inferno purgatorio paradiso che è lo stato in cui viviamo la nostra esistenza...
    E' molto bello il tuo racconto e come vedi fa scaturire domande, da parte mia un po' demenziali.

    Ciao Riccardo e grazie.

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  14. rif. Nounours(e)
    Cara Nou, le tue domande non sono per niente demenziali, tutt'altro!
    Direi anzi che costituiscono il nocciolo di molti problemi filosofici e teologici del pensiero cristiano-cattolico, problemi che confinano anche col discorso storico e politico laico...
    Il bene ed il male, la giustizia umana e quella divina, l'abuso che molti di noi fanno (facciamo!) del libero arbitrio, lo sfruttamento economico (milioni di indios morirono lavorando come schiavi nei campi e nelle miniere) ed il fare del binomio potere-danaro il nuovo Dio, la natura del tempo ecc.
    E' davvero bello che una riflessione filosofica che ho cercato di rendere meno pesante utilizzando una forma letteraria, susciti tante queste domande.
    Per me, tutto il male fatto non potrà essere perdonato, anche perchè gli spagnoli del tempo non manifestarono mai per esso alcun reale pentimento.
    Un abbraccio e grazie a te!

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  15. io pensavo che tu parlavi della favola che ho scritto per i bambini ieri clicca pagliaccio!!!

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  16. rif. Marianna
    No, mi riferivo alle certezze che abbiamo e che tante volte a causa del dolore che proviamo, finiamo per considerare favole appunto beffarde.
    Comunque ho letto la favola e mi è piaciuta... the secret side of Marianna, quello favolistico?
    Mi sono anche tranquillizzato perchè temevo che mi avessi dato del pagliaccio!!!
    No, scherzo.
    Besos!

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  17. Ti ringrazio Riccardo per la tua visita e per avermi lasciato un bel commento, così mi hai dato la possibilità di conoscere i tuo interessantissimo blog. Ho letto alcuni tuoi post e na sono rimasta affascinata e molto ben favorevolmente colpita. Noto che abbiamo le stesse passioni e quindi sarà un piacere tornare a rileggerti ed incontrarti.

    Quante lotte e guerre sono state combattute nel corso della storia dell'umanità in nome della libertà e della fede? Ma gli interessi sottostanti sono sempre stati altri: la ricchezza, la conquista, il dominio, la presunzione di avere una cultura superiore.
    Ricordo tantissimi anni fa vidi il film Mission, e da allora la conoscenza e la storia dei popoli indios è sempre legata a quelle immagini, a quella musica, a quella emozione. E' la riproduzione di fatti veri e documentati, tra cui la sparatoria, ordinata da un vescovo con tanto di divisa militare, su degli innocenti in preghiera, davanti a tutti loro un padre gesuita con in mano l'ostensorio...
    hanno sparato su Cristo e su tutti coloro che ne erano immagine!
    cosa si può dire di più?

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  18. Ciao, mio Prof. preferito.
    Il tuo post è scritto con l'anima ed il cervello, riportà verità che fanno luce sulla Chiesa, agli uomini che la compongono, ai crimini che hanno commesso. Dai crociati agli eccidi che a tutt'oggi sono in atto e di cui nessuno ne fa menzione nei vari TG. Non interessano ai Potenti. Non fanno parte di quelle terre/tesori da defraudare, quindi....kissene dei genocidici!

    " Ma quando l'ultima fiamma sarà spenta, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, allora capirete che non si può mangiare denaro", così disse Toro Seduto.

    Un bacio Ric da colei che è semprefuoritema!

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  19. rif. Rita Baccaro
    Benvenuta, Rita e grazie per aver apprezzato il commento.
    Inoltre, mi fa molto piacere leggere tutte le belle cose che hai scritto sul mio blog (chi ha detto che la vanità è solo femminile, è falso!).
    Condivido poi pienamente quello che scrivi sui REALI interessi (una vera e propria falsa coscienza) sottostanti alle varie guerre, civilizzazioni, crociate ecc.
    Da qui l'esigenza di una cultura che non sia solo vuota o sterile erudizione bensì stimolo critico e dialettico a vedere oltre l'apparenza...
    "Mission"... un gran film che vorrei ri... gustare.
    Hai ragione, del resto: era ben documentato e rifletteva senza far "sconti" quel drammatico quadro di razzismo, sfruttamento e fanatismo che è stato regalato agli indios e che sembra tuttora duro a morire.
    E certo Cristo non poteva essere dalla stessa parte di chi infangandone il nome, rivelava chiaramente quale fosse la sua vera, autentica religione...
    Un caro saluto!

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  20. rif. Joe Black
    Sottoscrivo le tue parole alla grande, Elisena. La Storia è fatta di tanti, tantissimi, troppi di questi atti di "civilizzazione", che di religioso o di civile non avevano assolutamente niente.
    E spesso sembra che l'attualità "replichi" il passato...
    Straordinarie le parole di Toro Seduto... dovremmo meditarle ogni giorno e porre l'essere umano al centro di tutto.
    Anche i Nativi americani (o Pellerossa che dir si voglia) furono purtroppo vittima della "superiore" civiltà dell'uomo bianco...
    Beso ricambiato mentre arrossisco per il complimento sul prof!

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