E’ impressionante scoprire quante e quali cose si possano realizzare con materiali di solito considerati poco “nobili” come scatole di latta, materiale da imballaggio, bottiglie, cassette di frutta ecc.
In Tailandia, con 1 milione di bottiglie e parecchi tappi, ecco un tempio buddista!
Documentarmi sul riciclo creativo mi ha inoltre risvegliato dei ricordi che pensavo d’aver ormai perduto…
Infatti, culture in prevalenza agropastorali (come quella sarda, benché io appartenga alla zona urbana) in passato hanno già conosciuto forme di quel “riciclo.”
Per es. ricordo che quand’ero bambino, mio nonno tramutava delle assicelle di cassette di frutta in fucilini.
Ed abbiamo conosciuto tutti gli antenati dei go-kart: parlo di quelle assi di legno che con dei cuscinetti a sfera come ruote, sfrecciavano per i vicoli delle città.
Mia madre, con vecchie palline da ping pong, qualche batuffolo di lana e dei pezzetti di fil di ferro creava dei pupazzetti. Le scatole di Ovolmatina rivestite con un po’ di carta da regalo avanzata da precedenti Pasque o Natali, diventavano dei portapenne.
Di recente, il marito di una parente da un vecchio scaldabagno ha ricavato il “kit” per il barbecue!
Vengo ora al punto che esula un po’ dall’Amarcord, mi chiedo infatti: il riciclo creativo, che quindi (in parte) esisteva già in passato, è concepibile solo in società contadine?
Rispondo di no perché come ho letto un forte riciclo creativo consentirebbe d’affrontare positivamente anche il problema dello smaltimento dei rifiuti.
Pur senza idealizzare le società contadine, osservo come (a livello di sistema) esse si servissero di ciò che potevano ragionevolmente pensare di utilizzare/ri-utilizzare.
Tali società puntavano non alla mera sussistenza o sopravvivenza ma ad un’esistenza che potesse prolungarsi nel tempo in modo sensato.
Mentre è chiaro che non vi è niente di sensato in un modello di sviluppo che produca una quantità di materiali da cui rischiamo d’essere soffocati.
N.B.: nell’Oceano Pacifico si trova l’agglomerato del Pacific Trash Vortex: 2500 metri di larghezza per 30 di profondità, composto per l’80% di plastica ed altri residui.
Nell’Atlantico è stato di recente individuato un suo “parente”, che “va” a 10 metri di profondità.
Pensiamo alle conseguenze per l’ecosistema ed i pesci; probabilmente questi enormi ammassi di rifiuti, attraverso la catena alimentare potranno toccare anche il nostro organismo.
Perciò il riciclo creativo non sarà la panacea, il rimedio universale ma intanto potrebbe essere una delle risposte pratiche.
Poi, perché l’arte non potrebbe dare una mano? Poesia viene dal greco poieo, “faccio”; perfino l’arte in apparenza più astratta ha quindi in sé l’idea di un fare, di un agire.
Nella 1/a metà dell’800 la cattedrale di Notre-Dame era quasi un rudere, ma il gran successo dell’omonimo romanzo di Hugo le garantì il recupero ed il restauro.
Peraltro, Notre-Dame era essa stessa un caso di riciclo creativo ante litteram, infatti fu edificata sulle rovine di un precedente tempio gallo-romano.
Sempre a Parigi, il Musèe d’Orsay sorge all’interno di una stazione ferroviaria del 1900.
Insomma, per me il riciclo creativo contribuisce a porci in rapporto con noi stessi e col tipo di mondo in cui vogliamo vivere. Certo, non risolverà ogni problema ecologico e non fornirà sempre soluzioni condivisibili sul piano estetico.
Ma ci farà almeno chiedere se siamo disposti ad usare le cose e come o se vogliamo farci usare da esse.
Nel romanzo di Harry Harrison Bill, eroe galattico spediremo sulle stelle con speciali “trasmettitori di materia” la nostra spazzatura; certo, qualcuna di quelle potrebbe trasformarsi in una supernova ed esplodere spazzando via parecchi pianeti!
Ora, il buon Harry si occupava di fantascienza; ma fino a pochi anni fa lo sembrava anche ipotizzare la costituzione di isole ( o peggio) di plastica.
La P.T. Vortex è grande 3-4 volte il Giappone…una sola bottiglia di plastica impiega almeno 400 anni a distruggersi in mare e circa 100 sulla Terra…
Anche il Lingotto di Torino è un esempio di riciclo.. La spazzatura ora viene prodotta altrove, previe dislocazioni e licenziamenti. Estremamente ecologico.
RispondiEliminaCarissimo Riccardo, hai scritto un post meraviglioso ed io sono assolutamente senza parole. Speravo in un breve aforisma ed invece mi ritrovo a leggere e commuovermi per i tuoi ricordi di bambino. Riccardo sei bravissimo,ti stimo tanto e non saprò mai come ringraziarti.
RispondiEliminaIl post mi piacerebbe poterlo trascrivere per intero e dedicargli una pagina del Progetto che chiamerei "Incontro Autorevole di Riflessione". Testo del post - Autore Riccardo Uccheddu, intendevi questo? Comunque la mail che non hai trovato è simonatn@yahoo.it
Penso di inserirlo come testo conclusivo al termine di alcuni punti cardine del Progetto che sono:
- Il laboratorio di Riciclo Creativo
- La Ludoteca del Riuso
- L'Officina del giocattolo
Ovviamente, una volta finito, sarà mia premura farti avere il Progetto in modo che tu possa valutare il lavoro svolto, da oggi ancor più luminoso grazie alla luce in più che il tuo "Incontro Autorevole" gli ha regalato. Scriviamoci via Mail nel caso avessi bisogno di chiarire il discorso firma, perchè non ho capito se posso includere anche il fatto che tu sia laureato in Filosofia e scrittore.
Con immensa gratitudine,
Simona
..e Mac gyver con un po' di nastro adesivo e un paio di barattoli riuscirebbe a costruire un partito d'opposizione
RispondiEliminaOggi ci sono moltissime opportunità tecniche ed anche giuridiche per valorizzare i rifiuti. La gamma di materie prime secondarie si sta allargando e interi settori industriali sono alimentati da materie prime originate dai rifiuti.Come sempre,il nostro Paese arranca in tutto ed anche per quanto riguarda questo settore siamo indietro ma qualcosa si muove.
RispondiEliminaInnanzitutto si dovrebbe acquisire una"cultura" del riutilizzo e riciclo dei materiali che finiscono nella pattumiera e per far ciò un impulso lo dovrebbe dare la scuola per educare le giovani generazioni che,essendo cresciute nel "benessere" non sono abituate a comportarsi correttamente e a riciclare materiali per poi riutilizzarli. Due anni fà nella mia scuola abbiamo fatto una rappresentazione teatrale e la costruzione dei costumi è stata fatta con materiali completamente riciclati. Bottiglie di plastica sono diventati accessori come cappellini,fiori per ornare i vestiti di cartone e tulle,quelli delle bomboniere "artisticamente" messi insieme.Le scatole vuote di brioss e cioccolatini sono diventate borsette e cestini e con i giornali abbiamo fatto la scenografia di cartapesta ..e tanti altri oggetti destinati alla pattumiera.
I ragazzi si sono divertiti ed hanno imparato qualcosa di utile...e la cosa più sorprendente è stata la loro fantasia ed inventiva. Noi abbiamo dato l'imput ma a loro venivano le idee più originali e creative.
Si dovrebbe "investire" molto in questo settore e per investimento mi riferisco soprattutto al campo dell'esperienza e dell'educazione sociale ed ambientale.
Nella mia regione poi,il problema rifiuti è particolarmente sentito,anche se,molti sono i luoghi comuni e non tutto corrisponde a come l'informazione presenta le situazioni. Nel mio comune ad es. si fa la raccolta differenziata da più di 5 anni e ciò avviene anche in molti altri luoghi.Ma è ancora insufficiente e molta gente è poco educata e menefreghista.
Grazie Riccardo,bel post,utile e per riflettere.
Buon ferragosto!
rif. Simona
RispondiEliminaSimona: mi fai arrossire!
Scherzi a parte, sono davvero contento che tu abbia apprezzato...
Trascrivi pure il post per intero, o comunque dagli lo spazio che consideri più adeguato; io posso soltanto ringraziarti!
La formula che riporti nel commento "Incontro autorevole" ecc.) va benissimo.
Domani vado fuori per una settimana, tornerò il 20 comunque mi pare che sia tutto chiaro: procedi tranquillamente.
Puoi naturalmente anche riportare il fatto che sono uno scrittore e laureato in filosofia, come mi hai scritto.
Leggerò MOLTO volentieri il progetto!
Un caro saluto!
@ Laura, Alessandro e Miryam: tempo, pupi, caldo e... valigiarum mi impediscono di rispondere con la giusta concentrazione.
Lo farò al mio ritorno, ok? Intanto, BUONE FERIE!
Purtroppo i nostri rifiuti ci soffocheranno. Lo stanno già facendo.
RispondiEliminaCredo che l'arte, una politica intelligente e una cultura del riciclo insegnata anche nelle scuole potrebbe dar vita a un'umanità nuova, in grado di dire basta a tutti quei prodotti usa e getta, a quei cibi confezionati da inutili strati e super strati di plastica e polistirolo.
Io con la lana avanzata facevo delle bambole, sulle fiale di ferro (belle cicciotte) dipingevo fiorellini, facendone piccoli vasi decorativi.
Facciamo esplodere la fantasia e salviamo il mondo.
Grazie per questo post,Riccardo.
E ti faccio anche gli auguri di buon compleanno in ritardo.
Il 22 luglio ero fuori e non avevo un PC per comunicare con te, ma ti ho pensato, credimi.
Un abbraccio forte a te e a tutti gli altri blogger.
Erica
Caro Riccardo,
RispondiEliminasì hai messo il dito su un soggetto di enorme importanza. Temo che quello che ha mosso le generazioni al riciclo nel passato era una questione di necessità. Non avendo altro materiale a disposizione, si cercava di riutilizzare il materiale esistente.
Oggi non è più una questione di necessità ma deve diventare una question di responsabilità e, per raggiungere questo obiettivo, sarà necessario lavorare molto sulla cultura, sulle generazioni a venire...
A presto. Felice Ferragosto!
RispondiEliminaBellissimo post, complimenti! Mi hai fatto ricordare i miei piccoli lavoretti di quando ero ragazzina. Utilizzavo di tutto in casa per costruirmi pupazzi, lampade, scatoli particolari, fermacarte ecc... addirittura mi inventai un lampadario utilizzando un cestino tondo di vimini abbellito con corallini e pietre di mare. Non erano capolavori d'arte ma alle mie amiche piacevano e molto spesso li regalavo. Le bottiglie di plastica potrebbero essere utilizzare per tantissimi lavoretti di fantasia...pensa che a Salerno, lo scorso Natale, molti artisti hanno costruito immagini fiabesche e fiori utilizzando bottiglie di plastica e luci... Uno spettacolo affascinante all'interno della villa comunale che in quel periodo si era trasformata in un posto incantato! Mai avrei pensato che da bottiglie di plastica potesse venir fuori tutta quella meraviglia! Gli artisti potrebbero aiutarci molto in tutto questo ma qualcuno dovrebbe aiutarli.... Buone vacanze e divertiti! (Scusa la mia latitanza ma sono stata e sono ancora impegnatissima con il matrimonio di mia figlia il 4 settembre...e non ti dico il da farsi!!!!) Un abbraccio!
RispondiEliminaCiao Riccardo, bellissimo post. Nella mia scuola abbiamo fatto un progetto in partenariato con la pro-loco e lo scopo era proprio quello di realizzare oggetti utili con materiale riciclato. Sapessi i ragazzi quante idee hanno. Grazie anche perchè ho scoperto il bellissimo blog di Simona che esplorerò con calma appena passate le fatiche del pranzo di ferragosto. Ti auguro di trascorrere una serena giornata. Buon ferragosto! Miryam
RispondiEliminaCerto che tra plastica e scorie radioattive (nell'Artico é pieno) siamo davvero messi bene....
RispondiEliminaFai bene a parlare di queste cose, ma prima ancora di riciclo creativo bisognerebbe fare la SEMPLICE raccolta differenziata, carta vetro plastica ecc. con un po' di civiltà. Nel mio condominio abbiamo i bidoni, con tanto di avvisi su cosa metterci dentro in ognuno, e allora perchè in quello del vetro ci trovo anche i sacchetti di plastica??? Perchè la gente se ne frega, plastica più plastica meno non fa differenza!
RispondiEliminaCiao Ric !
RispondiEliminaAnche noi ragazzini usavamo piccole assicelle e bastoni ricavati da vecchie cassette di legno per costruire i nostri fucili, con una molletta per panni come grilletto e elastici come proiettili...che battaglie, e che lividi !!
Idem per i carrettini di fortuna con i cuscinetti a sfera o con ruotine di vecchi pattini a rotelle ingaggiando furiose ( e folli ripensandoci ora ) gare nei box del mio vecchio condominio.
Evidentemente esiste un imprinting di ingegno e inventiva tipica della spensierata gioventù, ambiente rurale o urbano che sia.
Quello che mi rattrista è vedere che questo tipo di creatività giocosa e gioiosa è letteralmente scomparsa nelle nuove generazioni, votate alla tecnologia più sfrenata e all'irrimediabile isolamento sociale.
Lo tocco con mano tramite mio figlio e relative amicizie.
Tornando al tema iniziale è davvero agghiacciante l'ipotesi di vedere i nostri mari invasi da nuovi iceberg artificiali di rifiuti plastici invece degli affascinanti iceberg naturali.
Chi è causa del suo mal...
Max ^_^
Il consumismo, la maleducazione, lo spreco è quello che porta alle isole di plastica e ai cieli fatti a strisce.
RispondiEliminaNon riusciamo neanche a smaltire i semplici rifiuti o a far fare a tutti i comuni la raccolta differenziata e questa è una sconfitta x questo giovane secolo!
Ora è tutto così "complesso" x i bambini ed i giovani ke non credo apprezzino molto le bambole o altri giochini prodotti con materiali riciclati, loro forse si divertirebbero di sicuro a veder eslodere quella stella........
Un bacio Riccardo che sai essere sempre travolgente con i tuoi racconti
Rif. Laura
RispondiEliminaQuelle dislocazioni e quei licenziamenti sono altamente inquinanti... per i lavoratori!
Felice benché tardivo buon ferragosto anche a te, ok?
Rif. Alessandro
RispondiEliminaBenvenuto, Alessandro!
Condivido il tuo parere.
Solo, temo che il buon Mac dovrebbe utilizzare parecchio nastro e diversi barattoli…
Rif. Miryam
RispondiEliminaDici bene, Miryam. Dici molto bene, sai?
Il problema è infatti di tipo culturale nel senso più ampio del termine.
E’ importante, per non dire fondamentale che si crei un ethos, un costume.
Se poi i giovanissimi imparano a far proprio tale costume (secondo l’esempio da te ricordato) beh, allora possiamo sperare in un mondo almeno un po’ più pulito e chissà, magari anche “creativo.”
Peraltro, menefreghismo e maleducazione sono mali presenti credo in tutte le nostre regioni (pur secondo livelli differenti) e come tali, duri a morire…
Buon ferragosto, sia pure in ritardo!
Rif. Erica Lee
RispondiEliminaMOLTE grazie per gli auguri and no problem for the connection!
Sottoscrivo senz’altro quanto scrivi, cara Erica: il problema è un’umanità nuova, più rispettosa (molto più rispettosa) di sé stessa e dell’ambiente in cui vive.
Ambiente di cui, per essere più preciso, aggiungo che siamo solo ospiti…
Abbraccio contraccambiato!
Rif. Enrica
RispondiEliminaInfatti, Enrica: responsabilità è proprio la parola-chiave…
Rispondere di ciò che facciamo e per così dire, anche di ciò che NON facciamo.
Anche la non-azione può essere grave!
Rif. Antonella
RispondiEliminaInnanzitutto auguri a te ed a tua figlia per il matrimonio!!!
Quanto alla questione di Salerno, non è che si può trovare qualche foto?
Servirebbe a sfatare certi luoghi comuni sulla Campania…
Gli artisti, che aiutano il mondo creando bellezza, dovrebbero essere aiutati anche loro. Condivido!
Sarà anche vero che “carmina non dant panem”, però non sarebbe male una società che rispetti anche la poesia e l’arte… e non sarebbe male anche guadagnarsi il pane con la creatività…
Un caro saluto!
Ok, Riccardo!
RispondiEliminaRif. idea
RispondiEliminaGrazie per aver apprezzato, davvero.
Repetita iuvant: i ragazzi possono fare molto…
Inoltre, quanto scrivi sulle loro idee circa quel progetto prova come appunto certi (forse anche tanti) di loro non siano così passivi o persi in un mondo fatto solo di play-station o discoteche. Buon segno!
Sono tornato dall’estero solo il 20, perciò tardivi ma sinceri auguri anche a te.
Rif. Daniele Verzetti il Rockpoeta
RispondiEliminaVero, Daniele…
O si compie una svolta a 360°, o qui andiamo a finire non solo male, ma peggio che peggio non si potrà!
La Natura non è eterna…
Rif. Mariacristina
RispondiEliminaGiusto, M.C.
Ma riciclo creativo e raccolta possono andare di pari passo.
Certo, una buona raccolta deve avere sempre il suo posto.
E si tratta, comunque, di una questione di civiltà e di amore per il luogo in cui si vive.
Rif. Max
RispondiEliminaLeggo con piacere, Max, che certa creatività e certi giochi esistevano anche in Emilia, non solo in Sardegna.
Come suggerisci, ambiente urbano o rurale che fosse, si dava qualcosa di particolare.
Purtroppo, un uso spesso esagerato o incontrollato della tecnologia (anche da parte di molti genitori) si rivela oggi piuttosto deleterio.
Speriamo (dipende però da NOI) che la madre di noi tutti, intendo la Natura non subisca più certi oltraggi!
Rif. Max
RispondiEliminaLeggo con piacere, Max, che certa creatività e certi giochi esistevano anche in Emilia, non solo in Sardegna.
Come suggerisci, ambiente urbano o rurale che fosse, si dava qualcosa di particolare.
Purtroppo, un uso spesso esagerato o incontrollato della tecnologia (anche da parte di molti genitori) si rivela oggi piuttosto deleterio.
Speriamo (dipende però da NOI) che la madre di noi tutti, intendo la Natura non subisca più certi oltraggi!
rif. Joe Black
RispondiEliminaSai, Elisena, trovo inquietante eppure molto stimolante soprattutto la conclusione del tuo commento…
Infatti, penso che ci sia chi (non solo tra i giovani) considererebbe molto divertente proprio un’esplosione come quella cui abbiamo accennato…
Magari trasmessa in diretta tv!
Un bacio anche a te e grazie per la stima; comunque reciproca, come sai!
Caro Riccardo, come persona attenta ai problemi dell'ecologia e così sentimentale da non buttare mai via nulla, non posso che essere d'accordo con te. Da ragazza amavo decorare con un collage di foto i fustini di detersivo, per trasformarli in porta-riviste. Ora me ne manca il tempo; ma penso che questo sia un aspetto della cultura contadina o, comunque, contro il consumismo, assolutamente da salvare; Oltre al riciclaggio "creativo", che trasforma la funzione delle cose, mi sembra utile anche il riciclare le cose "tout court". In Inghilterra più una famiglia è aristocratica, meno i suoi membri si lasceranno cogliere ad indossare cose "nuove". Anche qui a Genova (un po' per avarizia lol..), ad esempio i bambini dell'asilo indossano i grembiulini del nonno, o quasi; e a parte gli scherzi, mi sembra una tendenza molto positiva. Ciao.
RispondiEliminarif. Licia Titania
RispondiEliminaCara Licia, ricordo: questa dei fustini porta-riviste si faceva anche da noi!
Sarebbe però bene, ora che la cultura contadina è praticamente scomparsa perfino in zone in cui essa era fortemente presente, conservare di essa almeno quel senso del duraturo ed il positivo "tabù" del non spreco.
La battuta sui grembiulini del nonno mi ha fatto piegare in 2 sul pc!
Ciao
@ amici ed amiche bloggers: da oggi dovrei andare qualche giorno al mare, ma continuate pure (se vi va) ad inviare commenti.
Al ritorno, vi risponderò immediatamente!
Il riutilizzo degli oggetti per i nostri nonni e genitori,era una necessità e quando si sposava al buon gusto diventava ancora più interessante e gradevole.Ho ereditato molte -buone-abitudini ed ora non tralascio mai di vedere con altri occhi e molta immaginazione ogni oggetto che sto per eliminare, vestiti vecchie scatole di latta oggetti strani.Tutto può avere una seconda vita,sta a noi immaginarla con gradevoli trasformazioni.
RispondiEliminaCiao Riccardo,sempre argomenti interessanti nei tuoi post,aperti alla discussione.
La stima che da blogger nutro per Simona mi ha fatto apprezzare ancor di più un post davvero bello... Sei sempre bravo. Non so se sei ancora al mare, ma io sono tornato ed è stato bello leggerti. un saluto dal rospo.
RispondiEliminaancora in vacanza???
RispondiEliminavergogna :)))
dai ti aspettiamo! ma fa pure con comodo che le vacanze non sono mai abbastanza!
un abbraccio
Ale
Buona permanenza, caro Riccardo. Sono, finalmente, riuscita a contattare la tua casa editrice. Mi hanno assicurato che mi spediranno le tue pubblicazioni e, poiché ho perigrinato molto alla ricerca dei tuoi libri, mi hanno assicurato che avranno un occhio di riguardo... lo spero purché arrivino!
RispondiEliminaCiao, divertiti al mare!!
Cari saluti, Nou..
Ricordo mia madre che riciclava tutto, specialmente le lane di maglioni vecchi.
RispondiEliminaMi viene però un dubbio, non è che esista un pò troppa plastica tanto che si rischierebbe di costruire un mondo parallelo? :DDD
Forse bisognerebbe partire dalla fonte e evitare involucri sempre più costosi e inutili. A questo riguardo è interessante il post di Logos dove è in atto una interessante discussione sullo stesso tema.
Come sempre i tuoi post sono molto gustosi da leggere e gettano i semi per una altrettanta discussione.
Doriana
rif. chicchina
RispondiEliminaIn effetti, anche secondo me la chiave di parecchie cose consiste in quelle che chiami “gradevoli trasformazioni.”
Sono quelle che possono dare ad oggetti in apparenza ormai inservibili una nuova “dimensione.”
Dovremmo fermarci di più a riflettere, prima di farci prendere dalla frenesia d’eliminare.
Un eliminare che davvero troppo spesso, corrisponde a sprecare.
Grazie per la stima.
Un caro saluto!
rif. Il rospo dalla bocca larga
RispondiEliminaMuchas gracias, amigo!
Sì, sono tornato dal mare… ieri.
Passerò presto da te, va bene?
Salutone!
rif. Alessandra
RispondiEliminaSono tornato ieri sera ed aspetto con ansia che monsieur Septembre mi porti qualche bella novità…
Abbraccione.
rif. Nounours
RispondiEliminaCiao Nou!
Felice di leggere del tuo interessamento, che spero di meritare…
Ora che le ferie d’agosto sono finite, penso che l’invio dei miei “deliri” sarà più semplice.
In ogni caso fammi sapere, va bene?
Appena riprendo il consueto ritmo passo “da” te.
Cari saluti anche da parte mia.
rif. Doriana
RispondiEliminaCiao Doriana!
Sì, la plastica può diventare un problema… planetario!
E beninteso, questa non è solo una battuta…
Sarebbe interessante scoprire chi e quanto ci guadagna, dalla plastica.
Grazie per la segnalazione-Logos e per la stima che mi manifesti anche in questa occasione.
Presto da te!
che bello rileggerti!!! :)))
RispondiEliminarif. Alessandra
RispondiEliminaPiacere reciproco, Alessandra!!!
Und ich liebe der bier... amo la birra ma certo, anche la cultura tedesca!
Bentornato Riccardo! Ti ringrazio tantissimo per le parole lasciate da me...ogni volta mi commuovi e non lo dico tanto per dire qualcosa! Tu riesci ad entrare nell'anima di ogni mia parola e a leggere anche la più piccola emozione! Grazie ancora....
RispondiEliminaP.S.: i preparativi per il matrimonio di mia figlia sono agli sgoccioli e si sposa il 4 settembre... Intanto cerco di preparare un pensiero per lei che lascerò sul blog Strade di latta... Sono commossa ed emozionatissima! Un abbraccio a te! Ciaoooooo!
rif. Antonella
RispondiEliminaGrazie di vero cuore, Antonella!
Anche se in effetti, dovresti auto-ringraziarti per il tuo talento nello scrivere versi...
2 giorni al wedding day, eh?
Fai bene a sentirti "commossa ed emozionatissima".
Tanti auguri ai... promessi sposi ed a tutti voi ed un abbraccio anche da me!
Riccardo, ciao!, innanzitutto. Ho ricevuto i tuoi "deliri". Credo di poterli leggere con divertimento e coinvolgimento.
RispondiEliminaNell'aprire il pacco, ancor prima d'incominciare a leggere, mi sentivo felice ed emozionata, in primo luogo perché si presentano molto bene e, poi, perché li ho attesi abbastanza a lungo fra il primo ordine e il secondo: conviene rivolgersi direttamente all'Editore Davide Zedda.
Ho iniziato la lettura con "Lune a scatto": sono alle prime pagine. Mi piace. Ti dirò di più quando avrò letto un po' di più. Nel contempo ho letto la tua introduzione alle "Lettere dal carcere" di Gramsci, e sto continuando con le prime lettere a Julca e Tania.
Un’introduzione che vuol far comprendere l’attualità del pensiero di Gramsci nelle tematiche storico-sociali, fondato su profonde analisi di fatti e comportamenti umani che sono stati e si ripetono ancor oggi, purtroppo recepiti con superficialità, in un’interpretazione autoderesponsabilizzante. (Dimmi, se sbaglio!)
A presto, Nou.
rif. Nounours
RispondiEliminaSono felice, Nou, per la stima che dimostri per i miei libri e più in generale, per la stima che mi manifesti!
Mi spiace tanto per il ritardo nella consegna ma spero veramente che questo sia compensato dal contenuto dei "deliri"...
"Lune a scoppio" è il mio primo romanzo dopo i racconti de "Dante avrebbe lasciato perdere" e... be', anche se naturalmente si tratta di un romanzo, è anche abbastanza (o parecchio) autobiografico.
Leggo con piacere che hai iniziato anche la lettura delle "Lettere" di Gramsci precedute dall'introduzione che ho osato scrivere...
Anche se non avevo dubbi, vedo che hai capito perfettamente quel che in essa non tanto io, quanto Gramsci intendeva dire e denunciare.
L'autoderesponsabilizzazione, purtroppo, è sempre in agguato; ma negli scritti di Gramsci possiamo trovare notevolissimi stimoli, suggerimenti ed incoraggiamento per il pensiero e per l'azione.
Un caro saluto!
Come ho potuto sbagliare! E'l'età, perdonami e correggo: "LUNE A SCOPPIO".
RispondiEliminaA rileggerci, Nou.
rif. Nounours
RispondiEliminaNessun problema, Nou!
Del resto, anche "Lune a scatto" non era male, come variazione.
A presto e buona domenica.