Benché anche in epoca classica per qualche Autore (qui penserei ma in generale ad un Polibio) metanoia significasse pentimento, tuttavia il discorso di Hawthorne mantiene per così dire una “terrestrità” di fondo.
Invece, per tutta l’impostazione etico-religiosa tipica del Siracide e del Nuovo Testamento (qui mi riferisco in particolare a S. Paolo) pentimento è concetto e situazione morale-esistenziale che nel credente può, anzi deve preludere ad un mutamento di rotta in vista della salvezza. Stiamo parlando, evidentemente, di una salvezza di tipo celeste.
L’”alternativa” consisterebbe nella dannazione eterna
Io penso però che Hawthorne intendesse dire che l’amore di sua moglie l’aveva salvato dai pericoli di un eccessivo spiritualismo (discendeva infatti da una schiatta di severi puritani del New England) nonché da quello del solipsismo.
Il solipsismo è la tesi secondo cui esisto solo io ed altri uomini, natura fisica e realtà ultraterrene non sono raggiungibili dal mio essere, che è limitato dalla mia esperienza di uomo… anch’essa limitata.
Qui il solipsismo sembrerebbe semplice empirismo, quella tendenza cioè che riconosce realtà e validità solo a quanto sia sottoposto a prova pratica e sperimentale.
Ma per i solipsisti e per Hawthorne, la questione si poneva su un piano eminentemente morale, emozionale ed esistenziale.
Infatti egli scrisse a Sophia: “Sì, noi non siamo che ombre; non possediamo vita reale, e quanto sembra più reale intorno a noi non è che la tenuissima sostanza d’un sogno. Fino, però, che non sia toccato il cuore. Da quel tocco siamo creati; allora noi cominciamo a esistere; di lì siamo fatti reali, ed eredi di eternità…”1
Ma l’amore ha su quella da Matthiessen definita l’”irreale solitudine” di Hawthorne non solo esiti “romantici”;2 infatti egli prosegue: “Non sentite, carissima, che noi viviamo al di sopra del tempo e appartati dal tempo, anche quando sembri che viviamo nel mezzo del tempo? Il nostro affetto diffonde eternità intorno a noi.”3
Hawthorne, che si sentiva legato all’orizzonte filosofico-religioso dell’antico New England più di quanto si potesse pensare, concepiva quindi l’amore come una realtà o anzi una forza ben differente dal concetto comune, che lo fa consistere essenzialmente in un’attrazione o in un legame di cuori e di corpi.
Per lui, l’amore era insieme a questo anche una forza che l’aveva lanciato oltre una precedente dimensione spazio-temporale che rifiutava. Per così dire, egli viveva quindi nel tempo e “al di sopra di esso.”4
E per lui ciò era reale: non si trattava soltanto di (comunque legittima) estasi romantica o di pur apprezzabile slancio lirico-artistico.
A livello morale-intellettuale, qui Hawthorne tocca secondo me vertici di riflessione e di dissidio interiore che tra i romanzieri (e non solo tra quelli) del XIX sec. saranno raggiunti forse solo da Dostoevskij.
Inoltre, quel modo di vivere l’amore costituì per Hawthorne una via d’uscita dal solipsismo, che senz’altro: “E’ un paradigma elitario, superbo, sociologicamente poco incisisivo.”5
Note
1) F.O. Matthiessen, Rinascimento americano, Einaudi, Torino, 1954, p.308.
2) F.O. Matthiessen, Rinascimento americano, op. cit., rispettivamente pp.308 e 409-410.
3) F.O. Matthiessen, op. cit., p.308. I corsivi sono miei.
4) Ibid., p.308.
5) AAVV., Filosofia e filosofia di, Editrice La Scuola, Brescia, 1992, p.101. Per una vasta trattazione del solipsismo cfr. Pietro Piovani, Principi di una filosofia della morale, Morano, Napoli, 1972, pp.73-78.
Riccardo...bel post..un pò difficilino per me che ho conoscenze filosofiche di base (o quasi);-)..ma qualcosina ho capito dai..
RispondiEliminaTorno al bulgaro ;-)
Buona serata
Valentina
Mi hai deliziato...
RispondiEliminaChe bello sentir parlare di filosofia per me che ne sono assetata!
Ciao!
rif. Anonimo
RispondiEliminaGrazie, Valentina!
In effetti, forse il post è stato un po' troppo tecnico; ma secondo me hai capito molto di più di "qualcosina"...
P.s.: ti devo ancora un post su Woland, il Diavolo de "Il maestro e Margherita" di Bulgakov.
Scriverò qualcosa presto, prometto!
rif. dautretemp
RispondiEliminaLei mi confonde, Madame! Merci beacoup!
L'argomento non è certo dei più facili...
La sete filosofica, poi, è una cosa stupenda; grazie per averla anche tu.
Ciao!
Mi associo a Valentina, post un pochino ostico, sarà che sono quasi le undici e casco dal sonno... ma mi sembra veramente difficilino. Ciao:)
RispondiEliminarif. Mariacristina
RispondiEliminaL'unico è rileggerlo con calma, anche se certo non è facilissimo; ho cercato di limarlo un po', però... però...
Prometto che il prossimo sarà più chiaro.
Ciao.
Ci sarebbe da dire : "la forza dell'amore", frase fatta e semplicistica ma calza per ciò che hai scritto su questo Hawthorne, che confesso non conosco.
RispondiEliminaNon amo i filosofi-religiosi, troppo proiettati nell'etereo, sempre alla ricerca e alla spiegazione di ciò che sarà dopo la morte, quando io penso che dopo quel passo ognuno avrà l'eternità per pensarci...
Preferisco gli illuministi, in particolar modo gli scienziati.. e perdona la mia ignoranza in merito, anche se ho letto con piacere questo Tuo post, ben scritto.
Buona Notte
Io spero e mi riferisco a delle tue citazioni. Dannazione eterna é per me ( spero )la vita quì sulla terra, almeno la mia :) quindi vivo dannandomi e sperando al più presto ad una salvezza celestiale.
RispondiEliminacontinuo il mio passaggio quì sulla terra, piena di speranze, ti lascio i miei affettuosi saluti.
Kuss
rif. La mente persa
RispondiEliminaEmh… prima dovrei avere di nuovo una classe!
Comunque ti ringrazio, Gio.
Ho pensato ad un post sulla democrazia: soprattutto ai suoi fondamenti più autentici… il lavoro, la giustizia e l’uguaglianza per tutti.
Ciao!
rif. Francy274
RispondiEliminaBeh, Francy, naturalmente è solo una questione di gusti: che esistono anche in filosofia, oltre che in arte, in cucina ecc.
Diciamo che Hawthtorne, Autore della “Lettera scarlatta” in cui affrontava i temi dell’amore e dell’adulterio in una società profondamente repressiva, aveva di fronte alla religione un atteggiamento in fondo abbastanza personale.
Ovviamente, senza scienza ed illuminismo, saremmo ancora “un tantino” indietro…
Buona giornata.
rif.Un tocco di Rosa
RispondiEliminaSì, ho capito, Rosa.
Però non sarebbe male avere un piccolo anticipo di Paradiso anche sulla Terra, accidenti!
Voglio dire, penare e dannarsi troppo qua non va mica tanto bene; di sicuro, non ce lo meritiamo.
Secondo me, così rischiamo d’arrivare nella… prossima residenza parecchio amareggiati.
Affettuosi saluti anche da me.
Bis bald
Kuss
Oh cavolo! :)
RispondiEliminaHo detto che non conosco Hawthtorne, ma certo, ho letto "La lettera scarlatta", ora capisco meglio, grazie :)
rif. Francy274
RispondiEliminaAh, scusa Francy, non vorrei aver fatto una stupidissima gaffe...
Buon fine settimana!
Ho studiato filosofia tanto tempo fa ed una spolverata alla mente fa proprio bene! Se avessi avuto te come professore l'avrei amata di più ... Complimenti per questa unteressantissima lezione ... Sono comunque convinta che ognuno di noi meriterebbe tanto paradiso in questa vita infernale messa a dura prova ogni giorno. Cosa ci sarà dopo? La tranquillità dell'anima e del pensiero....
RispondiEliminaUn abbraccio a te!
rif. La mente persa
RispondiEliminaRingrazio per la stima, cara Gio!
Quanto al post, vorrei parlare anche di come l'istituzione ed il concetto di democrazia si sono fatte strada nel corso dei secoli.
Spero di riuscire a far questo in modo agile.
rif. Antonella
RispondiEliminaGentilissima, come sempre!
La penso come te: c'è già troppo inferno in questa vita... o quel che cerca di presentarsi come tale...
Spero anch'io in quella tranquillità.
Abbraccione!
L'amore è il sentimento più reale e allo stesso tempo irreale che esista. Certo, dipende molto dal proprio approccio con la nostra terrenità di vita ed il sogno, la cd celestialità. Solo l'amore, credo, sia in grado di unire le due cose, ma in modo strettamente umano, quindi fisicamente, umanamente, terrenamente e nel tempo, quindi anche dopo la morte. Ma è sempre chi resta in vita che continuerà ad amare il ricordo dell'amore, tramutandolo nel sogno. Per me, questa nostra vita, breve o lunga che sia, offre a tutti la possibilita di amare ed essere amati, ma da vivi, quindi non aspetterò di sicuro di morire per poter "godere" di un sentimento così fragile e nobile. E allora... il paradiso può attendere.......in tutti i sensi!
RispondiEliminaUn abbraccione Riccardo.
Elisena
rif. Joe Black
RispondiEliminaIn buona parte sono d'accordo con te, Elisena.
Il punto è che Hawthorne cercava una via d'uscita o meglio, di scampo, da un eccessivo spiritualismo e la trovò nell'amore di sua moglie.
In una dimensione quindi fisica, che però per lui conteneva anche una sorta di "ponte" metafisico.
Si trattava comunque di una soluzione apprezzabile, credo, per chi era nato in una società che risentiva ancora del controllo puritano (non solo in materia di sesso) ed inoltre fortemente dominata dal senso del peccato e dalla minaccia dell'Inferno.
Inoltre, non dimentichiamo che tra gli antenati di Hawthorne (bisnonni o trisnonni) ci furono dei giudici che condannarono a morte alcune donne con l'accusa di stregoneria.. a Salem, nel Massachussets, nel 1692...
E non dimentichiamo neanche che lui si sentiva in qualche modo responsabile di ciò.
Abbraccione anche a te!
Nel 1692, sicuramente, io sarei stata arrostita su un bel rogo preparatomi dai bisnonni di
RispondiEliminaHawthorne. Sarei stata sicuramente ritenuta un essere immorale, una creatura diabolica, chissà.... E cmq "trovare una via di scampo" nell'amore della propria moglie, significa che lui aveva trovato la pace materiale, nella vita terrena. Non solo il sentimento spirituale, ma un corpo da abbracciare ed amare e desiderare. Un amore che avrà contribuito a sopravvivere al dolore per la morte di un figlio. Un amore vero, insomma, di quelli che, "filosoficamente" parlando, vanno al di là dell'essenza materiale!
rif. Joe Black
RispondiEliminaEh, Elissena, nel 1692 temo che saremmo stati in molte ed in molte, a rischiare di alimentare certi... barbecue!
Per il resto, condivido senz'altro quanto hai scritto.
Uno spiritualismo staccato dalla vita fisica può condurci facilmente alla disperazione o alla superbia.
Infatti, come diceva un filosofo sia pure religioso come Pascal: "Chi fa l'angelo fa la bestia."
Intendeva dire, io credo, che dato che non siamo angeli, non dobbiamo fingere d'avere una natura diversa da quella che abbiamo; che è quella umana e quindi, anche fisica.
Ciao!
http://marianna-poesando.blogspot.com/
RispondiEliminaora sono qua !
qui ci troverai ii miei versi o poesie chiamale come vuoi io le chiamo esperienze di vita mi raccomando passa!
ps non ho chiuso l'altro detta fra noi !
Ps appena ho letto filosofia ho deposto le armi e mi sono detta chi me lo fa fare a leggere un post complicato !!!!
RispondiEliminapiù semplici grazie per noi mortali !!!!ciao
rif. Marianna
RispondiEliminaPasserò presto, Marianna!
Si scopre the poetic side of Marianna, eh?!
Dammi qualche momento ed infesterò anche quell'altro blog...
Ciao.
rif. Marianna
RispondiEliminaEh, dài, avresti almeno potuto cercare di leggerlo... o di rileggerlo!
Comunque prometto che (nei limiti del possibile) i prossimi saranno un po' più semplici.
Naturalmente, la filosofia deve servirsi del suo linguaggio... che non è sempre chiarissimo, di questo sono consapevole.
Io cerco però di evitare tecnicismi che spesso complicano le cose. Cerco, ma ci riesco? Boh!
Ciao.
Vuoi la verità ?
RispondiEliminabeh non ci riesci .
"quando tutti ti dicono prendila con filosofia ?!"
tu pensi : ma che stanno a dì se la prendessi con filosofia m'impiccherei perciò!!!!
io l'ho studiata ed è la materia più insopportabile che ci sia!!!!!!!!!!!!!!!
Mi scrivi un post decente grazie ò !!!!
Ps una volta mi dilettavo a scrivere solo trilussiano ma poi boooooo ora un pò ho ricominciato grazie del complimento POI FATTO DA UNO SCRITTORE è !!!!!! BACI BACI !!!!
rif. Marianna
RispondiEliminaAllora la prossima scommessa sarà: scrivere un post filosofico che sia "potabile" anche per te. Promesso!
Comunque, "prenderla con filosofia" è un detto che non piace neanche a me: è come se con quel detto, invitassero la gente alla rassegnazione, se non al fatalismo; a subire, ad arrendersi.
Prenderla con filosofia dovrebbe invece denotare un atteggiamento in base al quale sappiamo controllare l'ira (ma senza farci sottomettere), cerchiamo di ragionare sulle cose senza farci impressionare più del dovuto ecc.
I complimenti per lo stile trilussiano, comunque, sono sinceri.
Vai avanti e scrivi sempre che ti leggo volentieri!
Ciao!
ti do una soddisfazione piccolina mi sono letta il tuo post ora ... (forse perchè mi ero arresa )
RispondiEliminaE ti dirò pure mi è anche piaciuto, quando si parla di amore in filosofia è gradevole mi ha colpito la tua frase :Io penso però che Hawthorne intendesse dire che l’amore di sua moglie l’aveva salvato dai pericoli di un eccessivo spiritualismo
scrittore complimenti !!!!
rif. Marianna
RispondiEliminaSoddisfazione grandetta grandetta, attentissima lettrice & amica!
Il prossimo post parlerà di un direttore di carcere... la sua autobiografia (argomento: cara società).
A presto!
· 1/2 di gin
RispondiElimina· 1/4 di succo di ananas
· 1/4 di vermouth bianco
Mettere gli ingredienti nel shaker con del ghiaccio in cubetti ed agitare. Servire nei calici ampi, pieni per metà di ghiaccio tritato, decorare con cubetti di ananas.
Serve quando con questo caldo la filosofia va un po' stretta!
un bacio Sol'
rif. Solindue
RispondiEliminaIl cocktail proposto, sic et simpliciter di tipo naturaliter edonistico-volontaristico...
No, scherzo! L'abuso di gergo philosophicus non piace neanche a me!
Sottoporrò a quell'arpia della mia bilancia il cocktail che suggerisci; un grande cocktail, secondo me.
Besos!