Largo quindi ai Racconti umoristici e satirici di Heinrich Boll, che lessi quando avevo 14 anni.
Penso che senza quel libro la mia strada verso la scrittura sarebbe stata molto più accidentata.
Nel Boll di quei Racconti ho ammirato molto la capacità, sul piano dei contenuti di descrivere realtà anche dolorose… ma con uno spirito leggero, mai frivolo o ingenuo.
Sul piano dello stile ho ammirato la musicalità cioè la fusione nello spazio anche di poche frasi, di una vasta gamma di sentimenti. E’ quel che appunto fa il musicista con le note.
La stessa satira di Boll, in Qualcosa accadrà. Racconto denso di avvenimenti sembra quasi che si basi su un refrain.
La frase appunto “qualcosa accadrà”, con le sue variazioni “accadrà certo qualcosa”, bisogna che avvenga qualcosa”, “è accaduto qualcosa” ecc., risuona di continuo nella fabbrica del signor Wunsiedel.
Simbolo, quella frase, d’efficienza e chiarezza di idee (?).
I dipendenti, poi, sembrano dei maghi.
Per es., sentite di che cosa era capace la segretaria di Herr Wunsiedel, il principale…
Costei aveva “sfamato un paralitico e i suoi quattro bambini, lavorando a maglia e nello stesso tempo si era laureata in etnologia e psicologia, si era dedicata all’allevamento di cani da pastori ed era divenuta famosa come cantante in un locale notturno col nome di Vamp 7.”
Wunsiedel sintetizzava così il suo credo: “Dormire è peccato” (H. Boll, Racconti umoristici e satirici, Bompiani “Tascabili”, Milano, 1977; per le citazioni cfr. pp.136 sgg.).
Ma se continuo vi racconto tutto il libro mentre dovreste leggerlo.
Il mio libro della 'svolta',cioè del passaggio dalla letteratura infantile ( bella però..) a quella 'adulta' è stata la raccolta dei racconti di Buzzati, letti e riletti, che purtroppo non trovo più ( sono convinta che i libri ogni tanto emigrino in altre liberie dove riacquistano posti più prestigiosi delle retrovie polverose).
RispondiEliminaDa lì a Pavese, e tutto Moravia, e poi : il mondo intero.
rif. aleph
RispondiEliminaGrande, Buzzati, davvero grande.
Non so però se i libri emigrino in altre librerie; secondo me, emigrano nelle capaci e ladresche tasche di pseudoamici e così, adieu libri amati.
Comunque hai ragione: da un certo libro in poi, la lettura diventa una vera e propria droga.
Accidenti, io mi chiedo come si possa farne a meno!
Ciao.
Ciao, io sinceramente non un libro che mi " ha canbiato la vita ", probabilmente perchè non ho la capacità di cogliere fino in fondo il messaggio che trasmette , ma ho diversi libri che mi hanno dato una grande soddisfazione e appagamento a lettura conclusa.
RispondiEliminaDi alcuni ne ho parlato , e ne parlerò , nel mio blog generico.
Non conoscevo il libro che hai citato ma appena ne avrò l'occasione lo leggerò senz'altro.
Ciao :)
Eheheheh anche i tuoi???
RispondiEliminaSi magari li conprerò durante il mio prossimo viaggio nel campidanese ;)
Il libro di cui parli non l'ho letto.Mi riservo di farlo, dopo la tua descrizione Riccardo!
...Però...com'è vero!I libri "della nostra vita" ci indirizzano...
Un abbraccio.
Il tuo post mi spinge a riflettere e a cercare non il primo libro letto, né il più bello i importante, ma quello che ho letto e riletto... più di una o di volte, insomma.
RispondiEliminalo confesso, spesso e volentieri rileggo i miei libri, specialmente quelli che sembrano dimenticati negli anfratti della memoria. Proprio in questi giorni mi sto dilettando con H. Pirenne (Le città del Medioevo).
Buona serata.
Rino
Io lessi "Il Processo" di Kafka a 16 anni. Comunque tra gli autori della mia infanzia e adolescenza ricordo Stevenson, Jack London e Jules Verne. Per questo mi prende una tristezza infinita quando vedo i ragazzi di oggi che leggono Moccia o Harry Potter. Molto meglio Topolino a questo punto. O no?
RispondiEliminaStavo cercando di fare memoria. Direi che i libri che mi hanno aiutato a crescere e che mi hanno aperto un mondo nuovo sono stati quelli di Dostoevskij. Primo fra tutti Delitto e castigo. Era estate ed erano finite le scuole. Il pomeriggio era lungo e la libreria di mio padre ben fornita.
RispondiEliminaCiao e a presto
rif. max
RispondiEliminaIn letteratura (e non solo in quella)l'appagamento, come lo definisci tu, è una delle cose principali, forse LA principale.
Si comincia a leggere per il piacere che la lettura può dare.
Ed altrettanto si fa con la scrittura.
Goethe parlava proprio del raccontare come di un "piacere."
Compirò già da domani il cambiamento che mi chiedi, e ben volentieri.
Ciao.
rif. guernica
RispondiEliminaSI'! Anche i miei!
Scherzi a parte, mi farebbe piacere se tu li leggessi.
Magari ti lascio le istruzioni, così anche dall'Abruzzo (on-line o da qualche libreria...)
Comunque il libro di Boll è davvero stupendo: grande satira, musicalità, umorismo sottile ma che nello stesso tempo ti fa spaccare in 2 dalle risate!
Ah, sai che sto seguendo un corso di tedesco?
Magari tra 100 anni riuscirò a leggere Boll nell'originale.
Magari ci sarà ancora Pippo Baudo...
Gute nacht.
Grazie Riccardo, non ho mai letto quel libro e lo leggerò di sicuro. Il primo libro che lessi, di un certo spessore, fu Fontamara di I.Silone.
RispondiEliminaRicordo che in modo quasi naturale, senza essere ancora diciamo io politicizzato, parteggiai già da subito per i contadini e per Berardo.
Buon segno direi io ora! hehhehehe
Anche qui ci vedo molte analogie con la società di oggi.
Chissà perchè in Italia parecchi libri sono sempre attuali!
Ciao e a presto
Lorenzo
rif. gaspare armato
RispondiEliminaOttima cosa, rileggere.
Ho letto il testo dello storico belga Perenne e devo dire che lo riprendo anch’io in mano e… di frequente.
In esso si parla (tra l’altro) anche di concorrenza tra “poveri” e “tessitori” sul “mercato del lavoro”, quel che “permetteva ai mercanti di pagarli a bassissimo prezzo.”
Ed il Pirenne afferma: “L’opposizione tra capitale e lavoro vi si rivela tanto antica quanto la borghesia” (H. Pirenne, “Le città nel Medioevo”, GTE Newton, Roma, 1997, pp.106-107).
Interessante, poi la descrizione del cambiamento di stato di chi magari veniva dalla campagna, ma in città riusciva ad emanciparsi.
Osserva infatti il Pirenne: “L’aria della città rende liberi”, dice un proverbio tedesco (Die stadtluft macht frei)”. (H. Pirenne, op. cit., p.126).
L’opera in questione era molto ammirata da Gramsci, che nei “Quaderni del carcere” dichiarò caustico che valeva “più di tutta la zuppa di cavoli del Platonof”!
Buona giornata, Rino.
rif. matteo
RispondiEliminaDavvero buoni gli Autori che citi, Matteo. E non mi riferisco solo a Kafka.
Infatti, in Stevenson troviamo caratteri schizzati in modo fresco ed una certa scorrevolezza nella narrazione.
Verne è stato quasi un “profeta” sia sul piano scientifico che su quello sociale e del costume (penso a “Parigi nel XX secolo”).
Per London credo che valga un discorso simile a quello fatto per Stevenson e che farei anche per Dafoe (di questo A. è bellissimo il “Robinson Crusoe”).
Di London è considerato molto valido anche un romanzo, che però devo ancora leggere come “Il tallone di ferro”, che si pone su un versante quasi politico-fantascientifico.
I giovani leggono quel che l’industria del tempo libero offre o forse impone, ma chissà che in qualcuno di loro, da Potter non possa nascere un interesse per immaginario collettivo, archetipi eccetera…
Quel che è bello, nella lettura, è che spesso segue percorsi imprevedibili.
Un libro importantissimo per me,anche perchè arrivato in un periodo particolare,è"Frammenti di un insegnamento sconosciuto" della Astrolabio.Parla della vita e del pensiero di Georges Gurdjieff.Dopo,ho iniziato a guardare le cose da una prospettiva differente.
RispondiEliminarif. melania 07
RispondiEliminaCiao, Maria.
Meraviglioso, “Delitto e castigo”!
Io l’ho letto… tardino, ma mi sono rifatto rileggendolo un paio di volte.
(Torno così in effetti al discorso di Gaspare).
Il punto… in cui Rozanov rimane nascosto con l’accetta, prima di saltar fuori e massacrare l’usuraia e la sorella…
Beh, quel punto mi fa ancora male.
Mi sono poi rimasti impressi i vagabondaggi appunto di Rozanov per S. Pietroburgo, quando quasi in preda al delirio si tormentava sulla moralità o immoralità dell’eventuale assassinio di un’usuraia.
Un futuro assassino dilaniato da dubbi di tipo morale, religioso e filosofico: che scrittore, Dostoevskij!
E l’ispettore Razumichin, con la sua pazienza e capacità d’analisi psicologica…
Penso che “Delitto e castigo” sia la versione colta del thriller ed insieme, l’anticipatore del genere.
“Il pomeriggio era lungo” ma tu tra il mare, la noia ed il caldo scegliesti Dostoevskij.
Chapeau, Madame!
rif. logos nella nebbia
RispondiEliminaSilone andrebbe senz’altro riscoperto.
Ed il mondo che descrive non è del tutto scomparso.
Nel dir questo penso anche alla superstizione, che sembra esser tornata. E per così dire, al galoppo.
Penso alla povertà, alla precarietà SUL e DEL lavoro ed a tante altre “cosette” che conosciamo fin troppo bene.
E poi, come scrittore Silone aveva uno stile molto particolare grazie al quale sembra quasi che riesca a trasportarci (tuttora) in quel mondo di pietra.
Un mondo si direbbe senza tempo che perpetua sé stesso… quasi come se si trovasse sotto una maledizione.
Ciao, a presto.
rif. lanza
RispondiEliminaDevo purtroppo confessare che non conosco Gurdjieff e neanche il libro che citi.
Conosco il pensiero di questo Autore solo a grandissime linee.
Mi pare però di ricordare che in qualche suo testo abbia criticato la “meccanizzazione” della vita umana.
Il fatto cioè che l’uomo, dalla rivoluzione industriale ai giorni nostri, si sia allontanato eccessivamente dalla natura, dagli istinti vitali e dalla sfera dei sentimenti.
Benché questo concetto si trovi anche in altri Autori, mi sembra che in lui sia espresso con maggior forza e calore.
Ma se i miei ricordi sono troppo appannati, accetto volentieri lumi.
Ciao.
noooooooooooooooooooo
RispondiEliminami si è cancellato il mio commento!!!!
Era lunghissimo!!!
Ci riprovo!
Mi sono divertita a leggerti,tanto!
Ammetto che di Boll ho letto "opinioni di un clown" ma mi hai incuriosita tantissimo questo testo lo metto in lista!
Grazie :)
Il libro che mi ha segnata è stato "i ragazzi della 56°strada",mi è piaciuto così tanto che compulsivamente l'ho letto ben 12 volte.
Da allora si è scatenata in me il piacere della lettura (avevo letto,imposti dai miei,Verne e Stevenson) con A.Christie.
Ma a 13 anni i libri che mi cambiarono furono due,diversissimi tra loro:
Prevert (foglie morte) da lì il mio amore per la poesia
Silone (fontamara) da lì il mio amore per la storia e il sociale.
Lanza ha citato Gurdjieff,anche a me ha cambiato molte cose leggerlo....ma molti lustri dopo ovviamente!
Grazie per gli spunti davvero
Un abbraccio :D
rif. desaparecida
RispondiEliminaAllora, a quanto pare queste cose non capitano solo a me...
Ma fortunatamente, io di solito mi tengo ben stretto il mio fogliettino vergato a Bic (Jurassic boy, oh yes).
Felice che tu ti sia divertita a leggermi, davvero.
Ho letto anch'io "Opinioni di un clown": almeno tante volte quante tu hai "tormentato" "I ragazzi della 56/a strada."
Tra l'altro, non sapevo che fosse anche un libro; avevo visto solo il film. Se lo trovo, leggo anche quello, perciò grazie!
Vedo che abbiamo condiviso e condividiamo diversi Autori. La Christie, invece, non l'ho mai letta.
Grazie per l'attenzione ed un abbraccio a
te.
Io sto apprezzando molto di più 1984 di Orwell ora che lo sto leggendo in lingua originale. Per il resto libri che amo sono soprattutto di poesia con alcune eccezioni in campo narrativo.
RispondiEliminarif daniele verzetti il rockpoeta
RispondiEliminaPurtroppo, io ho letto "1984" solo in traduzione.
Comunque, mai dire mai...
Sai qual'è uno dei libri di poesia che preferisco? I "Quattro quartetti" di T.S. Eliot. Che cosa pensi di quel libro?
Buon inizio settimana.
Ciao Riccardo! Accidenti arrivata oltre il ventesimo commento anche questa volta...
RispondiEliminaTanti sono i libri che mi sono rimasti nel cuore. Si sfoglia un libro nello stato d'animo giusto, all'ora giusta, nel momento giusto ed eccolo lì che resta ben impresso.
Potrei citarti, in questo senso "Lettera ad un bambino mai nato" della Fallaci letto verso i miei 17anni, che mi commosse così profondamente tanto da non aver avuto più la forza di rileggerlo. E da quei 17 anni n'è passata di acqua sotto i ponti!!!
Ultimamanete ho letto e consiglio i libri di Björn Larsson, primo fra tutti "La vera storia del pirata Long john Silver"...il pirata protagonista dell'Isola del tesoro...e poi dello stesso autore "Bisogno di Libertà".
Ma dovendo comprare uno dei tuoi libri tu quale consiglieresti...per iniziare. O comunuque qual'è quello al quale sei più affezionato?
Buonissima settimana!
rif. solindue
RispondiEliminaTranquilla, questo blog è come un caminetto.
Uno arriva, si siede, beve o mangia qualcosa... Poi esce a fare 2 passi, fuma una sigaretta, torna... quando vuole...
Funziona così.
Confesso la mia ignoranza: della "Lettera" della Fallaci ho letto solo alcuni passi.
Dell'altro scrittore... NIENTE! Vergogna su di me!
Ma quel che conta, a mio modestissimo avviso, è non perdere mai il piacere per la lettura. Secondo me, senza quello la lettura diventa un obbligo o un dovere, non credi?
E' come per la musica: puoi anche essere Beethoven, ma se suonare ti annoia o se lo fai perchè ci sei costretto, odierai la musica.
Quanto ai miei deliri alias libri, ti consiglierei soprattutto l'ultimo (anche se mi piacciono tutti e 3): "Il gioioso tormento", Davide Zedda Editore.
E' un romanzo che mi ha divertito molto, anche se in qualche momento temevo che comparisse davvero qualcuno dei fantasmi che fanno compagnia al protagonista...
A presto!
Tranquillo, non conosci Larsson perchè non sei un appassionato di vela. E' uno scrittore svedese che ha vissuto per anni in una barca a vela girando i mari del nord, i suoi libri sono un cult per noi velisti....un suo libro molto bello è anche "La saggezza del mare".
RispondiEliminaVisto, sono tornata. Ho fatto due passi e sono tornata!
Ho amato i libri fin da quando ero bambina, non mi sono mai staccata da essi, sono il mio rifugio dal mondo.
RispondiEliminaQuanto può nella nostra vita uno scrittore che ci rapisce fin da giovani è difficile da descrivere. Su di me ha avuto e ha una grande influenza Hermann Hesse, senza lui sarei rimasta radicata in false convinzioni e senza capacità d'analisi.
Bello il libro che suggerisci, non l'ho letto, lo farò... certo anche ai Tuoi darò la dovuta importanza :)
Buona Serata
rif. solindue
RispondiEliminaE hai fatto bene, a tornare!
Su Larsson... un titolo come "La saggezza del mare" mi incuriosisce.
Così, ad occhio, immagino che lo svedese faccia del mare un ideale interlocutore, in un certo senso anche un maestro.
Come sardo ho col mare un rapporto strano... d'estate non ptrei farne a meno.
Mi piace molto anche in autunno, i suoi colori dicono e non dicono.
Nello stesso tempo, so che per noi dal mare sono venute tante... seccature (intendi: invasioni).
Comunque, penso di cercarmi il libro che hai citato.
A presto!
rif. francy274
RispondiEliminaBenvenuta, Francy!
Sono d'accordo con quanto dici circa i libri e gli scrittori: posseggono come la capacità d'entrare in dialogo vitale con noi.
Spesso sembra che riescano a capire di noi più di quanto non capiamo noi stessi.
Troviamo in loro uno sguardo che ci scava in profondità.
Di Hesse ho letto solo un volume di poesie: ma è bellissima la poesia sulla malinconia!
Il libro di Boll è davvero particolare, penso proprio che ti piacerà.
Quanto ai miei... spero di meritare la fiducia; in ogni caso, ti ringrazio fin d'ora!
Buona giornata.
Alter Ego porge i suoi saluti a Amico Immaginario.
RispondiEliminaChiede anche un vertice al fine di complottare contro i loro "padroni".Titolo vertice "Libertà!"
Eheheh :)
rif. guernica
RispondiEliminaCiao Alter Ego, tutto bene?
Sto preparando i volantini per il Comitato per la liberazione dagli Autori reali.
Libertà per gli Alter Ego!
Libertà per gli Interlocutori Immaginari!
Tutto il potere al popolo dei personaggi di fantasia!
Ma almeno, tu sei fortunata ad avere come padrona una come Guernica.
Io, invece...
Ciao!
Ma cosa dici???
RispondiEliminaE' una tiranna.Mi tiene segregata e mi da anche poco cibo.Sempre a dieta!Non ne posso più.
Libertààà!
rif. guernica
RispondiEliminaResisti!
Sogno un mondo fatto di fiumi di Cannonau e di colossei interi di panna e cioccolato.
Come dice Ligabue, "non si può sempre perdere."
Augh, ho detto.
Ciao Riccardo,
RispondiEliminati disturbo per chiederti un piacere. Una nuova amica della rete mi chiede di aiutarla perchè vorrebbe diventate scrittrice. Puoi fare un salto da me...forse tu sei più adatto a darle consigli di quanto non lo sia io. Grazie
rif. solindue
RispondiEliminaCiao, Sol'.
Nessun disturbo, figurati.
Sai, il "caminetto" è sempre aperto.
Quello che mi chiedi non è semplicissimo, ma ti ringrazio per la fiducia.
Passo prima possibile, ok?
Ciao!
Io "Piccole Donne"... mi ha cambiato la vita.
RispondiEliminaUn abbraccio Riccardo.
Erica Lee
Sono cresciuta con la trilogia di Italo Calvino, che mi è costata più di una reprimenda, da parte, specialmente, di coetanee e coetanei: “È letteratura antiquata”, “In ogni caso, è letteratura da maschi”, “Sono volumetti per adolescenti” e altre amenità.
RispondiEliminaIo però adoravo Calvino e lo adoro. Non lo rinnegherò mai, neppure sotto tortura.
Non sono stata mai una lettrice vorace, ma leggo con gusto.
Quale disappunto, però, l’aver abbandonato, in ben due occasione, intervallate da un tempo congruo, Douglas Hofstadler, “Gödel, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda Brillante”.
Il “sistema MIU” possiede il potere di rendermi isterica: fino a un certo punto riesco a seguire, dopodiché mi perdo.
Per fortuna c’è molto altro, nella vita.
Un saluto e grazie per l’iniziativa: quanti titoli ci potremo scambiare!
L
rif. erica lee
RispondiEliminaUmh... non ho letto "Piccole donne" nè altri libri della Alcott.
Ma mi pare (lo chiedo a te che pratichi Autori di lingua inglese) che abbia fatto parte del movimento trasendentalista americano... lo stesso di cui fecero parte Emerson, Thoureau ecc.
E' possibile?
In ogni caso, abbraccio ricambiato.
rif. lulù
RispondiElimina“Letteratura antiquata” la trilogia di Calvino?!
Ma neanche per sogno, è impossibile.
Secondo me Calvino, per l’uso sapientissimo della lingua e per il suo giocare su piani spazio-temporali spesso tra loro molto diversi, mantiene una grandissima freschezza ed originalità.
Leggere con gusto è, per me, l’approccio giusto al testo letterario; il quanto si legge è irrilevante, se non è supportato da quella grande molla, da quella gioia che è appunto il gusto.
Non conosco Hofstadler ma sono sempre alla ricerca di Autori che non conosco.
In più sto seguendo un corso di tedesco, quindi…
Un saluto a te e w lo scambio di titoli!
Lulù e Riccardo, ma che bello vedervi assieme davanti al caminetto a chiaccherare! E poi di Calvino...O Cielo! aveto letto anche "Le città invisibili"? Per me è un libro magico. ricordate...
RispondiElimina"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni" (...) un modo per non soffrirne prosegue sta nel "cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".
Leggete, ragazzi, leggete!
Che meraviglia di posto, questo!
I libri segnano sempre un passaggio della propria vita, così come la musica e gli amori giovanili che non potrai mai dimenticare.
RispondiEliminaIo sono stata iniziata da Oriana Fallaci, da Avere Ed Essere di Fromm e da Froid, da Alberoni con il suo Innamoramento e amore...E dalle rare Perle che porto con me. Le Poesie di Neruda, Lorca, Dickinson, Rimbaud, Saffo e altri poesti e poetesse sconosciute ma comunque di un certo spessore che mi hanno spinto e avvicinato alla scrittura.
Ma é da quando avevo soli otto anni che scrivevo e leggevo qualsiasi libro, di storia o di letteratura...tutto per me era motivo continuo di crescita e di sapere.
Saluti
By Lilly
rif. lilly
RispondiEliminaBenvenuta, Lilly!
In effetti, ci sono Autori che molte volte, più che persone che scrivono sembrano qualcosa di più...
Sembrano cioè e forse lo SONO realmente, degli amici, delle amiche che hanno trovato parole e sfumature di significato che per noi sarebbero state impossibili.
E nel tempo, ci guidano.
Poi ne troviamo degli altri, ed anche loro ci fanno crescere.
Verso dove?
Io penso verso una sempre maggior consapevolezza e capacità di sognare.
Saluti anche a te.
rif. solindue
RispondiElimina"Le città invisibili" mi manca (frase da immaginare col tono che hanno i ragazzini quando si scambiano le figurine).
Okay, parlerò seriamente.
Questo caminetto è anche merito tuo, se ci pensi...
Tu porti da me un'amica o un'amico ed io, se posso, ricambio la cortesia.
Il tale porti il vino, il talaltro la chitarra e mi raccomando, occhio alla pasta!
Per digestivo suggerisco un "goccetto" di Stefano Benni e per "ammazzalibro", un bel racconto di Joyce.
(Non ci riesco a star serio, stasera.)
Buon week-end!
Sì, trascendentalista, e i sopracitati signori sembra fossero i suoi insegnanti (pensa un po').
RispondiEliminaPiccole Donne è come leggere la sua vita. Dei suoi libri mi sono sempre piaciuti la scrittura accattivante, l'allegria intrisa di dolore, i buoni sentimenti, gli intenti moralistici... (un po' come il libro Cuore).
In ogni caso... puoi tranquillamente chiamarmi Jo March.
Ciao.
Erica
Interlocutore Immaginario Docet!^___^
RispondiEliminaBuon fine settimana ad entrambi!!!
rif. erica lee
RispondiEliminaAh, allora ricordavo bene!
Infatti io mi sono laureato su Emerson, con una tesi che quindi comprendeva anche i suoi rapporti col movimento trascendentalista.
Ed il nome della Alcott compariva appunto tra i trascendentalisti.
Coincidenza: oggi in tv ho visto un programma in cui si parlava parecchio di Boston e del New England...
Sai che non da moltissimo è uscito un romanzo della Alcott rimasto sinora inedito, "Un lungo fatale inseguimento d'amore"?
Si tratta di un lato quasi dark della buona Louisa May...
Però io non l'ho ancora letto, l'ha letto mia moglie.
Buon week-end!
rif. guernica
RispondiEliminaInterlocutore Immaginario e Riccardo ringraziano.
Buon settimana anche a te... emh, a voi.
Domani passo sul blog, magari da solo.
Sai com'è, lui mangia e beve troppo!
Ciao Riccardo, questo è già il terzo libro che proponi che ritengo sia da leggere, almeno da quello che tu racconti. Io sono sempre indietro di un paio di libri come letture, che son li sul comodino che aspettano... ma per natale potrei approfittare e comprarli, che poi ci sono le vacanze natalizie per leggerli :)
RispondiEliminaCiao
rif. ormoled
RispondiEliminaCiao Ormo, ben tornato.
Ti ringrazio per la fiducia, di cui spero di non abusare.
In effetti, "Il gioioso tormento" è un libro che ho scritto forse con maggior divertimento di altri.
In ogni caso, leggere a Natale, qualsiasi cosa si decida di prendere in mano, è sempre un'ottima cosa.
Così come leggere, del resto...
Ciao.