Parlerò di rock, benché molti rockers e bluesmen si siano interessati se non a Dio, almeno al Maledetto Rivale.
Bene, nella storia del rock troviamo spesso riferimenti anche espliciti a figure legate al mondo della religione.
Col successivo Infidels (1983) Dylan tornò ai consueti simbolismi, spesso criptici ma non per questo meno interessanti.
Ma quel disco era dominato da maggior inquietudine ed il dubbio prevaleva sulla professio fidei, la professione di fede.
Del resto, parlando di Infidels Dylan aveva quasi vagheggiato la ricerca di una forse impossibile via di mezzo tra il non voler cambiare mai ed il cambiare tutto “ogni volta”, come per una “frenesia.”
Ed il grande Bob concludeva, enigmatico come sempre: “Se non ti confronti col futuro, perché dovresti confrontarti col passato?” (Nemesio Ala, Bob Dylan, Gammalibri, Milano, 1984, p.184).
Grazie per questi spunti interessanti... non sapevo di quest'insolito Dylan.
RispondiEliminaCiao Riccardo
:-)
rif. sonia ognibene
RispondiEliminaIl che conferma, almeno secondo me, l'anticonformismo dell'uomo... capace di passare dall'assoluto individualismo a posizioni religiose anche piuttosto tradizionaliste...
Per poi tornare tranquillamente sui suoi passi, pur senza compiere abiure antireligiose.
Ciao Sonia.
Sono d'accordo: Dylan è assolutamente un genio, l'ho seguito per anni; compresa la sua conversione al cristianesimo tradizionalista, che francamente mi è sembrata una sorta di ricerca d’idealità e valori in un'America della fine degli anni '70, già s'avviava verso il disastro sociale e morale degli anni successivi, che culminarono nella "Reaganomics", dove hanno prevalso definitivamente l'individualismo esasperato e l'edonismo sociale.
RispondiEliminaLa disavventura di questi giorni nel New Yersy, dove evidentemente essere "un vecchio eccentrico" è un delitto, fa capire che gli USA sono solo un avamposto dell'intolleranza che pervade il nord del nostro pianeta.
Tuttavia, senza nulla togliere al grande Bob, che pure ha scritto canzoni e ballate entrate nella storia della musica, devo rilevare che ha prodotto anche pezzi ermetici, che tradotti in italiano, (almeno a mio modo di vedere) risultano del tutto incomprensibili, questo, però è anche il bello della cultura letteraria statunitense.
rif. alessandro perrone
RispondiEliminaCiao, Ale.
Concordo senz'altro con la tua idea relativa alla conversione di Dylan.
In seguito, Dylan è tornato a temi ed a "cifre" estetiche e stilistiche piuttosto ermetiche; ha recuperato il suo spirito laico ma forse, la comprensibilità di certi pezzi è rimasta... un po' indietro.
Un po' ermetico, del resto, era anche prima. Ermetismo da grande poeta, beninteso.
Interessante: in "Infidels", disco in cui abbandona una religiosità spesso eccessiva e priva di dubbi (si possono avere dei dubbi anche in religione, pensiamo a S. Agostino, Abelardo, Pascal, Kierkegaard ecc.) troviamo una canzone come "Union Sundown" in cui denuncia il declino dei sindacati (americani) e del primo manifestarsi della globalizzazione.
A presto!
Dylan ha sempre dimostrato un grande dolore esistenziale, forse perché ha trovato rifugio nella religione.
RispondiElimina*Riesco a scrivere in italiano, nonostante gli errori di ortografia.;)
Ciao.
Sill
rif. sill scaroni
RispondiEliminaCondivido la tua opinione, Sill.
Aggiungo soltanto che dopo "Infidels", Dylan si è un po' allontanato dalla religione.
Ma senza abbandonare una forte dimensione morale.
Il tuo italiano va benissimo!
Io, purtroppo, di portoghese non so nulla.
Ciao!
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