Pagai il metallico garzone, inciampai (però con molta eleganza) in una delle sue gambe ed in pochi istanti mi trovai giù. Forse, perché ero caduto dalla finestra.
Chiesi che cosa fosse successo…
Poi tutto si fece vago, indistinto.
Ricordo solo il riff di chitarra di Radio nowhere di Springsteen che veniva da una baracca ed un foglio elettronico che secondo qualcuno dovevo “firmare assolutamente.”
Risposi che non avevo con me la ciberbic; non mi è mai piaciuto firmare nulla “assolutamente.” Prima devo leggere e fingere di capire…
Va bene, insomma: si trattava di una liberatoria che mi autorizzava a partecipare al linciaggio di un vagabondo, forse sospettato d’aver tirato la coda al gatto del proprietario del palazzo (un famoso calciatore).
Mi rifiutai e questo sì, assolutamente.
Mi furono offerte queste alternative: partecipare al linciaggio o autoesiliarmi nello spazio. Decisi d’autoesiliarmi. La sera stessa mi imbarcai sull’astronave Abaelardus.
20 giorni di navigazione e raggiunsi Planetus, un pianetino niente male che somigliava parecchio alla Terra.
2 giorni dopo fui convocato da Rektor I, un boss che controllava il locale racket universitario.
Mi ordinò di sedermi con aria particolarmente violento-gentile poi buttò lì: “Carissimo, so che tu, sulla Terra, consideravi addirittura inumano sottoporre gli studenti a tortura, mutilazione laser e roulette russa…”
Tossicchiai e chiesi: “Emh… dov’è il bagno?”
Sul lavandino vidi una ranocchia volante che mi rassicurò: “Stai tranquillo, ho una moto d’acqua parcheggiata sul tetto.”
Poi, ridendo: “Io sono un’ex-docente di filosofia morale degradata a vice-bidello, perciò so che se ti scontri con Rektor, quello ti trasforma in sandwich per topi!!!”
Estrasse un Kalalaser, disintegrò la porta e raggiungemmo il tetto. Da lì spiccammo il volo verso le nuvole…
Sono almeno 30 anni che io e Ranocchia facciamo il nostro, unicissimo, surf in cielo.
Mica lo so se ci torno, sulla Terra… anche perché tra le nuvole io e la mia bella non surfiamo soltanto.
L’unico problema è che grazie a Rektor, su di noi pende un ordine di “fucilazione a vista”; inoltre, soffro di vertigini.
Comunque, come si dice? Non si può avere tutto, nella vita.
Beh ci son tanti posti sulla terra dove imboscarsi, nello spazio sarà più facile no?
RispondiEliminaCiao Riccardo.
Ricca' a me purtroppo la fantascienza non piace nè leggerla e neppure vederla, ma questo tuo racconto non lo è. E' una cosa che mi fatto ridere di cuore e, credimi, ne avevo veramente bisogno.
RispondiEliminaGrazie.
rif. ormoled
RispondiEliminaMah, spero proprio che sia così...
Almeno, finchè non decideranno di "chiudere" anche quello...
Ciao Orm'
rif. il monticiano
RispondiEliminaTi ringrazio per la stima, Aldo, davvero (o come direbbero dalle tue parti, "davero").
In effetti, spesso la fantascienza è ridotta ad una cascata d'effetti speciali (cinema) o comunque di robotismi incomprensibili (giornali, libri internet ecc.).
Io, da cialtrone cagliaritano, ho cercato di buttarla sul ridere... sperando che i seguaci di Philip Dick, Asimov, Clarke ecc. non se la prendano troppo.
Grazie a te.
bello davvero e mi hai fatto più che sorridere.
RispondiEliminaun abbraccio
rif. melania07
RispondiEliminaCome direbbe (per stare in tema fs) il robot interpretato da Robin Williams in un film: "Uno è contento di servire."
Ricambio l'abbraccio.
Molto particolare questo post, che pare fantascienza senza esserlo, ironico e divertente.
RispondiEliminaSilvana
rif. silvanascricci
RispondiEliminaCiao, Silvana.
Mi fa davvero piacere vedere che hai apprezzato questo post in forma di racconto.
Un racconto che rispecchia il mio modo di concepire la fs... e non solo.
Molto fantasioso e divertente!
RispondiEliminaBravo "Riccardino".
Io, nel giorno del mio centesimo compleanno, riesco al massimo a vedermi come quella polvere trasportata dal vento nell'ultima scena de "I Ponti di Madison County".
;-)
Sonia
rif. sonia ognibene
RispondiEliminaUn "Riccardino" futuro centenario!
Per quanto possibile, cerco d'abbinare umorismo e fantasia.
Molto bella (anche se malinconica) la tua identificazione con la polvere de "I ponti di Madison County."
Ma ci sono molti decenni per pensare a quell'epilogo, ti pare? Allora non pensiamoci!
Salutone!
Racconto (posso definirlo tale? Altrimenti correggimi e bacchettami pu re :-)))!!! ) straordinario: fantasia, ironia, amaro sarcasmo, realtà ed anche un tocco di surrealismo: il tutto unito insieme in un cocktail che risulta intenso e deciso.
RispondiEliminaLo spazio... Sembra già loro anche quello. Nascondersi ed autoesliarsi é sempre più difficile anche perché quello che loro vogliono da noi é l'esilio del nostro cervello e dei nostri pensieri. E questo per molti di noi ancora , per fortuna, risulta impossibile qualunque sia il prezzo da pagare.
PS: grazie per le tue parole da me. Sono onorato. Mi permetto di linkar il tuo blog speando di non fare cosa a te sgradita.
Daniele
rif. daniele verzetti, il rockpoeta
RispondiEliminaGrazie, Daniele , per le tue bellissime parole!
Inoltre, benvenuto a bordo di queso blog.
Certo, la tentazione dell'autoesilio esiste, ma ad essa bisogna resistere.
Platone diceva che una vita senza ricerca non era degna d'essere vissuta e naturalmente (dico io) la ricerca porta anche a... cercare a modo proprio.
Da qui il rifiuto di cosette come il lusso, una finta bonomia, il considerare i lavoratori ed i loro diritti antiquariato sociale e l'arte roba da svitati.
Sono poi io che sono onorato per l'attenzione da parte di un poeta come te, oltretutto genovese come il grande De Andrè.
A presto!
P.s.: ti linko anch'io volentieri (linko: orribile neologismo, ma oggi ho caldo perfino io).
Ciao, mi sono divertita a leggerti e mi piace il tuo blog. vorrei ...ehm...linkarti?.-))
RispondiEliminarif. licia titania
RispondiEliminaHappy (è il caso di dire) che ti sia divertita, leggendo questo racconto.
Benvenuta, poi, sul blog.
Linkami pure, io farò altrettanto quanto prima... mia imperizia informatica permettendo.
Ciao.
Non ti perdo mai di vista!
RispondiEliminaTutte le strade portano a Roma, pardon... in Sardegna.
Bel racconto, Riccardo.
Mi ha tirata su!
anche questa sera sono di corsa, ritornerò a leggere il tuo racconto prometto....
RispondiEliminaun caro saluto, roberta.
rif. erica lee
RispondiEliminaCiao, Erica.
Sono proprio contento di leggere che mi "marchi" stretto (del resto, your husband è un calciatore, no?).
Ma per caso ti trovi in ferie qua da noi?
In ogni caso, felice di leggere che tu abbia apprezzato il racconto, davvero.
Presto sul tuo blog!
rif. gturs
RispondiEliminaLeggilo pure con calma, Roberta; non c'è problema, ok?
Caro saluto anche a te.
P.s.: hai visto che ho inviato un commento sul dialetto ligure?
Eh no, caro Riccardo.
RispondiEliminaE' vero che mio marito è (anche) un calciatore, ma non di quelli che siamo abituati a vedere in tv, per cui la Sardegna per me è ancora una chimera!
Grazie per il tuo commento sul blog. L'ho apprezzato molto.
p.s. A proposito, mio marito è andato al concerto di Springsteen a Roma, il mese scorso: tu che hai fatto, ci sei andato?
Lui è tornato in coma da "Sindrome di Stendhal!"
:-D
rif. erica lee
RispondiEliminaVa bene, ma mentre gli auguro tanta fortuna (e forse non dovrei, poichè gli sportivi sono talvolta superstiziosi) ti chiedo: in che ruolo gioca?
Io vorrei riprendere, sia pure a livello di tornei amatoriali; purtroppo, ho perso un po' di contatti. Pazienza...
Poi, sono contento che tu abbia apprezzato il mio commento, Erica.
Non ho potuto seguire Bruce a Roma e non me lo perdonerò mai: per fortuna ricordo ancora il suo 1° concerto in assoluto (a Milano, metà anni '80). Non dimenticherò mai quel concerto!!!
A presto!
Caro Riccardo
RispondiEliminaormai puoi augurargli fortuna per una probabile carriera (sempre affiancata a un lavoro "normale") di allenatore.
Forse giocherà ancora per altri 2-3 anni.
Mio marito ha fatto un po' d tutto, prima attaccante, "jolly" (tutti i ruoli), poi centrocampista e negli ultimi tempi difensore, sai... l'esperienza.
Non perché voglia infierire, ma mio marito ha detto che quest'ultimo concerto di Bruce è stato strabiliante: tutte canzoni molto conosciute, remake, salti dal palco come un ragazzino di vent'anni, balli con la madre e la zia di origine italiana... insomma, un vero mito di musica e umanità :-D!
p.s. Però non ha visto quello a metà degli anni '80. Fortuna tua.
rif. erica lee
RispondiEliminaEh, cara Erica, tempus fugit. Questo lo sappiamo bene.
Comunque, penso che the husband giochi da libero; un grande ruolo, non credi?
Quello di Beckenbauer, Scirea, Krol, Passarella, Baresi...
Argh! I tg, i giornali ed i blog hanno confermato quanto d'entusiasmante hai scritto circa il concerto di Bruce.
Schiumo rabbia!
Scherzi a parte (ma neanche tanto) salutone a te ed al marito.
rif. la mente persa
RispondiEliminaGrazie per la stima, Gio'; anche perchè mi sembra che oltre che in generale sincera, sei anche piuttosto esigente, in fatto d'arte.
Ciao!