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lunedì 9 febbraio 2009

“Gli Esami” (ultima parte)


Bonaria racconta di quando (lei aveva undici anni) mammà riceveva in casa l’amante e la faceva esibire, nuda, davanti a loro due.
Perciò ribatte alla “signora”, che la considera donna decisa, che sa quello che vuole, che “questa è la differenza che esiste tra me e voi. Ecco perché siete voi che sapete sempre quello che volete, mentre i’ saccio sulamente chello ca nun voglio.”
Bonaria sa che quello che non vuole è una vita in cui altri le dicano che cosa fare, rifiuta una vita di sottomissione e di miseria anche morale, non solo economica.
E dal punto di vista morale c’è della miseria anche nelle voci e nella malignità di chi vuol giudicare il legame tra lei e Guglielmo. “E”, poi, dichiara con orgoglio, “sono stata io che detto basta!”
L’aspetta, come è accaduto a tanti/e del sud e delle Isole, l’emigrazione.
Comunque di lei, donna cresciuta “sopra ai Miracoli” spiccano il carattere, la spietata autoironia ed il coraggio: tutte doti morali ed intellettuali di prim’ordine.
Potremmo dire che Guglielmo avrebbe dovuto seguirla e che lasciandola andare non si dimostrò degno del suo amore. Forse per lei avrebbe dovuto lasciare la famiglia e distruggere la carriera. Forse non si sarebbe dovuto arrendere. Chissà.
Ma penso che anche questo modo di ragionare, tra l’altro sulla vita di un altro equivalga a sottoporre Guglielmo a nuovi e pesantissimi esami.
Credo quindi che quel che conti davvero sia la problematicità degli Esami, la grandezza di una donna come Bonaria, la sofferta figura di Guglielmo e la recitazione degli attori, mai sopra le righe ma neanche fredda o distaccata. Classica, insomma.

4 commenti:

  1. Che dire... mi sono piaciuti tantissimo questi tuoi post sugli "Esami". Un'opera amara, senza dubbio. Secondo Freud (e così torniamo a parlare di psicologi!) sognare gli Esami significa non sentirsi all'altezza di aiutare un amico in difficoltà. E' quello che succede a Guglielmo nei confronti di Bonaria. Che De Filippo abbia scritto l'opera dando un'occhiata alla psicanalisi?! Probabile... infondo in "Ditegli Sempre di sì" si è "vestito da pazzo" per parlarne... e poi era un argomento molto in voga!

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  2. rif. dailygodot
    E forse, quell'argomento continua a rimanere in voga, non ti pare?
    L'amarezza dell'opera (il testamento spirituale di De Filippo, probabilmente) è indiscutibile e penso che comunque aiuti ad accantonare tante illusioni che possiamo avere sulla vita e forse, anche sull'amore.
    Chissà se De Filippo ebbe un'esperienza simile a quella che Guglielmo ebbe con Bonaria... Sarebbe interessante scoprirlo; certo, non per... spettagolare!

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  3. Parto dall'interrogativo curioso che ti poni in quest'ultimo commento, "Chissà se De Filippo ebbe un'esperienza simile a quella che Guglielmo ebbe con Bonaria"?
    Fondamentalmente credo che non si possa scrivere di qualcosa che non si sa, che non si sia vissuto o comunque respirato da vicino...ne risulterebbe qualcosa di troppo generale ed evanescente, sfumato, e nell'opera in questione di questi tratti mi sembra non ce ne sia traccia. Quindi è molto probabile che De Filippo abbia vissuto qualcosa di molto simile all'esperienza di Bonaria e Guglielmo. Ma, trattandosi di un grande maestro come lui, potrebbe anche essere solo frutto della sua fantasiosa creatività, della sua straordinaria capacità di rendere "vita" il pensiero.
    Credo che in Bonaria, tra le altre innumerevoli sfaccettature, De Filippo abbia voluto mettere in luce quella voglia, quel bisogno di riscatto propria di chi ha un vissuto particolarmente difficile dal quale affrancarsi.
    Nel suo "i’ saccio sulamente chello ca nun voglio.” c'è urlato a gran voce questo desiderio di spezzare le catene da un passato (che è poi anche un presente) che la ostacola, limitando il potenziale delle sue certe doti.
    E torna a farsi sentire chiaramente l'attualità di De Filippo, il suo essere contemporaneo, senza età.

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  4. Rif. elle
    Penso anch’io che Eduardo possa aver avuto esperienze simili a quelle di Guglielmo.
    Ma anche in caso contrario, sono d’accordo con te quando dici che la liason Guglielmo-Bonaria potrebbe esser nata… solo dal suo genio.
    Del resto, la capacità di un artista (ed immagino che tu sia d’accordo) consiste anche nel creare ex nihilo, dal nulla mondi e situazioni in cui magari non si è mai imbattuto.
    Qui penso soprattutto ad un caso ancora più drammatico degli “Esami”: penso cioè a “Delitto e castigo” di Dostoevskij.
    Quanto doveva essere grande ed INTENSA la forza di immedesimazione di Dostoevskij, per arrivare a concepire un personaggio come Raskolnikov…
    Quanto doveva aver meditato e SOFFERTO, quel romanziere, per creare un uomo che si macchia di omicidi a “fini morali”…
    Ma per sdrammatizzare un po’, dico che forse preferirei non saperlo!
    Ciao.

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