I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti. Buona lettura



lunedì 11 agosto 2008

“Il labirinto del fauno”



Il film Il labirinto del fauno (2006) del regista messicano Guillermo Del Toro è ambientato in Spagna nel 1944, 5 anni dopo la vittoria di Franco nella guerra civile. Nel viaggio che porterà la ragazzina Ofelia insieme alla madre Carmen dal patrigno Vidal, appunto Ofelia ritrova un sasso che da lei ricollocato nella stele dedicata ad un fauno, la pone in comunicazione con un mondo magico.
Ma ecco il mondo di Ofelia: l’uomo col quale la madre (in attesa di un figlio) si è risposata è un ufficiale franchista. Vidal, che di… vitale ha ben poco, è indifferente alla difficile gravidanza della moglie; per lui conta solo che il parto si concluda con la nascita di un figlio… maschio. Il resto, sentenzia, è una “sciocchezza”; così accoglie tranquillo la morte della moglie poiché il maschio arriva. Egli uccide brutalmente dei semplici sospetti, tortura con gusto, dà sontuosi ricevimenti a cui partecipano i maggiorenti del paese, tuona contro l’idea di uguaglianza.
Durante uno di quei ricevimenti un sacerdote giustifica ogni atrocità commessa sui repubblicani dicendo che Dio ha “pensato alle loro anime”; la sorte dei loro corpi è irrilevante.
Il film è molto bello sia nel narrare la fase storica e reale, quella cioè della disperata resistenza degli ultimi repubblicani ai fascisti spagnoli, sia in quella fantastica che vede Ofelia impegnata in varie prove magiche, indicatele dal fauno. Fotografia e scenografia (infatti premiate con l’Oscar, insieme al trucco) ci presentano due mondi estremamente reali, la finzione cinematografica sembra ben poco “finta.”
Le stesse sembianze fisiche del fauno, figura poi positiva, sono inquietanti. E’ come se il mondo reale, col suo male ed il suo dolore influenzasse quello fantastico trasmettendo quindi ad una realtà a cui Ofelia (che ignora d’essere Moana, figlia del re del mondo sotterraneo, cui dovrà tornare) simile male e dolore. La luce del film, quasi fisica, è anche cupa: ricorda certe atmosfere di El Greco, suggestioni di Toledo…
Il film contiene vari ed incrociati riferimenti mitologici, religiosi e simbolici. Il nome Ofelia evoca il personaggio dell’Amleto; le fate appartengono al mondo delle fiabe ed a quello di tante culture e religioni antiche; il fauno sta a metà tra l’umano, l’animalesco ed il fantastico; Vidal è vitale nel negare la vita; ancora, Ofelia-Moana ricorda il mito greco di Demetra e Persefone, ecc.
Può sembrare un limite del film il fatto che il mondo reale e quello fantastico non si compenetrino e che talvolta sembri di seguire 2 film differenti; nel senso che il mondo fantastico sembra subire il male di quello reale, ma tra i due non c’è vera fusione.
Però Il labirinto ha i suoi punti di forza più nei singoli elementi che lo compongono che nel suo insieme; certo, spesso un’opera d’arte vive di quelli, poiché non è tenuta ad essere ben collegata attraverso parti e nessi che facciano capo ad una sorta di architettura o di progetto.

11 commenti:

  1. eheh...ciao!ho visto che sei passato dal nostro blog e ricambio la visita...

    (cme sono io l'AV, non Elena!)

    Ciao e buona giornata!

    RispondiElimina
  2. Sembra assai interessante, e non è appena uscito (la stagionatura per me è un parametro imoprtante). E sulla guerra civile spagnola so troppo poco. Troppi buoni motivi per guardarlo, vedrò di procurarmelo.

    RispondiElimina
  3. Rif. rip
    In effetti, rip, è davvero interessante la contrapposizione tra lato storico-reale (la guerra civile spagnola) e quello fantastico.
    Interessante e stimolante anche dal punto di vista artistico.

    RispondiElimina
  4. Non so quanto possa essere valido qus miscuglio di reale e fantastico, tanto più in un clima storico così cupo. Non mi resta che vederlo per valutare il tutto.
    Ho appena finito di leggere "L'ombra del vento" di Zafon -meraviglioso!! misterioso e romantico allo stesso tempo!- ambientato a Barcellona, mi accingo a leggere "La cattedrale del mare" sempre di ambientazione catalana. Ora tu mi proproni un film spagnolo. Che dire? Olè!! :)
    Hasta la vista! Besos

    RispondiElimina
  5. Ciao Rick,
    dimenticavo di dirti che fai parte dei miei ormai!! ;)
    See you soon. Kisses and hugs

    RispondiElimina
  6. ogni volta che ho studiato o osservato testi o film dove veniva dichiarato che la sofferenza del corpo era irrilevante perchè dopo la morte Dio avrebbe ricompensato le sofferenze o avrebbe giustificato le atrocità che gli aguzzini commettevano in suo nome,mi domando perchè i sacerdoti non si mettevano in rpima fila per le tortura,visto che la ricompensa era tanto elevata.
    in sè il film mi è piaciuto molto,anche se ormai l'utilizzo degli effetti speciali è esagerato. sembra quasi che l'immagine sia quella di un videogioco. considerami all'antica o di gusti 'vecchi',ma preferivo quando le scene non erano tanto ritoccate. meglio un'errore o un'aspetto posticcio del travestimento,che un'esattezza che trasuda la sua artificiosità

    RispondiElimina
  7. Rif. burberry
    Il miscuglio di reale e fantastico si dimostra valido nel momento in cui il fantastico mantiene una certa... cupezza, quel che in effetti lo collega alla tragedia della guerra civile.
    Altrimenti, sarebbe certo irrispettoso verso le vittime di essa.
    E' da un po' che vorrei leggere i libri che citi ed ora, grazie a te penso proprio che mi deciderò. Tra l'altro, credo che anche l'opera di Tafon sia in parte collegata alla tragedia del '36-'39.
    Contraccambio davvero tutta la tua simpatia: ciò che appena possibile farò anche tecnicamente (pc, you're a mistery to me!).
    Muchos besos

    RispondiElimina
  8. Rif. tania
    Condivido in pieno, Tania. La tesi che le sofferenze fisiche siano irrilevanti o comunque spiritualizzabili, è totalmente inaccettabile. Inoltre, tale tesi riduce le sofferenze dello stesso Cristo(!) a fatto pressochè teatrale.
    Quanto agli effetti speciali, benchè io pensi che nel "Labirinto" non siano eccessivi, a livello più generale trovo anch'io che molti registi dovrebbero correre il rischio dell'errore (beninteso, non grossolano).
    Del resto l'arte, così come la vita, non può essere perfetta, pena una certa... noia.

    RispondiElimina
  9. Ho amato molto questo film.
    Anche perché si svolge in un periodo storico al quale io torno molto spesso.
    In Spagna, nell'ultimo decennio, sono state pubblicati molti romanzi che hanno la loro ambientazione nel momento della guerra civile.

    tic

    RispondiElimina
  10. Ciao Riccardo.
    Anch'io ho visto questo film che mi ha lasciato stupito, pensavo si trattasse solo di un fantasy.
    Il personaggio di Vidal ha reso veramente l'idea dell'ideologia fanatica che si impadroniva di certi personaggi permettendo scempi storici di vario genere.
    La storia di Ofelia invece porta a credere che anche nei momenti più cupi ci sia una strada verso la pace, ma spesso solo i puri di cuore come i bambini riescono a vederla.

    RispondiElimina
  11. Rif. gigi
    Ciao Gigi.
    Sono completamente d'accordo con le opinioni che hai espresso. In effetti, Vidal rappresenta davvero l'incarnazione della violenza, dell'ignoranza ed in un senso anche metafisico, del Male.
    Solo chi non è compromesso con tutto ciò e con una gestione perversa del Potere può condurre il mondo alla luce... che non può esistere senza giustizia.

    RispondiElimina

.
Al fine di evitare lo spam, I Vostri graditi commenti saranno pubblicati previa autorizzazione da parte dell'amministratore del Blog. Grazie.
.