No. Ma se avete spento la macchina dei ?? vi infliggerò i miei ricordi circa Benvenuti e Monzon. Ora, nell’autunno del 1970 si doveva trovare un avversario per Nino. Qualcuno fece il nome di un oscuro pugile argentino, certo Carlos Monzon. Quel boxeador, quel pùgil era così oscuro che un nostro giornale scrisse: “Monzon, chi sei?”
Fin qui ci troviamo nel campo della solita storia (sportiva) italiana, magari condita di supponenza, o di semplice disinformazione: basti pensare ad Italia-Corea del ’66. Analogamente, pare che 4 anni dopo nessuno si sia preoccupato troppo di quell’indio, quel Monzon.
Ma quando Nino se lo trovò di fronte, l’indio, allora la solita storia volse al dramma. Sì, perché Monzon era un pugile che come affermano ora gli esperti, benché non fosse dotato di tecnica sopraffina, era però una belva. Forse anche lui, come già Jake La Motta era un raging bull, un toro scatenato. Saltellava, certo con con la classe di Cassius Clay e colpiva. Schivava o incassava ma tornava sempre all’attacco, colpendo l’avversario al viso, alla figura e dove capitava. Non aveva una scherma elegante ma i suoi pugni erano micidiali.
3 anni prima Nino aveva sconfitto a New York, al Madison Square Garden un pugile come Emile Griffith. Prima d’allora, c’era stata una vittoria del nero ed una di Nino. Poi ci fu la “bella” che entusiasmò tutti gli italiani, compresi quelli di New York.
Ma Monzon lo impegnò duramente per tutto il match e lo sconfisse per ko tecnico al 12° round. 6 mesi dopo, rivincita a Montecarlo. Un destro devastante di Monzon al 3° round chiude la carriera di Nino: che deve arrendersi, ma perché dal suo angolo si decide di gettare la spugna.
Avevo 9 anni e ho ancora dei flashes di quegli incontri, come ricordo la rabbia di Nino per quella resa da lui non voluta. Per me, quel che più conta è l’esempio di coraggio e generosità di cui così diede prova Benvenuti. Perché con quelle doti puoi anche perdere un titolo. Mai la faccia.
ti ringrazio del post. seguivo benvenuti dai tempi dei suoi combattimenti con mazzinghi, toscano come me. Poi Nino sali' con Griffith, ma il suo stile non mi ha mai entusiasmato, mi e' sempre sembrato un po' furbetto. Il suo match con un certo Scott, vinto per squalifica mi fece pensare che era arrivato l'epilogo. Nino deve ringraziare i suoi secondi di aver gettato la spugna dopo l'inizio del terzo round con Monzon, altrimenti forse oggi non sarebbe a fare il professorino alle televisioni
RispondiEliminacordiali saluti
riccardo
rif. Anonimo
RispondiEliminaNon so, è senz'altro possibile che tu abbia ragione; dovrei rivedere i matchs che citi, matchs che a distanza di tanti anni, non ricordo benissimo.
Venendo all'incontro con Monzon, che dire?
Forse (o sicuramente!) se Benvenuti avesse continuato a combattere, avrebbe subito da Monzon una durissima punizione.
Al di là comunque di questo, io penso che ci voleva comunque del fegato per desiderare di continuare quel match.
Ma naturalmente questo è solo il mio parere, che può essere più o meno condivisibile.
Ino gni caso grazie per la visita e ciao!
Quell'incontro di rivincita non si sarebbe mai dovuto fare! Quell'aciugamano tirato alla terza ripres è stato l'assicurazione della sana vecchiaia che gode adesso Benvenuti!Con i mezzi di informazione odierni non si sarebe disputato nemmeno il primo incontro di Roma dove Nino perse il titolo! Monzon era relativamente un pugile sconosciuto perchè aveva vinto molti combattimenti per ko! Inoltre Nino era palesemente a fine corsa di una fantastica carriera che lo ha visto vincente su tutti i fronti prima di quella sciagurata data romana! Comunque il nostro pugile avrebbe perso anche se avesse incontrato prima Monzon! Perchè l'argentino è stato uno dei tre pesi medi migliori della storia del pugilato....
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