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sabato 31 gennaio 2015

Da un'Italia parallela


“Salve, so che da voi si sta pensando ad una sola cosa: l'elezione del prossimo presidente della repubblica. Da noi la repubblica non c'è più, ma il presidente sì, quello non ci manca mai. Un momento, mi correggo: è la democrazia che non c'è più, mica la repubblica... comunque nella vita non si può avere tutto.
Ma dato che siamo in diretta cedo la parola alla ministra delle minestre... no, ah ah ah! Scherzi a parte, ecco a voi l'unica, inimitabile, molto trendy e (spero che non si offenda) anche un po' onesta, on. Caterina “Piccola Kathy” La Biondina-De Jolie-De L'amour-Madame Dorè-Del Piccolo Grande Amore- Del Grande Reame. Buongiorno, tesoro!”
“Ciao, chicco. Colgo l'occasione, pardon, l'occasìne per illustrare la nostra ultima riforma del lavoro. Dunque: fine dello stipendio mensile; chi lavora sbava per il grano, no? Quindi perché deve aspettare un mese, spesso un mese mensile? Noi pagheremo a giornata: tu lavori un giorno ed a fine turno ti abbranchi il quattrino. Ma centra gli obiettivi della giornata, bello mio, altrimenti i soldi te li scordi.”
“Potresti essere più precisa?”
“In che senso precisa?”
“Voglio dire... potresti spiegarti meglio?”
“Ah sì, ora ho capito! E' che tu usi tutti quei termini complicati, da intellettuale... comunque la storia è questa: chi lavora deve centrare il 100% degli obiettivi. Se arriva anche solo al 99%, zero soldi. E che cavolo!”
“Forse hai ragione.”
Ragione in che senso?”
“Lascia stare, vai avanti.”
“Bene. Vedi, gli obiettivi da centrare saranno comunicati ai lavoratori due minuti prima dell'inizio del turno e potranno anche essere appunto obiettivi per i quali non hanno mai ricevuto una preparazione specifica. E sai perché?”
“Mah, francamente...”
“Per la suspence! Per evitare che i lavoratori si annoino ed invece si autorinnovino e facciano appello alla loro creatività, al loro amore per il rischio, perché si godano il brivido dell'imprevisto e magari anche quello del licenziamento! Perché sai, con questa riforma licenziare sarà più facile ed anche più divertente. Non è uno spasso?!”
“Beh, proprio uno spasso non direi. Per il lavoratore il licenziamento è un dramma. Ed anche un'umiliazione.”
“Non lo so, non mi interesso di questioni psichiatriche. Però l'imprenditore che licenzia più facilmente e che facendo questo può anche divertirsi, poi è più motivato ad assumere e così, a far crescere il Paese. Conosci lo slogan, no? Assumere e licenziare. Al 3° licenziamento ti faccio arrestare, ma caro dipendente, questo non ti può fare male.”
“Mi sembra che in questa riforma del lavoro, di lavoro ce ne sia pochino. Mi ricorda la legge sulla libertà d'espressione...”
“Mbe'? Che cosa ha quella legge di sbagliato? Abbiamo perfino concesso la pubblicazione di quella poesia satirica, Se mi fucili non vale...”
“Peccato però che il cantante sia morto in uno strano incidente.”
“Chi beve troppo poi non deve mettersi alla guida.”
“Quel tipo era astemio.”
“Io non mi occupo di alcolismo. Comunque le polemiche non fanno bene al Paese.”
“E' vero. Senti, che cosa pensi della Legge sul controllo domestico?”
“Ecco, dal mese prossimo, in tutte le case saranno installate delle telecamere controllate dalla polizia che garantiranno la sicurezza di tutti i cittàdini. I più buoni saranno premiati con un panettone, due bottiglie di spumante e tre orsacchiotti di pezza. Pensaci, sarà come tornare tutti bambini! Che bello! Che tenerezza, che nostalgia... mi viene quasi da piangere!”
“Va bene. E la legge sulla tortura?”
“Mi piace questa dòmanda. Guarda, la tortura non sarà applicata a tutti, ma solo a quelli che saranno sorteggiati come “torturabili telegenici”; così anche i colpevoli avranno una scianz di farla franca.”
“Ma così al loro posto saranno puniti degli innocenti.”
“Io non cercherei sempre il pelo nell'uovo, sai?”
“Sì, ma io vorrei ricordarti che alcune delle ultime operazioni della polizia e dei servizi segreti hanno provocato 42 morti in 5 mesi.”
“Ed io vorrei ricordarti che da allora, la fiducia dei mercati è cresciuta del 4%. Non succedeva da anni. Adesso facciamo un recòrd e lo buttiamo nella mondezza?”
“Ma vedi, la giustizia...”
Giustizia? In che senso?”






12 commenti:

  1. Bravo, la questione lavoro è centrale oggi: lavoro umiliato, lavoro poco per molti, e molto per poco, merci che si spostano, persone che stanno ferme (o devono spostarsi lontano per lavorare...). Insomma, già sai... in Europa spira però, e dovrà sempre di più spirare, un'aria diversa. La Grecia insegna....

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  2. Proprio questa sera mi ci voleva,Riccardo,e non immagini neanche,o forse sì,quanto siamo vicini,ma che dico,oltre la realtà!Delle pseudo industrie che si permettono di giocare con i propri dipendenti,al gatto con il topo:ti licenzio,anzi no,puoi restare ancora un mese,dopo è andata,ma forse qualche settimana ancora si può.E tu non puoi neanche sputare in un occhio e andare sbattendo la porta:fuori piove,fa freddo,e non hai voglia di tornare a casa ,e dire che il lavoro non c'è più,dura ancora qualche giorno...

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  3. RIF. aLLIGATORE
    Sì, dalla Grecia comincia davvero a spirare un'altra aria... un'aria di speranza e chissà, forse anche di forte cambiamento...
    Fondamentale che si riesca ad allargare il fronte, dannatamente fondamentale!
    Perché come hanno detto tanti, il lavoro è fatto per l'uomo, non l'uomo per il lavoro.
    Idem per quanto riguarda l'economia!

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  4. rif. chicchina
    Felice che queste righette ti abbiano dato qualcosa!
    Il gioco del gatto col topo di cui parli, che purtroppo riguarda tutti o quasi tutti (nella parte del topo) è segno di sadismo, di prepotenza e di ottusità.
    Finché durerà la pazienza dei popoli... ma la pazienza, come sappiamo, non è infinita!
    In effetti, ho scritto un racconto di fantascienza ma "l'Italia parallela" di cui ho parlato, forse è già tra noi...

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  5. La verità è che vogliono scaricare i rischi d'impresa sui lavoratori. Come al solito i padroni cercano di ottenere il massimo guadagno col minimo sforzo e in questo ormai son sostenuti pure dal governo. Le riforme del lavoro sono un po' come una cottura a fuoco lento: alzano gradatamente la temperatura in modo che alla fine i lavoratori si ritrovino bolliti senza manco accorgersene. Un salutone, Fabio

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  6. rif. Blogaventura
    Più che d'accordo con te, Fabio!
    Anzi io parlerei addirittura di una cottura a fuoco... velocissimo, azzerando in questo tutto un insieme di diritti e di conquiste che hanno richiesto il sacrificio di intere generazioni... a partire almeno dall''800.
    Del resto, a sentir parlare ed a veder agire certi "giovanotti" e certe signorine attualmente al governo, fatico parecchio a capire da che parte stiano... beh no, in realtà da che parte stiano è piuttosto chiaro!
    Salutone.

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  7. L'Italia parallela la vivono già in molti. Fra questi ci sono i miei figli. Per avere un lavoro che sostanzialmente è da dipendenti hanno dovuto creare una società. Se non raggiungono gli obiettivi mensili il salario(in forma di fattura) si abbassa considerevolmente. Se si ammalano oltre a perdere le vendite perdono il raggiungimento degli obiettivi e perdono la stima del datore di lavoro, una multinazionale, che si esprime con la capo gruppo di settore, una stronza che ha subito il lavaggio del cervello e che ragiona in termini aziendali anche nei rapporti personali.
    Tutto ciò che è il più grave di tutto è ovviamente la mancanza di lavoro, ma anche la continua limitazione della libertà dei lavoratori e delle persone dovuta al sistema.
    Bella ironia e precisa analisi del nostro vivere, in questo post.
    Un abbraccio
    Nou

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  8. rif. Nou
    Carissima Nou, è proprio così: quell'Italia la stiamo vivendo in tanti. In troppi!
    I trucchetti amministrativi, legali, economici ecc. che hai ricordato, sono solo uno spregevole, insopportabile modo per creare sempre nuove forme di schiavitù.
    Ah, già, non c'è la catena... ma per il resto la differenza dov'è, quando per mangiare dobbiamo lavorare come servi?
    Certo, non siamo obbligati...
    Non siamo obbligati a lavorare così: possiamo sempre evitare di farlo e... morire di fame!
    O possiamo cambiare le cose... alla radice.
    Altrimenti rimane solo quello che mio padre chiamava “lavorare a cottimo.”
    Pensiamoci... perché come diceva Dante: “Uomini siate e non pecore matte!”
    Abbraccione!

    P.s.: se anche in Veneto la situazione è quella che hai descritto, c'è poco da stare allegri!

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    1. Più diffusa di quanto non si immagini purtroppo!

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  9. Lavoro in una ditta che utilizza manodopera a chiamata, e aimè sono spesso io a dover "chiamare", mi pare di gestire un gruppo di "ragazzi squillo".
    E' vero che nel settore dei facchini è impensabile sperare di poter pianificare quando una data azienda avrà dei camion da scaricare o quando il signor Rossi deciderà di traslocare, ma prendere il telefono e cacciali giù dal letto per farli venire in ditta un'ora dopo mi mette spesso a disagio.
    Il problema grosso però non è questo ma il fatto che i ragazzi, seppur assunti con contratto indeterminato, non abbiano diritto all'indennità di malattia se non possono venire perchè hanno l'influenza.
    Secondo l'INPS ogni chiamata si configura come un contratto che inizia e finisce, pertanto niente malattia.
    Tragico.
    Siamo una cooperativa, quindi almeno in parte, supliamo noi con un contributo di solidarietà che però grava sul reddito della coperativa impedendo per esempio di pagare tariffe leggermente migliori.

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  10. rif. Vera
    Ciao, Vera.
    Il meccanismo che hai descritto è legale, ma di una legalità tremenda... direi (per essere più preciso) assurda ed irrazionale.
    Perché per legge si può stabilire qualsiasi cosa, ma questo non significa che quel che si stabilisce, sia solo per questo, giusto.
    Una persona che sta male ha diritto al riposo ed inoltre, una chiamata come può caratterizzarsi come "contratto"?
    Non è neanche giusto, anche se è senz'altro ammirevole, che vi accolliate voi oneri e costi che non vi competono.
    Quei costi, quegli oneri, dovrebbero essere coperti dallo Stato.. ma certo, ci si chiede dove sia ormai, lo Stato...

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  11. rif. Nou
    Posso solo rimanere ulteriormente basito...
    Da noi si pensava che almeno al nord-est, andasse un po' meglio.
    A quanto pare, non è così.
    Speriamo bene!

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