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domenica 19 gennaio 2014

La discussione filosofica (13/a parte)*


A questo punto si potrebbe credere che data la natura sociale-razionale sia degli esseri umani che della filosofia, basti appunto attenersi a tale natura per risolvere ogni problema.
Se infatti l'uomo vive in società ed in essa sviluppa il proprio pensiero, basterebbe assecondare la dimensione sociale e quella filosofica per realizzare pace, progresso delle e nelle arti, delle e nelle scienze, nell'amministrazione dello Stato, della giustizia, armoniosa convivenza con l'ambiente, in campo lavorativo ecc. ecc.
Che dire? Magari!
Intanto, abbiamo visto che anche la dimensione sociale-razionale presuppone una responsabilità di tipo morale: responsabilità a cui non di rado gli esseri umani decidono di sottrarsi.
So quale sia il bene ma seguo il male”, beh, quella strada è percorsa da molti... che non necessariamente si danno al crimine. Pensiamo a certe interminabili, spesso sfibranti ed inconcludenti discussioni tra colleghi, famigliari, amici o innamorati che producono rabbia, creano equivoci, rivalità, malintesi e così via.
Talvolta quelle discussioni possono sfociare (nella peggiore delle ipotesi, certo) in fatti di sangue o condurre alla rottura di legami che sembravano “eterni”...
In casi come questi la sola dimensione sociale-razionale rischia di rivelarsi insufficiente: qui prevalgono elementi come l'orgoglio e la volontà, che per loro natura non rientrano facilmente all'interno della sfera (soprattutto) razionale.
Naturalmente la prevalenza dell'orgoglio e della volontà non è sempre negativa... anzi molte volte può apportare alla dimensione sociale-razionale forze fresche: con l'immettere in tale dimensione salutari dosi di fantasia, irriverenza ed anticonformismo.
Tutto ciò può sia spezzare schemi di comportamento ormai superati ma che magari sono accettati acriticamente e tendono a soffocare la persona (conformismo); sia superare schemi di pensiero che ne bloccano la dimensione dialettica, riducendo appunto il pensiero ed il sapere ad una serie di dati ormai ritenuti indiscutibili e non suscettibili di ulteriore e reale sviluppo (nozionismo). Del resto, conformismo e nozionismo sono “buoni” vicini.
Quanto detto sinora sposta il discorso dall'ambito strettamente sociale-razionale a quello in buona parte psicologico-morale. Ora, certo società e discussione filosofica non prescindono mai neanche da quest'ultimo ambito: l'uomo non è un robot.
Certo non prescindeva da quella dimensione (per non citare che lui) Abelardo, che diede sempre molta importanza all'intenzione ed all'interiorità. Egli scrisse: “Dio tien conto infatti non delle cose che si fanno, ma dell'animo con cui si fanno; e il merito e la lode di colui che agisce non consiste nell'azione ma nell'intenzione.”1
Non potrei quindi andar contro un uomo che mi ha insegnato (e continua a farlo) tante ed ottime cose ed il cui pensiero comunque non si limitò ad una sterile interiorità, per fargli anzi assumere un rilievo in un certo senso rivoluzionario.
Ma certo, in questa discussione filosofica ho un po' trascurato la dimensione psicologico-morale. A mia parziale discolpa posso dire che il discorso era ed è abbastanza complicato anche così...
Comunque, penso che anche volendoci mantenere all'interno del lato sociale-razionale dell'uomo e della filosofia, la discussione filosofica debba affrontare due grandissimi pericoli. Ma non voglio rovinarvi la sorpresa perciò... alla prossima!


Note

Ho pubblicato su questo blog le precedenti parti di questo post rispettivamente: la 1/a il 25 /03/2008; la 2/a il 4/4/2008; la 3/a il 17/6/2010; la 4/a l’11/10/2011, la 5/a il 27/11/2011;
La 6/a il 15/11/2012; la 7/a l'8/12/2012.
Il riepilogo di questo post (sino alla 7/a parte) è stato pubblicato il 21/02/2013.
Ho pubblicato l'8/a parte il 20/03/2013 e la 9/a il 14/09/2013; la 10/a il 5/10/2013, l'11/a il 30/10/2013, la 12/a il 16/11/213.
Il riepilogo di questo post (dall'8/a all'11/a parte) è stato pubblicato il 16/12/2013.

1 Pietro Abelardo, Etica o conosci te stesso, La Nuova Italia, Firenze, 1976, p.33.


6 commenti:

  1. Dio tien conto infatti non delle cose che si fanno, ma dell'animo con cui si fanno; e il merito e la lode di colui che agisce non consiste nell'azione ma nell'intenzione.”1
    Mi sembra un po' semplicistico, soprattutto se penso a quei casi, in crescita negli ultimi tempi, in cui qualcuno stermina la famiglia e poi si suicida,o uccide la moglie e i figli, con l'intenzione di far loro del bene, lasciando i superstiti nella più profonda disperazione.
    Devo precisare che sono atea e mi attengo spltanto alle leggi terrene e non al giudizio divino.
    Aspetto la prssima, sempre con grande interesse.
    Cristiana

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  2. rif. cristiana2011-12
    Ciao, Cristiana!
    Ora: Abelardo si riferiva a coloro che pensano, con atti che si limitano al solo ambito del culto, dei sacramenti, delle preghiere e così via di guadagnarsi merito, salvezza e quant'altro.
    Richiamava quindi l'attenzione su una vita morale o religiosa fatta di atti puramente esteriori, meccanici e basati sulla sola tradizione.
    Mi rendo conto che la citazione andava probabilmente estesa e spiegata, cosa però questa che non potevo fare nell'ambito di un post già abbastanza lungo... ma lo farò senz'altro nelle prossime "puntate" della Discussione filosofica."
    Salutone.

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  3. Con la ragione, conformismo e nozionismo non dovrebbero prender piede... se usiamo la ragione possiamo variare criticamente e con nuovi pensieri adeguare la regola alla nuova realtà. Certo c'è sempre di mezzo l'onestà di intenti, la voglia di fare il Bene e non il Capriccio personale.
    Le buone intenzioni... grande Abelardo, con la propria coscienza non si può barare...
    Mi hai ricordato un mio articolo su "Creatività e pensiero critico" c'entra o non c'entra... mah, eccolo:
    http://alicemate.wordpress.com/2011/02/11/creativita-e-pensiero-critico/

    intanto che aspettiamo "la prossima puntata"
    Ciauz filosofo!

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  4. rif. alicemate
    Bentornata!
    Sì, sottoscrivo in pieno quanto da te scritto...
    Il lato morale, profondamente morale, interiore e personale faranno sempre, per così dire, la differenza.
    L'osservanza invece puramente meccanica, esteriore di atti, riti ecc. ecc. non portano da nessuna parte.
    Appena possibile leggerò il tuo articolo, promesso: la cosa mi incuriosisce molto!
    E grazie per il "filosofo".
    Ciauz e buona domenica!

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  5. Grazie, mi è piaciuto molto il tuo commento su Victor Jara, Io sono argentina ma parlo italiano tu hai un bellissimo blog -
    Saluti da Buenos Aires Argentina e hai una nuova seguitora

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  6. Hola, Gianna, bienvenida!
    Grazie per aver apprezzato il mio commento e per la stima che dimostri anche per il mio blog; è molto bello anche il tuo, comunque!
    Torno su V. Jara: è stato un GRANDE poeta e quando leggo i suoi versi, mi tocca nel profondo. La sua ultima lirica (scritta nel carcere-stadio di Santiago de Chile) è l'urlo più bello che possa esistere contro il fascismo e contro la barbarie.
    Ti seguirò anch'io!
    Saludos de una tierra (la Cerdena) con muy problemas sociales...

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