sabato 10 agosto 2013
La chiamano crisi (4/a ed ultima parte)
D'altronde, già nel
gennaio 2013 il Fmi aveva candidamente fatto, per bocca del capo
economista” appunto del Fondo
Monetario Internazionale “, quello che il Washington Post
aveva definito “uno
stupefacente mea
culpa.”1
Eccolo,
il mea culpa: uno studio “appena pubblicato dal Fmi riconosce che i
piani di austerità proposti, o meglio imposti, a mezza Europa negli
ultimi anni sono un danno per l'economia e l'occupazione.
Peggio ancora, non funzioneranno nemmeno
per rimettere a posto i conti pubblici, ovvero per diminuire
il famigerato rapporto tra debito pubblico e
Pil, vero e proprio faro che guida le scelte politiche di tutti i
Paesi occidentali.”2
A
quel punto che cosa dovrebbe fare la famosa trojka? Il buon senso
consiglia questo: chi capisce d'aver sbagliato per anni,
chiede scusa ed annulla certe misure. E magari (perché no?) sborsa
anche qualcosa...
Insomma:
anziché continuare a tagliare, rilancia una politica di investimenti
ed assunzioni, favorisce l'innovazione tecnologica, potenzia sanità,
scuola ed università, vara il rilancio di infrastrutture ed il
recupero o la valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed
architettonico, riqualifica i lavoratori, si occupa di bonifica di
aree industriali dismesse e/o inquinanti ecc.
O
almeno, la famosa trojka (che insieme alle non meno famose agenzie di
rating) tratta i vari governi come altrettanti burattini, non
dovrebbe impedire tutto questo.
Invece
va avanti come prima. Ci dice che ci sta strappando la pelle e
bevendo il sangue e che tutto questo comunque non servirà
a niente, ma si deve continuare
a farlo. Non ci sarebbe nessuna alternativa, insomma.
Il
che, come teme la Ilo (International
labour organisation, organizzazione industriale del lavoro) potrà
condurre ad “atti di violenza.”3
Ciò è in fondo abbastanza chiaro e rischia anzi di diventare
inevitabile, benché non possa essere considerata la strada giusta.
Così, Antonio Gramsci aveva detto davvero bene quando già nell'aprile del
1917, in una situazione quindi certo molto lontana nel tempo ma per
drammaticità molto simile all'attuale, scriveva che per provvedere
“adeguatamente” ai bisogni di una nazione, è necessario potersi
rappresentare concretamente gli uomini “in quanto vivono, in
quanto operano quotidianamente, rappresentarsi le loro sofferenze, i
loro dolori, le tristezze della vita che sono costretti a vivere.”4
Aggiungeva
Gramsci che in caso contrario “non si possono intuire i
provvedimenti generali e particolari che armonizzino le necessità
della vita con le disponibilità dello Stato. Si
scaglia
un'azione nella vita: bisogna saper prevedere la reazione
che
essa sveglierà, i contraccolpi
che
essa avrà.”5
Superfluo dire che anche oggi, chi prende o dovrebbe prendere certi
“provvedimenti” non sa nulla della durezza della vita che tocca
alla gente comune, ai malati, agli anziani, ai precari, ai
disoccupati, agli immigrati ecc.
Sempre
più abbiamo la percezione, a dir poco inquietante, che certe “autorità”
non abbiano proprio niente di autorevole e che anzi scimmiottino la maggior
parte dei signori e dei teologi del Medioevo, tutti persi come erano
in una loro idea di
ordine,
di perfezione
e di bene...
Ordine, perfezione e bene che non costavano loro nulla, vuote o comode astrazioni
sulle quali potevano tranquillamente meditare all'ombra dei chiostri
e dei castelli, peraltro custoditi da un sistema religioso, sociale,
legale e militare che faceva della loro vita un Paradiso e della vita
di tutti gli altri un vero Inferno.
Del
resto, come scriveva S. Agostino: “Senza giustizia che cosa sono
gli Stati se non grandi associazioni
di
delinquenti?”6
Note
1
Andrea Baranes, Il Fmi: Sorry, abbiamo sbagliato,
ne Il manifesto, 10/01/2013, p.4.
Il corsivo è mio.
2
A. Baranes, Il Fmi: Sorry, abbiamo sbagliato, art. cit. I
corsivi sono miei.
3 Cfr. http://italiadallestero.info/archives/15388
Questo è del resto il parere anche del presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi; cfr. Il manifesto, 11/04/2013, pp.
1 e 6.
Appare in effetti evidente come l'escalation di
suicidi e/o omicidi rischi decisamente di non poter esser bloccata
quando non si intervenga seriamente sulle cause degli
atti in questione.
Per
i drammatici dati relativi ai suicidi nel nostro Paese cfr. g. m., Il prezzo della crisi: 8 suicidi al mese, in http://www.controlacrisi.org/notizia/Conflitti/2013/8/9/36071-il-prezzo-della-crisi-8-suicidi-al-mese-il-63-per-motivi/, 9/08/2013.
4
Antonio Gramsci, Politici inetti (Una verità che sembra un
paradosso), in A. Gramsci, Odio
gli indifferenti, Chiarelettere, 2011, p.7.
5
A. Gramsci, Politici inetti, art. cit., p.7.
I corsivi sono miei.
S.
Agostino, La città di Dio, Edizioni Paoline, Roma, 1979,
4,IV, p.215.
Il corsivo è mio.
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Sottoscrivo ogni tua parola e Gramsci aveva ragione da vendere. Ma si sa, gli illuminati, o semplicemente gli uomini con una coscienza, sono sempre pochi e chi detiene il potere agogna solo ad un'orgia di denaro illimitato. Ciò non porterà a nulla di buono. Sissignore. E noi, ancora una volta e in diversa forma, saremo i primi a pagare e loro... forse.
RispondiEliminaTi abbraccio, Riccardo.
Concordo ampiamente, sul fatto che le classi digerenti, non nessuna conoscenza delle reali condizioni del popolo (a livello di esperienza, perché le cose le sanno, s'intende), e trovo paradossale, che ad "aggiustare" i guasti delle politiche neoliberiste del quarantennio, mettano personaggi, che con i loro consigli e lavori sporchi nelle varie agenzie internazionali, hanno fatto i danni maggiori (in Italia, ne abbiamo avuto un esempio splendido, in senso negativo, ovvio).
RispondiEliminarif. Sonia Ognibene
RispondiEliminaStra-ben detto, cara Sonia!
Il punto è infatti proprio quello: "Potere" che come dici "agogna solo ad un'orgia di denaro illimitato."
Perchè quando certe persone, coi loro "rimedi" e "consigli" possono disporre (direi alla lettera) della vita, del presente e del futuro di tutti gli altri, allora non c'è fine all'ingiustizia ed alla sofferenza.
Non c'è fine e neanche senso.
Ma possiamo almeno cercare di far pagare qualcosina anche a lor signori...
O dovremmo almeno provarci.
Abbraccione e buona domenica!
rif. Alligatore
RispondiEliminaProprio così, Ally. Purtroppo!
Sembra proprio che a... sistemare (ah ah ah!)la situazione siano stati messi quelli che appunto la situazione l'hanno creata...
O nella miglire delle ipotesi, che non hanno fatto niente per impedirne le cause.
Si tratta di "consigli" (quelli che arrivano da certi personaggi) che somigliano alle "offerte" di don Corleone: non si possono rifiutare.
Sarebbe ora di cominciare a farlo!
Ma quando, quando, quando: "anziché continuare a tagliare, rilancia una politica di investimenti ed assunzioni, favorisce l'innovazione tecnologica, potenzia sanità, scuola ed università, vara il rilancio di infrastrutture ed il recupero o la valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed architettonico, riqualifica i lavoratori, si occupa di bonifica di aree industriali dismesse e/o inquinanti ecc."
RispondiEliminaChissà se riuscirò a vedere qualcosa del genere.
La saggezza di Gramsci è di conforto anche se dovrebbe essere un faro di orientamento per i politici.
Un abbraccio
Nou
rif. Nou
RispondiEliminaCara Nou, lo so: la fine dei tagli ed il rilancio del lavoro (ed il rilancio anche dei diritti sul posto di lavoro) rischia di sembrare un sogno, se non addirittura un'illusione.
Fondamentale, allora, che la società e la politica riprendano in mano le redini, finora lasciate in mano alla (mala)finanza ed alla speculazione.
Fondamentalissimo che si capisca quanto al centro di tutto debba esserci il bene comune... bene che le "ricette" della trojka (Fmi, Bce, Ue) accoltellano ogni giorno di più.
Dobbiamo evitare di disperare, anche se non è facile...
Comunque, buon ferragosto a te ed ai tuoi!
Gramsci è stato un grande. Noi qui in Italia non ce la passiamo affatto bene.
RispondiEliminaGrazie per i graditi auguri ferragostani che ricambio.
Un salutone,
aldo.
rif. il monticiano
RispondiEliminaCondivido senz'altro, Aldo, il tuo parere su Gramsci!
Speriamo che il nostro Paese possa vedere giorni migliori... direi che sarebbe anche ora...
A presto ed un salutone a te ed alla grandissima Roma.
Ciao Riccardo! Hai vissuto la visita del Papa nella tua Casteddu?
RispondiEliminaVorrei dire qualcosa sul tuo bellissimo articolo di cui annuso e tocco la grandezza ma non sono in grado di entrare in merito per profondissima ignoranza.
Ciao filosofo
rif. alicemate
RispondiEliminaSì. E devo dire che l'uomo mi ha fatto davvero una buona impressione: soprattutto quando ha detto che il problema, con la mancanza di lavoro (oltre ovviamente alla mancanza di pane) "è la dignità."
Ottimo anche quando ha dichiarato che l'attuale situazione dipende da scelte economiche a livello mondiale.
Quanto al mio articolo, non parlare di "ignoranza"perchè non mi risulta proprio che tu sia affetta da quel male! Chiaro?!
Salutone!
Eeeh, mamma mia! sai che ho pubblicato il commento sotto al post sbagliato? Ieri ho fatto pasticci, devo aver cliccato qualcosa che mi ha portato qui dal tuo ultimo, cioè ora penultimo post. Ignuranza + impedimento tecnologico ;)
RispondiEliminama nonostante tutto sono felice di riuscire a comunicare con te :)
Anche a me il papa Francesco convince... ma sto guardinga.
Ciauz!
rif. alicemate
RispondiEliminaNo problem, figurati! Guarda, a me cose del genere capitano continuamente.
Temo che se qualcuno li ritirasse fuori, avrei dei problemi anche a maneggiare dei semplicissimi pallottolieri.
Papa Francesco: sì, meglio essere guardinghi. In effetti, non si è ancora capito bene quale sia stato il suo ruolo durante la dittatura di Videla.
Può però darsi che certe sue "aperture" in campo sociale siano una sorta di mea culpa. Chissà.
Ciauz!
Il problema è che Gramsci "in continente" lo hanno letto veramente molto poco. Tant'è che quando (io sto a Milano) mi capita di ricordare qualche pensiero di Gramsci, mi guardano con aria stupita e confessano candidamente di non aver mai letto niente di lui, anche se magari hanno studiato per anni Marx o Lenin e sono andati in giro con la faccia del Che sulla pancia.
RispondiEliminarif. Guido Mura
RispondiEliminaBeh, dài, che non lo abbiano mai lettto mi sembra un po' troppo...
Anche se stando allo storico Paolo Spriano, forse ci sarebbe da darti ragione.
Ma probabilmente lo abbiamo letto pochino anche qua.
O sia qua che là è stato letto anche molto ma capito poco!
Ciao.