sabato 8 dicembre 2012
La discussione filosofica (parte settima)*
Ma anche quanto detto finora su sensibilità e dimensione
intuitiva dell’artista presenta il classico rovescio della medaglia, l’altra parte dello specchio o come vogliamo dire.
Infatti, proprio il complesso e
spesso contraddittorio sentire dell’artista può presentarsi come il suo
punto debole, poiché si fonda su elementi se non irrazionali almeno a-razionali
o meta-razionali, che quindi non si oppongono necessariamente alla
dimensione logico-razionale…
Ma nella mente e nel cuore
dell’artista gli altri elementi premono con tutta la loro drammaticità
ed urgenza fino a non fargli considerare la dimensione appunto
razionale, fondamentale e forse, neanche tanto auspicabile.
Egli, infatti, vede (o crede
di vedere, ma in campo artistico questa distinzione ha davvero poca importanza)
lati che prescindono dalla razionalità o che la superano.
Inoltre, l’importanza della fantasia,
della creatività, il ruolo insomma che nella creazione artistica riveste
l’aspetto ludico, di gioco1, tutto questo può condurre l’artista
o a credere egli nelle sue creazioni.
O ad instillare negli altri
l’idea che esse siano reali.
O ad entrambe le cose.
Comunque non dimentichiamo quella
che per me (e forse anche per tanti e tante) deve essere la stella polare della creazione artistica… come diceva
infatti il Socrate di Platone: “Un poeta per essere veramente tale deve
scrivere per immagini e non per deduzioni logiche.”2
L’artista che crei così cioè
in modo, come potrei dire, oltrelogico sarà davvero un artista perché
sapràabbandonarsi alla forza
della sua ispirazione senza temere di passare per un adolescente, un folle, un
ingenuo, un romantico fuori tempo massimo o chissà che altro ancora.
Le creazione di quel tipo
di creatore (ovviamente bisognerà giudicare anche la qualità, il valore delle
sue opere) saranno così fonte o occasione di godimento estetico, di sogno e di
stimolo anche sul piano filosofico.
E la natura non logico-razionale
dell’opera d’arte e dell’artista era del resto provata e difesa da un uomo ben
poco incline a concessioni romantiche come Kant, che scrisse: “Il genio
è il talento (dono naturale) che dà la regola all’arte.”3
Questa frase sintetizza la
convinzione fondamentale di Kant rispetto al problema estetico: non può
esistere alcun criterio oggettivo del gusto, che non può essere inculcato
da argomenti, tesi, ragionamenti, prove ecc.
Infatti, l’opera d’arte è libera
da qualsiasi regola o complesso di norme e “il genio stesso non può mostrare
scientificamente come le idee si trovino in lui.”4
Note
Le precedenti parti di questo
post sono comparse su questo blog rispettivamente: la 1/a il 25 /03/2008; la
2/a il 4/4/2008; la 3/a il 17/6/2010; la 4/a l’11/10/2011, la 5/a il
27/11/2011; la 6/a il 15/11/2012.
1) E’
stato osservato che nel caso per es. di un’opera di Joyce come l’Ulisse il
suo “modello (non solo strutturale) era quello del poema eroicomico in
prosa. Così: “Il modello è sempre il medesimo: anche Finnegans Wake è
un poema eroicomico in prosa; troppo spesso ci si dimentica che alla base delle
due opere maggiori di Joyce vi è un elemento ludico, di gioco, di divertimento.
Anzi, questo elemento è ancora più accentuato in Finnegans Wake, dove la
parodia diviene struttura portante sul piano linguistico.” Giorgio Melchiori, Introduzione
a James Joyce, Finnegans Wake, Mondatori, Milano, 1982, p.XI.
Cfr. anche G. Melchiori, “I funamboli
del romanzo: il manierismo nella letteratura inglese da Joyce ai giovani arrabbiati, Einaudi, Torino, 1974, pp. 48-64.
2) Platone,
Fedone, Garzanti, Milano, 1980, IV, p. 77.
3) Immanuel
Kant, Critica del giudizio, Laterza, Roma-Bari, 1982, p. 166.
4) I
Kant, Critica del giudizio, op. cit., pp. 166-167.
Per una trattazione più sistematica ed esaustiva di questi temi in Kant cfr.
almeno Ibid., pp. 134-221.
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Ciao Carissimo Riccardo,
RispondiEliminascusami se mi presento con queste poche parole, perché penso, che quella comune ricerca interiore, spesso ci porta a riscoprire il celato aspetto dei diversificati temporali contenuti filosofici speculativi, che in effetti celano nel loro seme, un ermetico antico misticismo di non facile comprensione a tanti.
In qualche modo, nel mio tortuoso e assi strano doloroso cammino, ho riscoperto la mia vera natura animico/spirituale anche attraverso quell'antica filosofa Induista (antico insegnamento di quell'antica scienza Atlantidea), come è anche vero, in una visione ed una voce più vicina al nostro tempo, la scienza Arcana e soprattutto l'ANTROPOSOFIA DI STEINER mi ha aperto il cuore ad una maggiore comprensione....
rif. Raffaele
RispondiEliminaIntanto, benvenuto, caro Raffaele!
Indubbiamente, la ricerca interiore è complessa e non di rado, anche dolorosa...
Capire noi stessi, infatti, è forse uno dei misteri più ardui; non a caso, l'oracolo raccomandò a Socrate di conoscere appunto sè stesso.
Spiegare poi noi stessi agli altri... beh, a volte quello sembra addirittura impossibile.
Il grande T. S. Eliot, che nei "Quattro quartetti" si rifaceva in qualche modo (anche) al pensiero orientale, diceva infatti (cito a memoria, perdonami): "La conoscenza impone una trama; e falsifica, perchè la trama ogni momento è nuova."
E citando un altro testo o figure orientali, diceva : "Non addio ma avanti, o viaggiatori."
Buon Giorno Carissimo Riccardo,
EliminaInnanzi tutto ti ringrazio per aver accolto anche il mio cuore in questa tua bella erudita casa virtuale, ma assai reale nelle percezioni interiori.
"La conoscenza impone una trama; e falsifica, perché la trama ogni momento è nuova." E' nuova e sarà nuova, fintanto che l'attore non entra in fusione consapevole col proprio osservatore/spettatore, ovvero con una parte dell'essenza interiore, che è il vero proiettore di realtà olografica attraverso la piccola finestrella di osservazione del guscio luminoso di protezione, così com'è anche il distributore che rilascia oltre l'imprinting del proprio già tracciato destino (nelle linee/finalità generali) , anche l'istruttore che rilascia e fa collimare tantissime coincidenze significative (ostenta) che ci porteranno non solo a riprendere la strada lasciata in una vita precedente, ma anche consapevolmente ad affrontare/intraprendere la strada PRATICA già tracciata in questa vita. Questo a mio avviso e come tu hai già saggiamente espresso è il senso “viaggiatori” andiamo avanti, perché ogni trama ogni piccola o grande esperienza significativa ci condurrà sempre ad apprendere per espandere la propria visione con consapevole evoluzione/conoscitiva.
Come giustamente e saggiamente hai espresso, la massima sempre valida in ogni tempo ed in ogni luogo è la conoscenza di se stessi . “o uomo conosci te stesso, vedi come sei fatto e quante potenzialità potresti risvegliare (al pari del risveglio di un muscolo atrofizzato per inattività) non solo per conoscere te stesso e gli Dei e gli infiniti universi e gli infiniti mondi in cui essi vivono, ma anche per capire che in ogni essere, c'è qualcosa di divinamente più grande rispetto a quello che quell'ordinaria / linearizzante / castrante / implorevole / illusoria / schiavizzante coscienza collettiva ci ha indotto a credere fin dai primi giorni del ritorno in questa terra.
Come ho sempre sostenuto, così come anche fu detto dal grandioso Socrate che con il suo pensiero “IO SO DI NON SAPERE” smontava e smonterebbe tutti i dotti su questo nostro mondo. Ma oggi siano giunti a quel tempo tanto decantato e poco capito, a quel tempo di maggiori comprensioni perché i tempi sono maturi per capire cose più grandi che sono già celate nell'intimo del nostro cuore. Consapevolezza che benissimo ci fanno capire e soprattutto intuire, anche senza conoscenza, nel dire e nell'affermare con vera coscienza:
“In questa vita, io sono consapevole di non sapere tutto ciò che l'immortale cuore già sa anche se la mortale ordinaria razionale mente si rifiuta di accettare” Allora se io in qualche celato modo mi connetto al cuore molte cose posso risvegliarle dalla mia stessa memoria cosmica che come una pellicola è stata registrata/impressa nella mia anima... E' questa connessione è anche possibile anche senza usare la mente (anzi, una massima vera verità, è proprio azzittire la mente per entrare in sintonia/risonanza nella vece del silenzio) , così come ci trasmise il grande Aristotele “nulla è nell'intelletto che non sia prima nei sensi INTERIORI”
Certo che non è facile, ma è una via che prima o poi ci può permettere di interagire/parlare e ri-conciliarsi col proprio indefinibile divino regista, la monade, la divina intelligenza, la coscienza cosmica, la divina figliolanza l'indefinibile eterna luce perpetua. L'IO SONO UNO CON IL IL MIO PERSONALE PADRE CELESTE” CHE PREDICAVA IL V.M.Gesù ovvero Yeshua Ben Joseph fratello gemello di Yeshua Ben Pantera (i due messia spirituali) e fratello spirituale (deframmentato come personalità, ma parte della stessa divina essenza) Yeshua Ben Barabba ovvero Giovanni il Galileo..... il messia liberatore
Scusami per queste inarticolate sgrammaticate parole.... Carissimo Riccardo...
rif. La Mente Persa
RispondiEliminaCiao Gio!
Sì, sono d'accordo sullla questione della verosimiglianza.
Perfino un tipetto abbastanza "controllato" come Aristotele riteneva che l'opera d'arte dovesse essere, appunto, verosimile.
Hai presente, per esempio, "Jack delle ombre"?
Diciamo (scusando il bisticcio) che anche l'ombra, intendo l'arte che è talvolta mistero, spesso gioco bizzarro ecc. necessita della luce.
Magari una luce finta,cioè una luce inventata che però ha bisogno di rimandare ad una luce autentica... ma si tratta comunque di luce.
Ri-ciao!
rif. Raffaele
RispondiEliminaPer me le tue visite sono un gran piacere!
Quanto alla metempsicosi o reincarnazione, devo però confessare di non condividerla.
Aggiungo però che (per es. in occidente) è stata illustrata da Socrate e da Platone ed in tempi moderni da Nietzsche con la teoria de “l’eterno ritorno.”
In letteratura, tale dottrina o credenza è un topos che rende appunto l’arte del narrare ancora più affascinante.
Nel nostro Paese, si pensi almeno al grande romanzo di Fogazzaro, “Malombra.”
In ogni caso, la metempsicosi può contribuire a richiamarci al dovere di un continuo autoperfezionamento morale-intellettuale, operazione questa che esige il superamento di egoismo, ipocrisia, squallidi compromessi, codardia, basse ed irrazionali passioni ecc.
Purtroppo, tutto ciò è reso arduo oltre che da una certa debolezza o inadeguatezza personale (anche umana, comunque) dal vivere in società fondate sull’inganno e sull’ingiustizia… spesso inumana e schiavistica.
Nelle società in questione viviamo una “vita” di volgare sopravvivenza, che spesso si riduce al soddisfacimento di meri istinti animali.
Così si può anche seguire l’hobbesiano “homo homini lupus” e diventare davvero dei lupi per gli altri uomini.
Questi autentici inferni in terra, come sosteneva egregiamente Marx (mi riferisco al vero Marx, non a quello deformato dallo stalinismo) non fanno che “de-umanizzare” ed “alienare” l’uomo da sé stesso, dalla sua intima essenza…. tramutandolo in un’appendice della macchina.
Sia pure quindi da differenti punti di vista, mi pare che il nostro orizzonte sia abbastanza simile: ad entrambi interessa liberare l’uomo da ciò che essendo illusorio, inessenziale ed anti-umano, rende l’uomo nemico del suo simile ed in effetti, anche di sé stesso.
Di certo le tue non sono inarticolate e sgrammaticate parole!
Salutone.
Ciao Carissimo Riccardo,
Eliminainnanzi tutto un Sentito Sincero Augurale Radioso Buon Anno Nuovo per la Tua Preziosa Persona e per Tutti i Tuoi Immensi Amori Terreni e Celestiali…
Sai, qui da noi in Sicilia abbiamo un bel termine che identifica quell’innata affine attrattiva Affinità o Comunanza che si intente definire come “macari cu ciauru” perché introspettivamente, focalizzando meglio l’attenzione, si riesce a percepire per risonanza armonica, (per la legge dell’ottava) anche a distanza, il vibrante cuore (vero ricevitore/emettitore di biofotoni ) di tanti cari antichi seppur dimentichi immortali amici…. Ed oggi, in questo nostro martoriato/trasmutante tempo , questo nostro dire ha un senso ancor più profondo e più scientifico….. Si chiama PERCEZIONE /INTUIZIONE ANIMICA che si manifesta attraverso l’aura magnetica o meglio il Merkaba……
In quanto alle tue giuste perplessità, posso benissimo confermarti che sia la “reincarnazione” (intesa come rinascita in un nuovo corpo biologico – vedi i casi di Premorte NDE, di Ipnosi regressiva o di voli coscienti nello spazio/tempo –non tempo ) come anche la che la “metempsicosi” (trasferimento di energia o di coscienza in un altro corpo materiale/immateriale, comunamente ,volutamente, stupidamente ed arcaicamente chiamate possessioni o scissione di personalità multiple , ma meglio definite come , schanaling o canali coscienti con entità energetiche di trapassati o di essere di un altro piano più evoluto di coscienza ) SONO VERE.
Oltre a quel sempre innato pensiero speculativo indagatore…. oggi ci sono anche inconfutabili verificate e verificabili/sperimentabili prove scientifiche, non solo dal punto di vista sperimentale, ma soprattutto prove PRATICHE….. perché, di sicuro , al di fuori di ogni giusta/ingiusta astrazione/speculazione psicologica, la VERA VIA è la VIA PRATICA, la propria già tracciata (memoria terrena o cosmica) e tracciante esplorativa conoscitiva via, la via PERCETTIVA/INTUITIVA DEL PROVARE PER CREDERE e non la via della cieca fede, dell’insipienza, dell’amalgamante/linearizzate/schiavizzate/opprimente/implorante a coscienza collettiva, che non ha portato proprio a niente se non a tantissimi mali nel mondo……
Ognuno ha una sua particolare già scelta traccia strada (nelle line generali) che prima o poi conduce alla conoscenza non solo di quello che ci circonda, ma anche soprattutto di se stessi…. L’IO SONO che tantissimi ricercatori, mistici, poeti, filosofi, artisti, insegnati e grandiosi maestri di ogni luogo e di ogni tempo ci hanno trasmesso con tante celate/ermetiche sapienti immagini/suoni/parole e soprattutto con tantissimi intuitivi simbolici archetipali, tantissimi celati aspetti dell’essere e del creato….. In qualche modo è la via del bussare alla propria porta del cuore (che si può aprire solo da dentro e non da nessuna parte) perché ogni giusto ricercare, prima o poi, conduce ad ogni giusto capire/conoscere o riconoscere… secondo i meriti raggiunti dal proprio cuore e secondo quanto questo cuore può sopportare o capire dal proprio celato Daimon….. ( polare aspetto e scudo necessario per affrontare il sentiero della vita biologica in questa nostra terza densità percettiva che da qui chiamiamo “realtà” ( che in effetti è solo il 5% di quella vera luce percepibile in tutto lo spettro elettromagnetico) così come questo piccolo raggio di tutta la realtà lo interpretiamo con solo 1/10 dei nostri sensi percettivi, ovvero con i soli 5 sensi) Ma è anche vero che al pari di un muscolo atrofizzato per inattività, con particolari tecniche meditative/contemplative/introspettive, nella voce del silenzio, si possono risvegliare altri sopiti celati aspetti che permettono quella ricercante divina connessione)