martedì 1 maggio 2012
Giovanni, Antonio e Marco (parte 1/a)
Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli
sono 3 operai della Fiat (Sata) di Melfi. Giovanni ed Antonio sono delegati
della Fiom (Federazione italiana operai metallurgici), Marco è un tesserato
Fiom.
Fin qui niente di strano: sono
degli operai e fanno parte del sindacato dal quale si sentono maggiormente
tutelati
Ma sono stati accusati dalla
Fiat.
“L’accusa era di aver bloccato un
carrello_ cioè la produzione_ nel corso di uno sciopero indetto unitariamente
da tutte le organizzazioni sindacali.”1
Bene, la Corte d’assise di
Potenza ha dato ragione a loro ed alla Fiom, sì che: “Alberto Piccinini, uno
dei legali della Fiom, ha precisato che il reintegro è stato chiesto, e
ottenuto, per antisindacalità”; perciò ora, a norma di legge Giovanni,
Antonio e Marco devono essere (come ricorda Piccinini) “immediatamente
reintegrati” al lavoro.2
Molto importante: nelle motivazioni della
sentenza si legge che gli operai “non hanno avuto nessun gesto di sfida nei
confronti dell’azienda”, né dimostrato “nessuna volontà diretta a impedire
l’attività produttiva.”
Così, quei licenziamenti
rappresentano “nulla più che misure adottate per liberarsi di sindacalisti che
avevano assunto posizioni di forte antagonismo.” Quelle misure hanno quindi
recato “conseguente immediato pregiudizio per l’azione e la libertà sindacale.”
I giudici hanno poi rimarcato che
Giovanni, Antonio e Marco “hanno esercitato un “diritto costituzionalmente
garantito” come lo sciopero e ciò “senza valicarne i limiti.”3
Non meno severi sono stati i
legali della Fiom cioè oltre al già citato Piccinini, gli avvocati Focareta,
Grossi e Vaggi.4
Ma Giovanni, Antonio e Marco
hanno solo esercitato un loro diritto, peraltro sancito dall’art. 40
della Costituzione, ribadito dallo Statuto dei lavoratori nonché
dall’Oil (organizzazione internazionale del lavoro, in inglese Ilo).
E contro discriminazioni
antisindacali e comunque contrarie alla dignità dei lavoratori esistono del resto la
Carta sociale europea, la Carta di Nizza del 2000, il Patto Internazionale sui
Diritti Civili e Politici…5
Ora, in democrazia esiste una ben
precisa dialettica di doveri e di diritti; ma venendo lesi, feriti i
diritti, finiscono per sorgere delle situazioni ben poco democratiche, che
quindi si trovano in stridente contraddizione appunto con la democrazia.
E che mettono in discussione i
suoi stessi fondamenti.. perciò per evitare questo pericolo bisogna rispettare
i diritti. Sempre.
Purtroppo la Fiat ha comunicato
ai 3 operai la sua intenzione di corrispondere loro stipendi ed arretrati, ma
non di reintegrarli nel loro posto di lavoro.
Male, perché oltre ai diritti vanno
rispettate anche le sentenze: perfino quando danno ragione ad altri: non
ci sarebbe infatti proprio niente di straordinario nel rispettare delle sentenze che… ci
danno ragione!
Già il Socrate protagonista della
Repubblica di Platone difendeva, in modo solo apparentemente paradossale
l’esigenza e l’esistenza di regole di giustizia perfino tra i
delinquenti.6
E nel testo platonico leggiamo infatti che “l’ingiustizia fa nascere fra gli uomini odi e lotte mentre la
giustizia produce accordo e amicizia.”7
Inoltre la nostra Costituzione
dice chiaramente che: “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro.”8 E la
nostra Carta aggiunge che: “L’organizzazione sindacale è libera.”9
Pertanto l’esercizio di libertà sindacali non va soggetta a limitazioni,
punizioni, licenziamenti ecc.
E’ poi tutelato il diritto di
sciopero (art.40) ed un altro articolo recita che l’iniziativa economica:
“Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”10
Né tale “iniziativa” può ovviamente prescindere da “fini sociali” e
la stessa proprietà privata ha una “funzione sociale.”11
Con queste e consimili norme i Padri costituenti segnarono,
per l’Italia appena uscita dalla guerra e dalla barbarie nazifascista ed
anche per l’Italia futura una “rotta” democratica e fortemente orientata al
progresso sociale, alla giustizia ed alla difesa del mondo del lavoro.
Purtroppo, come scrive Andrea Pubusa, docente di diritto
amministrativo all’università di Cagliari, spesso si assiste ad uno
“svuotamento” delle Carte costituzionali, che rimangono in vigore solo in
teoria e vengono quindi di fatto ignorate.
Esempio di tale svuotamento sono per il Pubusa anche le:
“Libertà sindacali e la contrattazione collettiva.” Egli denuncia infatti una
palese violazione dell’art.39, concludendo che: “La storia insegna che uno
svuotamento di fatto delle Carte democratiche, se non c’è una forte reazione
delle forze progressiste, finisce solitamente in tragedia.”12
In modo analogo si è espresso Franco Ragusa, ricordando
quanti e quali articoli della Costituzione si trovino a rischio, ove
l’iniziativa economica dovesse mancare dei legittimi freni e prescindere dai
non meno legittimi fini.13
Insomma, i diritti dei lavoratori sono parte integrante
della loro dignità e sono garantiti dalla Costituzione e le sentenze dei
giudici vanno sempre rispettate ed applicate. Da tutti: anche da una
delle più grandi imprese del mondo.
Del resto, le imprese in questione potrebbero ricavare
dall’osservanza delle norme che regolano la vita in un Paese democratico, un
certo vantaggio sul piano del prestigio e dell’immagine.
Si dirà: ma il motto la legge è uguale per tutti è
antico, retorico ecc.
Però io con certe critiche… frenerei, perché uno
potrebbe pensare che c’è chi si considera legibus solutus cioè sciolto,
libero dalle leggi…
Il che avveniva nel Medioevo e fino al Re Sole, quando una
ristretta cerchia di persone (re, nobili, membri dell’alto clero e pochissimi
altri) riconosceva solo quel diritto che coincideva con propri privilegi e
benessere personale.
Note
1) Loris
Campetti, Melfi, il diritto torna in Fiat, Il manifesto, 24/02/2012, p.2.
2) L. Campetti, art. cit. I
corsivi sono miei.
3) Fiat
fu anti-sindacale, in www.lettera43.it 23/03/2012. Il corsivo è mio.
4) Licenziamenti
Melfi. Fiom: Fiat è arrogante, http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=163158
http://247.libero.it/focus/21408275/43/licenziamenti-b-melfi-b-fiom-fiat-arrogante/
26/03/2012. Le dichiarazioni dei legali Fiom si riferiscono alla volontà
comunicata dall’azienda di non reintegrare i 3.
5) Per
tutto questo cfr. Valerio Valentini, Tutte le norme che inchiodano
Marchionne, http://www.byoblu.com/post/2012/02/15/Tutte-le-norme-che-inchiodano-Marchionne.aspx
6) Platone,
La repubblica, Laterza, Roma-Bari, 1970, I, 350,351, pp.55-56.
7) Platone,
La repubblica, op. cit., p.56.
8) Costituzione
della Repubblica italiana, art.1. Il corsivo è mio.
9) Costituzione,
art.39. Il corsivo è mio.
10) Costituzione,
art.41. I corsivi sono miei.
11) Costituzione,
artt. 41 e 42.
12) A. Pubusa, Cambiando
la Carta democratica democrazia in bilico, Sardegna, 15/12/2011, p.4.
Il Sardegna è un quotidiano che si stampa a Cagliari.
13) Cfr.
Franco Ragusa, Se a Pomigliano è piovuto, a Mirafiori tira aria di tempesta,
http://www.riforme.net/editoriali/ed2010-19.htm
(27/12/210).
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