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venerdì 4 settembre 2009

“Prestami una vita”, di Gianni Zanata


E’ con gioia mista ad imbarazzo che oggi vi parlo del 1° romanzo di G. Zanata, Prestami una vita, Edizioni Rebus.
Gioia perché si tratta di un libro togu; imbarazzo perché lui è un caro amico e non vorrei sembrare di parte.
Ma il prof. Hans von Objektivus, dell’università di Jena-Magdeburgo mi ha detto: “Lascia ’sti scrupoli a noi vecchi prussiani e studiosi di ferro!”
Ho obbedito. Prestami è un libro che si sviluppa sulla base di un disastroso incidente aereo; sì, perché gli incidenti aerei sono così, disastrosi.
Ma ben presto Gianni, anzi il suo alter-ego Duilio Settembrini compie una sorta di inversione “a u” sul proprio passato…
Dove ci troviamo? Forse a Cagliari. Il modo in cui Duilio descrive il cortile di un certo liceo, il saluto “ciao bestia” tipico di noi (quasi- vecchi) cagliaritani...
Ma i soggiorni ed amori romani del padre di Duilio ed il lessico (che definirei porno-trilussiano) della madre dell’amante di Duilio, fanno pensare che siamo nell’Urbe.
Gianni- Duilio non risolve questa ambiguità, il che è un bene perché nessuno dei 2 è un realista.
Altro bene: per molte delle pagine iniziali incontriamo delle scoppiettanti metafore; poi, con nonchalance, Duilio-Gianni sceglie una narrazione più sobria… ma senza tralasciare un uso incisivo del linguaggio, come quando definisce la particolarissima casa Settembrini “famiglia intermittente.”
Notevole la figura dell’amante di Duilio, Dorotea Lucci; disinibita almeno quanto il balletto del Crazy Horse al gran completo… ma in modo fresco, naturale e del tutto priva di sensi di colpa o del peccato. Lei, insieme a Duilio è la figura più riuscita del libro.
Dorotea aiuterà Duilio oltre che nel loro sesso esplosivo, anche nella ricerca di una sorella di cui aveva sempre ignorato l’esistenza e di una principesca eredità.
Duilio si situa tra Charlot e Keith Richards: oscilla quindi tra il candore ed il cinismo; ma ha un codice che lo guida lungo una strada fatta di ricordi, sogni, improvvisa ricchezza, sexus, disillusioni, viaggi da Londra agli States…
Del libro vanno anche riletti certi capitoli o alcuni flash.
Come per es. come quello in cui Duilio incontra un vicino che: “Non si sa bene per quale motivo, si era convinto che fossi il nipote di un suo lontano parente.”
Gianni sa infatti dipingere dei personaggi kafkiani, ma animati da una vena di sottile umorismo.
Leggetelo, Prestami una vita.
Non solo non ve ne pentirete, ma ve ne… rallegrerete.

18 commenti:

  1. Complimenti e auguri al tuo amico!:)
    E' sempre bello quando qualcuno a noi vicino realizza un sogno.Un privilegio di condivisione caro Riccardo.

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  2. Magari ci faccio un pensierino non appena passo in libreria... e magari ti tirerò le orecchie se non mi piace!! a presto.

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  3. Parole sante, Guernì! (mi sembra di essere Biscardi, mannaggia).
    E davvero, l'arte consiste in buona parte di condivisione, oltre che di creazione.
    Presto da te!

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  4. rif. matteo
    Tranquillo, vedrai che non te ne pentirai. Garantito.
    Ma per male che vada, ci sono sempre i miei libri!
    Ciao.

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  5. rif. guernica
    errata corrige: ...consiste in buona parte nella condivisione, oltre che nella creazione.
    Stamattina non carburo, Guern'(vabbè', problema questo che mi perseguita da 47 anni)...

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  6. Avevo già letto la presentazione a questo libro da Pier Luigi Zanata, rileggendo la tua.....credo sia arrivato il momento di inserirlo nell'elenco delle prossime letture.
    Un caro saluto riccardo, roberta.

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  7. rif. gturs
    Si tratta di una lettura, in effetti, piuttosto divertente e certo non priva di spunti di riflessione.
    Il che, cara Roberta, di questi tempi non capita spesso....
    Caro saluto anche a te.

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  8. ok è entrato di diritto nel mio elenco!
    Ed io che ero passata solo per un saluto! ;)

    A presto


    (ps=grazie per la dritta!)

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  9. Molto bene, Desa.
    In ogni caso, un tuo saluto è sempre graditissimo, davvero!
    Allora a presto, siamo d'accordo.
    P.s.: questi giorni passo per chiederti informazioni sull'orribile crimine del femminicidio.

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  10. Con una simile recensione, come si fa a non leggerlo?
    Buona settimana, Ric!

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  11. rif. daniele verzetti, il rockpoeta
    Molte grazie, Daniele. Ed a presto.

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  12. Eh, ti ringrazio...
    Comunque non è stato facile, scriverla, poichè si trattava di un amico.
    Ma penso d'esser riuscito a mantenermi obiettivo, dopotutto.
    Buona settimana anche a te, RM!

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  13. L'arte consiste in buona parte di condivisione e aggiungerei che è difficile trovare condivisione caro Riccardo!

    Buona settimana a te!!

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  14. L'autore del libro può commentare?
    Be', forse è "politicamente scorretto", però voglio ringraziare con un GRAZIE a caratteri cubitali Riccardo e la sua onestà intellettuale.
    La sua "recensione" è bella perché soprattutto è sincera...
    E, conoscendo Riccardo, so che lui ha davvero apprezzato il libro, nonostante sia un romanzo tutt'altro che perfetto.
    "Ma chi se ne frega della perfezione!", mi suggerirebbe lo stesso Riccardo.
    Perciò concordo con Romaguido: con una simile recensione, come si fa a non leggerlo?
    Un abbraccio grande come una galassia.

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  15. rif. gianni
    Beh, caro Duilio... pardon, caro Gianni, certo che puoi!
    Avere sul blog l'Autore in persona, in carne e mouse, è davvero il massimo.
    Circa la "perfezione", tranquillo: mi risulta che sia uno solo, il Romanziere perfetto. Non siamo nè io, nè te, nè Joyce e forse, non lo sono neanche Kafka e Dostoevskij.
    E' un Signore molto in là con gli anni, che vive in un super atttico... eterno.
    Contraccambio l'abbraccio galattico.

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  16. Ah ah ah! Grande Riccardo!
    Quel "forse" sui romanzieri perfetti lascia supporre che gli ultimi due, Kafka e Dostoevskij, siano - se non coinquilini - almeno vicini di casa del proprietario dell'attico (ammesso che Lui vi risieda).
    E' un dubbio niente male, no?
    Però - scusa se faccio il pibinco - Lui non dovrebbe essere "fuori categoria"?
    In caso contrario, lo riterrei un minimo avvantaggiato...
    Detto ciò, avendo maturato negli anni una forte tendenza agnostica, mi preme sottolineare una cosa: non credo che quell'appartamento (l'attico, intendo) sia abitato.
    Tu che bazzichi nell'ambiente degli Immobiliaristi Celesti ne sai di più?

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  17. rif. gianni
    Dici benissimo, Gianni: mi risulta che Kafka e Dostoevskij abbiano preso (solo di recente, però) una mansardina Là-in-Alto.
    E' vero: Lui è un po' avvantaggiato, in effetti. Solo che nella Sua immnsa modestia, si è limitato a pubblicare un solo libro: il mondo.
    Dopo ha detto: "E adesso fate voi, belli miei. Vinca (o meglio scriva) il migliore."
    Il superatticus è abitato dall'unico Boss più grande di Bruce e da pochi altri; è il seminterrato (l'Inferno) che è pieno!
    Mi risulta tuttavia che nel seminterrato in questione, finiscano solo i veri infernabili. O almeno lo spero.

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