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giovedì 2 dicembre 2021

Nuvole e vento, di Antonella Pingiori, seconda ed ultima parte

 


Nel libro di Antonella, che durante lo scorso anno scolastico ho avuto il piacere di avere come collega e di ritrovare anche in questo, si trovano spesso delle stimolanti ed argute osservazioni sul rapporto uomo-donna.

In effetti, come uomini, dobbiamo riconoscere (vedi Due colpetti e un bacio in fronte) che sulle donne molti di noi coltivano parecchi stereotipi: soprattutto di tipo ormonale.

Qualcuno di noi, ogni tanto, si lancia addirittura in analisi (però fallimentari) di tipo psicologico: la donna che ha sempre qualche “paturnia.” Le donne che sarebbero: “Scostanti, quando loro”, (gli uomini), “vorrebbero affetto ed attenzioni, e che chiediamo affetto ed attenzioni, quando loro sono stanchi e hanno problemi seri.”

Poi, le donne pretenderebbero: “Di uscire, quando alla tv c'è la finale dei Mondiali di calcio.”

Etc. etc. Di molti dei pregiudizi che tanti uomini hanno sulle donne, troviamo un bel campionario proprio nel racconto citato, dove tra l'altro, si parla anche della perdita di passione nel matrimonio. Il tutto, mai in modo rancoroso né patetico.

Il discorso prosegue in Vivi e lascia vivere, dove un uomo passa in rassegna i mali dei matrimoni degli altri.

Prendiamo per es. la moglie di Antonio: “Si chiama Teresa ed è di quelle fissate con la pulizia. Mamma mia! I pavimenti sono la sua passione. Sui suoi pavimenti lei ci potrebbe fare un intervento chirurgico. Puliti, splendenti, asettici.”

Naturalmente, per il protagonista del racconto, questa è un'autentica megera, che rinfaccia al marito il proprio lavoro in casa e fuori, il seguire lei i figli con lui che non aiuta mai etc. etc. Ecco perché lui si rifugia nel cibo.

E vogliamo parlare della girlfriend di Piero?

Questo tra un po' dovrà fare una finanziaria se vuole tenersi la fidanzata.”

E da vero italiano medio, per il protagonista le mogli degli altri sono dei mostri ed i loro mariti, delle vittime o degli imbecilli. Lui, invece, che la molla per andare a giocare a calcetto e deve trovare la cena pronta alle 20 “e non ci sono santi”, è uno che vive e lascia vivere.

In Nuvole e vento troviamo anche delle riflessioni sull'insonnia, che ne L'agguato è chiamata, giustamente la Bestia. L'insonnia, che non auguro neanche al mio peggior nemico...

Inoltre, Antonella riflette su malattie mortali ed incurabili, chiedendosi: “Può avere un senso tutto questo? Perché tutto questo dolore? Perché e per chi? Per espiare quale colpa? Forse l'unica, la più grave: quella di essere vivi.”

Da qui il piano del protagonista (Il piano).

Nei racconti Un piatto di minestra e Pregiudizi e cous-cous Antonella affronta anche il tema del razzismo e dell'ignoranza che lo alimenta.

Non manca, inoltre, un omaggio al Kafka de La metamorfosi. Un omaggio, il racconto Una metamorfosi, naturalmente, che però rispecchia il punto di vista di una donna e che in poche pagine illumina tutto un mondo

Come? Con sofferenza ed anche con un doloroso senso di impotenza, di fronte all'insensibilità che spesso manifestano i famigliari verso mogli e madri.

Dato che del racconto che chiude la raccolta, cioè Senza vorrei parlare in un post a parte, oggi dirò solo che esamina il tema dell'amicizia uomo-donna che secondo alcuni “non può esistere.”

In conclusione: Nuvole e vento merita di esser letto e... riletto: il suo insieme di satira, umorismo e malinconia dimostra da parte dell'Autrice un'attenzione verso le persone ed un rispetto per le parole che francamente, si trova di rado. Molto di rado.

Chapeau, Antonella!

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