domenica 13 gennaio 2013
Ricordo di Luigi Morsello
Il 25 gennaio 2012 si è spento a Lodi all’età di 74 anni
Luigi Morsello.
Come leggiamo nella quarta di
copertina del suo libro (che consiglio caldamente di leggere) La mia
vita dentro. Memorie di un direttore di carceri, Infinito Edizioni,
Roma, 2010, Luigi nacque ad Avigliano, Potenza e fu direttore appunto di
carceri dal 1969 al 2005.
Francamente, l’espressione “si è
spento”, se riferita ad un uomo come lui mi sembra... errata: difficile
accettare il fatto che una personalità vivace, multiforme, ironica come la sua
non “bruci” più.
Quel che invece continua a fare
nel suo La mia vita dentro, testo che non racconta sola la sua carriera, ricco come è di spunti di riflessione ed inoltre animato da grande coraggio
civile, spirito critico e… stile. Sì, perché Luigi sapeva anche
scrivere. E bene.
Ci siamo conosciuti solo sul web:
prima attraverso il suo blog http://ilgiornalieri.blogspot.it/ poi sul mio.
Una conoscenza “virtuale”, come
si dice: eppure, non per questo meno forte ed intensa sul piano delle idee e di
una visione della vita basata, per entrambi, su sogni e progetti di giustizia
sociale e di cultura.
Proprio sul mio blog recensii il
libro di Luigi http://riccardo-uccheddu.blogspot.it/2010/06/la-mia-vita-dentro-di-luigi-morsello.html ed il mio pezzo
originò un' interessante ma a tratti anche polemica
discussione, che (di questo mi spiace molto) forse non seppi gestire
adeguatamente.
Purtroppo, poi io e lui non
abbiamo avuto la possibilità di chiarire del tutto la “cosa.”
Probabilmente, discussioni
complesse e delicate richiedono tempi più lunghi e modalità di discussione più
ampie.
O forse, quelle discussioni
richiedono semplicemente personalità più “elastiche” della mia.
Comunque, soprattutto in tempi
come questi, nei quali cioè la Corte europea dei diritti umani accusa l’Italia
di trattamento “inumano e degradante” dei detenuti, trovo fondamentale la
lezione che proviene dal libro e dall’esperienza di Luigi: una lezione
di tolleranza, comprensione e di forte impegno nel recupero e nel riscatto appunto del detenuto.
Quello che per Luigi rimaneva
sempre e comunque un uomo, in linea quindi (non solo teorica!)
col Beccaria e con la nostra Costituzione.
Infatti, nel suo testo Luigi
denuncia anche vuoti legislativi e culturali, facilonerie politiche,
amministrative, crudeltà ecc. che rendono il carcere più un Inferno in terra
che un luogo di recupero e di riscatto umano e sociale.
Ma nelle carceri da lui dirette
il detenuto aveva accesso a dimensioni lavorative e creative.
Eppure su questo fondamentale aspetto,
Luigi non insiste più di tanto: perché secondo me un grande uomo sa
farsi piccolo; lascia il vanto ai vanagloriosi.
I suo interessi comprendevano
diritto, politica, letteratura, giornalismo, musica… ricordo perfino un suo
post su Springsteen!
Una volta rispose ad un mio
commento dicendo più o meno: “In questo momento sto ascoltando un pizzicato che
mi dà una forte emozione.”
Mi pare che stesse ascoltando qualcosa
di Bach o di Rostropovic eseguito al violoncello.
Era un uomo che nonostante una
vita lavorativa fatta di laceranti responsabilità aveva mantenuto o
addirittura esteso i suoi interessi, non restringendo né confinando la
sua personalità alla sola dimensione dell’ex-direttore di carcere e/o a quella
del pensionato. Ed era capace di ironia e di autoironia.
Così, per quanto possibile voglio
concludere questo suo ricordo cercando di mantenermi nel suo spirito.
Infatti, nel 1° capitolo del suo
libro (a p.22) Luigi ricorda gli esordi della sua carriera e parla del
traghetto che prese per raggiungere la Capraia.
Quel traghetto era la Nonno
Beppe e nel racconto di Luigi quel vecchio barcone fa pensare ad un mix di:
baleniera di Braccio di ferro, nave degli emigranti e zattera di Huck resa
celebre da Mark Twain.
Così mi piace pensare che ora
Luigi si trovi su una barca che navigando tra le nuvole, lo sta portando su una
spiaggia tranquilla ed assolata da cui potrà scrutare il mare ed ascoltare dal
vivo i suoi Bach e Rostropovic…
Nel frattempo sorseggerà un caffè
e rivolgerà a noialtri molti suoi sguardi… secondo me, bonariamente ironici.
Buon viaggio, Luigi... buon viaggio.
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Ce l'ho anch'io il libro e sia io che mio marito l'abbiamo apprezzato moltissimo, ci ha coinvolti ed emozionati.
RispondiEliminaLuigi era una persona speciale, molto umana, ma anche un piccolo dittatore; sapessi le volte che abbiamo litigato! Lui mi toglieva dal blogroll, poi dopo un po' di tempo mi ci rimetteva dicendo che ere stato esagerato.
Su quella barca su cui viaggia ora, a volte speronerà qualcuno, ma senza astio o rancore.
Sei stato amabile nel ricordare Morsello, io non ci avrei pensato e, se non ti dispiace, il 25 gennaio lo ricorderò sul mio blog, invitando a leggere questo tuo bel post.
Un abbraccio
Cristiana
Faccio mio questo tuo bellissimo post e queste tue bellissime parole per una persona dotata di inteligenza critica fra le più ferventi.
RispondiEliminaPurtroppo fatti personali ci hanno allontanato dai rispettivi blog, ma ho sempre ammirato la sua capacità di analisi.
Lorenzo
Ciao Riccardo, ti ringrazio di ricordare Luigi, anch'io non l'ho dimenticato e pensavo proprio in questi giorni di come scrivere un post a un anno dalla sua morte. Ho riletto il suo libro sul carcere nelle ultime due settimane scorse. Rileggo le sue memorie del carcere ogni volta che mi prende la nostalgia delle sue parole sincere e generose e il suo giudizio sugli avvenimenti. Mi manca questo caro amico.
RispondiEliminarif. cristiana2011
RispondiEliminaPenso che il suo libro meriti d'essere diffuso, discusso e commentato.
Anche se questa mia idea non è certo molto originale, comunque penso che sia davvero uno dei modi migliori per ricordare una persona che purtroppo, non c'è più.
Probabilmente Luigi era (come si suol dire) un caratterino; però molto umano ed uno poi che sapeva vedere le cose in profondità, senza badare alle apparenze.
Grazie per aver apprezzato il mio pezzo e per l'invito a rileggerlo.
Il 25 ci sarò anch'io, da te.
Un abbraccio.
rif. Lorenzo
RispondiEliminaGrazie, Lorenzo...
In effetti, la capacità d'analisi di Luigi era notevole.
Penso inoltre che di persona, lontano cioè dai tasti del pc dovesse essere un conversatore a dir poco affascinante.
Salutone!
rif. Nou
RispondiEliminaCiao Nou.
Sì, uno come Luigi non può che mancare.
Non so perchè, sarà per le origini meridionali, il viso o per il lavoro che fece, ma inconsciamente lui mi faceva pensare sai a chi? A Camilleri.
Forse, anche per quel particolare miscuglio di precisione e fantasia che aveva nello scrivere...
Un abbraccio, cara Nou!
Mi associo al saluto per Luigi che non conoscevo, ma capisco dal tuo scritto che ha saputo lasciare il suo capace e deciso contributo al mondo.
RispondiEliminaCiao!
rif. alicemate
RispondiEliminaE' proprio così, assolutamente!
In in mondo di persone che cianciano, Luigi ha saputo agire e... reagire con decisione, intelligenza e senso di umanità.
Ha saputo quindi mantenere il difficilissimo equilibio tra la legge ed il suo spirito.
A presto!
Ero in contatto con Luigi e mi manca sempre.
RispondiEliminaCi conoscemmo in modo un po' burrascoso, perché era uno che non usava giri di parole per dire ciò che pensava. Dopo diversi scambi di vedute ci intendemmo e ci seguimmo per tutto il tempo che fu possibile. Lessi il suo libro purtroppo dopo la sua morte, e rimpiango ancora di non aver potuto dargliene riscontro direttamente, dicendogli quanto lo ammiro per la sua integrità e coraggio. E anche che (concordo con te) è un libro ben scritto.
rif. nina
RispondiEliminaEh, concordo... decisamente, Luigi non era uno che le cose le mandasse a dire!
Manca molto anche a me, ma devo dire che attraverso il suo libro continua a parlarci ed in un certo senso, anche ad interrrogarci.
Ad interrogare cioè la sincerità delle nostre convinzioni morali e sociali, la nostra coerenza, il nostro impegno...
Per questo è importantissimo continuare a ricordare Luigi... ed il suo libro che come dico io per libri di valore, è di quelli che "rimane aperto."
Ciao!