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sabato 12 dicembre 2015

"Houdini. L'ultimo mago",di Gillian Armstrong (2007)


Per me è difficile collocare il film, girato dalla regista australiana G. Armstrong, in un genere definito. Benché il protagonista sia l'illusionista o mago Houdini, la magia e l'illusione non sono tutto il film.
Intanto, va detto che nel corso della sua vita Houdini ha fatto tante cose: è stato aviatore, attore, regista: per es. ha lavorato con Melliès, il grande regista francese. Ed è stato anche “mago”, certo.
Probabilmente su di lui sono stati girati tanti films, ma prima di questo io ne ho visto solo uno, protagonista Tony Curtis: si intitolava Il mago Houdini (1953) e si basava anche sul rapporto del mago, figlio di immigrati ungheresi negli Usa, con la madre.
In effetti, riprende questo tema anche la Armstrong. Solo, lei assegna un ruolo centrale anche a Mary Mc Garvie, una donna che con la figlia, la piccola Benj (Saoirse Ronan) vive di espedienti e soprattutto, cerca di farsi passare per una grande medium.
Sia il vero “mago” sia quello presentatoci dalla Armstrong furono sempre ossessionati dalla figura della madre o meglio, dal rimorso per non essere stato presente al momento della sua morte...
Nel film con Curtis (il cui regista era George Marshall) la madre di Houdini appariva come una donna piuttosto fredda, autoritaria, inflessibile: soprattutto per quanto riguardava le scelte sentimentali del figlio, a cui non perdonava l'amore per una donna non ebrea.
La Armstrong non fa comparire mai la madre del mago, però lei è sempre presente: il figlio è infatti disposto a pagare ben 10mila dollari a chiunque possa rivelargli le sue ultime parole in punto di morte. Questo dato corrisponde poi alla realtà: Houdini, che conosceva vari trucchi, smascherò in questo modo molti imbroglioni.
Bene, la regista fa arrivare Houdini ad Edimburgo, in Scozia (altro fatto realmente accaduto) affinchè possano essergli rivelate le ultime parole della madre.
Ma l'incontro con Mary si rivelerà fondamentale: anche perché egli dovrà affrontare una realtà che non conosce o che addirittura teme... quella dell'amore.
La Armstrong e i suoi sceneggiatori (Tony Grisoni e Brian Ward) ci presentano un uomo tormentato dal senso di colpa come uomo e come figlio, pieno di dubbi e di speranze circa l'aldilà, attratto ma anche spaventato dalla prospettiva dell'adulterio, talvolta quasi rozzo eppure affascinato dall'arte ecc. ecc.
Un uomo che cerca sempre di superare i suoi limiti: quelli fisici come quelli mentali, ma questo non per dimostrarsi un superuomo, quanto per cercare di sconfiggere ciò che lo tormenta.
La recitazione poi di Guy Pearce (Houdini) e dell'incantevole Catherine Zeta-Jones (Mary) è molto naturale, così come quella di Saoirse. I tre sono un grande e credibilissimo terzetto.
I dialoghi sono di buona qualità letteraria ma per niente cartacei.
Talvolta, certe battute sono, nella loro lapidarietà, naturali... come quando Benj dichiara: “Spesso l'amore porta dolore e qualcuno viene messo da parte.”
Talaltra, il tema del legame tra l'amore, l'adulterio e le convenzioni sociali è affrontato con grande spregiudicatezza ed onestà. Per es., di fronte alla prospettiva di tradire la moglie, Houdini, dice a Mary che ciò: “E' scandaloso.”
Lei: “Scandaloso? Chi lo dice? Non è scandaloso. E' quello che fanno gli uomini e le donne. Lottiamo contro l'inverno che è in noi, contro la solitudine. E a volte, se siamo fortunati, abbiamo la possibilità di provare, anche solo per un attimo fugace, il vero amore.”
Lui: “Hai mai provato il vero amore?”
Lei: “No. Dicono che è facile, che è come cadere.”
Certo, questa caduta può essere un bene o un male: non a caso, in inglese, innamorarsi si dice to fall in love, che letteralmente significa cadere in amore.
Comunque per me questo film intreccia con una certa maestria molti e complessi temi.
E come scenario la Edimburgo notturna è davvero intrigante: un complimento anche a lei, oltre che agli attori, alla regista e agli sceneggiatori.
Ora non vi resta da fare che la cosa migliore: cercare il film.
E godervelo. 

2 commenti:

  1. Ottima recensione, cercherò il film e me lo godrò sicuramente :) Grazie Riccardo!
    Saluti
    Lili

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  2. rif. Lili Candiotte
    Grazie a te per aver apprezzato, Lili!
    Il film merita, merita davvero.
    Spero però di non aver detto troppo; be', forse avrò detto troppo, ma non ho rivelato più di quello che era necessario.
    Saluti!

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