Sono seduto in questa stanza. Oggi, non domani.
Domani non è ancora arrivato: a quanto pare, non ha molta fretta. In effetti, non è che debba correre a prendere il treno, dico bene?
Il domani... sto parlando del domani.
Perché il domani (esattamente come l'ieri e l'oggi) appartiene al tempo. E che cos'è, il tempo?
Bella domanda! Per rispondere ad una domanda come questa, ci vorrebbe un filosofo.
Ma che cos'è, un filosofo?
Un filosofo è uno che pensa. Ma allora siamo tutti filosofi, perché qual è lo scimunito che non pensa?
Però non esageriamo... per esempio, le galline, i gatti, le pietre, le sedie e le melanzane (sebbene siano molto buone) non pensano. Sì, ma perché?
Vabbe', lasciamo perdere... tutte queste domande mi fanno venire un gran mal di testa; non starò mica diventando una melanzana?
Dovo sono i miei amici? Penso che stiano organizzando un torneo di calcio, oppure una bella partita a dadi. O forse sono andati a vedere le mummie al museo di arte egizia. Che tipi, gli Egizi! E che costruttori, che architetti!
Ricordo che mi piaceva molto studiare la storia: soprattutto quella antica; più era antica e più mi piaceva.
Adesso però sono seduto in questa stanza, nella stanza di una casa che non conosco. La casa è al buio, ma io non ho mai avuto paura del buio.... forse perché mi è sempre piaciuto tanto dormire. Sì, penso che sia per quel motivo.
Ho studiato molto: latino, greco, francese, filosofia, chimica, psicologia... Peccato però che ai miei tempi non esistesse una scuola di rock!
Non ho più un corpo. Cioè... il mio corpo è come un'ombra. Un'ombra, però, invisibile. O meglio: io la vedo, la mia ombra; è invisibile per gli altri.
Vorrei nuotare. Nuotare mi piaceva molto.
Vorrei avere ancora un corpo e magari anche le ali. Il becco, invece, non lo vorrei. Le piume, neanche: sporcherebbero i tappeti.
Sono pieno di dubbi e di domande, ma soprattutto, ho un corpo vuoto; per meglio dire, non ho un corpo.
Noi fantasmi siamo fatti così.