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venerdì 30 marzo 2018

Buona Pasqua a chi lo merita


Oggi il cielo è pieno di nuvole. Diciamo pure che è un totale lenzuolo di nuvole, il che mi fa venire un sonno pazzesco.
Però ecco che liquido the clouds (le nuvole) e cerco di mettere un po' d'ordine in casa.
Soprattutto nel salotto, che è pieno come sempre di libri, giornali, appunti per scuola, cd, carta di caramelle, penne che non scrivono più e cassette. Musicassette, come si diceva una volta; mica cassette di frutta o di verdura, chiaro?!
Bene: dopo un'oretta di lavoro, il tavolo del salotto non sembra più una discarica comunale, ma appunto un tavolo. E va bene, me lo dico da solo: quando voglio sono anche bravo a mettere ordine.
In questo momento sto ascoltando un disco de The Klezmatics, Jews with horns: si tratta di musica appunto klezmer, cioè un particolare miscuglio di melodie ebraiche, slave e jazz molto originali e divertenti.
Molto bello Freyt aykh, Yidlekh, che significa Siate felici, ebrei. Un brano se vogliamo anche ballabile, sorretto e portato sempre più su (se l'udito non mi inganna) da trombe, clarinetti ed altri strumenti a fiato, nonché da una batteria allegra e saltellante.
Altro molto brano bello è Heyser Tartar-tants, Danza Tartara. Qui oriente, jazz e burlesque si fondono in qualcosa di talmente divertente, che a me ricorda certe comiche di Chaplin.
Potrei parlarvi anche di altri brani, come per esempio In kampf, un canto di lotta dei lavoratori ebrei, scritto in America nel 1889. Ma sarà per una prossima volta.
Ora sto pensando al fatto che il mio ennesimo contratto scadrà il 30 giugno; se non altro, un mese di lavoro in più rispetto al passato. Poi però, sarò daccapo con la ricerca di un altro contratto. Vede, mr. Lou Reed, ci sono molti modi per camminare sulla wilde side, il lato selvaggio. Purtroppo, la disoccupazione è uno di quelli.
Comunque stasera sto bene... tra poco andrò a comprare il vino binu wine vin vinus oinos wein etc. etc.
Presto sarà Pasqua, ma non sarà una Pasqua di resurrezione per gli operai di Livorno; spero però che esista un Paradiso dei lavoratori in cui possano riposare davvero. Possibilmente, senza passare per l'Inferno che hanno dovuto vivere quaggiù. Le righe che ho scritto oggi, per quello che valgono, sono per loro.