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venerdì 25 gennaio 2008

Luoghi e culture

Questa nuova etichetta (davvero una brava ragazza, potete credermi) cercherà di collegare la geografia a mentalità, usi, costumi ecc.
Infatti, ho sempre pensato che non si debba ridurre la geografia a fatto puramente morfologico: a meno che non la si voglia identificare con la semplice (benché necessaria) toponomastica.
Ma per me, la geografia è bella soprattutto quando parla delle persone che abitano i suoi luoghi; gli uomini e le donne in carne ed ossa, conferiscono un carattere all’ambiente.
Certo, lo stesso ambiente influisce sul carattere dei suoi… inquilini. Io penso (so di non dire proprio niente di nuovo) che tra ambiente ed esseri umani esista un rapporto di influenza reciproca.
Inoltre, tenterò di parlare soprattutto di luoghi e persone solitamente trascurati; di New York, Parigi, Tokyo, Londra ecc. si parla sempre, o quasi. Dell’area Molise-Basilicata (tanto per fare un esempio) mai… o quasi.
Tuttavia, nella mia pressoché infinita bontà, concederò anche alle metropoli il diritto di… ingombrare questa nuova etichetta. Solo, sceglierò delle chiavi inconsuete.
Col mio grande amico Maurizio, autentico blood brother (fratello di sangue) tra una birra e l’altra reinventavamo le città. Dicevamo: “Ti immagini i mulini a vento in riva all’Hudson?” Poi, dopo esserci documentati sul passato di Nuova York scoprimmo che fu una tranquilla città olandese
Perché non parlare di quella New York? Storia, geografia e rimescolio spaziotemporale potrebbero rendere Luoghi e culture più interessante.
Comunque, sempre che sia d’accordo con me stesso, nel prossimo post di questa nuova etichetta parlerò della Basilicata.
Ma in effetti, perché non potrei parlare della Parigi medievale o della Londra settecentesca?
Chi me lo impedisce, famigerato me stesso a parte?

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