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sabato 12 gennaio 2008

Biondillo’s rock (Per sempre giovane)

Gli scrittori italiani mi fanno ululare. Mi piacciono solo Santucci, Benni, Castellaneta e Carlotto. Certo, dovendo scrivere un testo di critica letteraria non sarei così lupomannarico. Potrei “pensionare” (per limitarci agli scrittori italiani del ‘900) Gadda, Moravia, (certe cose di) Pasolini ecc.?
Ma quando si tratta di simpatia bisogna accantonare rigore critico & scrupoli filologici e delirare. Poi, il delirio in questione non sarebbe davvero tale: simpatia (greco sympatheia, latino sympathia) significa anche conformità di sentire. I Greci, col verbo sympatheo designavano anche una tendenza a “sentire o soffrire insieme.” Perciò non parlo di una simpatia del tipo: uè, Biondillo! Dài, vieni a bere a con noi! Parlo di una consonanza di pensieri e sentimenti: quel che ho trovato nel romanzo Per sempre giovane.
Magari, benché abbia suonicchiato anch’io all’età delle protagoniste (tra i 17 ed i 20 anni ma anche dopo) ho 1 po’ stentato a capire certi dettagli relativi a basso e batteria. Limite mio, ok. Però Biondillo mi ha fatto tornare voglia di suonare. Mi vedo già ad infliggere mails di reunion da Cagliari ad Olbia, da Olbia a Milano.
A parte questo, trovo il romanzo molto bello e caldo quando ci presenta le protagoniste, le milanesi del gruppo Le Viceversa. Biondillo dipinge delle ragazze confuse, nervose, anche spaventate ma autentiche. Sebbene per alcune di loro la musica sia fondamentale, la loro umanità non si esaurisce in essa. Attraversano buona parte del Paese (da Milano ad Alcoli, per un concorso musicale): tipico rito di iniziazione… on the road, naturalmente. Ma in questo viaggio forgeranno un’amicizia che resisterà a divorzi (Francesca, per gli amici Fra’), lotta per amori diversi (Paola), malattie ( il tumore di Daniela), caduta di Muri ecc.
In fondo, quando entri in 1 gruppo rock pensi solo a far casino, rompere gli schemi e perché no?, anche a rimorchiare. Ma non credo di passare per vomitevole sentimentale se dico che l’essenza del rock, per Biondillo ed anche per me, è l’amicizia che crea e mantiene… simpatia (nel senso che ho cercato di illustrare) tra i membri di una band.
Ultima cosa poi stop, o mi commuovo come 1 vecchio barbagianni. Sulla via del ritorno le ragazze sentono alla radio Forever young, appunto “per sempre giovane” di Dylan. Fra’ traduce questo grande pezzo, che non parla del mito dell’eterna giovinezza; Biondillo capisce bene che Dylan intendeva altro.
Infatti, forse è questa la chiave di brano e romanzo: “Possa tu avere una base solida quando il vento/ dei cambiamenti soffia.”
Quella base è costituita dall’amicizia e dal rimanere fedeli non ad 1 sogno alla Peter Pan, ma a tutto un insieme anche complesso di sentimenti e di modi di essere che escludono freddezza e tendenza all’autoisolamento… questo anche quando la vita ti separa dalle persone che per te rappresentavano tanto. Benché Biondillo non citi quei versi di Dylan, trovo che sia quello il senso del suo romanzo.
Bè, dovrò aggiungere l’uomo di Quarto Oggiaro alla scarna lista dei miei scrittori italiani preferiti…

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