martedì 9 agosto 2016
Crescere e sentire attraverso lo sport
A me lo sport piace molto.
Nello e dello sport non mi
piacciono solo la competizione e
la vittoria: anche
quelle, perché se in esso mancano quegli elementi, allora è come
una bottiglia di vino senza vino.
Analogamente, soltanto un
alcolizzato berrebbe del vino che si trovi per terra.
Insomma: nello sport è importante
il risultato ma anche ciò
che lo racchiude.
Dirò
di più... nello sport è importante, prima di ogni altra cosa... lo
sport in sé stesso.
Quando un bambino impara a correre, non vuol far altro che correre.
Comincia a calciare un pallone? Di dove vada a finire, gli importa
quanto può importagli di una catena arrugginita; forse anche meno.
Secondo
me, se recuperassimo quel disinteressato piacere che
ci porta a fare un dribbling per il solo piacere di farlo, uno scatto
per sentire l'aria che ci sibila attorno al corpo, un tuffo per
vedere come sia fatto il fondo del mare ecc. ecc., ebbene, forse
allora staremmo molto meglio.
Insomma,
portiamo i nostri figli in una scuola-calcio e che cosa vediamo?
Semplice: molte di queste sono delle caserme, con allenatori-cerberi
che paonazzi, urlano (benché meno che ai nostri tempi) ed
imbottiscono i pargoli di schemi, formule e sensi di colpa.
A quel punto, fate loro studiare
le equazioni di 2° grado e la dialettica di Hegel: i nostri cari boys si
annoieranno di più, ma almeno impareranno qualcosa!
Qualche amico mi dirà: “Ma
come! Dici queste cose tu, che
hai sempre ammirato il senso tattico perfino
dei tedeschi?!”
Esatto, my
friends, esatto.
Vi
spiego: prima di fare sul serio, c'è il gioco.
Perché mai uno dovrebbe inseguire un pallone, che tra l'altro è già
inseguito da uno o più avversari (col rischio magari di rompersi una
gamba) se non lo divertisse?
Sto
correndo, ormai ho 54 anni: non sono ancora vecchio, ma non sono più
un ragazzino.
Però riesco ancora, e questo perfino a prescindere dal
fatto che oggi o domani debba giocare a calcio o a calcetto, a
correre col caldo e col freddo ed a divertirmi.
Anche se qualche buontempone abbassa il finestrino dell'auto
super-refrigerata e mi grida: “Oh marocchinu!”
Sento
il sole che mi picchia sulla testa, al 2° km (o anche prima) ho
dimenticato il contratto scaduto; un minuto dopo la doccia mi darò
da fare per ottenerne un altro... ma ora sto correndo.
In campo, sole
a picco o pioggia a catinelle, sono solo e sto palleggiando e/o
tirando in porta: i miei piedi sono di legno come sempre, ma mi sto
divertendo.
Beh, per oggi
basta così; ma tornerò sull'argomento.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Si sentono il sole, la pioggia, l'acqua del mare, il caldo e il freddo: si sente la gioia di muoversi in questo testo.
RispondiElimina:-)
rif. Nou
RispondiEliminaAh, spero proprio che sia come dici, Nou!
In effetti, fare dello sport, anche se ormai ho sempre meno tempo per farlo, mi fa stare davvero, davvero bene!
E mi toglie tanti brutti pensieri dalla testa...
Un abbraccio
Grazie Riccardo, bellissimo post. Ti rimando a questo mio, che tra l'altro parla di un libro che ti potrebbe piacere: http://zaio.blogspot.it/2007/08/run-baby-run-baby-run-baby-run-baby-run.html
RispondiEliminaA zent'anni!
rif. Franco Zaio
RispondiEliminaTi ringrazio molto, Franco.
Leggerò presto (e volentieri) il tuo post!
Tra l'altro, "run baby run" mi ricorda anche una cnzone della (per me) bravissima Sheryl Crow.
Rock on, man...