sabato 16 maggio 2015
Quando il calcio si avvicina all'arte
So che questo titolo vi sembrerà
delirante: che legame, vi chiederete, ci sarà mai tra il calcio e
l'arte?
Sta a vedere, penserà qualche mio
ex-collega di facoltà, che questo qui crede che Michelangelo sia
stato un attaccante della Fiorentina, o che Dostoevskij sia il
portiere dello Zenith di S. Pietroburgo. E così via.
No, in realtà non sono così
rimbambito; be', magari lo sono,
ma non in cose come queste.
Torniamo
quindi all'oggetto di questo post: la vicinanza tra calcio ed arte. Qualche giorno
fa ho seguito in tv la semifinale di andata della Champions League,
Barcellona-Bayern Monaco.
Ora, io (benché
latino), preferisco il calcio nord-europeo, soprattutto quello
olandese, inglese e tedesco. Certo, non possiede la nostra fantasia,
ma a me piacciono la velocità,, i cross, il pressing, i tackles
(contrasti), i tiri da lontano, l'arrembaggio: insomma, lo sport che
si fa rock 'n roll. Sono un romantico, lo so.
Comunque
il calcio olandese, a partire da Sua Immensità
Johannes Cruijff, ha rivoluzionato il calcio moderno: anche quello
latino.
Inoltre,
mi annoia tutta questa enfasi sui blaugrana:
si potrebbe dire rossoblu,
no? In ogni caso, mio figlio li adora. Vabbe'.
I
bavaresi hanno chiuso il 1° tempo sullo 0-0: uova fritte,
così descriveva questo punteggio il mio ironico padre.
Inizia il 2°
tempo. Il Bayern, intelligentemente, evita di farsi schiacciare nella
propria metà campo, dalla quale anzi esce spesso, ricacciando i
catalani indietro di alcune decine di metri. Ma se non erro, gli
uomini di Monaco non hanno mai prodotto vere occasioni da gol.
Al contrario,
i temibili barcellonesi hanno “punto” varie volte.
Eppure, questo
anche grazie all'antipaticissimo (per me) ma bravissimo (per
parecchi, sottoscritto incluso) Neuer, il portiere del Bayern, il
punteggio non si schiodava dallo 0-0.
Finché, come
in una favola calcistica, l'orologio non arrivò a toccare i ¾ di
partita: eravamo insomma arrivati al 75° minuto; ne mancavano solo
15 alla fine del match. Il gioco catalano, fatto di una sapiente ma
essenziale ragnatela di passaggi e di micidiali verticalizzazioni,
ogni tanto sembrava sfiorare il gol.
Ma una perfida
fattucchiera bavarese, che regna da secoli sulla Foresta Nera,
tramava diabolica contro la classe cristallina degli esorcisti
catalani.
Però al 77°
minuto il pallone fu raccolto dai piedi di Messi, il magico Leo.
Egli, benché abbia avuto i piedi baciati dalle Muse del calcio e
sebbene in possesso di finte e dribblings ubriacanti come il nettare
e l'ambrosia degli Dei, non tentò lo slalom.
No,
figli miei; no, figlie mie.... egli tirò.
Trovandosi
ai 16-18 metri, diede appena uno sguardo alla porta, dove l'arcigno
Neuer (da autentico nibelungo) vigilava e presa la mira, con
disarmante disinvoltura tirò in porta. E segnò.
Il volo della
sentinella del bunker tedesco si rivelò inutile: il pallone, ben
angolato ma soprattutto calciato con somma maestria, filtrò tra gli
insuperabili rovi della foresta monacense, andando a riposare
(soddisfatto e beffardo) in fondo alla rete.
Barcellona 1,
Bayern 0.
Si scatena,
sugli spalti e sul campo, la gioia di tifosi e giocatori.
Ma non era
ancora finita: l'1-0 lasciava ai discendenti di Beckenbauer ancora
molta, troppa speranza (in vista del match di ritorno). Occorreva
dunque un nuovo miracolo.
Correva
così il minuto 79 quando San Leo ricevette il pallone sulla fascia
destra; se lo portò avanti con indifferenza. L'argentino, con gaucha
sicurezza, arriva in area, “punta” il pur bravo Boateng, con una
finta lo butta letteralmente a terra e
col destro pennella un pallonetto rinascimentale che lascia Neuer di
stucco, di sale e così via.
Barcellona 2,
Bayern 0.
Ora,
dovete sapere 2 cose... la prima:
Messi è mancino, proprio come me e Gigi Riva. La seconda:
quando in una semifinale ti trovi sul 2-0 contro un Bayern,
la cosa più sensata da fare è controllare il risultato, per
affrontare il ritorno con una certa tranquillità.
Ma i folletti
catalani decidono di continuare a giocare, così al 94°minuto, è
arrivato anche il 3° gol: firmato da mago Neymar che trovandosi a tu
per tu con Neuer, lo ipnotizza e piazza un rasoterra quasi irridente,
nella sua apparente semplicità.
Barcellona 3,
Bayern 0.
Certo, tra i
bavaresi mancavano Ribery e Robben. Ma forse, la settimana scorsa,
non avrebbero potuto fare molto neanche loro.
Il ritorno a
Monaco è finito 3-2 per il Bayern perciò il Barcellona incontrerà
nella finale di Berlino la Juventus. Francamente, quel giorno non
vorrei essere nei panni dei bianconeri...
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Sono uno dei pochi italiani che non ha seguito queste partite di coppa. Ora seguo solo il mio piccolo Chievo, ma in effetti, certe giocate di Platini (per il quale stravedevo da piccolo), o de mio omonimo Maradona, erano arte.
RispondiEliminarif. Alligatore
RispondiEliminaRispetto ad un tempo, ora ne ho meno per seguire il calcio, ma felicemente "traviato" da mio figlio, sto riprendendo a contrarre il benedetto-maledetto virus.
In ogni caso, ricordo anch'io con grandissima ammirazione Platini ed l grande Dieguito!
Quanto al Chievo, magari fosse così "piccolo" il mio Cagliari!
A volte mi dicono: sì, ma sai, dato che Chievo fa parte di una città ricca come Verona...
Ma secondo me la tua squadra si fa onore anche grazie ad una programmazione e ad una gestione intelligenti; i soldi da soli non fanno una società ed una squadra.
Buona domenica. Di pioggia, purtroppo.
P.s.: ovviamente ho capito che per te il Chievo è "piccolo" in senso affettivo.
Perfetto Ricca', quello che volevo scrivere io se ne fossi stato capace. Poesia pura applicata al calcio quella di Messi.
RispondiEliminaIo sono tifoso della mia piccola Lazio, ma sarei andato ad abbracciarlo ove mi fossi trovato tra gli spettatori di quell'artistica partita.
Un salutone,
aldo.
L'arte,caro Riccardo sta nel tuo modo magistrale di raccontare e trasformare una semplice partita di calcio,per quanto fra blasonate,in poesia.Non ne capisco molto,ma raccontata così,quasi quasi la andrò a cercare per gustarla in serenità.Stavi per dire in compagnia di una birra fredda,ma forse è meglio una semplice spremuta d'arancio.
RispondiEliminaE se tuo figlio ti ha convinto a passare quei 90 minuti insieme ,a commentare,gioire o soffrire,beh,è un grande!!Perchè sai anche tu quanto sia importante .Una serena domenica,o quel che resta.Mi prenoto per la finalissima ed esporrò il tricolore..
rif. il monticiano
RispondiEliminaGrazie grazie grazie, Aldo!
In effetti, si tratta davvero di un giocatore straordinario.
Gli manca solo la coppa del mondo ed anche se in occasione della prossima avrà 33 anni o giù di lì, la classe non tramonta certo con l'età, quindi (come dite a Roma) hai visto mai?
rif. Chicchina Acquadifuoco
RispondiEliminaMuchas gracias, Chicchina!
A questo punto, lo spagnolo è d'obbligo (anche se a Barcellona parlano catalano).
Una birretta... eh, certo quella sarebbe stata una bella idea. Ma magari, durante la finale... perché no?!
Guardare una partita col ragazzino, poi, mi ricorda quando facevo lo stesso con mio padre... bei tempi!
Per la finale di Berlino, comunque, tiferò anch'io Juve: è una squadra italiana, anche se non ha mai goduto del mio tifo o sostegno.
Temo però che i catalani vinceranno senza troppi problemi.
Caro Riccarrdo, io mangio calcio dal 74 o giu di li', da allora credo di non aver mai perso una partita della Juve, credo anche di essere un buon intenditore di schemi e gioco.
RispondiEliminaSono, purtoppo, molto antisportivo quando in campo c'e' la Juve o la nazionale, spero sempre di vincere 1 a 0 con gol in fuorigioco a tempo abbondantemente scaduto con pallone che non si sa' se ha sorpassato o meno la linea.
Lo specifico perche' quello che mi sto apprestando a scrivere e', per me, una prima volta:
La finale Barca Juve e' stata vinta MERITATAMENTE dai catalani, mai visto una tale differenza in campo nei 90min, neanche Steaua Milan all'epoca, sono davvero fortissimi.
Detto cio', la finta con la quale Messi fa' svenire Boateng (che se lo riguardi al replay noterai che non si e' sbilanciato, no, cade a terra come colpito da una raffica di ak47) vale il prezzo di tutta una stagione calcistica, in quel gesto sono racchiusi almeno tre campioni di tanto tempo fa': Garrincha per come lo fa' svenire, DiStefano per come fa' il pallonetto che uccella Neuer, e Zidane o Best perche' Messi nell'azione tocca il pallone solo per calciare in porta, Boateng sviene senza che l'avversario tocchi la palla, da sballo totale!.
Hasta
zac
rif. zac
RispondiElimina“Al netto” di quello che dici sul vincere 1-0 a tempo scaduto, con eventuale fuorigioco, palla oltre (oppure no?) la linea ecc. ecc., capisco quello che intendi.
Devo però dire che secondo me, forse in Milan-Steaua il dominio rossonero fu più netto.
Certo, potrei sempre ricordare male: gli anni passati non sono pochi!
Nello stesso tempo, ho avuto l'impressione che il Barcellona abbia giocato quasi al risparmio: se avesse voluto, avrebbe potuto trasformare il 3-1 in un 5 o 6-1...
Tutto questo, considerando il fatto che la Juve ha giocato una partita tutto sommato dignitosa.
Inoltre è un piacere vedere che conosci campioni come Best, Di Stefano ecc. ecc.: nel calcio è importante anche il confronto coi grandi del passato
Tuttavia, non dimentichiamo che quei grandi giocavano contro squadre che spesso adottavano ancora una ferrea marcatura ad uomo. E contro certi mastini, passare era molto più difficile rispetto ad oggi, quando le marcature sono molto, molto più larghe.
Io ho iniziato a seguire il calcio 2-3 anni prima del '74 (ah, l'Olanda di Cruijff!) quindi capisco bene che cosa vuoi dire.
Forse si giocava con più spensieratezza e spirito d'avventura, ma certo erano anche i tempi. Così almeno credo.
Hasta siempre