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domenica 11 aprile 2021

Il viaggio di Franco

 

Franco non era mai stato a Roma.

Non era mai stato neanche in altre grandi città come Parigi, Boston, Praga, Napoli o Madrid.

Una volta era andato (col n°19) a Selargius, che era piena di brave persone, però non era una grande città.

Comunque, tutti avevano sempre detto a Franco che Roma era la città più bella del mondo, perciò lui non vedeva l'ora di andarci.

Suo zio gli diceva continuamente: “Guarda che la città più bella del mondo è Venezia. E' lì che devi andare!”

Ma lui pensava che il caro parente dicesse così solo perché era veneziano; quindi continuò a non vedere l'ora di andare a Roma, non a Venezia.

Ma un bel giorno, Franco comprò un biglietto aereo ed appunto con l'aereo, sbarcò a Roma. Quel giorno faceva un gran caldo, ma Franco volle andare a vedere subito il Colosseo; non gli importava che tutti corressero a farsi una bella doccia fresca.

Comunque, ad un certo punto, nel Colosseo c'era solo lui. E poi quello era bellissimo, però che caldo, là a Roma!

Mentre Franco si chiedeva come potesse rinfrescarsi, il grande monumento si riempì di acqua freschissima: sembrava una gigantesca vasca da bagno. Allora lui ci si tuffò e rimase a mollo per almeno due ore.

Quando uscì dall'acqua, lo scheletro di un soldato romano gli porse un accappatoio. Franco si asciugò poi andò in albergo col cavallo del soldato, che anche se aveva almeno 2000 anni, correva come un treno.

Però Franco non raccontò mai a nessuno quello che gli era successo a Roma: neanche a suo zio. I grandi, infatti, gli dicevano sempre che aveva troppa fantasia, oppure che raccontava un sacco di bugie. I grandi sono così strani, a volte!



7 commenti:

  1. Io credo che glielo avrei raccontato lo stesso. La fantasia è rivoluzionaria e i grandi non la accettano perchè hanno paura dei cambiamenti. Un caro saluto a te.

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  2. rif. Fabio Melis
    Sono più che d'accordo: la fantasia è rivoluzionaria.
    Purtroppo, fin dai primi anni di vita, iniziamo a pretendere che i bambini coltivino solo la logica... anche se ovviamente, è necessaria anche quella.
    Così abbiamo spesso dei piccoli contabili, anzichè dei poeti, sia pure in erba.
    Un caro saluto anche da parte mia!

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  3. Mi è piaciuto molto questo breve racconto? All'inizio non pensavo si trattasse di un bambino.Adesso penso che anche il viaggio sia immaginario.
    Io non ho mai coltivato la fantasia, forse perché non sono mai stata educata a farlo o forse perché mi hanno insegnato che solo la logica serve mentre la fantasia non serve e quindi mi sono persa un importante aspetto del pensiero umano. Insomma, non sarò mai poeta.

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  4. La fantasia al potere, si diceva una volta.
    Ora potremmo dire: i bambini al potere.
    e non potrebbero che fare meglio dei grandi
    😀

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  5. rif. Paola D.
    Ti ringrazio, Paola.
    Sì, il viaggio è immaginario.
    Fin da piccoli ci insegnano ad essere "maturi" e che un a cosa è il sogno, un'altra la realtà. Il che è vero, certo, ma ci chiude o nega tante possibilità.
    Allo stesso tempo, la logica ci aiuta a soffrire meno... "specialità" quella in cui i poeti vanno anche troppo forte!
    Ma forse quella è (sarò eccessivamente romantico, ma pazienza) la loro maledizione/benedizione!

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  6. rif. Paola D. Ti ringrazio, Paola. Sì, il viaggio è immaginario. Fin da piccoli ci insegnano ad essere "maturi" e che un a cosa è il sogno, un'altra la realtà. Il che è vero, certo, ma ci chiude o nega tante possibilità. Allo stesso tempo, la logica ci aiuta a soffrire meno... "specialità" quella in cui i poeti vanno anche troppo forte! Ma forse quella è (sarò eccessivamente romantico, ma pazienza) la loro maledizione/benedizione!

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  7. rif. alberto bertow marabello
    Ciao Alberto, benvenuto!
    Sono d'accordo con te: se pensiamo a quello che i cosiddetti grandi hanno combinato, si avrebbe davvero voglia di lasciar tutto in mano a cuori ed a menti che potrebbero rivelarsi di ben altro livello!

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