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martedì 8 dicembre 2020

Streghe e vampiri in Sardegna

 

Probabilmente, chi vive sulla Penisola o chi comunque non abbia molta familiarità con le tradizioni popolari sarde, non sa che quaggiù abbiamo alcuni miti e credenze piuttosto inquietanti.

Certo, tra i non-sardi, molti avranno visto alcune immagini o danze dei Mamuthones. Ora, quelli costituiscono un discreto “assaggio” di ciò di cui voglio parlarvi oggi.

Intanto, direi che in Sardegna il confine tra strega e vampiro è piuttosto labile, davvero sottile. A complicare le cose, forse potremmo anche dire che da queste parti, è labile anche la distinzione tra la strega (bruscia) e la fata (jana); ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano. Così, oggi parleremo soltanto di streghe e vampiri.

Nella sub-regione del Campidano, di cui Cagliari è la città più rappresentativa, oltre che capoluogo della Sardegna, la strega è chiamata coga (plurale is cogas). Già qui è possibile scorgere una somiglianza direi perfetta col classico vampiro. Leggiamo infatti in Cabiddu: “Le streghe arburesi succhiano il sangue per puro istinto di malvagità.”1

Per sdrammatizzare mi sia consentito dire che spero almeno questo, cioè che le “arburesi” (donne di Arbus, cittadina che si trova non in Campidano, bensì nel Sulcis-Iglesiente), abbiano abbandonato da tempo certe pessime abitudini. Non mi piacerebbe scoprire d'aver avuto, in famiglia, certe diaboliche parenti... infatti, il ramo paterno della mia famiglia era proprio di Arbus!

Tuttavia, le prime vittime delle cogas di Arbus (che forse là hanno o avevano un altro nome) sono i bambini, soprattutto i neonati ed anche le puerpere. Le benemerite streghe di Arbus evitano di cibarsi del sangue dei bambini, che ricacciano “sulla cenere del focolare domestico.”2

Tutte le altre ne vanno invece orribilmente ghiotte, tanto che: “Si sentono irresistibilmente attratte verso le culle dei neonati, quasi sempre la notte stessa del battesimo per togliere dalla loro fronte gli olii santi e dalle loro vene il sangue innocente, a preferenza dalla punta della lingua.”3

Nota bene: in Sardegna si parla di cogas (streghe), ma anche di cogus (stregoni).

Per quel che ho potuto capire, ed in omaggio ad una macabra forma di... femminismo ante litteram (o di eterno maschilismo?), la coga era forte e crudele almeno quanto il suo omologo maschio (cogu).




Note


1 Andrea Mulas, Una sottil virtù diabolica. Gli esseri che succhiano sangue nella cultura popolare della Sardegna, Arnaldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1992, p.20. Per il Cabiddu citato cfr. G. Cabiddu, Usi, costumi, riti, tradizioni popolari della TrexentaEditrice Fratelli Fossataro, Cagliari, 1965, p.60.

2 A. Mulas, Una sottil virtù diabolica, op cit., p.20.

3 A. Mulas, op. cit., p.20.

8 commenti:

  1. Anche nella penisola ci sono esseri che succhiano il sangue, non sono chiamati streghe o vampiri ma tu stesso puoi conoscerne nomi e cognomi.
    son due anni che non vengo in Sardegna, di solito vado a La Maddalena o nel Sucis (che mi piace di più) e dove ho qualche amico a Oristano. Dire che l'Isola mi piace è riduttivo possono dirlo anche quelli che hanno la villa a Porto Rotondo, a me piace la cultura che si respira, mi piace ogni volta andare al museo di Cabras, mi piace la strada che va a Nuoro (statale 389) mi piace sedermi fuori di un bar e ascoltare gli anziani che parlano e non capire niente. Ciao.

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  2. Anche nella nostra valle abbiamo vecchie leggende di streghe in ogni paesino, sempre a giustificare eventi strani e negativi beninteso. Fortunatamente oggi sono passate dalla cultura popolare alla letteratura. Però di vampiri non ne ho mai sentite. Ciao Riccardo!

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  3. Nella nostra isola c'è una leggenda simile che ha come oggetto "le belle signore", un miscuglio fra fate e streghe che se la prendevano con i neonati, scompigliandovi le coperte e facendoli cadere dalla culla. Simpatica la battuta rivolta ai tuoi parenti.

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  4. rif. nucci massimo
    Benvenuto, Massimo!
    Hai perfettamente ragione: alcuni/e siedono in parlamento, altri dirigono banche, aziende, oppure scrivono su qualche quotidiano... ecc. ecc.
    Mi fa piacere leggere che ti piace la mia Isoletta: il Sulcis, poi, è davvero particolare. Sia per il mare sia il suo passato minerario, per l'archeologia e molto altro ancora.
    Ed anche sentir parlare il sardo non è male; soprattutto quello più autentico. Non è male neanche per noi "indigeni" che molte volte, non lo conosciamo come dovremmo.
    A presto.

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  5. rif. alicemate
    Penso che certe credenze siano comuni a varie zone del Paese. E non solo del nostro, dico bene?
    Almeno stando a quanto scriveva lo psicoanalista Gustav Jung, esisterebbe un "inconscio collettivo", in base al quale ogni popolo elaborerebbe idee simili.
    Questo riguarderebbe anche popoli che magari, non sono mai entrati in contatto.
    Però dici bene: per fortuna ora è letteratura; soprattutto voi donne, a certe idee avete pagato un tributo davvero troppo alto.
    Buon fine settimana!

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  6. rif. Paola D.
    Vedi Paola, su questo punto tra le credenze delle nostre due Isole esistono forti somiglianze!
    La battuta: ti ringrazio ma spero che certe antiche antenate, di là nell'aldilà, non leggano i blog!

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  7. Mammamia... interessante altro aspetto della Sardegna non noto.

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  8. rif. Enri1968
    Effettivamente, l'aspetto più noto della Sardegna è quello del mare e del sole... ma c'è anche un lato oscuro. Molto oscuro, tuttavia affascinante (almeno per me)!

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